Sono migliori o peggiori della Camp ?
Grazie.
Turbo stream

Stream

da smecchi » mar ott 30, 2007 13:33 pm
da Jos » gio nov 01, 2007 1:42 am
da n!z4th » gio nov 01, 2007 2:26 am
E comunque non prendere le Petzl ultime, quelle con l'anello tipo spit sulla manovella.
da William » ven nov 02, 2007 10:17 am
Jos ha scritto: Certo poi nelle viti quel che conta davvero è la filettatura, la qualità della cromatura e della lavorazione.
da William » ven nov 02, 2007 10:57 am
smecchi ha scritto:Qualcuno sa dirmi come vanno e quanto costano ? A Roma si trovano solo Petzl (ex Charlet), Grivel e Camp.
Sono migliori o peggiori della Camp ?
Grazie.
da n!z4th » ven nov 02, 2007 11:18 am
William ha scritto:Jos ha scritto: Certo poi nelle viti quel che conta davvero è la filettatura, la qualità della cromatura e della lavorazione.
Secondo me per quanto riguarda la penetrazione (![]()
) cio che conta di più è la geometria dei taglienti ed il passo del filetto; tutto il resto viene in secondo piano.
da ICE&DRY » ven nov 02, 2007 12:23 pm
smecchi ha scritto:Qualcuno sa dirmi come vanno e quanto costano ? A Roma si trovano solo Petzl (ex Charlet), Grivel e Camp.
Sono migliori o peggiori della Camp ?
Grazie.
Turbo stream
Stream
da n!z4th » ven nov 02, 2007 14:43 pm
BD, Grivel : le migliori
Il resto lascialo perdere
da ICE&DRY » ven nov 02, 2007 15:49 pm
n!z4th ha scritto:BD, Grivel : le migliori
Il resto lascialo perdere
...come se i charlet fossero feccia...
da n!z4th » ven nov 02, 2007 20:59 pm
ICE&DRY ha scritto:n!z4th ha scritto:BD, Grivel : le migliori
Il resto lascialo perdere
...come se i charlet fossero feccia...
di sicuro, sono più scomode da infilare, non hanno la manovella........
da Jos » ven nov 02, 2007 22:40 pm
da n!z4th » sab nov 03, 2007 0:17 am
Jos ha scritto:1. William, se vogliamo proprio entrare in questioni tecniche, ma non troppo perché ci vorrebbero una decina di pagine, quando si dice filettatura si dice soprattutto il suo rilievo. Il passo, ormai, è relativamente stabilizzato, ad esempio tra Grivel e BD, che sono le viti davvero concorrenti per il top del mercato (DMM sono qualitativamente paragonabili, ma la loro distribuzione sul mercato mondiale è meno rilevante) c'è una differenza di passo che misuri in un decimo di millimetro scarso ogni dieci giri.
Quando si dice filettatura si intende, in modo sintetico, tutto questo, ma appunto quel che poi conta, rilievo a parte, è la lavorazione e la qualità del rivestimento dell'acciaio (cromatura), ossia quanto di fatto è ?liscio? il metallo a contatto con il materiale d'attrito, ovvero il ghiaccio, e non solo dopo il primo uso, ma dopo trenta o cento.
Sulle Grivel di dieci anni fa, ad esempio, la cromatura si squamava dopo un uso relativamente breve. Poi sono molto migliorati e ora la durata è paragonabile a quella delle viti BD.
La lavorazione della superficie della vite (dentro e fuori) è un aspetto delicato, che riguarda la durata ma anche la facilità di avvitamento, a prescindere dal sistema meccanico della leva.
Per la facilità di entrata, è ancora un altro discorso. Ci sono altre piccole variabili. Qui conta molto la forma della fresa d'attacco, che ad esempio su BD è leggermente più profonda che su Grivel. A mio parere le 360 hanno ancora un piccolo vantaggio sulle penultime BD. Sulle ultime non so perché ancora non sono arrivate qui, ma c'è da star sicuri che qualcosa avranno cambiato. Bisogna sempre tener presente che le cose importanti che si cambiano non si dicono mai, perché vorrebbe dire ammettere che il disegno precedente era errato.
