GRAM...potenzia la putenza..e trasformala in viulenza....

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer nov 13, 2013 15:23 pm

Sul tema il buon Dogen ha scritto cose molto interessanti già parecchi secoli fa. Comunque i suoi discepoli di scuola zen Soto ti direbbero che la pratica è "semplicemente sedersi" (shikantaza) e non certo perseguire l'illuminazione.

Ma questo è evidentemente un koan.

E sono anche d'accordo che si può allenarsi duramente e competere senza essere ossessionati dal risultato. Come si dice "il nirvana è il samsara".

Ciò detto, come "pigro praticante" (cit.), resto sempre convinto della validità dell'aforisma di Manlio.

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Messaggioda grizzly » mer nov 13, 2013 15:36 pm

Mah... son di fretta e quindi non ho letto benissimo il link e i commenti vustri. Però dove dice che in arrampicata si trova sempre un modo diverso per salire... mah... o è un tirarinviivulgaris e alura certo per passare passa ma non stiamo manco a parlè di rampiada... o sennò mi sa che non è mai andato tanto avanti nell'illumimìnasiun del grado, perché su difficoltà non elevatissime, ma già su qualcosina in più della frequentazione falesistica media dei tiri, o si tiene e ci si mette bene sul poco che c'è o sennò non si passa, altro che...
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Messaggioda dang » mer nov 13, 2013 15:58 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Sul tema il buon Dogen ha scritto cose molto interessanti già parecchi secoli fa. Comunque i suoi discepoli di scuola zen Soto ti direbbero che la pratica è "semplicemente sedersi" (shikantaza) e non certo perseguire l'illuminazione.

Ma questo è evidentemente un koan.

E sono anche d'accordo che si può allenarsi duramente e competere senza essere ossessionati dal risultato. Come si dice "il nirvana è il samsara".

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Ascolta caro tacchino, hai mai partecipato ad una sessin di zazen?
Io si. A piu' di una. E ti assicuro che e' tutto fuorche' una passeggiata.
E sono anche stato fortunato perche' il mio maestro non era un praticante dello zen soto, che pone molta enfasi sulla postura (i.e. ti devi mettere nella posizione del loto).
Capirai che se inizi da adulto e non sei particolarmente sciolto son dolori... :smt003

Al confronto una sessione al PG e' una passeggiata. :smt003 :smt003

@easy: mica per niente per strada si perdono quasi tutti! 8) :lol:
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Messaggioda EasyMan » mer nov 13, 2013 16:03 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:ti direbbero che la pratica è "semplicemente sedersi" (shikantaza) e non certo perseguire l'illuminazione.


easyman ha scritto:ma l' illuminazione non è un comportamento ma è uno stato dell'essere sia che pompi al PG o che stai sul divano con la birra e il panozzo


Alla fine mi quoto pure da solo :mrgreen: :mrgreen: 8O .

Ma si daje è un ronchionauta che si è aperto un blob oppure è uno che fà 12000 trazioni mono braccio-mono dito e mò fà il para-guru :mrgreen: :mrgreen:
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer nov 13, 2013 16:46 pm

dang ha scritto:
tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Sul tema il buon Dogen ha scritto cose molto interessanti già parecchi secoli fa. Comunque i suoi discepoli di scuola zen Soto ti direbbero che la pratica è "semplicemente sedersi" (shikantaza) e non certo perseguire l'illuminazione.

Ma questo è evidentemente un koan.

E sono anche d'accordo che si può allenarsi duramente e competere senza essere ossessionati dal risultato. Come si dice "il nirvana è il samsara".

Ciò detto, come "pigro praticante" (cit.), resto sempre convinto della validità dell'aforisma di Manlio.

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Ascolta caro tacchino, hai mai partecipato ad una sessin di zazen?
Io si. A piu' di una. E ti assicuro che e' tutto fuorche' una passeggiata.
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@easy: mica per niente per strada si perdono quasi tutti! 8) :lol:


Come dicevo, sono un pigro praticante, per cui sesshin ne ho fatte pochine (circa due all'anno negli ultimi cinque anni). Scuola Rinzai, non Soto.

Sul fatto che sia impegnativo siamo tutti d'accordo. Ma mi sembra che andiamo un po' OT.

