Parete dal leggermente strapiombante a verticale, prese a tacche nette talvolta dolorose, arrampicata "ditosa" con appoggi sostanzialmente onesti.
Pensavo che il tutto si sarebbe tradotto in un "ciapa e tira" per combattere la gravità ma in realtà la cosa è molto più elaborata. Viene infatti naturale andare ad affinare il lavoro con i piedi ed andare a cercare quell'appoggio che ti garantisce maggiore fiducia e scarico di peso, cosa che, arrampicando scarichi e sulle solite vie spesso non viene da fare.
Ci si ritrova a dovere elaborare strategie insolite per rispondere a degli stimoli nuovi ed inusuali (soprattutto se il peso viene messo tutto da una parte

Sono partito con un paio di kg su una via un pelo sotto il limite ed è stato un bell'ingaggio. Poi sono sceso di grado ed aumentato di sovraccarico.
Man mano che salivo gli appigli diventavano sempre più piccoli o meglio, sono sempre quelli ma il messaggio che mandava il cervellino era proprio questo...
Insomma, un'esperienza da provare e, per me, sicuramente da ripetere!