In altri casi, di viti meno buone, si può notare ad esempio che l'angolo di affilatura della fresa è troppo ampio, oppure che i tagli sono troppo in asse con la vite eccetera.
La grande differenza tra Grivel e le altre viti, al momento, è appunto il disegno della filettature, che è ?inverso?, vale a dire che la parte ?morbida? dell'angolo della filettatura è al contrario rispetto all'avvitamento. Questo disegno, di origine idraulica, funziona molto bene. Ma se fosse accoppiato ad una cattiva lavorazione dei pezzi e ad una cromatura frettolosa, non servirebbe a niente.
2. Per quanto riguarda le viti Petzl-Charlet, si tratta di materiale ottimo, nel senso appena specificato (filetto, lavorazione ecc.). Il problema è semplicemente la leva dell'ultimo modello, poco pratica e di fatto più dura da manovrare rispetto alla gran parte della concorrenza (non solo BD e Grivel, ma anche DMM che è senza manovella, o Simond). Inoltre c'è anche una piccola ma sensibile differenza nell'avvitamento iniziale rispetto a BD o Grivel o DMM. Vale la pena di prenderle nella versione classica, senza manovella, per uso alpinistico restano ottime.
L'unico vero limite delle Grivel 360 (le Helix sono un prodotto sbagliato) è la manovella, molto ingombrante. Su cascata dura non hanno concorrenti, a mio parere; su goulotte o in montagna le BD sono spesso preferibili perché quel che perdono su ghiaccio molto duro (che in montagna praticamente non esiste) e in velocità d'attacco lo guadagnano, e di molto, in praticità e comodità (che talvolta significa anche sicurezza).
Ciau, Jos
da ICE&DRY » sab nov 03, 2007 16:06 pm
n!z4th ha scritto:Jos ha scritto:1. William, se vogliamo proprio entrare in questioni tecniche, ma non troppo perché ci vorrebbero una decina di pagine, quando si dice filettatura si dice soprattutto il suo rilievo. Il passo, ormai, è relativamente stabilizzato, ad esempio tra Grivel e BD, che sono le viti davvero concorrenti per il top del mercato (DMM sono qualitativamente paragonabili, ma la loro distribuzione sul mercato mondiale è meno rilevante) c'è una differenza di passo che misuri in un decimo di millimetro scarso ogni dieci giri.
Quando si dice filettatura si intende, in modo sintetico, tutto questo, ma appunto quel che poi conta, rilievo a parte, è la lavorazione e la qualità del rivestimento dell'acciaio (cromatura), ossia quanto di fatto è ?liscio? il metallo a contatto con il materiale d'attrito, ovvero il ghiaccio, e non solo dopo il primo uso, ma dopo trenta o cento.
Sulle Grivel di dieci anni fa, ad esempio, la cromatura si squamava dopo un uso relativamente breve. Poi sono molto migliorati e ora la durata è paragonabile a quella delle viti BD.
La lavorazione della superficie della vite (dentro e fuori) è un aspetto delicato, che riguarda la durata ma anche la facilità di avvitamento, a prescindere dal sistema meccanico della leva.
Per la facilità di entrata, è ancora un altro discorso. Ci sono altre piccole variabili. Qui conta molto la forma della fresa d'attacco, che ad esempio su BD è leggermente più profonda che su Grivel. A mio parere le 360 hanno ancora un piccolo vantaggio sulle penultime BD. Sulle ultime non so perché ancora non sono arrivate qui, ma c'è da star sicuri che qualcosa avranno cambiato. Bisogna sempre tener presente che le cose importanti che si cambiano non si dicono mai, perché vorrebbe dire ammettere che il disegno precedente era errato.