Rispondendo a Grizzly, direi che il discorso di Buda (non Buddha :P ) regga e abbia senso solo se si riesce a lasciar andare l'ossessione del grado. È chiaro, anche per un pippon come me, che se uno vuole sempre migliorare e confrontare il limite dovrà forzare anche dal punto di vista fisico.

Discontinui saluti
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Messaggioda coniglio » mer nov 13, 2013 17:08 pm

(il sacrificio) vi assicuro, non è una brutta parola. Il sacrificio è l'essenza della vita, la porta per capirne il significato. [...] Non credete a ciò che arriva senza sacrificio. Non fidatevi, è un'illusione

- Roberto Baggio


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Messaggioda grizzly » mer nov 13, 2013 17:26 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto: Rispondendo a Grizzly, direi che il discorso di Buda (non Buddha :P ) regga e abbia senso solo se si riesce a lasciar andare l'ossessione del grado. È chiaro, anche per un pippon come me, che se uno vuole sempre migliorare e confrontare il limite dovrà forzare anche dal punto di vista fisico.


Quello che non capisco tanto però è il parlare di grado cume usesiun... come dice anche ncianca la questiun per me è la bellezza di arrampicare e se dopo un po' passi facile su dei tiri, vien automatico per chi arrampica provare a salire dove invece non si riesce.
Altrimenti non si capisce nemmeno perché si dovrebbe cominciare a rampicare, anche se si sta sotto al IV all'inizio è una maledisiun... e quindi? Si può parlare di usesiun? Direi di no.
Non capisco perché se si trasla la medesima situasiun oltre il grado tot (che per ognuno è diverso) da pasiun dovrebbe diventare usesiun...
L'arrampicata è salire dove non si riesce inizialmente a salire, che siano i primi tiri che si salgono, magari di IV, o quelli da climber di 8a. Tentare l'ignoto, mettersi in gioco, provare...
Può certo non piacere, va bin questo lo capisco, ma la rampiada però è quello. E' come se uno volesse giocare a calcio ma valutasse i giochi di squadra una usesiun... alura gioca da sul contro al mur... si può fare ma non è calcio... :lol:
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Messaggioda dang » mer nov 13, 2013 17:28 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Sul fatto che sia impegnativo siamo tutti d'accordo. Ma mi sembra che andiamo un po' OT.


Per me non eravamo OT.
Io continuo a credere nella filosofia di Jolly: No Pain, No Gain.
E credo che si applichi un po' a tutto.

Poi se mi si vuole dire che in arrampicta si risolve tutto mettendo bene i piedi, continuo a pensare che chi lo dice o e' un bugiardo oppure e' uno a cui piace andare a fare il big nelle falesie no-big.
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Messaggioda dang » mer nov 13, 2013 17:43 pm

grizzly ha scritto:
tacchinosfavillantdgloria ha scritto: Rispondendo a Grizzly, direi che il discorso di Buda (non Buddha :P ) regga e abbia senso solo se si riesce a lasciar andare l'ossessione del grado. È chiaro, anche per un pippon come me, che se uno vuole sempre migliorare e confrontare il limite dovrà forzare anche dal punto di vista fisico.


Quello che non capisco tanto però è il parlare di grado cume usesiun... come dice anche ncianca la questiun per me è la bellezza di arrampicare e se dopo un po' passi facile su dei tiri, vien automatico per chi arrampica provare a salire dove invece non si riesce.
Altrimenti non si capisce nemmeno perché si dovrebbe cominciare a rampicare, anche se si sta sotto al IV all'inizio è una maledisiun... e quindi? Si può parlare di usesiun? Direi di no.
Non capisco perché se si trasla la medesima situasiun oltre il grado tot (che per ognuno è diverso) da pasiun dovrebbe diventare usesiun...
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Messaggioda PIEDENERO » mer nov 13, 2013 17:44 pm

Infatti il sig.buda ha scritto un manuale per
persone intelligenti


:smt003

Non dice che non si debba fare fatica, dice che l'allenamento non serve, che é sufficiente fare prarica. Arrampicare. E arrampicare è faticare.
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Messaggioda dang » mer nov 13, 2013 17:56 pm

PIEDENERO ha scritto:Infatti il sig.buda ha scritto un manuale per
persone intelligenti


:smt003

Non dice che non si debba fare fatica, dice che l'allenamento non serve, che é sufficiente fare prarica. Arrampicare. E arrampicare è faticare.



