scuole di arrampicata

Messaggioda vito » mer gen 18, 2006 8:59 am

Roberto ha scritto:
Zio Vare ha scritto:e perchè mai è dovrebbe essere uno sport diverso? e gli arrampicatori sono sportivi diversi?
Divei pvopvio di si, almeno in vavi casi :lol:


INFATTI, TUTTI CU' ALEGHER O CULANDA :D
vito
 
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Messaggioda Buzz » mer gen 18, 2006 9:41 am

Enzolino ha scritto:Per chi e' sempre stato interessato all'aspetto mentale dell'arrampicata nei suoi vari aspetti ecco un'assoluta novita'!

Riassumerne i contenuti e' abbastanza difficile. Introduce concetti relativamente nuovi, come la "comfort zone", la "risk zone" e passa in rassegna ed analisi diversi aspetti che riguardano la fase preparativa, il momento dell'azione nell'arrampicata, l'atteggiamento mentale, ecc.

Inizialmente il titolo mi ha lasciato un po' perplesso, ed anche il linguaggio delle prime sezioni un po' stile New Age, al quale son particolarmente allergico. Ma in seguito ho capito che l'autore, Arno Ilgner, ha deciso di scrivere il libro con una prospettiva che propone l'arrampicata come arte marziale.
L'argomento non riguarda solo gli aspetti che riguardano la gestione del rischio, ma anche come ottimizzare l'arrampicata sportiva da un punto di vista mentale, lavorando anche sulla nostra attitudine quotidiana nei confronti delle difficolta'. A mio avviso, inoltre, non vale solo per l'arrampicata ma coinvolge tanti aspetti della nostra quotidianita'.

Tutti questi climbers ne hanno dato un'opinione positiva:

Beth Rodden, Chris Sharma, Chris Warner, Eric Horst, Henry Barber, Jack Tackle, Jeff Lowe, Jim Bridwell, John Gill, John Harlin, John Middendorf, Leo Houlding, Lisa Gnade, Mark Synnott, Mark Wilford, Randy Leavitt, Robyn Erbesfield-Raboutou, Matt Samet, Ron Kauk, Scott Milton, Todd Skinner, Tommy Caldwell, and Tony Yaniro

Alcune delle cose scritte per qualcuno non saranno nuove, ma l'autore ha avuto la capacita' di organizzare ed analizzare diversi aspetti che riguardano l'aspetto mentale dell'arrampicata, ed anche suggerire degli esercizi, come un vero e proprio allenamento.

In conclusione, mi e' piaciuto molto e penso e spero che sara' un ottimo punto di partenza per sviluppare ulteriormente questo affascinante aspetto dell'arrampicata, ma non solo.

Beh ... che dire? Buona ordinazione e lettura (in inglese) ...

Ciao :wink:

Lorenzo


Quoto il post di enzolino dal topic
http://www.forum.planetmountain.com/php ... highlight=

rimarcando la singolare coincidenza.

::::

Francamente, scommetterei e m'impegnerei in un progetto che preveda un approccio all'arrampicata tipo arte marziale.
Sia dal punto di vista fisico e tecnico, sia da quello mentale.


Relativamente al discorso del grado.

E' vero, grosso modo, che il grado nell'arrampicata segna il progresso raggiunto dal praticante.
Così come nel nuoto o nella corsa può essere lavelocità, oppure la distanza o la velocità sulla distanza.
Così come negli sport che prevedono un avversario - il combattimento, il match - la partita - il fine è il superamento dell'avversario.
Così come negli sport che si misurano con limiti fisici - salto in lungo, in alto, con l'asta, triplo, lanci ... ecc - il fine è il superamento di quei limiti.

E' ovvio che in tutti gli sport - a qualsiasi livello di praticantato - il superamento del proprio limite o di un limite nella propria comunità (può anche essere il mondo stesso) è uno degli stimoli fondamentali.

Tuttavia, non è l'unico.

Esiste, sottolineo a tutti i livelli e non solo nei pricipianti di qualsiasi disciplina sportiva, il piacere di praticare quell'attività in quanto tale.
Anzi, spesso, il superamento del limite, il miglioramento visto come traguardo è fonte di stress e di malessere.

