Viti da ghiaccio Cassin

Consigli, tecniche, materiali e varie utilità.

Viti da ghiaccio Cassin

Messaggioda smecchi » mar ott 30, 2007 13:33 pm

Qualcuno sa dirmi come vanno e quanto costano ? A Roma si trovano solo Petzl (ex Charlet), Grivel e Camp.
Sono migliori o peggiori della Camp ?
Grazie.


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Messaggioda Jos » gio nov 01, 2007 1:42 am

Veramente le BD mi risulta che si trovino dappertutto, anche a Brindisi - (forse). E comunque non prendere le Petzl ultime, quelle con l'anello tipo spit sulla manovella.

Confesso di non aver mai provato le Cassin. Se per Camp intendi le vecchie economiche Vertigo, quelle con l'anello tipo barca, si spera però che le Cassin siano meglio, altrimenti è meglio che alla Cassin (che dovrebbe essere, con molte incertezze, il marchio alto di gamma di Camp) si diano all'ippica o magari al canotto.

Dovrebbero invece somigliare alle Ice Claw, o meglio, essere identiche, salvo la manovella per l'avvitamento rapido. Le Ice Claw sono le uniche che ho provato, di tutte le viti Cassin e Camp, e sono così così. Vale la pena di prenderle solo se la differenza di prezzo rispetto alle BD è seria.

Comunque, sempre per notare il paradosso del rapporto tra Cassin e Camp, il progetto più intelligente è quello della vite Camp - non ricordo come si chiama - con la leva di avvitamento separata dalla fettuccia. Vista solo in foto, ma da provare. Certo poi nelle viti quel che conta davvero è la filettatura, la qualità della cromatura e della lavorazione. La DMM, che è una delle viti migliori oggi in circolazione, non ha nessuna manovella o anello, è semplice semplice, ma entra nel ghiaccio come fosse burro.
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Messaggioda n!z4th » gio nov 01, 2007 2:26 am

E comunque non prendere le Petzl ultime, quelle con l'anello tipo spit sulla manovella.


xke scusa :?: :roll:
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Messaggioda William » ven nov 02, 2007 10:17 am

Jos ha scritto: Certo poi nelle viti quel che conta davvero è la filettatura, la qualità della cromatura e della lavorazione.


Secondo me per quanto riguarda la penetrazione ( 8O :mrgreen: ) cio che conta di più è la geometria dei taglienti ed il passo del filetto; tutto il resto viene in secondo piano.
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Re: Viti da ghiaccio Cassin

Messaggioda William » ven nov 02, 2007 10:57 am

smecchi ha scritto:Qualcuno sa dirmi come vanno e quanto costano ? A Roma si trovano solo Petzl (ex Charlet), Grivel e Camp.
Sono migliori o peggiori della Camp ?
Grazie.


io fino a tre anni fa avevo delle camp di cui non ricordo il modello (asta in acciao inossidabile e placchetta in alluminio anodizzato blu) e ti posso garantire che confronto a bd e grivel non c'è storia. Sulle nuove camp, charlet e cassin non ti posso aiutare non avendole mai provate.
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Messaggioda n!z4th » ven nov 02, 2007 11:18 am

William ha scritto:
Jos ha scritto: Certo poi nelle viti quel che conta davvero è la filettatura, la qualità della cromatura e della lavorazione.


Secondo me per quanto riguarda la penetrazione ( 8O :mrgreen: ) cio che conta di più è la geometria dei taglienti ed il passo del filetto; tutto il resto viene in secondo piano.


Sei volgare... [-X




















:smt005 :lol:
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Re: Viti da ghiaccio Cassin

Messaggioda ICE&DRY » ven nov 02, 2007 12:23 pm

smecchi ha scritto:Qualcuno sa dirmi come vanno e quanto costano ? A Roma si trovano solo Petzl (ex Charlet), Grivel e Camp.
Sono migliori o peggiori della Camp ?
Grazie.


