la prima corda..

Consigli, tecniche, materiali e varie utilità.

Messaggioda L'avvoltoio » gio mag 21, 2009 15:32 pm

ex giaguaro, niente di personale, ma ce ne hai messo a fare outing sul tuo lavoro.

Come dire, certi pareri dati sul forum in merito a prodotti tecnici, per rispetto dei lettori, avrebbero meritato la premessa del tuo lavoro.

Non è più il forum di una volta, saresti stato simpaticamente massacrato.
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Messaggioda pasasò » gio mag 21, 2009 15:42 pm

sculta me, compra quella che costa meno che abbia certificazione CE e UIAA ed attieniti al numero di cadute dichiarate dal costruttore.

tutto il resto per me sono chiacchere (e dati gli ultimi interventi) distintivo
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Messaggioda maivory » gio mag 21, 2009 15:52 pm

posso fare una domanda a chi del mestiere?
c'è sempre il dualismo di correnti di pensiero per cui a fine giornata in falesia, "fare su" la corda nella sacca attoriciglierebbe la corda mentre raccoglierla alla rinfusa, senza "farla su", non la attorciglia. Dato per scontato un uso proprio della corda.
E' vero sì o no?

Premetto che io l'ho sempre fatta su, dato che mi sembrava più "ordinato" e poi perché facevo prima a trovare il capo della corda. Ma da quando mi è stato fatto notare questo particolare, non la "faccio più su" e lego un capo della corda ad una fettuccia interna della sacca, per trovare il capo ogni volta che la ritiro fuori. Ed effettivamente si attorciglia meno. Effetto placebo?
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Messaggioda Sbob » gio mag 21, 2009 15:53 pm

ex giaguaro ha scritto: penso sia troppo generico (come dice Kinobi) dire la marca e poi non specificare!

Onestamente non mi ricordo piu' il nome, ne' saprei rintracciarlo, visto che la confezione l'ho buttata da un bel po'.
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Messaggioda ales » gio mag 21, 2009 15:55 pm

pasasò ha scritto:...ed attieniti al numero di cadute dichiarate dal costruttore.


ecco questa è una cosa che mi piacerebbe capire meglio. Da neofita è un aspetto che non ho mai considerato, soprattutto perché i miei voli sono ehm... ridicoli.

chi sa mi dice qualcosa?
Si vive in un'epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio, e io vivo nel terrore di non essere frainteso
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Messaggioda Sbob » gio mag 21, 2009 15:59 pm

pasasò ha scritto:sculta me, compra quella che costa meno che abbia certificazione CE e UIAA ed attieniti al numero di cadute dichiarate dal costruttore.

tutto il resto per me sono chiacchere (e dati gli ultimi interventi) distintivo

Non sono d'accordo, tra una corda maneggevole che non si attorciglia ed una corda scarsa c'e' una notevole differenza, anche se magari le cadute UIAA sono le stesse.
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Messaggioda Kinobi » gio mag 21, 2009 16:09 pm

maivory ha scritto:... Effetto placebo?


No. A farla su, puoi "farla su" male,
A lasciarla così come è non puoi "farla su" male.
E
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Messaggioda Kinobi » gio mag 21, 2009 16:14 pm

ales ha scritto:
pasasò ha scritto:...ed attieniti al numero di cadute dichiarate dal costruttore.


ecco questa è una cosa che mi piacerebbe capire meglio. Da neofita è un aspetto che non ho mai considerato, soprattutto perché i miei voli sono ehm... ridicoli.

chi sa mi dice qualcosa?


...
Le cadute NON sono un indice di qualità.
Testo pubblicato da "Alp" scritto e consegnato il 24 giugno 1996 (novesei).
Qui dopo 13 anni, devo ammettere che mi ero rotto il C. di andare davanti al giudice, e i dati di Rivory Joanny sono stati modificati (in meglio, molto meglio...). Detto ciò, è da decenni ormai che è evidente che le cadute NON sono un indice valido di misura della qualità di una corda.