In altri casi, di viti meno buone, si può notare ad esempio che l'angolo di affilatura della fresa è troppo ampio, oppure che i tagli sono troppo in asse con la vite eccetera.
La grande differenza tra Grivel e le altre viti, al momento, è appunto il disegno della filettature, che è ?inverso?, vale a dire che la parte ?morbida? dell'angolo della filettatura è al contrario rispetto all'avvitamento. Questo disegno, di origine idraulica, funziona molto bene. Ma se fosse accoppiato ad una cattiva lavorazione dei pezzi e ad una cromatura frettolosa, non servirebbe a niente.
2. Per quanto riguarda le viti Petzl-Charlet, si tratta di materiale ottimo, nel senso appena specificato (filetto, lavorazione ecc.). Il problema è semplicemente la leva dell'ultimo modello, poco pratica e di fatto più dura da manovrare rispetto alla gran parte della concorrenza (non solo BD e Grivel, ma anche DMM che è senza manovella, o Simond). Inoltre c'è anche una piccola ma sensibile differenza nell'avvitamento iniziale rispetto a BD o Grivel o DMM. Vale la pena di prenderle nella versione classica, senza manovella, per uso alpinistico restano ottime.
L'unico vero limite delle Grivel 360 (le Helix sono un prodotto sbagliato) è la manovella, molto ingombrante. Su cascata dura non hanno concorrenti, a mio parere; su goulotte o in montagna le BD sono spesso preferibili perché quel che perdono su ghiaccio molto duro (che in montagna praticamente non esiste) e in velocità d'attacco lo guadagnano, e di molto, in praticità e comodità (che talvolta significa anche sicurezza).
Ciau, Jos
wow![]()
che analisi![]()
Davvero, accidenti che spiegazione, riverisco..
Bravo![]()
da ICE&DRY » sab nov 03, 2007 16:08 pm
n!z4th ha scritto:Jos ha scritto:1. William, se vogliamo proprio entrare in questioni tecniche, ma non troppo perché ci vorrebbero una decina di pagine, quando si dice filettatura si dice soprattutto il suo rilievo. Il passo, ormai, è relativamente stabilizzato, ad esempio tra Grivel e BD, che sono le viti davvero concorrenti per il top del mercato (DMM sono qualitativamente paragonabili, ma la loro distribuzione sul mercato mondiale è meno rilevante) c'è una differenza di passo che misuri in un decimo di millimetro scarso ogni dieci giri.
Quando si dice filettatura si intende, in modo sintetico, tutto questo, ma appunto quel che poi conta, rilievo a parte, è la lavorazione e la qualità del rivestimento dell'acciaio (cromatura), ossia quanto di fatto è ?liscio? il metallo a contatto con il materiale d'attrito, ovvero il ghiaccio, e non solo dopo il primo uso, ma dopo trenta o cento.
Sulle Grivel di dieci anni fa, ad esempio, la cromatura si squamava dopo un uso relativamente breve. Poi sono molto migliorati e ora la durata è paragonabile a quella delle viti BD.
La lavorazione della superficie della vite (dentro e fuori) è un aspetto delicato, che riguarda la durata ma anche la facilità di avvitamento, a prescindere dal sistema meccanico della leva.
Per la facilità di entrata, è ancora un altro discorso. Ci sono altre piccole variabili. Qui conta molto la forma della fresa d'attacco, che ad esempio su BD è leggermente più profonda che su Grivel. A mio parere le 360 hanno ancora un piccolo vantaggio sulle penultime BD. Sulle ultime non so perché ancora non sono arrivate qui, ma c'è da star sicuri che qualcosa avranno cambiato. Bisogna sempre tener presente che le cose importanti che si cambiano non si dicono mai, perché vorrebbe dire ammettere che il disegno precedente era errato.