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BD, Grivel : le migliori

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Messaggioda n!z4th » ven nov 02, 2007 14:43 pm

BD, Grivel : le migliori

Il resto lascialo perdere


...come se i charlet fossero feccia... :roll:
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Messaggioda ICE&DRY » ven nov 02, 2007 15:49 pm

n!z4th ha scritto:
BD, Grivel : le migliori

Il resto lascialo perdere


...come se i charlet fossero feccia... :roll:


di sicuro, sono più scomode da infilare, non hanno la manovella........
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Messaggioda n!z4th » ven nov 02, 2007 20:59 pm

ICE&DRY ha scritto:
n!z4th ha scritto:
BD, Grivel : le migliori

Il resto lascialo perdere


...come se i charlet fossero feccia... :roll:


di sicuro, sono più scomode da infilare, non hanno la manovella........


Si invece :!:

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Messaggioda Jos » ven nov 02, 2007 22:40 pm

1. William, se vogliamo proprio entrare in questioni tecniche, ma non troppo perché ci vorrebbero una decina di pagine, quando si dice filettatura si dice soprattutto il suo rilievo. Il passo, ormai, è relativamente stabilizzato, ad esempio tra Grivel e BD, che sono le viti davvero concorrenti per il top del mercato (DMM sono qualitativamente paragonabili, ma la loro distribuzione sul mercato mondiale è meno rilevante) c'è una differenza di passo che misuri in un decimo di millimetro scarso ogni dieci giri.

Quando si dice filettatura si intende, in modo sintetico, tutto questo, ma appunto quel che poi conta, rilievo a parte, è la lavorazione e la qualità del rivestimento dell'acciaio (cromatura), ossia quanto di fatto è ?liscio? il metallo a contatto con il materiale d'attrito, ovvero il ghiaccio, e non solo dopo il primo uso, ma dopo trenta o cento.

Sulle Grivel di dieci anni fa, ad esempio, la cromatura si squamava dopo un uso relativamente breve. Poi sono molto migliorati e ora la durata è paragonabile a quella delle viti BD.

La lavorazione della superficie della vite (dentro e fuori) è un aspetto delicato, che riguarda la durata ma anche la facilità di avvitamento, a prescindere dal sistema meccanico della leva.

Per la facilità di entrata, è ancora un altro discorso. Ci sono altre piccole variabili. Qui conta molto la forma della fresa d'attacco, che ad esempio su BD è leggermente più profonda che su Grivel. A mio parere le 360 hanno ancora un piccolo vantaggio sulle penultime BD. Sulle ultime non so perché ancora non sono arrivate qui, ma c'è da star sicuri che qualcosa avranno cambiato. Bisogna sempre tener presente che le cose importanti che si cambiano non si dicono mai, perché vorrebbe dire ammettere che il disegno precedente era errato.

In altri casi, di viti meno buone, si può notare ad esempio che l'angolo di affilatura della fresa è troppo ampio, oppure che i tagli sono troppo in asse con la vite eccetera.

La grande differenza tra Grivel e le altre viti, al momento, è appunto il disegno della filettature, che è ?inverso?, vale a dire che la parte ?morbida? dell'angolo della filettatura è al contrario rispetto all'avvitamento. Questo disegno, di origine idraulica, funziona molto bene. Ma se fosse accoppiato ad una cattiva lavorazione dei pezzi e ad una cromatura frettolosa, non servirebbe a niente.

2. Per quanto riguarda le viti Petzl-Charlet, si tratta di materiale ottimo, nel senso appena specificato (filetto, lavorazione ecc.). Il problema è semplicemente la leva dell'ultimo modello, poco pratica e di fatto più dura da manovrare rispetto alla gran parte della concorrenza (non solo BD e Grivel, ma anche DMM che è senza manovella, o Simond). Inoltre c'è anche una piccola ma sensibile differenza nell'avvitamento iniziale rispetto a BD o Grivel o DMM. Vale la pena di prenderle nella versione classica, senza manovella, per uso alpinistico restano ottime.

L'unico vero limite delle Grivel 360 (le Helix sono un prodotto sbagliato) è la manovella, molto ingombrante. Su cascata dura non hanno concorrenti, a mio parere; su goulotte o in montagna le BD sono spesso preferibili perché quel che perdono su ghiaccio molto duro (che in montagna praticamente non esiste) e in velocità d'attacco lo guadagnano, e di molto, in praticità e comodità (che talvolta significa anche sicurezza).

