Durata degli spit.

Consigli, tecniche, materiali e varie utilità.

Messaggioda al » ven feb 23, 2007 16:54 pm

alberto60 hai ragione, maggiore è l'ingaggio, maggiore è il divertimento e se non passi, torni indietro: l'alpinismo non è mutuabile.

Ma ormai l'alpinismo è uno sport di massa, di che tipo di massa non importa, la società è una società di massa.
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Messaggioda alberto60 » ven feb 23, 2007 17:02 pm

al ha scritto:alberto60 hai ragione, maggiore è l'ingaggio, maggiore è il divertimento e se non passi, torni indietro: l'alpinismo non è mutuabile.

Ma ormai l'alpinismo è uno sport di massa, di che tipo di massa non importa, la società è una società di massa.


ma io non voglio avere ragione. Ho solo espresso una mia preoccupazione.

E credo anche che l'alpinismo quello con la "A" maiuscola non sia propria di massa.

Se vai al Ciavazes trovi la massa. Ma se vai sulla Italo-Polacca alla sud del Burel la massa non la trovi.

E questo va mantenuto.
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Messaggioda MacOnions » ven feb 23, 2007 17:07 pm

al ha scritto:Ma ormai l'alpinismo è uno sport di massa


Vengono i brividi a leggerlo.
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Messaggioda Roberto » ven feb 23, 2007 18:47 pm

MacOnions ha scritto:
al ha scritto:Ma ormai l'alpinismo è uno sport di massa


Vengono i brividi a leggerlo.
Però è così.
Ormai a fare alpinismo siamo in moltissimi, anche se poi, quelli che fanno vero alpinismo, sono pochissimi.

Per "vero" non intendo di elite, duro e difficile, ma l' alpinismo fatto con l' ottica di chi affronta la parete considerando tutti i rischi, valutando le proiprie possibilità e scegliendo le salite che hanno un' apsetto di ingaggio (rispetto alle proprie capacità), di ricerca personale del proprio limite, che può anche essere senza pretese di impresa, ma di pura soddisfazione propria.
Intendo alpinisti che scelgono una via in base alla voglia di mettersi alla prova, di misurarsi con una parete, con una via. Alpinisti che scalano per passione vera, e non per moda.
E' difficile da spiegare, ma vedo molta superficialità in giro per le pareti, molta presunzione, vanteria, poca umiltà e capacità di guardarsi intorno con occhi che vedono e non con l' atteggiamento di chi si vuol far vedere e basta.
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Messaggioda REDda » ven feb 23, 2007 18:50 pm

per Alpinismo cosa intendete??
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Messaggioda Roberto » ven feb 23, 2007 18:52 pm

REDda ha scritto:per Alpinismo cosa intendete??
Alpinismo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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L'alpinismo è una disciplina sportiva che si basa sul superamento delle difficoltà incontrate durante la salita di una montagna. L'ascesa (arrampicata) alpinistica può avvenire su roccia o su neve e ghiaccio.

La differenza fondamentale tra l'alpinismo propriamente detto e la disciplina dell' arrampicata sportiva è che, mentre nell'alpinismo lo scopo è il raggiungimento della vetta di una montagna, nell'arrampicata lo scopo principale è il superamento di una parete (naturale o artificiale) o di una parte di essa, dove la difficoltà è generalmente maggiore.

Una ulteriore differenza tra alpinismo ed arrampicata sportiva è che, in generale, le difficoltà incontrate nell'alpinismo sono prevalentemente legate all'ambiente (es. altitudine, presenza di ghiaccio, esposizione alla variazioni meteorologiche, lontananza da luoghi abitati) mentre nell'arrampicata sportiva prevalgono le difficoltà tecniche (es. parete strapiombante, scarsità di appigli ed appoggi). Ne consegue che la pratica dell'alpinismo, oltre ad una adeguata preparazione fisica, richiede una particolare conoscenza dell'ambiente di montagna mentre nell'arrampicata sportiva è necessario portare ai massimi livelli l'allenamento fisico specifico. E anche vero che la grande progressione delle difficoltà superate in falesia ha contribuito ad innalzare molto anche il livello di difficoltà delle salite in ambiente alpino.
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Messaggioda REDda » ven feb 23, 2007 19:03 pm

