L'invernale del Garibaldi : scherzo di carnevale!

Arrampicata e alpinismo su roccia in montagna

Messaggioda Buzz » lun mar 06, 2006 10:54 am

SCOTT ha scritto:
Buzz ha scritto: nel contesto di questo topic, scott,
solo nel contesto di questo topic

..........................

.


Come fai a discernere il tuo giudizio su una persona da un topic all'altro ?


lasciam perdere... per me ...morta lì .

ciao.


miiiiiiiiiiii :-D :-D :-D

intendo dire che fino a questo topic sono sempre stato sostanzialmente d'accordo con i tuoi interventi

senonchè, su questo topic, più che altro mi è parso che invece di discutere del problema o intorno ad esso, tu ti sia messo a discutere di me e di come affrontavo il problema...

il che sinceramente mi da fastidio

probabilmente è solo stata una mia impressione.


morta li
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Messaggioda Raven » lun feb 27, 2012 14:50 pm

il 26 febbraio 2006, dopo aver trovato inaccessibile il rifugio invernale del garibaldi scrivevo indignata questo post riportando l'art. 4 del regolamento dei rifugi del CAI



CLUB ALPINO ITALIANO
REGOLAMENTO DEI RIFUGI
..................................

art.4) Custodia.
Tutti i rifugi si intendono normalmente custoditi durante i previsti periodi stagionali di apertura; negli altri periodi restano agibili e sempre aperti - ove esistono - i «locali invernali», convenientemente dotati per un ricovero di emergenza.

ieri, esattamente sei anni dopo stessa situazione di inaccessibilità dal locale, due dispersi, uno recuperato, l'altro ancora no...


www.ilcapoluogo.it ha scritto:27 Febbraio 2012: Proseguono, nonostante il maltempo in atto, le ricerche del 37enne dell'Aquila disperso da ieri alle 14 in prossimità del Corno Grande (2.913 metri) sul Gran Sasso d'Italia. «I soccorritori sono in quota - ha detto all'Agi, Gianluca Ricciardulli, responsabile stampa dei volontari del Soccorso alpino e speleologico (Cnsas) d'Abruzzo. «Le suqdre di soccorso - ha spiegato - si trovano sia sul versante aquilano che su quello teramano del massiccio del Gran Sasso». Il primo escursionista, P.S., 34 anni, anch'egli aquilano, era stato salvato intorno alla mezzanotte Il giovane, che non ha mai perso i contatti con i soccorritori, è stato ritrovato fuori il rifugio "Garibaldi" a quota 2.600 metri, dopo aver cercato un riparo di fortuna realizzando una nicchia tra la neve in quanto l'ingresso al rifugio era ostacolato da un grosso cumulo di coltre bianca.



stiamo aspettando il morto per cambiare la situazione e ripristinare l'accesso dalla botola?
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Messaggioda Roberto » mer feb 29, 2012 19:30 pm

Il sopravvissuto all' incidente di questo WE al Gran Sasso:

...
Ho raggiunto il rifugio Garibaldi, ma da un lato era chiuso con un lucchetto, alla finestra c?era la grata, ho scavato la porta principale sommersa di neve, ma anche questa era inaccessibile. Ho quindi formato una buca davanti alla porta del rifugio dove mettermi ad aspettare. Lì il telefono non prendeva e per dare notizie dovevo fare un tragitto di mezz?ora di cammino nella bufera. Ogni ora sentivo i soccorsi che mi dicevano di non perdere la posizione. Tornavo giù nella buca che la neve aveva puntualmente ricoperto e mi muovevo in continuazione per cercare di non congelarmi. Alla seconda telefonata con i soccorsi mi hanno detto che sarebbero arrivati entro un paio d?ore. Successivamente mi hanno riferito che erano bloccati da una bufera. Ho pensato che in quelle condizioni non avrei potuto superare la notte. Si erano fatte le 20.30 circa ero là dalle 14, ma non arrivava nessuno. Volevo aspettare Massimiliano che con gli sci sarebbe dovuto passare necessariamente su quella strada».