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Messaggioda n!z4th » sab nov 03, 2007 0:17 am

Jos ha scritto:1. William, se vogliamo proprio entrare in questioni tecniche, ma non troppo perché ci vorrebbero una decina di pagine, quando si dice filettatura si dice soprattutto il suo rilievo. Il passo, ormai, è relativamente stabilizzato, ad esempio tra Grivel e BD, che sono le viti davvero concorrenti per il top del mercato (DMM sono qualitativamente paragonabili, ma la loro distribuzione sul mercato mondiale è meno rilevante) c'è una differenza di passo che misuri in un decimo di millimetro scarso ogni dieci giri.

Quando si dice filettatura si intende, in modo sintetico, tutto questo, ma appunto quel che poi conta, rilievo a parte, è la lavorazione e la qualità del rivestimento dell'acciaio (cromatura), ossia quanto di fatto è ?liscio? il metallo a contatto con il materiale d'attrito, ovvero il ghiaccio, e non solo dopo il primo uso, ma dopo trenta o cento.

Sulle Grivel di dieci anni fa, ad esempio, la cromatura si squamava dopo un uso relativamente breve. Poi sono molto migliorati e ora la durata è paragonabile a quella delle viti BD.

La lavorazione della superficie della vite (dentro e fuori) è un aspetto delicato, che riguarda la durata ma anche la facilità di avvitamento, a prescindere dal sistema meccanico della leva.

Per la facilità di entrata, è ancora un altro discorso. Ci sono altre piccole variabili. Qui conta molto la forma della fresa d'attacco, che ad esempio su BD è leggermente più profonda che su Grivel. A mio parere le 360 hanno ancora un piccolo vantaggio sulle penultime BD. Sulle ultime non so perché ancora non sono arrivate qui, ma c'è da star sicuri che qualcosa avranno cambiato. Bisogna sempre tener presente che le cose importanti che si cambiano non si dicono mai, perché vorrebbe dire ammettere che il disegno precedente era errato.

In altri casi, di viti meno buone, si può notare ad esempio che l'angolo di affilatura della fresa è troppo ampio, oppure che i tagli sono troppo in asse con la vite eccetera.

La grande differenza tra Grivel e le altre viti, al momento, è appunto il disegno della filettature, che è ?inverso?, vale a dire che la parte ?morbida? dell'angolo della filettatura è al contrario rispetto all'avvitamento. Questo disegno, di origine idraulica, funziona molto bene. Ma se fosse accoppiato ad una cattiva lavorazione dei pezzi e ad una cromatura frettolosa, non servirebbe a niente.

2. Per quanto riguarda le viti Petzl-Charlet, si tratta di materiale ottimo, nel senso appena specificato (filetto, lavorazione ecc.). Il problema è semplicemente la leva dell'ultimo modello, poco pratica e di fatto più dura da manovrare rispetto alla gran parte della concorrenza (non solo BD e Grivel, ma anche DMM che è senza manovella, o Simond). Inoltre c'è anche una piccola ma sensibile differenza nell'avvitamento iniziale rispetto a BD o Grivel o DMM. Vale la pena di prenderle nella versione classica, senza manovella, per uso alpinistico restano ottime.

L'unico vero limite delle Grivel 360 (le Helix sono un prodotto sbagliato) è la manovella, molto ingombrante. Su cascata dura non hanno concorrenti, a mio parere; su goulotte o in montagna le BD sono spesso preferibili perché quel che perdono su ghiaccio molto duro (che in montagna praticamente non esiste) e in velocità d'attacco lo guadagnano, e di molto, in praticità e comodità (che talvolta significa anche sicurezza).

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Messaggioda ICE&DRY » sab nov 03, 2007 16:06 pm

n!z4th ha scritto:
Jos ha scritto:1. William, se vogliamo proprio entrare in questioni tecniche, ma non troppo perché ci vorrebbero una decina di pagine, quando si dice filettatura si dice soprattutto il suo rilievo. Il passo, ormai, è relativamente stabilizzato, ad esempio tra Grivel e BD, che sono le viti davvero concorrenti per il top del mercato (DMM sono qualitativamente paragonabili, ma la loro distribuzione sul mercato mondiale è meno rilevante) c'è una differenza di passo che misuri in un decimo di millimetro scarso ogni dieci giri.