Non tutto è aggiornato ad oggi (allora non esistevano i rinvii con trattamento anti UV), ma parecchie cose sono attuali.

E

A un anno di distanza e dopo diverse discussioni sui primi risultati, proponiamo un nuovo test sulle corde d'alpinismo realizzato con la collaborazione dell'Università di Venezia.
Il precedente test delle corde da alpinismo, pubblicato sui numeri di Alp di giugno e luglio dello scorso anno ha provocato non poche vicissitudini agli autori dell'articolo, alla redazione di Alp e ad alcuni produttori. I test, eseguiti secondo le normative di legge e con i macchinari prescritti, rivelarono infatti per alcune corde, risultati "dubbi" in termini di sicurezza. Ciò fece preoccupare non poco le ditte interessate.
Anche se i prodotti che avevano evidenziato risultati discutibili erano
più di due, chi più polemizzò furono Edelrid e Rivory Joanny. Alcuni modelli delle loro corde (tutte e due le corde francesi esaminate e una delle tedesche) si dimostrarono con valori inferiori a quelli dichiarati e, soprattutto, al di sotto del minimo prescritto per essere certificate a norma Uiaa. D'intesa con le case produttrici prendemmo allora accordi per rifare i test con nuovi prodotti e ripubblicare i risultati ottenuti. Quello che segue è il risultato del nostro nuovo lavoro.
Oltre ai marchi direttamente interessati, abbiamo aggiunto due ditte che hanno qualcosa di nuovo da presentare: Beal e Black Diamond. Per problemi di tempo non siamo riusciti a inserire il test completo di Marlow, casa inglese nuova nel settore alpinistico, ma con grande esperienza in prodotti per la nautica.
Cogliamo l'occasione per precisare che oltre alle corde, invecchiano di stesso passo anche le imbracature e le fettucce che compongono i rinvii. Più corte sono quest'ultime, più rapidamente si logorano.
Indicativamente in termini di durata per le imbracature si può considerare affidabile il doppio della vita di una corda; per le fettucce la metà della vita della corda se molto corte (minori o uguali a 10-11 cm) e lo stesso tempo se più lunghe.
Un'altra cosa che ci è stata fatta notare è che nell'uso di corde con elasticità diversa (due mezze o gemelle di marca o età diversa, o peggio una corda singola e una mezza) si generano situazioni di estrema pericolosità: si tranciano letteralmente o si generano forze di arresto che tolgono anche lo spit più resistente.
Ancora da conoscere sono le variazioni delle caratteristiche di una corda quando è bagnata (ad esempio nelle salite su cascate di ghiaccio): quando una corda ha assorbito acqua, cala molto in termini di resistenza, da un minimo del 20% ad un massimo del 40%.
Prima di addentrarci nella singola analisi di ciascun modello possiamo premettere che questa volta le corde testate hanno dato risultati molto simili ai valori dichiarati dalle case costruttrici.
Beal
Come già detto, Beal è uno dei maggiori produttori mondiali. Dopo aver incontrato il titolare alle fiere estive dello scorso anno, ci ha inviato una corda, la nuova Edlinger da 10,5 mm, che dichiara una forza d'arresto bassissima, circa 650 kN. I dati di laboratorio confermano una forza d'arresto indicativa da nuova simile a quanto dichiarato. Come abbiamo già fatto notare negli articoli dell'anno scorso, la maggioranza dell'elasticità di una corda se ne va alla minima caduta seria. Nel caso delle Beal l'elasticità si è conservata anche dopo voli importanti. È un dato veramente buono, di un buon 15% maggiore del precedente miglior risultato dei nostri test.
La Edlinger con l'uso si è dimostrata più che buona. La FA molto bassa è poco verificabile in termini pratici, specialmente se si utilizza un freno dinamico per l'assicurazione, mentre con Gri Gri o simili, l'atterraggio su questa corda è più morbido della media: vi rimandiamo a quanto già detto nel lontano 1986 da Patrick Edlinger (che coincidenza...) per quanto riguarda i microtraumi della colonna vertebrale creati dalle ripetute cadute: la soluzione più intelligente è quella di evitarli! Gli unici appunti da fare riguardano una certa tendenza ad annerire le mani per l'accumulo di sporco e una pelosità nella zona di corda interessata dallo sfregamento sui rinvii in fase di caduta (primi 5 metri). La camicia di questo modello da 10,5 mm si è dimostrata durevole e morbida. Nel complesso nessuna lamentela di grosso conto.
Black Diamond