Lungi da me allora dire che il grado non conti o che sia sbagliato perseguire il grado.
Sono uno che per migliorare, nelle discipline sportive che ha praticato, non ha mai lesinato l'impegno negli allenamenti.
La competitività fa parte della mia natura.

Dico però che non si deve far l'errore di considerare questo del miglioramento, ovvero del grado, nell'arrampicata, il solo e unico parametro a cui fare riferimento.

Specialmente perchè l'arrampicata, anche se attività sportiva, ha comunque inerenza con l'attività di andare per montagne, che di sportivo ha molto meno.

Imparare ad arrampicare, rendere i propri gesti fluidi e armonici, non tanto per una valenza estetica quanto per l'economicità e la sicurezza del gesto, è importante. E forse lo è quanto il grado. Anche se probabilmente, il grado, ad un certo livello di padronanza del gesto, anche senza allenamenti specifici, viene da solo, fino ad un certo limite.

Insomma:
il grado, anche se è un punto di riferimento, può anche non essere lo scopo da raggiungere con ogni mezzo.

Si può curare, come in molte altre cose della vita del resto, il mezzo.
Quasi sicuramente si arriva anche allo scopo, ma questo può anche essere secondario.

Provare a riportare l'etica "la via è la meta"
al concetto della corsa al grado... e forse il mio discorso sarà più chiaro.
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Messaggioda tclimb_2 » mer gen 18, 2006 10:23 am

Buzz ha scritto:Provare a riportare l'etica "la via è la meta"
al concetto della corsa al grado... e forse il mio discorso sarà più chiaro.


...l'arrampicata non e' tanto raggiungere la cima, ma piuttosto tutto quello che sta nel mezzo...

Lynn Hill
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Messaggioda tclimb_2 » mer gen 18, 2006 10:49 am

Roberto ha scritto:
tclimb_2 ha scritto:
Roberto ha scritto:Divei pvopvio di si, almeno in vavi casi :lol:


cavo ... mica tanto vavi :wink:
Vavi, sta per vavi (svaviati), non vavi (spovadici) 8)


:D :D :D :D
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Messaggioda Buzz » mer gen 18, 2006 11:56 am

tclimb_2 ha scritto:
Roberto ha scritto:
tclimb_2 ha scritto:
Roberto ha scritto:Divei pvopvio di si, almeno in vavi casi :lol:


cavo ... mica tanto vavi :wink:
Vavi, sta per vavi (svaviati), non vavi (spovadici) 8)


:D :D :D :D


ecco alcuini schemi motori in proposito

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Messaggioda Booo » mer gen 18, 2006 12:30 pm

Sulla storia del grado io la vedo così: non è sicuramente il fine ma è il mezzo che ti spinge a fare di più e meglio. Se vuoi salire di grado devi migliorare la tecnica e la forza. In una parola devi arrampicare meglio. Il perfezionismo non mi è mai piaciuto, una delle mie massime preferite è che l'ottimo è nemico del bene. Adagiarsi sui ricamini alla fine è accontentarsi di quello che si è, pensare che si possano fare solo dei piccoli aggiustamenti tattici ma che la battaglia sia irrimediabilmente persa.
C'è sempre chi se deve da fà er culo de più... e chi de meno!
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Messaggioda Buzz » mer gen 18, 2006 12:52 pm

Booo ha scritto:Sulla storia del grado io la vedo così: non è sicuramente il fine ma è il mezzo che ti spinge a fare di più e meglio. Se vuoi salire di grado devi migliorare la tecnica e la forza. In una parola devi arrampicare meglio. Il perfezionismo non mi è mai piaciuto, una delle mie massime preferite è che l'ottimo è nemico del bene. Adagiarsi sui ricamini alla fine è accontentarsi di quello che si è, pensare che si possano fare solo dei piccoli aggiustamenti tattici ma che la battaglia sia irrimediabilmente persa.


Stai dicendo banali ovvietà.

Nel "migliorare la tecnica e la forza" ci può essere tutto e il contrario di tutto. Il problema è quanto, come, dove, in che modo e in che proporzione.

E' tutta qui la differenza fra quelle che possono essere decine d'impostazioni diverse.

::::

Ma il mio discorso sul grado era un altro.

Onestamente, quanta gente vedi in falesia ad arrampicare sulle vie facili curando l'impostazione del gesto, facendo ovvero fondamentali, anzichè appesi come salami su vie di grado superiore al loro limite?