Quando si dice filettatura si intende, in modo sintetico, tutto questo, ma appunto quel che poi conta, rilievo a parte, è la lavorazione e la qualità del rivestimento dell'acciaio (cromatura), ossia quanto di fatto è ?liscio? il metallo a contatto con il materiale d'attrito, ovvero il ghiaccio, e non solo dopo il primo uso, ma dopo trenta o cento.

Sulle Grivel di dieci anni fa, ad esempio, la cromatura si squamava dopo un uso relativamente breve. Poi sono molto migliorati e ora la durata è paragonabile a quella delle viti BD.

La lavorazione della superficie della vite (dentro e fuori) è un aspetto delicato, che riguarda la durata ma anche la facilità di avvitamento, a prescindere dal sistema meccanico della leva.

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Messaggioda ICE&DRY » sab nov 03, 2007 16:08 pm

n!z4th ha scritto:
Jos ha scritto:1. William, se vogliamo proprio entrare in questioni tecniche, ma non troppo perché ci vorrebbero una decina di pagine, quando si dice filettatura si dice soprattutto il suo rilievo. Il passo, ormai, è relativamente stabilizzato, ad esempio tra Grivel e BD, che sono le viti davvero concorrenti per il top del mercato (DMM sono qualitativamente paragonabili, ma la loro distribuzione sul mercato mondiale è meno rilevante) c'è una differenza di passo che misuri in un decimo di millimetro scarso ogni dieci giri.

Quando si dice filettatura si intende, in modo sintetico, tutto questo, ma appunto quel che poi conta, rilievo a parte, è la lavorazione e la qualità del rivestimento dell'acciaio (cromatura), ossia quanto di fatto è ?liscio? il metallo a contatto con il materiale d'attrito, ovvero il ghiaccio, e non solo dopo il primo uso, ma dopo trenta o cento.

Sulle Grivel di dieci anni fa, ad esempio, la cromatura si squamava dopo un uso relativamente breve. Poi sono molto migliorati e ora la durata è paragonabile a quella delle viti BD.

La lavorazione della superficie della vite (dentro e fuori) è un aspetto delicato, che riguarda la durata ma anche la facilità di avvitamento, a prescindere dal sistema meccanico della leva.

Per la facilità di entrata, è ancora un altro discorso. Ci sono altre piccole variabili. Qui conta molto la forma della fresa d'attacco, che ad esempio su BD è leggermente più profonda che su Grivel. A mio parere le 360 hanno ancora un piccolo vantaggio sulle penultime BD. Sulle ultime non so perché ancora non sono arrivate qui, ma c'è da star sicuri che qualcosa avranno cambiato. Bisogna sempre tener presente che le cose importanti che si cambiano non si dicono mai, perché vorrebbe dire ammettere che il disegno precedente era errato.

In altri casi, di viti meno buone, si può notare ad esempio che l'angolo di affilatura della fresa è troppo ampio, oppure che i tagli sono troppo in asse con la vite eccetera.

La grande differenza tra Grivel e le altre viti, al momento, è appunto il disegno della filettature, che è ?inverso?, vale a dire che la parte ?morbida? dell'angolo della filettatura è al contrario rispetto all'avvitamento. Questo disegno, di origine idraulica, funziona molto bene. Ma se fosse accoppiato ad una cattiva lavorazione dei pezzi e ad una cromatura frettolosa, non servirebbe a niente.

2. Per quanto riguarda le viti Petzl-Charlet, si tratta di materiale ottimo, nel senso appena specificato (filetto, lavorazione ecc.). Il problema è semplicemente la leva dell'ultimo modello, poco pratica e di fatto più dura da manovrare rispetto alla gran parte della concorrenza (non solo BD e Grivel, ma anche DMM che è senza manovella, o Simond). Inoltre c'è anche una piccola ma sensibile differenza nell'avvitamento iniziale rispetto a BD o Grivel o DMM. Vale la pena di prenderle nella versione classica, senza manovella, per uso alpinistico restano ottime.

