alberto60 ha scritto:Ma che piede piatto. Punte a piatto o tecnica francese.
In questa tecnica dove la grande guida francese Armand Charlet era un vero maestro , tutte le punte dei ramponi devono mordere il pendio .
E' evidente che per poterla fare bisogna torcere molto la caviglia in modo da mettere il piede parallelo al pendio da salire o da scendere . Quindi ci vuole un certo allenamento .
In questa tecnica la progressione non è quasi mai proprio diretta al pendio ma si sale obliquando a zigzag una volta a destra una a sinistra, tenendo sempre la piccozza nella mano a monte .
Ci sono vari passi .
Si parte da una posizione di base fondamentale:
il piede valle è il più arretrato e con la punta un pò rivolta verso valle;
il piede a monte più avanzato con la punta leggermente rivolta a monte;
la piccozza nella mano a monte è piantata nel pendio ed è la più avanti.
L'importante è che i piedi e la piccozza non siano mai contemporanemente sulla stessa linea.
Pensa di disegnare una croce sul pendio i piedi non devono stare nei quadrati posto sulla stessa linea ma in quelli sfalzati e la piccozza ancora più avanti e un pò più in alto sul pendio.
Una vola partiti da questa posizione quando ci si ferma si deve ritornare in questa posizione.
Oltre a questa posizione ci sono dei passi che cambiano a seconda della direzione da tenere , più o meno diretta, oppure della pendenza da affrontare:
- Mezzo passo
-Passa incrociato
- Passo misto. (salita diretta)
ci sono anche altri passi ma la progressione obliqua, il passo incrociato e il passo misto sono quelli fondamentali da conoscere per affrontare in sicurezza un pendio.
Il Passo misto è quello un pò più particolare e permette una salita diretta del pendio.
In questa tecnica un piede è a piatto ,un piede lavora di punta e la piccozza è impugnata dalla mano parallela al piede di punta. Quando il piede che va di punta si è stancato, si può invertire la posizione avendo l'avvertenza di cambiare anche la mano della piccozza che deve sempre stare dal lato del piede di punta.
Discesa:
Si usano gli stessi passi ma se la pendenza lo permette si può andare anche diretti al pendio con un movimento del piede "tacco-punta" cioè si appoggia prima il tacco e poi la punta facendo poi mordere sempre tutte le punte. Le gambe un bo divaricate e i piedi dritti nella direzione di massima pendenza . E' chiaro che per adattarsi alla pendenza bisogna flettere le ginocchia e abbassare il sedere .
La piccozza si può tenere in diversi modi. O a bastone con la punta rivolta indietro oppure con tutte e due le mani , una sulla testa e una presso il puntale e tenuta di traverso un pò più in alto della pancia , pronta ad essere piantata nel pendio in caso di scivolata.
grazie Alberto,
ho scritto piede piatto...ma volevo scrivere piede
a piatto...come dal francese pied à plat...cmq...bene o male la tecnica la conosco e l'ho provata in 3 uscite...il mio problema è che ho difficoltà a torcere la caviglia e se ci sto molto attento (leggasi:guardando ogni tanto i piedi) salgo correttamente,mentre se salgo senza pensare specificamente alla cosa penso di avere tutte le punte dentro ed invece capita che escano,soprattutto perchè nn giro abbastanza il piede che sale...questo solo nella prograssione base,il passo misto lo faccio naturalmente,scendere scendo senza problemi...sui traversi un po' ripidi tendo anche li ad inclinare poco il piede a valle,ma è più raro.
accetto ogni consiglio didattico su come automatizare la salita con i ramponi...nn posso fare uscite in apuane con questo rischio(fortunatamente è l'unico problema che ho mai incontrato,ma è troppo grosso).