Se le spittature delle falesie fossero più lunghe, considerevolmente più lunghe... vorrei proprio vederla sta "corsa al grado" quanto si ridurrebbe.

Tutto ciò è perchè esiste il feticcio del grado.

Dico che la corsa al grado è di fatto nemica dell'imparare ad arrampicare, e in ultima analisi nemica del grado stesso. Ovvero del consguimento dell'obbiettivo di ogni sport, ovvero migliorarsi.


I ricamini mi sa che te ce li hai nel cervello, a forza di seghe mentali.
E non solo.
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Messaggioda bradipo » mer gen 18, 2006 13:01 pm

Uno dei limiti umani più apprezzabili è proprio quello di sottovalutare i "ricamini". Se i ricamini sono propedeutici per un insegnamento successivo e tendono a disegnare una linea globale di comportamento non sono da buttare via. Quanti di noi si soffermano su un passaggio e trovano effetivamente la maniera più economica per affrontarlo??? Forse solo ad un certo livello si apprezza che significa fare tutto in maniera economica?? Perchè c'è tutto sto timore per sti ricamini??? Come mai alle elementari ti fanno fare le paginette delle A, poi il copiato, poi il riassunto poi il tema....e non subito direttamente il tema; come mai quelle A spesso sono storpie e brutte e così rimangono tutta la vita?
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Messaggioda yinyang » mer gen 18, 2006 13:07 pm

bradipo ha scritto:Uno dei limiti umani più apprezzabili è proprio quello di sottovalutare i "ricamini". Se i ricamini sono propedeutici per un insegnamento successivo e tendono a disegnare una linea globale di comportamento non sono da buttare via. Quanti di noi si soffermano su un passaggio e trovano effetivamente la maniera più economica per affrontarlo??? Forse solo ad un certo livello si apprezza che significa fare tutto in maniera economica?? Perchè c'è tutto sto timore per sti ricamini??? Come mai alle elementari ti fanno fare le paginette delle A, poi il copiato, poi il riassunto poi il tema....e non subito direttamente il tema; come mai quelle A spesso sono storpie e brutte e così rimangono tutta la vita?


perchè quei "ricamini" sono FATICOSI
ti devi impegnare per farli, ci vuole disciplina e voglia di fare...
e molti non ne hanno voglia, così come i bambini lasciati a se stessi passerebbero volentieri al tema senza tutte quelle A
o i karateca si ammazzerebbero di combattimenti ( più divertenti dei pallosi kata )
:arrow: molto più divertente sbattersi su un tiro duro e cercare di portalo a casa

insomma è una questione di gusti

però per me che ho dei gusti diametralmente opposti purtroppo ad oggi non c'è una scuola a cui posso rivolgermi
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Messaggioda Buzz » mer gen 18, 2006 13:12 pm

yinyang ha scritto:
bradipo ha scritto:Uno dei limiti umani più apprezzabili è proprio quello di sottovalutare i "ricamini". Se i ricamini sono propedeutici per un insegnamento successivo e tendono a disegnare una linea globale di comportamento non sono da buttare via. Quanti di noi si soffermano su un passaggio e trovano effetivamente la maniera più economica per affrontarlo??? Forse solo ad un certo livello si apprezza che significa fare tutto in maniera economica?? Perchè c'è tutto sto timore per sti ricamini??? Come mai alle elementari ti fanno fare le paginette delle A, poi il copiato, poi il riassunto poi il tema....e non subito direttamente il tema; come mai quelle A spesso sono storpie e brutte e così rimangono tutta la vita?


perchè quei "ricamini" sono FATICOSI
ti devi impegnare per farli, ci vuole disciplina e voglia di fare...
e molti non ne hanno voglia, così come i bambini lasciati a se stessi passerebbero volentieri al tema senza tutte quelle A
o i karateca si ammazzerebbero di combattimenti ( più divertenti dei pallosi kata )
:arrow: molto più divertente sbattersi su un tiro duro e cercare di portalo a casa

insomma è una questione di gusti

però per me che ho dei gusti diametralmente opposti purtroppo ad oggi non c'è una scuola a cui posso rivolgermi


si, infatti...
se nelle scuole di karate ci si approcciase con la stessa logica dell'arrampicata (e c'è chi si presenta in palestra con quella logica, certo, e viene immediatamente ridimensionato)
dopo 3 giorni faremmo a botte con le cinture nere

i kata? no che palle... e che non lo so come dare un pugno?
(trad. l'arrampicata è istintiva... basta farla!)