ok, allora se lo intendiamo così non è she poi ci sia quella gran massa. La maggio parte della gente che va in montagna le trovi nei sentieri facili (il 50% è nel giro delle tre cime) e poi più si va sul tecnico meno gente trovi, per lo meno quelli che trovi sono d'avvero intenzionati a fare alpinismo
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Messaggioda alberto60 » ven feb 23, 2007 19:07 pm

L'alpinismo è avventura, è passione per la montagna, è ingaggio, è piacere della scalata, è godersi un alba da una vetta, è voglia di faticare di farsi il culo per raggiungere l'attacco di una via, è mettersi in gioco e confrontarsi con la montagna con la parete.

E' dare la possibilità alla montagna di vincere.

E' cercare il modo più semplice per salire una parete difficile.
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Messaggioda MacOnions » ven feb 23, 2007 19:37 pm

Roberto ha scritto:Però è così.
Ormai a fare alpinismo siamo in moltissimi, anche se poi, quelli che fanno vero alpinismo, sono pochissimi.


Infatti sempre più preferisco il termine montanaro, proprio sulla base del discorso che fai e non mi dispiacerebbe si imparasse a vivere la montagna, forse ho una visione troppo romantica.
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Messaggioda REDda » ven feb 23, 2007 22:18 pm

forse è d'avvero meglio il termine "montanaro" che "alpinista", dfa più il senso di uno che va in montagna per godersi tutti i suoi piaceri
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Messaggioda al » lun feb 26, 2007 9:27 am

"L'alpinismo è avventura"
dice alberto60, e sono d'accordo.

Ma che avventura è salire su una via, pur difficile, ma descritta, commentata, fotografata da cento persone?
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Messaggioda alberto60 » lun feb 26, 2007 11:09 am

al ha scritto:"L'alpinismo è avventura"
dice alberto60, e sono d'accordo.

Ma che avventura è salire su una via, pur difficile, ma descritta, commentata, fotografata da cento persone?


Ma non ci sono solo le vie super ripetute , super classiche.

Come ti ho già sopra scritto, non c'è solo la sud del Ciavazes, la est del Catinaccio, la nord delle Lavaredo, La sud della Midi, ect.

Ci sono anche la sud del Burel , Le Dolomiti Feltrine, lo Spiz D'Agner Nord, la Nord dell'Olan , le Pale di San Lucano, I monti del Sole, ect, ect.

Insomma volendo, avendo voglia di faticare, di mettersi in gioco. Gli spazi ci sono ancora. L'importante è preservarli, lasciarli integri, selvaggi, non riempire le vie di attrezzatura fissa in modo che ci sia sempre l'impegno della ricerca del percorso.
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Messaggioda Roberto » lun feb 26, 2007 11:34 am

Se l' alpinismo è avventura, allora vie spittate, dove non occorre cercare l' itinerario, trovare il modo di proteggersi, insomma, "ri-creare" la via, non sono alpinismo, ma arrampicata sportiva!
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Messaggioda alberto60 » lun feb 26, 2007 11:49 am

Roberto ha scritto:Se l' alpinismo è avventura, allora vie spittate, dove non occorre cercare l' itinerario, trovare il modo di proteggersi, insomma, "ri-creare" la via, non sono alpinismo, ma arrampicata sportiva!


si, io credo che le vie di più tiri attrezzate in maniera sistematica a spit, non siano altro che una serie di monotiri uno sopra l'altro. Non conta la difficoltà ma il modo di apertura.
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Messaggioda scheggia » lun feb 26, 2007 12:00 pm

alberto60 ha scritto:
Roberto ha scritto:Se l' alpinismo è avventura, allora vie spittate, dove non occorre cercare l' itinerario, trovare il modo di proteggersi, insomma, "ri-creare" la via, non sono alpinismo, ma arrampicata sportiva!


si, io credo che le vie di più tiri attrezzate in maniera sistematica a spit, non siano altro che una serie di monotiri uno sopra l'altro. Non conta la difficoltà ma il modo di apertura.


quoto, ed è anche un po una tendenza moda che sta prendendo piede... a meno per quel che mi ricordo. :?
Difronte
Alla
Vita
Insegue
Delle
Emozioni

i limiti sono solo nella nostra testa
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Messaggioda al » lun feb 26, 2007 13:39 pm

Mah!