A suo tempo citammo questo marchio per il notevole aiuto in termini di informazioni ricevute per la stesura dell'articolo, specialmente considerando che a quel tempo la casa era fuori dalla mischia. Non provammo delle corde perché non erano disponibili sul mercato italiano, ma dall'inizio di questa stagione il prodotto è presente nei negozi. La corda ricevuta, (10,5 mm), è molto simile alla Beal appena descritta. Non ce ne meravigliamo e non si meraviglia neanche la Black Diamond che non ha infatti problemi a dire che le proprie corde sono costruite dalla casa francese su loro specifiche. Nei confronti della Edlinger, l'unica differenza riscontrata nell'uso pratico è una maggiore compattezza della calza (effetto "Mammut" per intenderci) con una minore morbidezza, ma una maggiore durata. La costanza di rendimento e l'affidabilità sono tra le caratteristiche tipiche di questo marchio americano.
Edelrid
Un modello della casa tedesca, esattamente una corda da 10 mm, fu il prodotto con i risultati più contrastanti nel test dello scorso anno. Da nuova la corda non superava i test Uiaa, mentre da vecchia si posizionava nella fascia medio-alta di tenuta. All'uso pratico la Edelrid da 10 mm si dimostrò, tutto sommato, un buon prodotto. Il suo unico neo era appunto quello di essere "discutibile" da nuova. Ma tutti sappiamo che le corde si cambiano quando sono vecchie. e in quelle condizioni la Edelrid era simile a tutte le altre.
Il nuovo modello da 10 mm che ci è stato mandato è una bella corda, dalle performance generali buone o ottime. La morbidezza, maneggevolezza e durata della camicia sono valide. Non attorciglia, ma nel punto di caduta tende a diventare pelosa e a consumarsi, cosa del resto frequente in corde molto leggere.
Su ripetuti top rope la corda tende ad appiattirsi per il continuo sfregare sul moschettone. Nel precedente test poco avevamo a che ridire sull'uso pratico e poco abbiamo questa volta. Il trattamento di idrorepellenza, di serie su tutta la produzione, è buono; sulla durata di tale accorgimento rileggetevi le considerazioni già espresse nel test precedente. Le Edelrid sono consegnate in un sacchetto e non in matassa, per diminuire l'attorcigliamento, un dettaglio certo meritevole di attenzione.
Rivory Joanny
Il marchio francese ebbe performance criminali nel precedente test: il peggio disponibile sul mercato. Ci furono inviate per una presumibile (e speriamo tale) svista, corde già vecchie (ufficiosamente del 1991, in quanto di scritto non abbiamo a tutt'oggi ricevuto nulla), e un modello oltre tutto non più in produzione. Del tutto logico e naturale che i risultati dimostrassero pessime caratteristiche.
Dopo aver informato il distributore dei problemi, e aver avuto la sua autorizzazione, pubblicammo i risultati. Ne uscì un putiferio quando lo stesso test uscì in Desnivel (Spagna) dove il mercato di Rivory era molto più grande.
Ci preme sottolineare alcune precisazioni:
? i dati rilevati, come le successive impressioni, sono né più né meno quelli riscontrati nell'uso pratico e nei test di laboratorio.
? anche se il nostro articolo può avere arrecato un danno involontario a qualche marchio, abbiamo provato quello che ufficialmente era stato richiesto e che ci è stato dato. Se avessimo saputo che alcune corde erano così vecchie, non avremmo provato un prodotto di quelle caratteristiche. A conti fatti però tanto di cappello a quelle "nonne corde" che, così anziane, hanno avuto tali risultati.
Quest'anno abbiamo ricevuto dalla Casa francese due corde che sono risultate di qualità migliore e che rispettano, più o meno, i dati dichiarati dalla casa, con tenute comunque non lontane dalla media registrata nel precedente test. La camicia della Montagne ha risultati accettabili e la FA è migliore di quella dichiarata (molto elevata), cosa positiva. La Vertige invece riconferma la durevole camicia già apprezzata della Virus e ha caratteristiche nella media di questo diametro di corde, con FA che rimane comunque al di sotto della media. Nel complesso i valori rilevati e i relativi giudizi confermano quanto già pubblicato in un altro test dalla rivista americana Rock & Ice, con cui siamo stati in contatto durante questo periodo.
Le corde Rivory esaminate sono costruite con tre grossi trefoli a loro volta attorcigliati (braided core), mentre quasi tutte le altre corde hanno un maggior numero di trefoli di minori dimensioni. Nell'uso pratico, molto intenso e pignolo, abbiamo notato tre cose:
? nell'uso con il Logic di Cassin le corde tendono ad appiattirsi in quanto nel momento della caduta l'attrezzo tende a "srotolare" i trefoli interni. Ciò si è evidenziato anche su corde Roca, costruite con lo stesso sistema.
? questo tipo di camicia, a maglia grossa, tende a diventare pelosa, si consuma, si logora ma non ingrossa, cosa vantaggiosa con freni che mal digeriscono prodotti "panciuti". D'altro canto, sono corde che presumibilmente si cambieranno quando le performance se ne sono già andate per l'uso e gli inevitabili voli.
? le camice sono molto abrasive alla mano, da nuove e da vecchie: fate attenzione con dei freni dinamici molto "sportivi".
Emanuele Pellizzari e P.G.
Che cosa dicono gli altri
Per confrontare i nostri risultati con quelli di prove analoghe eseguite dalle principali riviste del settore siamo andati a vedere quanto sull'argomento è apparso recentemente sulla stampa estera.
Rock & Ice (USA)
Le prove sono state fatte seguendo le specifiche Uiaa, ma impiegando laboratori non autorizzati. I dati confermano, nella maggioranza dei casi, quanto da noi pubblicato in anticipo per i prodotti esaminati da nuovi, con l'eccezione delle Rivory Joanny per i motivi già spiegati. In generale comunque Rock & Ice è stato più diplomatico a livello di giudizi, benché i loro dati fossero molto più "preoccupanti" dei nostri.
Un succo di quanto hanno scritto:
su 32 vari modelli di corde testate, 21 (65%) hanno dati risultati in termini di cadute tenute inferiori al dichiarato, 10 (30%) uguali ed 1 (3%) superiore. La nostra percentuale era rispettivamente 50, 36 e 24%. Per pura cronaca ricordiamo che noi pubblicammo i dati considerando anche la caduta di rottura, e su questo punto i nostri colleghi non sono stati chiari. Se avessimo pubblicato le cadute tenute, le percentuali sarebbero state praticamente collimanti.
i dati di laboratori variano sempre a seconda del posto in cui si fanno le prove. Su quattro posti usati, sono sempre usciti alcuni dati discordanti. Senza fare inutili polemiche, notiamo comunque che generalmente i dati dichiarati dalle case sono superiori a quelli reali: questo anche perché le corde vengono in questo caso testate non appena prodotte, mentre generalmente le prove avvengono dopo un periodo più o meno lungo di conservazione. Non è da dimenticare inoltre, come già si è fatto ampiamente notare, che qualsiasi corda ha punti buoni e meno buoni.
High (UK)
Il test non aveva dati di laboratorio, e i giudizi per le quattro corde testate sono concordi con quelli pubblicati da Alp, eccetto che per la Mammut Galaxy (il nostro giudizio è più severo).
Climbing (USA)
Nulla a che vedere con le nostre corde dinamiche, il loro test era su corde statiche. Preziosissime però le informazioni raccolte, così riassumibili: una corda fissa deve essere statica. Una corda dinamica vecchia non è una statica buona, come generalmente si crede. Vi sono grosse differenze in termini di tenuta e di durata.
Le forze d'arresto, nell'impiego di una corda statica (o poco elastica) per la persona che cade e per le protezioni sono veramente brutali ed elevate.
Fisica della caduta
Abbiamo parlato lungamente sul fattore di caduta (FC) e forza d'arresto (FA). Ci è parso utile ribadire alcuni concetti su questo argomento. Tutti i dati che seguono considerano freni statici. I fisici, o le persone più addentro al settore, mi perdonino tale "inesattezza", ma per quelli che usano freni dinamici, FA e FC elevati corrispondono a scorrimenti della corda più o meno pronunciati. Convertitevi perciò i dati che seguono "a occhio" a seconda del freno che usate. Vi consiglio di fare riferimento all'ormai storico articolo di Alp n. 48 "Assicurati e garantiti" per trovare le FA generate dai freni dinamici e i successivi scorrimenti. Il termine FA, dice tante cose, ma senza chiarificazioni, non ha significato. Quello misurato è quello sostenuto dal climber, mentre l'assicuratore riceve una forza d'impatto minore perché diminuita dagli attriti. Alla luce di quanto documentato da un video prodotto dalla Commissione interregionale materiali e tecniche del Cai Vfg e da studi dell'American Alpine Club, gli attriti sembrano giocare un ruolo fondamentale nella dissipazione della forza creata da una caduta. Per essere più precisi, oltre al termine Fattore di Caduta (FC) dovremmo parlare anche di Fattore di Caduta Reale (FCR).