lo stretching... miiiii ma a che serve???
io la forza faccio! i pesi!
(trad. tira tacche, tira prese, tira il trave, tira il pannello!)

chi quello? sarà pure cintura marrone, ma se facessimo a botte sul serio...
(trad. provo i gradi duri... ho fatto un 6a+ (1) da domani provo i 6b ... ne ho fatto uno? (1) da domani i 6c!)
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Messaggioda yinyang » mer gen 18, 2006 13:17 pm

Buzz ha scritto:Onestamente, quanta gente vedi in falesia ad arrampicare sulle vie facili curando l'impostazione del gesto, facendo ovvero fondamentali, anzichè appesi come salami su vie di grado superiore al loro limite?


di più...

quanta gente vedi in palestra scaldarsi: addominali, un pò di stretching, un pò di trazioni...

e quella stessa gente arrivare in falesia, mettersi l'imbrago e fiondarsi sul primo tiro?

questo atteggiamento aberrante mi spinge a pensare che c'è comunque un tabù magari al livello incoscio che spinge a considerare l'arrampicata sportiva...non uno sport! :lol:

altrimenti non si spiegherebbe proprio questa disparità di comportamento dello stesso soggetto
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Messaggioda smaz » mer gen 18, 2006 13:21 pm

Buzz ha scritto:
Booo ha scritto:Sulla storia del grado io la vedo così: non è sicuramente il fine ma è il mezzo che ti spinge a fare di più e meglio. Se vuoi salire di grado devi migliorare la tecnica e la forza. In una parola devi arrampicare meglio. Il perfezionismo non mi è mai piaciuto, una delle mie massime preferite è che l'ottimo è nemico del bene. Adagiarsi sui ricamini alla fine è accontentarsi di quello che si è, pensare che si possano fare solo dei piccoli aggiustamenti tattici ma che la battaglia sia irrimediabilmente persa.


Stai dicendo banali ovvietà.

Nel "migliorare la tecnica e la forza" ci può essere tutto e il contrario di tutto. Il problema è quanto, come, dove, in che modo e in che proporzione.

E' tutta qui la differenza fra quelle che possono essere decine d'impostazioni diverse.

::::

Ma il mio discorso sul grado era un altro.

Onestamente, quanta gente vedi in falesia ad arrampicare sulle vie facili curando l'impostazione del gesto, facendo ovvero fondamentali, anzichè appesi come salami su vie di grado superiore al loro limite?

Se le spittature delle falesie fossero più lunghe, considerevolmente più lunghe... vorrei proprio vederla sta "corsa al grado" quanto si ridurrebbe.

Tutto ciò è perchè esiste il feticcio del grado.

Dico che la corsa al grado è di fatto nemica dell'imparare ad arrampicare, e in ultima analisi nemica del grado stesso. Ovvero del consguimento dell'obbiettivo di ogni sport, ovvero migliorarsi.


I ricamini mi sa che te ce li hai nel cervello, a forza di seghe mentali.
E non solo.


Sono d'accordo con te sul discorso che fai sul grado e sul piacere di arrampicare e via dicendo, anch'io solitamente sto sotto il limite per arrampicare a vista divertendomi e senza troppi stress... il problema che non è la strada per migliorarsi. Parlo per esperienza personale poi ognuno ha le sue. Quando rimani sul facile i progressi non si vedono, quando tenti qualcosa di più difficile i progressi si vedono e anche abbastanza rapidi. Per anni son rimasto sui gradi che facevo dopo il corso, poi un mio amico fuoriclasse (uno che negli anni '80 era arrivato all'8b+...) mi disse: -Guarda che tutti quelli che ho conoscuto che hanno migliorato è perché hanno pestato duro sulla difficoltà, devi imparare a leggere la roccia, devi cercare movimenti "strani"- Che nel discorso che stiamo facendo traduco così: i fondamentali servono all'inizio ma per fare il salto di qualità bisogna acquisire continuamente dall'esperienza, dalle sensazioni tattili, dall'immaginazione, dall'esperieza sulle varie morfologie di roccia. E se questo non è divertimento! Molte tecniche le si può insegnare, certo, come le metodologie d'allenamento... ma forse si rischia di perdere qualcosa di quella magia del rapporto personale uomo-roccia.
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Messaggioda Buzz » mer gen 18, 2006 13:27 pm