Si ma se te ne esci con questa cosa e la credi davvero, io maturo il sospetto che tu non sappia di quello che stai parlando. :lol:

Ai bei tempi, quando mi tenevo un po' piu' di adesso, con la bella stagione sostituivo le sedute al trave/pannello con un'uscita serale in falesia.

Risultato: in genere a vista scalavo meglio, ma sui tiri al limite magari non mi venivano i passi chiavi. Come mai?

Quindi se fosse possibile alternare in maniera intelligente le due cose, sarebbe il massimo, ma poi uno deve venire a patti con la vita reale.

Ma venire a dire che l'allenamento a secco non serve per me e' un emerita minchiata! E supportarla non ti fa particolarmente onore. :smt003
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Messaggioda lingerie » mer nov 13, 2013 18:14 pm

grande ORSACCHIOTTO.... :lol: :wink:
Un abbraccio a tutti voi...non scordate mai le piccole cose, le piu preziose...
...camminate per la vostra strada, un piede avanti all'altro senza scordare di sorridere.

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Messaggioda ncianca » mer nov 13, 2013 18:44 pm

Orso sei una leggenda.
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer nov 13, 2013 18:46 pm

grizzly ha scritto:
tacchinosfavillantdgloria ha scritto: Rispondendo a Grizzly, direi che il discorso di Buda (non Buddha :P ) regga e abbia senso solo se si riesce a lasciar andare l'ossessione del grado. È chiaro, anche per un pippon come me, che se uno vuole sempre migliorare e confrontare il limite dovrà forzare anche dal punto di vista fisico.


Quello che non capisco tanto però è il parlare di grado cume usesiun... come dice anche ncianca la questiun per me è la bellezza di arrampicare e se dopo un po' passi facile su dei tiri, vien automatico per chi arrampica provare a salire dove invece non si riesce.
Altrimenti non si capisce nemmeno perché si dovrebbe cominciare a rampicare, anche se si sta sotto al IV all'inizio è una maledisiun... e quindi? Si può parlare di usesiun? Direi di no.
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Può certo non piacere, va bin questo lo capisco, ma la rampiada però è quello. E' come se uno volesse giocare a calcio ma valutasse i giochi di squadra una usesiun... alura gioca da sul contro al mur... si può fare ma non è calcio... :lol:


Mah insomma...

A me sembra di aver capito che c'è un livello (variabile in base alle caratteristiche fisiche, al talento individuale ecc.) che si può raggiungere allenandosi diciamo "normalmente", cioè arrampicando con un po' di regolarità, provando cose via via più difficili e così via.

Poi a un certo punto si raggiunge un limite - qualcuno dice che ognuno ha "il suo grado" - oltre il quale, per progredire, bisogna cambiare marcia. Fare trazioni, travo, pan gullich, perdere peso, preoccuparsi di cicli e mesocicli; mettere in conto epicondiliti, capsule sfilacciate, alluci deformati ecc ecc.

Va benissimo, per carità. Però non credo sia obbligatorio, né che si possa dire che l'arrampicata è SOLO quella cosa lí.

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Messaggioda grizzly » mer nov 13, 2013 19:01 pm

dang ha scritto:Maestro! 8O

Accogli adepti? 8)


lingerie ha scritto:grande ORSACCHIOTTO.... :lol: :wink:


ncianca ha scritto:Orso sei una leggenda.


Un giorno vi troverò a Finale... e capiterà di farvi sicura... quando sarete lì a tremolare su uno spit piuttosto lontano... vi accorgerete di un lasco pauroso... :twisted: ... :lol:
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Messaggioda grizzly » mer nov 13, 2013 19:05 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:
grizzly ha scritto:
tacchinosfavillantdgloria ha scritto: Rispondendo a Grizzly, direi che il discorso di Buda (non Buddha :P ) regga e abbia senso solo se si riesce a lasciar andare l'ossessione del grado. È chiaro, anche per un pippon come me, che se uno vuole sempre migliorare e confrontare il limite dovrà forzare anche dal punto di vista fisico.