«Quando è sceso il buio» ha aggiunto il giovane sciatore «mi sono sentito perso, ho pensato che non ce l?avrei fatta. Ho visto il chiarore della luna nella bufera e ho deciso di risalire al rifugio Duca degli Abruzzi, dove sono arrivato alle 22.30 circa. A quell?ora ho visto da lontano le torce degli uomini della Guardia di finanza che mi stavano cercando». «Appena arrivato al rifugio», conclude, «ho comunicato la mia posizione, ho preparato un tè e assunto dello zucchero. Dopo una mezz?ora mi hanno raggiunto i militari della Guardia di finanza, e solo più tardi il medico del Soccorso alpino».

Aggiornato al 29/02/2012 15:19
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Messaggioda gatto alpestro » mer feb 29, 2012 20:42 pm

Scusate lo sfogo, ma secondo me andare in montagna in inverno fidando solo sull'apertura dei rifugi è da incoscienti e da incapaci. L'attrezzatura per fermarsi, la pala e la sonda, un robusto martello, cibo, fornellino, un sacco a pelo o soprasacco impermeabile si devono sempre avere se si prevede che non ci sia il tempo di ritornare prima del buio. A parte il rifugio aperto o chiuso, se succede qualcosa (frattura, malore, qualsiasi cosa) lontano dal rifugio cosa si fa? Si aspettano i soccorsi in piedi?
Il gatto dà l'emozione di accarezzare una tigre, ma con meno spese di mantenimento.
Cosa mi preoccupa nell'alpinismo? La gravità, direi. (alpinista tedesco)
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Messaggioda Raven » mer feb 29, 2012 21:29 pm

gatto alpestro ha scritto:Scusate lo sfogo, ma secondo me andare in montagna in inverno fidando solo sull'apertura dei rifugi è da incoscienti e da incapaci. L'attrezzatura per fermarsi, la pala e la sonda, un robusto martello, cibo, fornellino, un sacco a pelo o soprasacco impermeabile si devono sempre avere se si prevede che non ci sia il tempo di ritornare prima del buio. A parte il rifugio aperto o chiuso, se succede qualcosa (frattura, malore, qualsiasi cosa) lontano dal rifugio cosa si fa? Si aspettano i soccorsi in piedi?

Il tuo discorso non fa una piega a parte per un dettaglio: se si ha un malore, un imprevisto, un accidenti qualsiasi e si sa che esiste un rifugio dotato di locale invernale ci si dirige là per cercare riparo. nel caso specifico Paolo Scimia ha sprecato enrgie utili per resistere al freddo a scavare e liberare la porta di un locale che poi ha trovato chiusa. questo è assurdo, quelle energie gli servivano per affrontare il freddo e aspettare i soccorsi che per fortuna sono arrivati in tempo. inoltre un locale invernale è un punto di riferimento, magari Massimiliano si sarebbe diretto altrove se non ci fosse stato quel maledetto inesistente locale invernale e non si sarebbe andato a perdere lì dove è così facile non riuscire a tornare indietro. Non ci sono scusanti. Il CAI non può continuare a fare finta di niente. proclamasse ufficialmente che il rifugio Garibaldi NON è dotato di locale d'invernale.
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Messaggioda sergio-ex63-ora36 » gio mar 01, 2012 2:18 am

Raven ha scritto:
gatto alpestro ha scritto:Scusate lo sfogo, ma secondo me andare in montagna in inverno fidando solo sull'apertura dei rifugi è da incoscienti e da incapaci. L'attrezzatura per fermarsi, la pala e la sonda, un robusto martello, cibo, fornellino, un sacco a pelo o soprasacco impermeabile si devono sempre avere se si prevede che non ci sia il tempo di ritornare prima del buio. A parte il rifugio aperto o chiuso, se succede qualcosa (frattura, malore, qualsiasi cosa) lontano dal rifugio cosa si fa? Si aspettano i soccorsi in piedi?

Il tuo discorso non fa una piega a parte per un dettaglio: se si ha un malore, un imprevisto, un accidenti qualsiasi e si sa che esiste un rifugio dotato di locale invernale ci si dirige là per cercare riparo. nel caso specifico Paolo Scimia ha sprecato enrgie utili per resistere al freddo a scavare e liberare la porta di un locale che poi ha trovato chiusa. questo è assurdo, quelle energie gli servivano per affrontare il freddo e aspettare i soccorsi che per fortuna sono arrivati in tempo. inoltre un locale invernale è un punto di riferimento, magari Massimiliano si sarebbe diretto altrove se non ci fosse stato quel maledetto inesistente locale invernale e non si sarebbe andato a perdere lì dove è così facile non riuscire a tornare indietro. Non ci sono scusanti. Il CAI non può continuare a fare finta di niente. proclamasse ufficialmente che il rifugio Garibaldi NON è dotato di locale d'invernale.