L'unico vero limite delle Grivel 360 (le Helix sono un prodotto sbagliato) è la manovella, molto ingombrante. Su cascata dura non hanno concorrenti, a mio parere; su goulotte o in montagna le BD sono spesso preferibili perché quel che perdono su ghiaccio molto duro (che in montagna praticamente non esiste) e in velocità d'attacco lo guadagnano, e di molto, in praticità e comodità (che talvolta significa anche sicurezza).

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Messaggioda ICE&DRY » sab nov 03, 2007 16:09 pm

n!z4th ha scritto:
Jos ha scritto:1. William, se vogliamo proprio entrare in questioni tecniche, ma non troppo perché ci vorrebbero una decina di pagine, quando si dice filettatura si dice soprattutto il suo rilievo. Il passo, ormai, è relativamente stabilizzato, ad esempio tra Grivel e BD, che sono le viti davvero concorrenti per il top del mercato (DMM sono qualitativamente paragonabili, ma la loro distribuzione sul mercato mondiale è meno rilevante) c'è una differenza di passo che misuri in un decimo di millimetro scarso ogni dieci giri.

Quando si dice filettatura si intende, in modo sintetico, tutto questo, ma appunto quel che poi conta, rilievo a parte, è la lavorazione e la qualità del rivestimento dell'acciaio (cromatura), ossia quanto di fatto è ?liscio? il metallo a contatto con il materiale d'attrito, ovvero il ghiaccio, e non solo dopo il primo uso, ma dopo trenta o cento.

Sulle Grivel di dieci anni fa, ad esempio, la cromatura si squamava dopo un uso relativamente breve. Poi sono molto migliorati e ora la durata è paragonabile a quella delle viti BD.

La lavorazione della superficie della vite (dentro e fuori) è un aspetto delicato, che riguarda la durata ma anche la facilità di avvitamento, a prescindere dal sistema meccanico della leva.

Per la facilità di entrata, è ancora un altro discorso. Ci sono altre piccole variabili. Qui conta molto la forma della fresa d'attacco, che ad esempio su BD è leggermente più profonda che su Grivel. A mio parere le 360 hanno ancora un piccolo vantaggio sulle penultime BD. Sulle ultime non so perché ancora non sono arrivate qui, ma c'è da star sicuri che qualcosa avranno cambiato. Bisogna sempre tener presente che le cose importanti che si cambiano non si dicono mai, perché vorrebbe dire ammettere che il disegno precedente era errato.

In altri casi, di viti meno buone, si può notare ad esempio che l'angolo di affilatura della fresa è troppo ampio, oppure che i tagli sono troppo in asse con la vite eccetera.

La grande differenza tra Grivel e le altre viti, al momento, è appunto il disegno della filettature, che è ?inverso?, vale a dire che la parte ?morbida? dell'angolo della filettatura è al contrario rispetto all'avvitamento. Questo disegno, di origine idraulica, funziona molto bene. Ma se fosse accoppiato ad una cattiva lavorazione dei pezzi e ad una cromatura frettolosa, non servirebbe a niente.

2. Per quanto riguarda le viti Petzl-Charlet, si tratta di materiale ottimo, nel senso appena specificato (filetto, lavorazione ecc.). Il problema è semplicemente la leva dell'ultimo modello, poco pratica e di fatto più dura da manovrare rispetto alla gran parte della concorrenza (non solo BD e Grivel, ma anche DMM che è senza manovella, o Simond). Inoltre c'è anche una piccola ma sensibile differenza nell'avvitamento iniziale rispetto a BD o Grivel o DMM. Vale la pena di prenderle nella versione classica, senza manovella, per uso alpinistico restano ottime.

L'unico vero limite delle Grivel 360 (le Helix sono un prodotto sbagliato) è la manovella, molto ingombrante. Su cascata dura non hanno concorrenti, a mio parere; su goulotte o in montagna le BD sono spesso preferibili perché quel che perdono su ghiaccio molto duro (che in montagna praticamente non esiste) e in velocità d'attacco lo guadagnano, e di molto, in praticità e comodità (che talvolta significa anche sicurezza).

