scairanner ha scritto:A parte le cazzate, molto interessante la conclusione:
"Da qualche tempo c’è un certo sforzo per riconoscere gli errori del passato facendo retromarcia. Il "tutto spittato" alla francese oggi interessa meno che vent’anni fa. E si guarda a paesi come l'Italia e la Spagna, che invece hanno saputo preservare una certa diversità della nostra attività!"
forse si è trattato più di un caso che di una concreta programmazione, sta di fatto che alla fine l'anarchia italiana in qualche modo è apprezzata
bah forse conclude così per effetto della sindrome del giardino del vicino che è sempre più verde
ma basta aver arrampicato e girato un po' per la francia, o anche leggere solo quanto segue, per capire che
noi si guarda a paesi come la Francia o a quelli anglosassoni, che invece hanno una cultura, un rispetto e un'attenzione per la nostra attività, vedi ENSA, moniteur d'escalade, ministero dello sport, terreni sportivi e d'avventura, che in italia ce li sognamo
E' vero che la FFME si occupa di finanziare la chiodatura o questa è ancora in gran parte volontariato?
La FFME non finanzia direttamente la chiodatura salvo casi molto rari. Ogni comitato dipartimentale raccoglie i finanziamenti che servono in primo luogo ad acquistare il materiale e in qualche caso a pagare i chiodatori. Spesso, la gran parte degli arrampicatori è generosa, dunque è finanziato solo il materiale. Puntualmente, i dipartimenti o le regioni pagano i chiodatori quando esiste un progetto importante. Alcuni comuni hanno investito economicamente in una falesia, allo stesso modo di come hanno investito nella costruzione di un campo di calcio o una piscina. In un finanziamento è spesso incluso la vendita di una guida d'arrampicata, edita dalla federazione o da un club. Ci sono ormai poche guide che sono "private", almeno per quanto riguarda le falesie sportive.