Partiamo dal presupposto che un arrampicatore abbia messo una protezione dopo la sosta e che poco dopo voli. La forza che riceverà l'assicuratore (o la sosta) sarà la metà di quella del climber. Ciò perché, da prove di laboratorio, con una corda che fa una curva di 180° su di un moschettone, si genera una frizione pari al 52% dell'energia creata, ovvero l'assicuratore sente una forza che è la metà di quella del climber. Ed è per questo che una persona di minore peso può assicurare (Top rope) una più pesante. Se non vi fosse questo attrito (una carrucola ad esempio) l'assicuratore decollerebbe e volerebbe fino a che il primo non si ferma da solo (per terra...).
Continuando la salita e mettendo più protezioni l'attrito sarà maggiore e minore il FC. Ma oltre che a un minore FC, aumentano gli attriti che diminuiscono il tratto di corda più sollecitato da caduta. Perciò il punto di corda dall'arrampicatore fino alla prima protezione subirà un'usura maggiore del restante tratto di corda interessato. Per esempio, se ci sono 30 metri di corda fuori e si cade per 6 si avrà un FC=0,2 mentre il FCR (con gli attriti) è di 0,58: molto più alto. Credeteci sulla parola, questi sono i dati risultanti; e appunto questi dati creano nuove e fino a ora poco valutate problematiche, che riassumiamo come segue.
Il voletto da "palestra", non esiste. Le corde, anche nel migliore dei casi, prendono sempre belle botte. è, secondo me, per pura fortuna o caso che fino ad ora alcuni degli "stopponi" che si vedono in palestra non si sono ancora rotti....
L'introduzione del concetto "chi vola vale" presumibilmente nel lungo periodo darà alcuni problemi alle schiene di questi adepti troppo "avieri". Infatti, anche a voletto corto, assicurato con freni statici o dinamici, non corrisponde una FC e di conseguenza FA, tanto bassa. Ciò vale anche assicurando con freni dinamici che generano FA alte. In altre parole, una volta passate delle protezioni, un freno genera sempre le stesse FA alla sosta e lo stesso impatto sul climber.
Anche con corde nuove o con protezioni buone, si tratta sempre di FC e di conseguenza FA (o scorrimenti con freni dinamici), più elevate di quelle stimabili e stimate fino a ora.
Un'ultima considerazione circa il peso dell'arrampicatore. Anche la massa di un climber determina infatti la FA che si crea. Sappiamo che l'Uiaa usa una massa di 80 kg per i propri test. Ma per quelli che pesano di meno? O di più? La massima forza generata è proporzionale alla radice quadrata del peso del climber. A parametri uguali (stessa FC) e mettendo tali informazioni in una funzione matematica, con una caduta con FC=0,5 su 7 metri di corda, un climber di 60 kg "sentirà" circa 3,4 kN, uno di 80 circa 4 kN ed uno di 100 kg circa 4,5 kN.
Se invece di un volo di poco conto (neanche tanto poco comunque) sulla stessa lunghezza di corda si fa un FC di 1,6 (in termini spicci si sta moschettonando il secondo spit ma si vola prima di farlo con la corda già in mano, ovvero "lasca") il magro da 60 kg avrà una forza di 5,4 kN, il medio da 80 una 6,2 kN ed il paffutello da 100 kg 7 kN. Prendendo il dato di circa 3 kN generato da un mezzo barcaiolo ed il circa 1,5/2 kN di altri attrezzi più "sportivi", come molte volte ripetuto, è difficile frenare una caduta "seria" senza guanti.
Per esperienza personale e per test già fatti dal sottoscritto e da altre persone, con un freno dinamico è materialmente impossibile frenare una caduta di FC maggiore di 1 con un freno "sportivo" senza guanti. Un microvolo di 2 metri con FC=2 genera una caduta di 4 metri con uno scorrimento di corda di circa 2 metri. Non riuscirete a tenerlo senza guanti, forse, e soltanto forse, con i guanti. Ma un volo di 2 metri sopra la sosta è una nullità, in altre parole con i piedi circa 1 m sopra il freno. Con freni statici, si ritorna al vecchio discorso di spaccare probabilmente tutto.
Che cosa significa tutto ciò?
Anche se è da "macho", serve poco moschettonare su strapiombi al terzo o quarto resinato. Se si vola qualche metro dopo, l'assicuratore decollerà e dipenderà dalla differenza di peso che vi lega con lui se non arrivate per terra. se avete un assicuratore leggero rispetto a voi, fino al 2°/3° rinvio non potete considerarvi immuni da atterraggi sul terreno, anche se vi assicura correttamente e con attenzione.
Non è proprio vero che su strapiombi molto pronunciati si è "salvi". Si è salvi se vi è sufficiente attrito e un assicuratore di peso non molto inferiore a chi arrampica.

