bradipo ha scritto:Quindi sostanzialmente esistono bravi istruttori, in grado di trasferire e di far recepire agli allievi. Insomma le basi credi che ti siano state date e pure valide; se è così è molto positivo significa che per lo meno a Roma si punta alla qualità. Io non ho fatto corsi di arrampicata sportiva col cai, li ho solo visti dall'esterno e quindi magari in maniera limitata. Ma ho visto tanti sgummamendi
...quando io, provocatoriamente, mi metto a criticare i corsi del CAI lo faccio generalizzando quelli che mediamente sono i comportamenti che si osservano, ovviamente ci sono corsi che funzionano in maniera ben diversa e, tanto per fare un esempio positivo, potrei citare i corsi tenuti dalla sezione di Verres (giusto per non parlare sempre male).
Cio' detto mi sembra di notare che le prime cose che vengono insegnate agli allievi siano i nodi, la funzione dei moschettoni, le scarpette ecc.ecc. tralasciando alcune cose importantissime che forse si danno per scontate o che non fa molto "figo" spiegare. Prima di arrivare al mezzo barcaiolo, varrebbe la pena spendere qualche parola su cosa si trova attorno ad una via, ad una parete, ad una montagna... al rispetto da portare agli abitanti dei luoghi che si va ad "invadere", al rispetto per chi lavora nei rifugi e (perche' no?) a chi ci permette di arrampicare chiodando le vie.
Mi illudo che una sensibilizzazione a riguardo potrebbe significare qualche cartaccia in meno alla base di una via, qualche macchina parcheggiata in maniera piu' decente (a costo di fare 5 minuti di camminata in piu') e qualche sterile polemica in meno riguardo al posizionamento di uno spit o ad un 5c+ che secondo qualcun'altro e' un 6a...
Per dare maggior consistenza al mio messaggio, vi racconto cosa e' successo qualche mese fa (e vi giuro che non esagero!).
Presso un rifugetto situato nel bel mezzo di una frequentata palestra di roccia arriva un corso del CAI di una sezione di una grande metropoli del nord... Circa 40 persone, tra allievi ed istruttori.
Durante la cena (servita all'interno del rifugio) il comportamento di alcuni istruttori e' stato "esemplare": urla, parolaccie, bestemmie, cibo tirato addosso e ciliegina finale rappresentata dal salire in piedi sui tavoli per camminare tra bicchieri, piatti e bottiglie...
Io ero appena fuori dal rifugio e stavo consumando la cena assieme ad altri clienti (che nulla avevano a che fare con quel gruppo), ad un certo punto e' uscito il piu' esagitato degli istruttori che, tanto per gradire, ci ha deliziato con un clamoroso rutto (alla Fantozzi) proprio in faccia alla nostra tavolata. Poco dopo (sempre quel fenomeno pataccato) si e' stravaccato su una sedia allungando gambe e scarponi su un altra sedia. Mentre stavo per andarmene, vedendo i piedi di quel simpatico istruttore poggiati su un bel libro contenente le relazioni di tutte le vie di quella palestra, gli ho chiesto (educatamente) se poteva togliere i piedi dal libro.
L'istruttore li ha subito tolti chiedendo scusa due volte (tant'e' che mi ero persino stupito) poi pero' si e' ravveduto e, mentre stavo gia' andandomene via, mi ha chiesto se il libro fosse mio... alla risposta che il libro era del rifugio e che era li' per essere consultato dagli arrampicatori, mi ha guardato con aria strafottente dicendomi "... allora la prossima volta fatti un po' i cazzi tuoi!".
Dopo una serie di reciproche battute ho preferito andar via, per evitare problemi ai gestori del rifugio!
C.