Ma e' III o V ?

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Ma e' III o V ?

Messaggioda gomo » gio nov 23, 2006 10:04 am

Premessa fondamentale: sono un pippone ad arrampicare.

Il mio problema e' che delle volte mi trovo a fare dei pezzi (anche brevi, di 5/6 metri) in montagna che dovrebbero essere di III o poco piu', ma che in realta' mi sembrano di V (cioe' significativamente piu' difficili di pezzi di IV+ per esempio fatti senza problemi 5 minuti prima).

Credo che sia perche' probabilmente non "vedo"/"capisco" dove passare e scelgo una linea sbagliata di salita.

Capita solo a me?

Qualcuno ha qualche consiglio da darmi su come evitare questo problema?

Grazie
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Messaggioda valgrisa77 » gio nov 23, 2006 10:34 am

Tutte le volte che mi è capitato è perchè ero fuori via...

:? :? :?

sono negato a leggere le relazioni :evil: :evil:
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Re: Ma e' III o V ?

Messaggioda AlbertAgort » gio nov 23, 2006 11:20 am

gomo ha scritto:
Capita solo a me?



no.
Sono gradi dati alla vacca, da gente che in effetti quel passaggio, data la brevità, lo vede molto facile.

E se è in camino è ancora + normale che sembri difficile.
Ho fatto diversi camini di 3° e sempre mi sono risulati + difficili dei 4 in aperta parete.
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Re: Ma e' III o V ?

Messaggioda savsav » gio nov 23, 2006 11:30 am

..
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Re: Ma e' III o V ?

Messaggioda gomo » gio nov 23, 2006 12:08 pm

savsav ha scritto: "Cercare il facile nel difficile" :wink:


Hai ragione, devo sforzarmi di stare calmo e di cercare il passaggio facile (sapendo che c'e' e che ci deve essere!!!!!). Questo vuol probabilmente dire che devo sforzarmi di ridurre il nervoso (o la paura :( ) e di concentrarmi sulla ricerca del passaggio

In realta' io sono un maestro nel "cercare il difficile nel facile"... :lol: :lol:
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Re: Ma e' III o V ?

Messaggioda gomo » gio nov 23, 2006 12:25 pm

[quote="savsav"Cercare il facile nel difficile" :wink:[/quote]

Hai ragione, devo sforzarmi di stare calmo e di cercare il passaggio facile (sapendo che c'e' e che ci deve essere!!!!!). Questo vuol probabilmente dire che devo sforzarmi di ridurre il nervoso (o la paura :( ) e di concentrarmi sulla ricerca del passaggio

In realta' io sono un maestro nel "cercare il difficile nel facile"... :lol: :lol:
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Messaggioda Roberto » gio nov 23, 2006 12:26 pm

Capita anche a me di trovarmi in difficoltà dove dovrebbe essere facile e la causa è sempre la distrazione, la poca attenzione a dove si passa.
Bisogna imparare a decifrare bene il passo prima di partire, cercare di capire ed immaginare quallo che ci aspetta.
Questo diventa più facile con l' esperienza, ma la concentrazione e l' umiltà di non credere di essere sempre all' altezza, aiuta non poco.
Poi ci sono gli errori di valutazione, ma quella è un' altra roba.
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Messaggioda AlbertAgort » gio nov 23, 2006 12:44 pm

Roberto ha scritto:Questo diventa più facile con l' esperienza, ma la concentrazione e l' umiltà di non credere di essere sempre all' altezza, aiuta non poco.
Poi ci sono gli errori di valutazione, ma quella è un' altra roba.


in effetti è vero, è la testa il più delle volte che non cè
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Messaggioda gomo » gio nov 23, 2006 12:57 pm

AlbertAgort ha scritto:in effetti è vero, è la testa il più delle volte che non cè


Nel caso mio senz'altro....ed in genere la testa, a me almeno, va via per paura (paura di non farcela, pura di volare, di farmi male, di fare una figuraccia, di arrivare in ritardo.....)
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Messaggioda Roberto » gio nov 23, 2006 13:01 pm

gomo ha scritto:
AlbertAgort ha scritto:in effetti è vero, è la testa il più delle volte che non cè


Nel caso mio senz'altro....ed in genere la testa, a me almeno, va via per paura (paura di non farcela, pura di volare, di farmi male, di fare una figuraccia, di arrivare in ritardo.....)
Già, troppi stimoli e si perde concentrazione... e' anche avvio se non ci si sente sicuri, ma imparare a leggere la roccia è la prima cosa da fare se si vuole acquistare fiducia in se stessi.
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Messaggioda n!z4th » gio nov 23, 2006 18:56 pm

La testa.

Ho provato a ripetere più volte la stessa via (magari anche breve di 3-4 tiri) e al variare delle condizioni psico-fisiche cambiava tutto.
Er andato un giorno ad arrampicare quasi per sfogarmi dopo una super incazzatura(donne...).Mi sono dovuto ritirare come mai successo prima.Avevo paura,ero deconcentrato,pensavo a tutt'altro.

Bisogna essere sereni.


L'arrampicata,mi sono ricreduto,non è quell'attività che vai a fare per sfogarti.

Poi c'è anche la questione muscolo!
Sembra magari che divago ma non è così...

In breve(non sono esperto)...
3 sono gli allenamenti muscolari
-Aumento massa (per culturisti, inutile nell'arrampicata)
-Aumento resistenza(sforzo prolungato)
-Aumento forza esplosiva(sforzo contingente)

La differenza tra gli ultimi due è sottile ed è squisitamente MENTALE.
Nella resistenza il CERVELLO gradualmente utilizza le forze al fine di preservarle per un possibile sforzo seguente
Nella forza esplosiva il cervello fa lavorare più fibre contemporaneamente.
L'allenamento ottimale è quello che allena il cervello a capire quale delle due modalità usare.