Quello che non capisco tanto però è il parlare di grado cume usesiun... come dice anche ncianca la questiun per me è la bellezza di arrampicare e se dopo un po' passi facile su dei tiri, vien automatico per chi arrampica provare a salire dove invece non si riesce.
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A me sembra di aver capito che c'è un livello (variabile in base alle caratteristiche fisiche, al talento individuale ecc.) che si può raggiungere allenandosi diciamo "normalmente", cioè arrampicando con un po' di regolarità, provando cose via via più difficili e così via.

Poi a un certo punto si raggiunge un limite - qualcuno dice che ognuno ha "il suo grado" - oltre il quale, per progredire, bisogna cambiare marcia. Fare trazioni, travo, pan gullich, perdere peso, preoccuparsi di cicli e mesocicli; mettere in conto epicondiliti, capsule sfilacciate, alluci deformati ecc ecc.

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Messaggioda Q » mer nov 13, 2013 19:36 pm

grizzly ha scritto:
tacchinosfavillantdgloria ha scritto:
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tacchinosfavillantdgloria ha scritto: Rispondendo a Grizzly, direi che il discorso di Buda (non Buddha :P ) regga e abbia senso solo se si riesce a lasciar andare l'ossessione del grado. È chiaro, anche per un pippon come me, che se uno vuole sempre migliorare e confrontare il limite dovrà forzare anche dal punto di vista fisico.


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A me sembra di aver capito che c'è un livello (variabile in base alle caratteristiche fisiche, al talento individuale ecc.) che si può raggiungere allenandosi diciamo "normalmente", cioè arrampicando con un po' di regolarità, provando cose via via più difficili e così via.

Poi a un certo punto si raggiunge un limite - qualcuno dice che ognuno ha "il suo grado" - oltre il quale, per progredire, bisogna cambiare marcia. Fare trazioni, travo, pan gullich, perdere peso, preoccuparsi di cicli e mesocicli; mettere in conto epicondiliti, capsule sfilacciate, alluci deformati ecc ecc.

Va benissimo, per carità. Però non credo sia obbligatorio, né che si possa dire che l'arrampicata è SOLO quella cosa lí.

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Messaggioda lingerie » gio nov 14, 2013 8:26 am

AHH finale ....non scalo quasi piu con la corda .....se vieni a trovarmi tu è meglio io sono un po incasinato ....ti aspetto...
Un abbraccio a tutti voi...non scordate mai le piccole cose, le piu preziose...
...camminate per la vostra strada, un piede avanti all'altro senza scordare di sorridere.

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Messaggioda PIEDENERO » gio nov 14, 2013 9:22 am

dang ha scritto:
PIEDENERO ha scritto:Infatti il sig.buda ha scritto un manuale per
persone intelligenti


:smt003

Non dice che non si debba fare fatica, dice che l'allenamento non serve, che é sufficiente fare prarica. Arrampicare. E arrampicare è faticare.



..Si ma se te ne esci con questa cosa e la credi davvero, io maturo il sospetto che tu non sappia di quello che stai parlando. :lol:


infatti non ho praticamente mai letto un manuale di allenamento.(e si vede, sono una pippa ma mi piace scalare)
come ho già scritto io ODIO allenarmi, e questo manuale mi offre un perfetto alibi :lol:


Ma venire a dire che l'allenamento a secco non serve per me e' un emerita minchiata! E supportarla non ti fa particolarmente onore.


non so, penso che serva ma non così così tanto come viene praticato.
è indubbio che la pratica comune sia quella dell'allenamento a secco. anche perché quasi nessuno vive con una falesia dietro casa che sia sempre accessibile, per cui viene difficile anche provare il contrario.

domanda stupida: ma i vari scharmi e ondri che son sempre in giro a rampegà. si allenano a secco? lo trovano il tempo? oppure scalando in continuazione mantengono un'allenamento costante?

son sicuro che vi sia gente molto più forte fisicamente di loro ma la capacità innata che hanno di sfruttare al meglio la tecnica fa si che riescano dove gli altri falliscono. si sa benissimo che un paio di cm o un lieve spostamento di bacino possono essere determinanti

quello però che mi è piaciuto del manuale è lo spirito, la mentalità.
ieri ho dato una veloce lettura a questo:
http://www.climb.ivobuda.com/it/blog/7-arrampicare-a-vista

e vi sono spunti interessanti.

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Messaggioda coniglio » gio nov 14, 2013 10:09 am

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