a leggere la testimonianza di chi è sopravvissuto vien da pensare che abbiano fatto propria la tua citazione del Che....e purtroppo non lo dovevano fare.... :?
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Messaggioda Raven » gio mar 01, 2012 10:37 am

sergio-ex63-ora36 ha scritto:
Raven ha scritto:
gatto alpestro ha scritto:Scusate lo sfogo, ma secondo me andare in montagna in inverno fidando solo sull'apertura dei rifugi è da incoscienti e da incapaci. L'attrezzatura per fermarsi, la pala e la sonda, un robusto martello, cibo, fornellino, un sacco a pelo o soprasacco impermeabile si devono sempre avere se si prevede che non ci sia il tempo di ritornare prima del buio. A parte il rifugio aperto o chiuso, se succede qualcosa (frattura, malore, qualsiasi cosa) lontano dal rifugio cosa si fa? Si aspettano i soccorsi in piedi?

Il tuo discorso non fa una piega a parte per un dettaglio: se si ha un malore, un imprevisto, un accidenti qualsiasi e si sa che esiste un rifugio dotato di locale invernale ci si dirige là per cercare riparo. nel caso specifico Paolo Scimia ha sprecato enrgie utili per resistere al freddo a scavare e liberare la porta di un locale che poi ha trovato chiusa. questo è assurdo, quelle energie gli servivano per affrontare il freddo e aspettare i soccorsi che per fortuna sono arrivati in tempo. inoltre un locale invernale è un punto di riferimento, magari Massimiliano si sarebbe diretto altrove se non ci fosse stato quel maledetto inesistente locale invernale e non si sarebbe andato a perdere lì dove è così facile non riuscire a tornare indietro. Non ci sono scusanti. Il CAI non può continuare a fare finta di niente. proclamasse ufficialmente che il rifugio Garibaldi NON è dotato di locale d'invernale.


a leggere la testimonianza di chi è sopravvissuto vien da pensare che abbiano fatto propria la tua citazione del Che....e purtroppo non lo dovevano fare.... :?


credo la situazione sia stata un pò più complessa come si legge dalla testimonianza integrale http://ricerca.gelocal.it/ilcentro/archivio/ilcentro/2012/02/28/CF2PO_CF203.html
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Messaggioda sergio-ex63-ora36 » gio mar 01, 2012 11:21 am

Raven ha scritto:
sergio-ex63-ora36 ha scritto:
Raven ha scritto:
gatto alpestro ha scritto:Scusate lo sfogo, ma secondo me andare in montagna in inverno fidando solo sull'apertura dei rifugi è da incoscienti e da incapaci. L'attrezzatura per fermarsi, la pala e la sonda, un robusto martello, cibo, fornellino, un sacco a pelo o soprasacco impermeabile si devono sempre avere se si prevede che non ci sia il tempo di ritornare prima del buio. A parte il rifugio aperto o chiuso, se succede qualcosa (frattura, malore, qualsiasi cosa) lontano dal rifugio cosa si fa? Si aspettano i soccorsi in piedi?

Il tuo discorso non fa una piega a parte per un dettaglio: se si ha un malore, un imprevisto, un accidenti qualsiasi e si sa che esiste un rifugio dotato di locale invernale ci si dirige là per cercare riparo. nel caso specifico Paolo Scimia ha sprecato enrgie utili per resistere al freddo a scavare e liberare la porta di un locale che poi ha trovato chiusa. questo è assurdo, quelle energie gli servivano per affrontare il freddo e aspettare i soccorsi che per fortuna sono arrivati in tempo. inoltre un locale invernale è un punto di riferimento, magari Massimiliano si sarebbe diretto altrove se non ci fosse stato quel maledetto inesistente locale invernale e non si sarebbe andato a perdere lì dove è così facile non riuscire a tornare indietro. Non ci sono scusanti. Il CAI non può continuare a fare finta di niente. proclamasse ufficialmente che il rifugio Garibaldi NON è dotato di locale d'invernale.