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Messaggioda Vigorone » gio mag 21, 2009 16:31 pm

mi manca un pezzo (non quoto se no la pagina scende fin sotto il pavimento)

ma non e' forse vero che una corda conservata correttamente e non usata vede le proprie caratteristiche peggiorare molto poco anche dopo parecchi anni? allora che e' successo a quelle corde rivory?
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Messaggioda Kinobi » gio mag 21, 2009 17:04 pm

Vigorone ha scritto:mi manca un pezzo (non quoto se no la pagina scende fin sotto il pavimento)

ma non e' forse vero che una corda conservata correttamente e non usata vede le proprie caratteristiche peggiorare molto poco anche dopo parecchi anni? allora che e' successo a quelle corde rivory?


La storia è lunga. Tanto sono falliti prima che andassi davanti al giudice...
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Messaggioda Vigorone » gio mag 21, 2009 17:11 pm

clamoroso!!

Kinobi ha scritto:
Vigorone ha scritto:mi manca un pezzo (non quoto se no la pagina scende fin sotto il pavimento)

ma non e' forse vero che una corda conservata correttamente e non usata vede le proprie caratteristiche peggiorare molto poco anche dopo parecchi anni? allora che e' successo a quelle corde rivory?


La storia è lunga. Tanto sono falliti prima che andassi davanti al giudice...
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Re: la prima corda..