Nei momenti critici (passaggi difficili)interviene un determinato processo chimico che inibisce la comunicazione muscolo-cervello rendendo minore la forza.D'altro canto,se la situazione è particolaramente tragica,c'è la situazione opposta e il cervello porta ad avere forze sovrumane.(Con la rabbia uno "diventa" più forte,il tifo dello stadio,il pubblico,la musica sono tutti potenziali stimolanti muscolari).

Parlato tanto e inutilmente.Bene.

ciao


Michele. 8)
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Re: Ma e' III o V ?

Messaggioda AlpineMan® » gio nov 23, 2006 22:25 pm

gomo ha scritto:Premessa fondamentale: sono un pippone ad arrampicare.

Il mio problema e' che delle volte mi trovo a fare dei pezzi (anche brevi, di 5/6 metri) in montagna che dovrebbero essere di III o poco piu', ma che in realta' mi sembrano di V (cioe' significativamente piu' difficili di pezzi di IV+ per esempio fatti senza problemi 5 minuti prima).

Credo che sia perche' probabilmente non "vedo"/"capisco" dove passare e scelgo una linea sbagliata di salita.

Capita solo a me?

Qualcuno ha qualche consiglio da darmi su come evitare questo problema?

Grazie


ciao
a mio avviso la tua riflessione è figlia di un approccio delle nuove generazione sbagliato all'alpe..

mi spiego..

6tu parti col presupposto di partir informato..ed e' qui che sbagli..

lassa perder relazioni che trovano il tempo..lassa perder tutto cdio che ti ronzola ingiro..

sali e sei tu e l'alpe..
prima di una paretina o passaggio,e' li che si vede l'alpinista vero..
bisogna imparare a soffermarsi ad osservare..e' li che impari a valutare cio che andrai a fare..

quando hai studiato dal basso,inizi la progressione,sempre con scalata calma..e visiva,si ci si ferma,baricentro adatto per non far fatica,testa indietro ed occhi in su,..e si studia..se e' ok..avanti..altrimenti non aver paura a tornar indietro..mai osare piu del dovuto..

con la storia che hai detto tu,ne ho portati giu un sacco dall'aqlpe a forza...certo tutti FF...c***o fanno il 7a b c...z i fighetti...ecco gia li vedo..

FF1 al cell:ciao FF2..domenica ci spariamo la viuzza in ambiente?

FF2:ma si dai si puo fare...che dice la relazione?

FF1:mtrank...V inferiore..ma ghet present?...quasi vado su con le superga..


e bla bla bla..

inujtile dire che poi si va su a schiodarli dalla parete,e pesano pure di piu a portarli giu con le braghe piene..

spero ti serva lo spunto

ciao
:wink:
...il moderno uccide l'alpinismo classico...
........io resto nel passato!!!

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Re: Ma e' III o V ?

Messaggioda savsav » gio nov 23, 2006 23:41 pm

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Messaggioda tupac » ven nov 24, 2006 10:57 am

vi racconto la mia esperienza.
arrampico da poco in montagna e dopo 6-7 (comprese quelle dei corsi di alpinismo e roccia) vie da secondo sono partito da capo cordata.
ho iniziato su vie facili e brevi (5-6 tiri max passaggi di IV-) per poi progressivamente passare a vie un po' più sostenute con singoli passaggi di V.
fisicamente sono ok, nel senso che faccio molta attività aerobica e cerco di arrampicare almeno una volta alla settimana in palestra, però in montagna questo conta poco. la testa è quella che comanda!
prima di una via mi studio la relazione e poi una volta in parete sono concentrato. ad ogni sosta mi studio per bene il tiro successivo cercando di capire dove "gira" la via, cerco di non aver fretta. se in una relazione scrivono 2 ore e io ci metto 2 e mezza pazienza. mi porto sempre chiodi e martello che mi danno sicurezza nel caso non riuscissi a uscire dal tiro.
poi comunque l'esperienza conta moltissimo. durante le prime vie da primo che ho fatto ho sbagliato spesso direzione ma ho sempre potuto rimediare, adesso sbaglio meno. in pratica, con l'esperienza, si riesce a "leggere" meglio la parete e si individuano con più facilità anche fessure, spuntoni e clessidre per proteggersi.

ciao
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Messaggioda gomo » ven nov 24, 2006 11:12 am

Ringrazio dei commenti che consiedro validissimi. Qualunque commento che contribuisca ad aumentare la sicurezza (mia e di tutti) e' molto ben accetto.

Comunque volevo dire un'altra cosa. Provo a spiegarmi meglio.
Quando vado a scalare cerco una via che sia alla mia portata, proprio per evitare di mettere nei guai me ed altre persone. Quindi cerco una via che, almeno dalla relazione e dalle informazioni disponibili, sia adatta alle mie forze (scarse ahime' :oops: ). Dopo di che, quando sono sul posto, guardo/osservo/studio la parete/via/montagna con umilta' (cioe' in funzione delle mie forze/capacita') e se vedo che e' troppo per me torno indietro. In questo modo non mi sono mai incrodato (almeno sinora :D :D :D ), alla peggio sono sempre stato in condizione di girare i tacchi e di tornare indietro con le mie sole forze senza particolari problemi (e questo qualche volta mi e' successo).

Per quanto riguarda i passaggi di cui parlavo a inizio topic ne sono sempre uscito bene. Li trovavo solo notevolmente piu' duri di quanto mi aspettavo e mi chiedevo perche' e dove fosse il mio errore.
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