a leggere la testimonianza di chi è sopravvissuto vien da pensare che abbiano fatto propria la tua citazione del Che....e purtroppo non lo dovevano fare.... :?


credo la situazione sia stata un pò più complessa come si legge dalla testimonianza integrale http://ricerca.gelocal.it/ilcentro/archivio/ilcentro/2012/02/28/CF2PO_CF203.html


la mia considerazione (assolutamente con ampia riserva...) veniva proprio dalla lettura della testimonianza integrale...da l'idea che la persona morta, almeno in quella situazione fosse assolutamente poco autonoma, al punto di dovergli mettere un rampone, e almeno fuori forma... :roll:

la classica situazione in cui bisogna tornare indietro...e io sono il primo, troppo spesso, a non farlo... :evil:
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Messaggioda sergio-ex63-ora36 » gio mar 01, 2012 11:25 am

in quanto alla tua "protesta" hai ragione un bivacco aperto ci dovrebbe sempre essere...se per qualche ragione particolare non è possibile dovrebbe essere reso chiaramente noto...

aggiungo però che l'inverno è l'inverno...a me è capitato di non riuscire ad entrare in un bivacco sicuramente aperto...
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Messaggioda Raven » gio mar 01, 2012 11:32 am

sergio-ex63-ora36 ha scritto:
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gatto alpestro ha scritto:Scusate lo sfogo, ma secondo me andare in montagna in inverno fidando solo sull'apertura dei rifugi è da incoscienti e da incapaci. L'attrezzatura per fermarsi, la pala e la sonda, un robusto martello, cibo, fornellino, un sacco a pelo o soprasacco impermeabile si devono sempre avere se si prevede che non ci sia il tempo di ritornare prima del buio. A parte il rifugio aperto o chiuso, se succede qualcosa (frattura, malore, qualsiasi cosa) lontano dal rifugio cosa si fa? Si aspettano i soccorsi in piedi?

Il tuo discorso non fa una piega a parte per un dettaglio: se si ha un malore, un imprevisto, un accidenti qualsiasi e si sa che esiste un rifugio dotato di locale invernale ci si dirige là per cercare riparo. nel caso specifico Paolo Scimia ha sprecato enrgie utili per resistere al freddo a scavare e liberare la porta di un locale che poi ha trovato chiusa. questo è assurdo, quelle energie gli servivano per affrontare il freddo e aspettare i soccorsi che per fortuna sono arrivati in tempo. inoltre un locale invernale è un punto di riferimento, magari Massimiliano si sarebbe diretto altrove se non ci fosse stato quel maledetto inesistente locale invernale e non si sarebbe andato a perdere lì dove è così facile non riuscire a tornare indietro. Non ci sono scusanti. Il CAI non può continuare a fare finta di niente. proclamasse ufficialmente che il rifugio Garibaldi NON è dotato di locale d'invernale.


a leggere la testimonianza di chi è sopravvissuto vien da pensare che abbiano fatto propria la tua citazione del Che....e purtroppo non lo dovevano fare.... :?


credo la situazione sia stata un pò più complessa come si legge dalla testimonianza integrale http://ricerca.gelocal.it/ilcentro/archivio/ilcentro/2012/02/28/CF2PO_CF203.html


la mia considerazione (assolutamente con ampia riserva...) veniva proprio dalla lettura della testimonianza integrale...da l'idea che la persona morta, almeno in quella situazione fosse assolutamente poco autonoma, al punto di dovergli mettere un rampone, e almeno fuori forma... :roll:

la classica situazione in cui bisogna tornare indietro...e io sono il primo, troppo spesso, a non farlo... :evil:
Pensavo ti riferissi al tornare indietro dal Rifugio Garibaldi, scusa
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Messaggioda Raven » gio mar 01, 2012 11:35 am

sergio-ex63-ora36 ha scritto:in quanto alla tua "protesta" hai ragione un bivacco aperto ci dovrebbe sempre essere...se per qualche ragione particolare non è possibile dovrebbe essere reso chiaramente noto...

aggiungo però che l'inverno è l'inverno...a me è capitato di non riuscire ad entrare in un bivacco sicuramente aperto...


Certo esistono degli eventi imponderabili che si mettono tra noi e la fortuna a volte, ma dovrebbero essere eccezioni. Quando invece sono "la norma" inizio a pensare che l'imponderabilità non c'entri molto!
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