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Effettivamente le petzl risultano più scomode nell'inserimento rispetto alle bd e grivel.
Io personalmente preferisco ed uso le bd.
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Messaggioda William » lun nov 05, 2007 12:01 pm

Jos ha scritto:1. William, se vogliamo proprio entrare in questioni tecniche, ma non troppo perché ci vorrebbero una decina di pagine, quando si dice filettatura si dice soprattutto il suo rilievo. Il passo, ormai, è relativamente stabilizzato, ad esempio tra Grivel e BD, che sono le viti davvero concorrenti per il top del mercato (DMM sono qualitativamente paragonabili, ma la loro distribuzione sul mercato mondiale è meno rilevante) c'è una differenza di passo che misuri in un decimo di millimetro scarso ogni dieci giri.

Quando si dice filettatura si intende, in modo sintetico, tutto questo, ma appunto quel che poi conta, rilievo a parte, è la lavorazione e la qualità del rivestimento dell'acciaio (cromatura), ossia quanto di fatto è ?liscio? il metallo a contatto con il materiale d'attrito, ovvero il ghiaccio, e non solo dopo il primo uso, ma dopo trenta o cento.

Sulle Grivel di dieci anni fa, ad esempio, la cromatura si squamava dopo un uso relativamente breve. Poi sono molto migliorati e ora la durata è paragonabile a quella delle viti BD.

La lavorazione della superficie della vite (dentro e fuori) è un aspetto delicato, che riguarda la durata ma anche la facilità di avvitamento, a prescindere dal sistema meccanico della leva.

Per la facilità di entrata, è ancora un altro discorso. Ci sono altre piccole variabili. Qui conta molto la forma della fresa d'attacco, che ad esempio su BD è leggermente più profonda che su Grivel. A mio parere le 360 hanno ancora un piccolo vantaggio sulle penultime BD. Sulle ultime non so perché ancora non sono arrivate qui, ma c'è da star sicuri che qualcosa avranno cambiato. Bisogna sempre tener presente che le cose importanti che si cambiano non si dicono mai, perché vorrebbe dire ammettere che il disegno precedente era errato.

In altri casi, di viti meno buone, si può notare ad esempio che l'angolo di affilatura della fresa è troppo ampio, oppure che i tagli sono troppo in asse con la vite eccetera.

La grande differenza tra Grivel e le altre viti, al momento, è appunto il disegno della filettature, che è ?inverso?, vale a dire che la parte ?morbida? dell'angolo della filettatura è al contrario rispetto all'avvitamento. Questo disegno, di origine idraulica, funziona molto bene. Ma se fosse accoppiato ad una cattiva lavorazione dei pezzi e ad una cromatura frettolosa, non servirebbe a niente.

2. Per quanto riguarda le viti Petzl-Charlet, si tratta di materiale ottimo, nel senso appena specificato (filetto, lavorazione ecc.). Il problema è semplicemente la leva dell'ultimo modello, poco pratica e di fatto più dura da manovrare rispetto alla gran parte della concorrenza (non solo BD e Grivel, ma anche DMM che è senza manovella, o Simond). Inoltre c'è anche una piccola ma sensibile differenza nell'avvitamento iniziale rispetto a BD o Grivel o DMM. Vale la pena di prenderle nella versione classica, senza manovella, per uso alpinistico restano ottime.

L'unico vero limite delle Grivel 360 (le Helix sono un prodotto sbagliato) è la manovella, molto ingombrante. Su cascata dura non hanno concorrenti, a mio parere; su goulotte o in montagna le BD sono spesso preferibili perché quel che perdono su ghiaccio molto duro (che in montagna praticamente non esiste) e in velocità d'attacco lo guadagnano, e di molto, in praticità e comodità (che talvolta significa anche sicurezza).