Penso che il vostro concetto di avventura sia riduttivo, e anche se codiviso, sia solamente vostro, non generalizzabile.

Si potrebbe dire elitario, se non fosse che l'idea di elites può comprendere latamente l'idea di gruppo dei migliori.
Non so se scalare meglio di un altro possa permettere di dire cosa è in generale avventura.

Chi inizia a fare discorsi di verità, tipo il vero alpinismo, la vera avventura, il pollo non è più come una volta...etc etc....ha la vecchiaia che gli bussa alle orecchie
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Messaggioda Roberto » lun feb 26, 2007 13:45 pm

al ha scritto:Mah!

Penso che il vostro concetto di avventura sia riduttivo, e anche se codiviso, sia solamente vostro, non generalizzabile.

Si potrebbe dire elitario, se non fosse che l'idea di elites può comprendere latamente l'idea di gruppo dei migliori.
Non so se scalare meglio di un altro possa permettere di dire cosa è in generale avventura.
Se parti da questo presupposto, tutto è avventura, anche attraversare la strada, se fatto da un anziano, magari ipovedente.
E' ovvio che bisogna mettere dei paletti, perché altrimenti sarebbe alpinismo anche arrampicare in falesia, a seconda della distanza degli spit o delle capacità personali.
No, una via totalmente attrezzata, dove non c'è nulla da fare, oltre che seguire una linea di placchette, non è alpinismo, anche fosse lunga 1000 metri!
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Messaggioda al » lun feb 26, 2007 13:55 pm

No Roberto, banalizzi: dove un comportamente è necessario o necessitato non può essere avvenutroso.

Noi si parlava di libertà di azione: avventurosa è una azione in cui l'elemento incognito è affrontato come sfida di un uomo libero che mette in conto il fallimento come esito possibile dell'azione e non come incidente.

L'avventura è sfida all'incongnito.
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Messaggioda alberto60 » lun feb 26, 2007 15:49 pm

al ha scritto:No Roberto, banalizzi: dove un comportamente è necessario o necessitato non può essere avvenutroso.

Noi si parlava di libertà di azione: avventurosa è una azione in cui l'elemento incognito è affrontato come sfida di un uomo libero che mette in conto il fallimento come esito possibile dell'azione e non come incidente.

L'avventura è sfida all'incongnito.


Incognito o ignoto?

Comunque se uno attrezza in maniera sistematica, se attezza tutta la via con catene per calarsi facilmente in ogni momento, se scrive il nome della via all'attacco, se segna ogni sentiero, se scrive relazioni che ti tolgono ogni dubbio, ect, ect, che sfida all'incognito è la tua avventura????

Una componente essenziale dell'alpinismo è l'avventura e c'è avventura se non si sa come va a finire, non intesa nel senso di lasciarci la pelle ma di non riuscire. Di non riuscire in tanti sensi: a non salire perchè troppo difficile, perchè non si trova il percorso , perchè non si trova l' attacco,
perchè non si ha la tranquillità interiore a stare in un ambiente selvaggio che ci sovrasta che ci pesa addosso, perchè non ci sentiamo tranquilli ad affrontare un bivacco oppure una impegnativa discesa sul versante opposto.

Bonatti sicuramente non era il più forte scalatore del modo ma era senza dubbio un alpinista che faceva dell'avventura la sua linea guida nell'andare in montagna.
Tanto per fare un esempio non perchè sono bonattiano.
alberto60
 
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Messaggioda Roberto » lun feb 26, 2007 15:52 pm

Due metri di avventura, tra spit e spit :roll:
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