In altri casi, di viti meno buone, si può notare ad esempio che l'angolo di affilatura della fresa è troppo ampio, oppure che i tagli sono troppo in asse con la vite eccetera.
La grande differenza tra Grivel e le altre viti, al momento, è appunto il disegno della filettature, che è ?inverso?, vale a dire che la parte ?morbida? dell'angolo della filettatura è al contrario rispetto all'avvitamento. Questo disegno, di origine idraulica, funziona molto bene. Ma se fosse accoppiato ad una cattiva lavorazione dei pezzi e ad una cromatura frettolosa, non servirebbe a niente.
2. Per quanto riguarda le viti Petzl-Charlet, si tratta di materiale ottimo, nel senso appena specificato (filetto, lavorazione ecc.). Il problema è semplicemente la leva dell'ultimo modello, poco pratica e di fatto più dura da manovrare rispetto alla gran parte della concorrenza (non solo BD e Grivel, ma anche DMM che è senza manovella, o Simond). Inoltre c'è anche una piccola ma sensibile differenza nell'avvitamento iniziale rispetto a BD o Grivel o DMM. Vale la pena di prenderle nella versione classica, senza manovella, per uso alpinistico restano ottime.
L'unico vero limite delle Grivel 360 (le Helix sono un prodotto sbagliato) è la manovella, molto ingombrante. Su cascata dura non hanno concorrenti, a mio parere; su goulotte o in montagna le BD sono spesso preferibili perché quel che perdono su ghiaccio molto duro (che in montagna praticamente non esiste) e in velocità d'attacco lo guadagnano, e di molto, in praticità e comodità (che talvolta significa anche sicurezza).
Ciau, Jos
wow![]()
che analisi![]()
Bravo![]()
da ICE&DRY » sab nov 03, 2007 16:09 pm
n!z4th ha scritto:Jos ha scritto:1. William, se vogliamo proprio entrare in questioni tecniche, ma non troppo perché ci vorrebbero una decina di pagine, quando si dice filettatura si dice soprattutto il suo rilievo. Il passo, ormai, è relativamente stabilizzato, ad esempio tra Grivel e BD, che sono le viti davvero concorrenti per il top del mercato (DMM sono qualitativamente paragonabili, ma la loro distribuzione sul mercato mondiale è meno rilevante) c'è una differenza di passo che misuri in un decimo di millimetro scarso ogni dieci giri.
Quando si dice filettatura si intende, in modo sintetico, tutto questo, ma appunto quel che poi conta, rilievo a parte, è la lavorazione e la qualità del rivestimento dell'acciaio (cromatura), ossia quanto di fatto è ?liscio? il metallo a contatto con il materiale d'attrito, ovvero il ghiaccio, e non solo dopo il primo uso, ma dopo trenta o cento.
Sulle Grivel di dieci anni fa, ad esempio, la cromatura si squamava dopo un uso relativamente breve. Poi sono molto migliorati e ora la durata è paragonabile a quella delle viti BD.
La lavorazione della superficie della vite (dentro e fuori) è un aspetto delicato, che riguarda la durata ma anche la facilità di avvitamento, a prescindere dal sistema meccanico della leva.
Per la facilità di entrata, è ancora un altro discorso. Ci sono altre piccole variabili. Qui conta molto la forma della fresa d'attacco, che ad esempio su BD è leggermente più profonda che su Grivel. A mio parere le 360 hanno ancora un piccolo vantaggio sulle penultime BD. Sulle ultime non so perché ancora non sono arrivate qui, ma c'è da star sicuri che qualcosa avranno cambiato. Bisogna sempre tener presente che le cose importanti che si cambiano non si dicono mai, perché vorrebbe dire ammettere che il disegno precedente era errato.
In altri casi, di viti meno buone, si può notare ad esempio che l'angolo di affilatura della fresa è troppo ampio, oppure che i tagli sono troppo in asse con la vite eccetera.