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Ciao Jos,
entriamoci pure nelle questioni tecniche che mi piacciono :wink:

- le viti di oggigiorno mi risultano essere tutte o quasi in acciaio inox, sul quale, che io sappia, non viene effettuata la classica cromatura (quindi un riporto tanto per interderci) ma piuttosto una lucidatura meccanica con tampone che consiste nel levigare/smorzare la superficie da tutti i rilievi conseguenti alla lavorazione mediante un ?tampone? appunto (ciò che viene fatto su buona parte delle pentole di casa nostra). Questo tipo di lavorazione è suggerito anche da una serie di righe elicoidali (i cosiddetti "testimoni" in gergo) caratteristici della tornitura, che poi vengono "nascosti" e/o smorzati dalla lucidatura appunto. Almeno, così sembre essere su tutte le Grivel (n4 360) in mio possesso.
La squamatura a cui ti riferisci quindi credo che sia piuttosto una ossidazione superficiale, dovuta o alla non completa "inossidabilità" della lega utilizzata (scelta dettata magari per questioni di comportamento alla sollecitazione) o a dell'accumulo di materiale ferroso depositatosi sulla superficie.
- per le BD in mio possesso (n3 turbo express): l'osservazione ad occhio nudo suggerisce che la rugosità superficiale, sia interna che esterna, sia data da una tornitura molto accurata (rugosità ra circa 0.8um o più, tanto per dare dei numeri), accompagnata magari da elettropulitura elettrolitica.
- per quanto riguarda la fresa (quindi i quattro taglienti): quando dici ?la forma della fresa d'attacco, che ad esempio su BD è leggermente più profonda che su Grivel? ti riferisci all?angolo di spoglia più marcato?
- per quanto concerne poi il tipo di sezione della cresta del filetto (forse quello che tu chiami ?rilievo??), che su Grivel è opposto rispetto a tutti gli altri. Ebbene, un ragionamento sulle forze in gioco farebbe pensare che il loro intento sia quello di far lavorare il ghiaccio su una sezione maggiore e/o uniforme su cui distribuire il carico. Ovvero, il fianco conico della cresta del filetto creerebbe una reazione radiale, generata dalla forza assiale di estrazione, la quale avrebbe come effetto primario quello di generare una conoide ben definita sulla quale dissipare il carico. Questo tenendo sempre a mente che il ghiaccio è un elemento molto eterogeneo il quale ha un?alta resistenza alla compressione ed una molto più bassa alla trazione; un po? come il calcestruzzo insomma.
- quando dici della ?praticità e comodita?, fermo restando che è un parametro in parte sogettivo, io con le BD mi trovo abbastanta bene, anche se quel pomellino così piccolo lo trovo così poco pratico che mi fa preferire anche in vie alpinistiche (non cascata per interderci) le 360: quando sei su una nord che scavi un pochettino per trovare il ghiaccio le 360 le infili anche nei buchi stretti.
-le BD mi sembrano un po? più fluide durante la perforazione rispetto alle Grivel.

Una volta c?era un tizio del forum che lavorava alla Grivel, magari lui è la persona giusta per toglierci questi ultimi dubbi.

Ciao
Frankie
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Messaggioda il berna » lun nov 05, 2007 12:34 pm

Jos perchè dici che le Helix sono un prodotto sbagliato io ne ho 4 e mi trovo benissimo...

ho sempre e solo comprato roba grivel... ma ho usato e provato un po' di tutto... per me le viti grivel sono il top.

il "giovine" che lavora in grivel è Valgrisa 77...
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il berna
 
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Messaggioda patti » lun nov 05, 2007 14:24 pm

William ha scritto:


- le viti di oggigiorno mi risultano essere tutte o quasi in acciaio inox, sul quale, che io sappia, non viene effettuata la classica cromatura (quindi un riporto tanto per interderci) ma piuttosto una lucidatura meccanica con tampone che consiste nel levigare/smorzare la superficie da tutti i rilievi conseguenti alla lavorazione mediante un ?tampone? appunto (ciò che viene fatto su buona parte delle pentole di casa nostra). Questo tipo di lavorazione è suggerito anche da una serie di righe elicoidali (i cosiddetti "testimoni" in gergo) caratteristici della tornitura, che poi vengono "nascosti" e/o smorzati dalla lucidatura appunto. Almeno, così sembre essere su tutte le Grivel (n4 360) in mio possesso.
La squamatura a cui ti riferisci quindi credo che sia piuttosto una ossidazione superficiale, dovuta o alla non completa "inossidabilità" della lega utilizzata (scelta dettata magari per questioni di comportamento alla sollecitazione) o a dell'accumulo di materiale ferroso depositatosi sulla superficie.
- per le BD in mio possesso (n3 turbo express): l'osservazione ad occhio nudo suggerisce che la rugosità superficiale, sia interna che esterna, sia data da una tornitura molto accurata (rugosità ra circa 0.8um o più, tanto per dare dei numeri), accompagnata magari da elettropulitura elettrolitica.