smaz ha scritto:Sono d'accordo con te sul discorso che fai sul grado e sul piacere di arrampicare e via dicendo, anch'io solitamente sto sotto il limite per arrampicare a vista divertendomi e senza troppi stress... il problema che non è la strada per migliorarsi. Parlo per esperienza personale poi ognuno ha le sue. Quando rimani sul facile i progressi non si vedono, quando tenti qualcosa di più difficile i progressi si vedono e anche abbastanza rapidi. Per anni son rimasto sui gradi che facevo dopo il corso, poi un mio amico fuoriclasse (uno che negli anni '80 era arrivato all'8b+...) mi disse: -Guarda che tutti quelli che ho conoscuto che hanno migliorato è perché hanno pestato duro sulla difficoltà, devi imparare a leggere la roccia, devi cercare movimenti "strani"- Che nel discorso che stiamo facendo traduco così: i fondamentali servono all'inizio ma per fare il salto di qualità bisogna acquisire continuamente dall'esperienza, dalle sensazioni tattili, dall'immaginazione, dall'esperieza sulle varie morfologie di roccia. E se questo non è divertimento! Molte tecniche le si può insegnare, certo, come le metodologie d'allenamento... ma forse si rischia di perdere qualcosa di quella magia del rapporto personale uomo-roccia.



Smaz, tu quando hai deciso di provare ad impegnarti avevi alle spalle anni di arrampicata sul facile.

Il tuo discorso non esclude il mio. Affatto.

Nessuno nega che per migliorare, in qualsiasi attività umana, devi trovare il difficile.
Da nessuna parte ti viene regalato niente.

Come nessuno nega che ci si deve anche impegnare duramente con l'allenamento, per raggiungere certi risultati.

Ma quello di cui parlavo all'inizio, impostando il topic, era di un approccio "nuovo" alla scuola di arrampicata. Appunto più attento alle basi e meno ai risultati immediati.

Non credo che perderesti mai la poesia del rapporto con la roccia.
Anzi.
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Messaggioda yinyang » mer gen 18, 2006 13:30 pm

smaz ha scritto:Sono d'accordo con te sul discorso che fai sul grado e sul piacere di arrampicare e via dicendo, anch'io solitamente sto sotto il limite per arrampicare a vista divertendomi e senza troppi stress... il problema che non è la strada per migliorarsi. Parlo per esperienza personale poi ognuno ha le sue. Quando rimani sul facile i progressi non si vedono, quando tenti qualcosa di più difficile i progressi si vedono e anche abbastanza rapidi. Per anni son rimasto sui gradi che facevo dopo il corso, poi un mio amico fuoriclasse (uno che negli anni '80 era arrivato all'8b+...) mi disse: -Guarda che tutti quelli che ho conoscuto che hanno migliorato è perché hanno pestato duro sulla difficoltà, devi imparare a leggere la roccia, devi cercare movimenti "strani"- Che nel discorso che stiamo facendo traduco così: i fondamentali servono all'inizio ma per fare il salto di qualità bisogna acquisire continuamente dall'esperienza, dalle sensazioni tattili, dall'immaginazione, dall'esperieza sulle varie morfologie di roccia. E se questo non è divertimento! Molte tecniche le si può insegnare, certo, come le metodologie d'allenamento... ma forse si rischia di perdere qualcosa di quella magia del rapporto personale uomo-roccia.


scusa simo ma non capisco perchè contrapporre le due cose

che fondamentale sia sinonimo di facile è una conclusione errata secondo me

la progressione fondamentale su placca (tanto per citare caruso)
è facile se fatta su un III con le zanche in mano e i gradini sotto i piedi
ma se la fai su un 6c di placca tecnica? con minchiuzzini in mano e delle rughe sotto i piedi? eppure i concetti di spostamento sono i medesimi...anzi! in questo caso mi viene da pensare che mettono meglio alla prova il nostro modo di eseguire questi spostamenti fondamentali!
e tuttavia sarebbe comunque un correggere e migliorare
quello che ti è successo secondo me è che alzando il grado, ti ha costretto a migliorare sui tuoi fondamentali perchè altrimenti...non passi! :lol:
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Messaggioda tclimb_2 » mer gen 18, 2006 13:38 pm