Messaggioda Vigorone » ven mag 22, 2009 11:54 am

...naturalmente e' un caso che la corda schiantata (in laboratorio) sulla copertina di uno degli ultimi Lo Scarpone sia una Tendon Smart...

splash ha scritto:ragà lo so se ne parlato tanto.. ho già visto in altri post.. il problema e quest.. ne capisco poco per comprare una corda e in giro ce ne sono troppe per poter decidere.. ad esempio il negoziante + vicino ha una Tendon Smart 10 diametro 10mm. Metri 70 Numero cadute UIAA 6 89?
posso prendere questa tranquillamente o la sconsigliare?
ad ogni modo vorrei prendere una 10mm 60/70 metri e vorrei spendere intorno i 100 euri.. cosa mi consigliate?
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Messaggioda pasasò » ven mag 22, 2009 12:10 pm

vedo che le chiacchiere aumentano.

bene.

non sono importatore nè agente Tendon nè percepisco parcelle dallqa tendon per parlare bene delle loro corde però posseggo una tendom di 60 mt pagata "a prezzo" qualche anno addietro, colore azzurro e bianco che non si attorciglia e come unico difetto, se così si può dire ma che per me non è un qualcosa di estremamente fastidioso è che rispetto ad altre corde è più morbida, ha un'elasticità maggiore.

io poi non mai detto che tale corda sia di qualità in assoluto ma per quello che cerco io in falesia va molto bene.

Forse se facessi gradi dal 8x in su, fossi sponsorizzato etc etc cercherei una corda a peso ridottissimo, fine come un dito mignolo di una modella che sia il top come scorrimento bellezza, figosità etc ect.

Anche perchè per me, a differenza di altri qui dentro che hanno sicuramente le loro ottime ragioni, una corda da 10 mm è accettabilissima e non un canapone nonostante in commercio ci siano corde intere credo da 92, soprattutto poi quando rispondo ad una domanda di persona che dichiara di usare come strumento di assicurazione il gri o il secchiello che vanno anche con corde da 11 mm se non erro (controlla!).

Tutto qui, questo era la precisazione per il mio consiglio stringato di sopra, buone scalate
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Messaggioda Vigorone » ven mag 22, 2009 12:17 pm

calma calma.

non sei il primo che parla bene delle Tendon. Tra l'altro essendo io di peso > 80 kg e' bene se non uso corde troppo fini (cosi' spiega se ben ricordo il sito beal, o forse lo stesso tendon). Mi sto orientando anche io su una 10mm.

ho solo ripreso quella rivista in mano ieri sera e mi ha colpito la coincidenza. quella foto in copertina (su un articolo sulla nuova torre di prova della comm. mat etc) fa abbastanza senso, anche se e' frutto di una prova di trazione in laboratorio

tutto qui.
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Messaggioda Kinobi » ven mag 22, 2009 12:26 pm

Vigorone ha scritto: anche se e' frutto di una prova di trazione in laboratorio

tutto qui.


No, "caduta", non "trazione". Gran bella differenza.
E come detto (e tre volte!) le cadute non sono indice di qualità della corda.

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Messaggioda Vigorone » ven mag 22, 2009 12:30 pm

nono, stasera rileggo ma *quella* foto li se ben mi ricordo e' proprio il frutto di una prova di trazione, non dei test di caduta alla torre.

Kinobi ha scritto:
Vigorone ha scritto: anche se e' frutto di una prova di trazione in laboratorio

tutto qui.


No, "caduta", non "trazione". Gran bella differenza.
E come detto (e tre volte!) le cadute non sono indice di qualità della corda.

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Messaggioda Kinobi » ven mag 22, 2009 12:54 pm

Vigorone ha scritto:nono, stasera rileggo ma *quella* foto li se ben mi ricordo e' proprio il frutto di una prova di trazione, non dei test di caduta alla torre.

Kinobi ha scritto:
Vigorone ha scritto: anche se e' frutto di una prova di trazione in laboratorio

tutto qui.


No, "caduta", non "trazione". Gran bella differenza.
E come detto (e tre volte!) le cadute non sono indice di qualità della corda.

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Guarda e facci sapere. Non trovo l'articolo.
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Messaggioda Vigorone » ven mag 22, 2009 12:58 pm

volentieri se non hai fretta, a casa ho troppi bimbi intorno per riuscire a fare altro...