no :wink:

nel senso più ampio del termine.
Ultima modifica di patti il gio nov 22, 2007 19:36 pm, modificato 1 volta in totale.
patti
 
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Messaggioda William » lun nov 05, 2007 15:12 pm

patti ha scritto:
William ha scritto:


- le viti di oggigiorno mi risultano essere tutte o quasi in acciaio inox, sul quale, che io sappia, non viene effettuata la classica cromatura (quindi un riporto tanto per interderci) ma piuttosto una lucidatura meccanica con tampone che consiste nel levigare/smorzare la superficie da tutti i rilievi conseguenti alla lavorazione mediante un ?tampone? appunto (ciò che viene fatto su buona parte delle pentole di casa nostra). Questo tipo di lavorazione è suggerito anche da una serie di righe elicoidali (i cosiddetti "testimoni" in gergo) caratteristici della tornitura, che poi vengono "nascosti" e/o smorzati dalla lucidatura appunto. Almeno, così sembre essere su tutte le Grivel (n4 360) in mio possesso.
La squamatura a cui ti riferisci quindi credo che sia piuttosto una ossidazione superficiale, dovuta o alla non completa "inossidabilità" della lega utilizzata (scelta dettata magari per questioni di comportamento alla sollecitazione) o a dell'accumulo di materiale ferroso depositatosi sulla superficie.
- per le BD in mio possesso (n3 turbo express): l'osservazione ad occhio nudo suggerisce che la rugosità superficiale, sia interna che esterna, sia data da una tornitura molto accurata (rugosità ra circa 0.8um o più, tanto per dare dei numeri), accompagnata magari da elettropulitura elettrolitica.


no :wink:

nel senso più ampio del termine. non diciamo cose non vere di cui non siamo sicuri.


no cosa :?:
William
 
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Messaggioda patti » lun nov 05, 2007 15:20 pm

William ha scritto:
patti ha scritto:
William ha scritto:


- le viti di oggigiorno mi risultano essere tutte o quasi in acciaio inox, sul quale, che io sappia, non viene effettuata la classica cromatura (quindi un riporto tanto per interderci) ma piuttosto una lucidatura meccanica con tampone che consiste nel levigare/smorzare la superficie da tutti i rilievi conseguenti alla lavorazione mediante un ?tampone? appunto (ciò che viene fatto su buona parte delle pentole di casa nostra). Questo tipo di lavorazione è suggerito anche da una serie di righe elicoidali (i cosiddetti "testimoni" in gergo) caratteristici della tornitura, che poi vengono "nascosti" e/o smorzati dalla lucidatura appunto. Almeno, così sembre essere su tutte le Grivel (n4 360) in mio possesso.
La squamatura a cui ti riferisci quindi credo che sia piuttosto una ossidazione superficiale, dovuta o alla non completa "inossidabilità" della lega utilizzata (scelta dettata magari per questioni di comportamento alla sollecitazione) o a dell'accumulo di materiale ferroso depositatosi sulla superficie.
- per le BD in mio possesso (n3 turbo express): l'osservazione ad occhio nudo suggerisce che la rugosità superficiale, sia interna che esterna, sia data da una tornitura molto accurata (rugosità ra circa 0.8um o più, tanto per dare dei numeri), accompagnata magari da elettropulitura elettrolitica.


no :wink:

nel senso più ampio del termine. non diciamo cose non vere di cui non siamo sicuri.


no cosa :?:


di quanto hai scritto c'è poco di corretto.
per principio non mi piace l'informazione buttata li.
discutere sul "cosa" c'è di cannato e correggere richiederebbe parecchio percui mi limito a dirti che ci sono diverse imprecisioni.
:wink:
patti
 
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