Buzz ha scritto:
si, infatti...
se nelle scuole di karate ci si approcciase con la stessa logica dell'arrampicata (e c'è chi si presenta in palestra con quella logica, certo, e viene immediatamente ridimensionato)
dopo 3 giorni faremmo a botte con le cinture nere

i kata? no che palle... e che non lo so come dare un pugno?
(trad. l'arrampicata è istintiva... basta farla!)

lo stretching... miiiii ma a che serve???
io la forza faccio! i pesi!
(trad. tira tacche, tira prese, tira il trave, tira il pannello!)

chi quello? sarà pure cintura marrone, ma se facessimo a botte sul serio...
(trad. provo i gradi duri... ho fatto un 6a+ (1) da domani provo i 6b ... ne ho fatto uno? (1) da domani i 6c!)


e' pure vero il contrario, la fantasia nel fare a botte si scontra con la rigidita' della tecnica imparata a memoria.
non ho mai visto una cintura nera, venuta fuori da anni di disciplina, venire fuori bene per esempio da una rissa in discoteca (mi sembra che giri una specie di leggenda a proposito di qualche ceffone volato sotto le pareti di ripa, dove il maestro di arti marziali le ha prese da un pischello incazzato).
che poi ci siano "pescatori" che la sparano grossa sui gradi e' normale, basta sentire i discorsi tra le panche di guido a sperlonga a fine giornata :D

come al solito e' l'obbiettivo che hai in mente a guidarti nelle scelte tecniche, basta avere l'umilta' di rimettersi in gioco sempre, senza avere paura di ricominciare o di mettere in discussione le proprie opinioni.
probabilmente, anzi sicuramente, la disciplina dell'arrampicata , ha bisogno ancora di molto tempo per strutturarsi;
il paragone con le altre discipline, dalle arti marziali all'atletica, che hanno qualche centinaio se non qualche migliaio di anni di "rodaggio", credo sia per adesso azzardato, almeno finche' non si e' creata una forte cultura di base come c'e' per le altre discipline.
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Messaggioda smaz » mer gen 18, 2006 13:40 pm

yinyang ha scritto:
smaz ha scritto:Sono d'accordo con te sul discorso che fai sul grado e sul piacere di arrampicare e via dicendo, anch'io solitamente sto sotto il limite per arrampicare a vista divertendomi e senza troppi stress... il problema che non è la strada per migliorarsi. Parlo per esperienza personale poi ognuno ha le sue. Quando rimani sul facile i progressi non si vedono, quando tenti qualcosa di più difficile i progressi si vedono e anche abbastanza rapidi. Per anni son rimasto sui gradi che facevo dopo il corso, poi un mio amico fuoriclasse (uno che negli anni '80 era arrivato all'8b+...) mi disse: -Guarda che tutti quelli che ho conoscuto che hanno migliorato è perché hanno pestato duro sulla difficoltà, devi imparare a leggere la roccia, devi cercare movimenti "strani"- Che nel discorso che stiamo facendo traduco così: i fondamentali servono all'inizio ma per fare il salto di qualità bisogna acquisire continuamente dall'esperienza, dalle sensazioni tattili, dall'immaginazione, dall'esperieza sulle varie morfologie di roccia. E se questo non è divertimento! Molte tecniche le si può insegnare, certo, come le metodologie d'allenamento... ma forse si rischia di perdere qualcosa di quella magia del rapporto personale uomo-roccia.


scusa simo ma non capisco perchè contrapporre le due cose

che fondamentale sia sinonimo di facile è una conclusione errata secondo me

la progressione fondamentale su placca (tanto per citare caruso)
è facile se fatta su un III con le zanche in mano e i gradini sotto i piedi
ma se la fai su un 6c di placca tecnica? con minchiuzzini in mano e delle rughe sotto i piedi? eppure i concetti di spostamento sono i medesimi...anzi! in questo caso mi viene da pensare che mettono meglio alla prova il nostro modo di eseguire questi spostamenti fondamentali!
e tuttavia sarebbe comunque un correggere e migliorare
quello che ti è successo secondo me è che alzando il grado, ti ha costretto a migliorare sui tuoi fondamentali perchè altrimenti...non passi! :lol:


Ok, proviamo però dai, un giorno curiamo i "fondamentali" e un giorno lo famo "strano"... :D
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Messaggioda Buzz » mer gen 18, 2006 13:43 pm

tclimb_2 ha scritto: la disciplina dell'arrampicata , ha bisogno ancora di molto tempo per strutturarsi;
il paragone con le altre discipline, dalle arti marziali all'atletica, che hanno qualche centinaio se non qualche migliaio di anni di "rodaggio", credo sia per adesso azzardato, almeno finche' non si e' creata una forte cultura di base come c'e' per le altre discipline.


8) siamo qui per questo :wink:
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Messaggioda smaz » mer gen 18, 2006 13:44 pm

tclimb_2 ha scritto:venire fuori bene per esempio da una rissa in discoteca (mi sembra che giri una specie di leggenda a proposito di qualche ceffone volato sotto le pareti di ripa, dove il maestro di arti marziali le ha prese da un pischello incazzato).


Sì! mi pare a ciampino... :D
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Messaggioda tclimb_2 » mer gen 18, 2006 13:45 pm

yinyang ha scritto:
la progressione fondamentale su placca (tanto per citare caruso)
è facile se fatta su un III con le zanche in mano e i gradini sotto i piedi
ma se la fai su un 6c di placca tecnica? con minchiuzzini in mano e delle rughe sotto i piedi? eppure i concetti di spostamento sono i medesimi...anzi! in questo caso mi viene da pensare che mettono meglio alla prova il nostro modo di eseguire questi spostamenti fondamentali!
e tuttavia sarebbe comunque un correggere e migliorare
quello che ti è successo secondo me è che alzando il grado, ti ha costretto a migliorare sui tuoi fondamentali perchè altrimenti...non passi! :lol:


questa estate ho beccato un istruttore francese ad ailefroide che faceva scuola ad un gruppo di ragazzetti. su una via di III su granito appoggiato, da secondi, gli aveva infilato nelle mani dei guantoni da pugile. se usi le mani per tirare zanche su un III, su un 6c che fai? ti spalmi il vinavil sulle mani?
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Messaggioda yinyang » mer gen 18, 2006 13:46 pm

tclimb_2 ha scritto:e' pure vero il contrario, la fantasia nel fare a botte si scontra con la rigidita' della tecnica imparata a memoria.
non ho mai visto una cintura nera, venuta fuori da anni di disciplina, venire fuori bene per esempio da una rissa in discoteca (mi sembra che giri una specie di leggenda a proposito di qualche ceffone volato sotto le pareti di ripa, dove il maestro di arti marziali le ha prese da un pischello incazzato).
che poi ci siano "pescatori" che la sparano grossa sui gradi e' normale, basta sentire i discorsi tra le panche di guido a sperlonga a fine giornata :D


è vero! ma questo da un certo punto di vista rafforza il paragone: quando vai a fare karate mica ti insegnano a far a mazzate in discoteca 8O , ti insegnano una disciplina
che poi ad un certo livello diventi marziale (ovvero tesa ad uccidere il nemico) questo è materia per gli esperti

e continuando nella metafora, anche nell'arrampicata un pischello può arrivare farti un 7a in faccia anche senza saper arrampicare


tclimb_2 ha scritto:come al solito e' l'obbiettivo che hai in mente a guidarti nelle scelte tecniche, basta avere l'umilta' di rimettersi in gioco sempre, senza avere paura di ricominciare o di mettere in discussione le proprie opinioni.
probabilmente, anzi sicuramente, la disciplina dell'arrampicata , ha bisogno ancora di molto tempo per strutturarsi;
il paragone con le altre discipline, dalle arti marziali all'atletica, che hanno qualche centinaio se non qualche migliaio di anni di "rodaggio", credo sia per adesso azzardato, almeno finche' non si e' creata una forte cultura di base come c'e' per le altre discipline.


ed è proprio da questo tipo di discorsi che si può cominciare a cambiare qualcosa:
- distruggere questa aura romantica di cui si sente ancora il peso
- introdurre il concetto vero di arrampicata sportiva
- pretendere delle scuole serie con un metodo serio!
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