Kinobi ha scritto:
Vigorone ha scritto:nono, stasera rileggo ma *quella* foto li se ben mi ricordo e' proprio il frutto di una prova di trazione, non dei test di caduta alla torre.

Kinobi ha scritto:
Vigorone ha scritto: anche se e' frutto di una prova di trazione in laboratorio

tutto qui.


No, "caduta", non "trazione". Gran bella differenza.
E come detto (e tre volte!) le cadute non sono indice di qualità della corda.

E


Guarda e facci sapere. Non trovo l'articolo.
E
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
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Messaggioda eugen » ven mag 22, 2009 15:25 pm

Kinobi ha scritto:Se invece di un volo di poco conto (neanche tanto poco comunque) sulla stessa lunghezza di corda si fa un FC di 1,6 (in termini spicci si sta moschettonando il secondo spit ma si vola prima di farlo con la corda già in mano, ovvero "lasca") il magro da 60 kg avrà una forza di 5,4 kN, il medio da 80 una 6,2 kN ed il paffutello da 100 kg 7 kN. Prendendo il dato di circa 3 kN generato da un mezzo barcaiolo ed il circa 1,5/2 kN di altri attrezzi più "sportivi", come molte volte ripetuto, è difficile frenare una caduta "seria" senza guanti.
Per esperienza personale e per test già fatti dal sottoscritto e da altre persone, con un freno dinamico è materialmente impossibile frenare una caduta di FC maggiore di 1 con un freno "sportivo" senza guanti. Un microvolo di 2 metri con FC=2 genera una caduta di 4 metri con uno scorrimento di corda di circa 2 metri. Non riuscirete a tenerlo senza guanti, forse, e soltanto forse, con i guanti. Ma un volo di 2 metri sopra la sosta è una nullità, in altre parole con i piedi circa 1 m sopra il freno. Con freni statici, si ritorna al vecchio discorso di spaccare probabilmente tutto.
Che cosa significa tutto ciò?
Emanuele Pellizzari


E' fin troppo interessante il tuo post, mi vengono quasi i brividi...
Non ho capito però una cosa: a parte che chi pesa di più genera una forza maggiore durante la caduta (e fin qui tutto ok), non ho capito se i 3kN del mezzo barcaiolo e il 2kN dei freni più sportivi si riferiscano alla forza dissipata dall'attrezzo o dalla forza "residua" (brutto termine) che l'assicuratore dovrà tenere.
In parole povere: frena di più il mezzo barcaiolo o i freni sportivi?

Infine, non è che tu sai dove reperire dei dati sulle forze dissipate da diversi tipi di freni? Che distinguano per esempio l'8 dal mezzo barcaiolo e dal secchiello (a tipologia ecco, non nel modello della marca specifica).

Grazie mille
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Messaggioda grizzly » ven mag 22, 2009 15:35 pm

ex giaguaro ha scritto:Ciao a tutti, sono Agente Mammut,
mi permetto di inserirmi nel discorso per dire che la passion (già citata) è sicuramente una buona corda base, fa parte della linea classica senza particolari trattamenti ma assicura una durata veramente buona, sul fatto che ci siano corde mammut economiche fatte male come dice sbob, pregherei di fare nomi ed indicarne le particolaritàe caratteristiche che non vengono apprezzate in modo da poter capire meglio... penso sia troppo generico (come dice Kinobi) dire la marca e poi non specificare!


Ciao.
Io ho una Tusk. (80 metri). Non dico che è fatta male... ma:
1) sporca in una maniera assurda, nero, unto...
2) nel giro di 6 mesi, con utilizzo settimanale in falesia, è diventata un "canapo" che con il GriGri è praticamente impossibile dare corda in modo fluido. Noto che altre corde, anche piuttosto "canapizzate" e a parità di diametro, scorrono molto meglio. Questa sembra proprio che "freni".
Perchè?
Rimedi?
Io al venditore non avevo assolutamente chiesto di risparmiare.
Grazie!
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