La grande differenza tra Grivel e le altre viti, al momento, è appunto il disegno della filettature, che è ?inverso?, vale a dire che la parte ?morbida? dell'angolo della filettatura è al contrario rispetto all'avvitamento. Questo disegno, di origine idraulica, funziona molto bene. Ma se fosse accoppiato ad una cattiva lavorazione dei pezzi e ad una cromatura frettolosa, non servirebbe a niente.
2. Per quanto riguarda le viti Petzl-Charlet, si tratta di materiale ottimo, nel senso appena specificato (filetto, lavorazione ecc.). Il problema è semplicemente la leva dell'ultimo modello, poco pratica e di fatto più dura da manovrare rispetto alla gran parte della concorrenza (non solo BD e Grivel, ma anche DMM che è senza manovella, o Simond). Inoltre c'è anche una piccola ma sensibile differenza nell'avvitamento iniziale rispetto a BD o Grivel o DMM. Vale la pena di prenderle nella versione classica, senza manovella, per uso alpinistico restano ottime.
L'unico vero limite delle Grivel 360 (le Helix sono un prodotto sbagliato) è la manovella, molto ingombrante. Su cascata dura non hanno concorrenti, a mio parere; su goulotte o in montagna le BD sono spesso preferibili perché quel che perdono su ghiaccio molto duro (che in montagna praticamente non esiste) e in velocità d'attacco lo guadagnano, e di molto, in praticità e comodità (che talvolta significa anche sicurezza).
Ciau, Jos
wow![]()
che analisi![]()
Bravo![]()
da William » lun nov 05, 2007 12:01 pm
Jos ha scritto:1. William, se vogliamo proprio entrare in questioni tecniche, ma non troppo perché ci vorrebbero una decina di pagine, quando si dice filettatura si dice soprattutto il suo rilievo. Il passo, ormai, è relativamente stabilizzato, ad esempio tra Grivel e BD, che sono le viti davvero concorrenti per il top del mercato (DMM sono qualitativamente paragonabili, ma la loro distribuzione sul mercato mondiale è meno rilevante) c'è una differenza di passo che misuri in un decimo di millimetro scarso ogni dieci giri.
Quando si dice filettatura si intende, in modo sintetico, tutto questo, ma appunto quel che poi conta, rilievo a parte, è la lavorazione e la qualità del rivestimento dell'acciaio (cromatura), ossia quanto di fatto è ?liscio? il metallo a contatto con il materiale d'attrito, ovvero il ghiaccio, e non solo dopo il primo uso, ma dopo trenta o cento.
Sulle Grivel di dieci anni fa, ad esempio, la cromatura si squamava dopo un uso relativamente breve. Poi sono molto migliorati e ora la durata è paragonabile a quella delle viti BD.
La lavorazione della superficie della vite (dentro e fuori) è un aspetto delicato, che riguarda la durata ma anche la facilità di avvitamento, a prescindere dal sistema meccanico della leva.
Per la facilità di entrata, è ancora un altro discorso. Ci sono altre piccole variabili. Qui conta molto la forma della fresa d'attacco, che ad esempio su BD è leggermente più profonda che su Grivel. A mio parere le 360 hanno ancora un piccolo vantaggio sulle penultime BD. Sulle ultime non so perché ancora non sono arrivate qui, ma c'è da star sicuri che qualcosa avranno cambiato. Bisogna sempre tener presente che le cose importanti che si cambiano non si dicono mai, perché vorrebbe dire ammettere che il disegno precedente era errato.
In altri casi, di viti meno buone, si può notare ad esempio che l'angolo di affilatura della fresa è troppo ampio, oppure che i tagli sono troppo in asse con la vite eccetera.
La grande differenza tra Grivel e le altre viti, al momento, è appunto il disegno della filettature, che è ?inverso?, vale a dire che la parte ?morbida? dell'angolo della filettatura è al contrario rispetto all'avvitamento. Questo disegno, di origine idraulica, funziona molto bene. Ma se fosse accoppiato ad una cattiva lavorazione dei pezzi e ad una cromatura frettolosa, non servirebbe a niente.
2. Per quanto riguarda le viti Petzl-Charlet, si tratta di materiale ottimo, nel senso appena specificato (filetto, lavorazione ecc.). Il problema è semplicemente la leva dell'ultimo modello, poco pratica e di fatto più dura da manovrare rispetto alla gran parte della concorrenza (non solo BD e Grivel, ma anche DMM che è senza manovella, o Simond). Inoltre c'è anche una piccola ma sensibile differenza nell'avvitamento iniziale rispetto a BD o Grivel o DMM. Vale la pena di prenderle nella versione classica, senza manovella, per uso alpinistico restano ottime.
L'unico vero limite delle Grivel 360 (le Helix sono un prodotto sbagliato) è la manovella, molto ingombrante. Su cascata dura non hanno concorrenti, a mio parere; su goulotte o in montagna le BD sono spesso preferibili perché quel che perdono su ghiaccio molto duro (che in montagna praticamente non esiste) e in velocità d'attacco lo guadagnano, e di molto, in praticità e comodità (che talvolta significa anche sicurezza).
Ciau, Jos
da il berna » lun nov 05, 2007 12:34 pm
da patti » lun nov 05, 2007 14:24 pm
William ha scritto:
- le viti di oggigiorno mi risultano essere tutte o quasi in acciaio inox, sul quale, che io sappia, non viene effettuata la classica cromatura (quindi un riporto tanto per interderci) ma piuttosto una lucidatura meccanica con tampone che consiste nel levigare/smorzare la superficie da tutti i rilievi conseguenti alla lavorazione mediante un ?tampone? appunto (ciò che viene fatto su buona parte delle pentole di casa nostra). Questo tipo di lavorazione è suggerito anche da una serie di righe elicoidali (i cosiddetti "testimoni" in gergo) caratteristici della tornitura, che poi vengono "nascosti" e/o smorzati dalla lucidatura appunto. Almeno, così sembre essere su tutte le Grivel (n4 360) in mio possesso.
La squamatura a cui ti riferisci quindi credo che sia piuttosto una ossidazione superficiale, dovuta o alla non completa "inossidabilità" della lega utilizzata (scelta dettata magari per questioni di comportamento alla sollecitazione) o a dell'accumulo di materiale ferroso depositatosi sulla superficie.
- per le BD in mio possesso (n3 turbo express): l'osservazione ad occhio nudo suggerisce che la rugosità superficiale, sia interna che esterna, sia data da una tornitura molto accurata (rugosità ra circa 0.8um o più, tanto per dare dei numeri), accompagnata magari da elettropulitura elettrolitica.
da William » lun nov 05, 2007 15:12 pm
patti ha scritto:William ha scritto:
- le viti di oggigiorno mi risultano essere tutte o quasi in acciaio inox, sul quale, che io sappia, non viene effettuata la classica cromatura (quindi un riporto tanto per interderci) ma piuttosto una lucidatura meccanica con tampone che consiste nel levigare/smorzare la superficie da tutti i rilievi conseguenti alla lavorazione mediante un ?tampone? appunto (ciò che viene fatto su buona parte delle pentole di casa nostra). Questo tipo di lavorazione è suggerito anche da una serie di righe elicoidali (i cosiddetti "testimoni" in gergo) caratteristici della tornitura, che poi vengono "nascosti" e/o smorzati dalla lucidatura appunto. Almeno, così sembre essere su tutte le Grivel (n4 360) in mio possesso.
La squamatura a cui ti riferisci quindi credo che sia piuttosto una ossidazione superficiale, dovuta o alla non completa "inossidabilità" della lega utilizzata (scelta dettata magari per questioni di comportamento alla sollecitazione) o a dell'accumulo di materiale ferroso depositatosi sulla superficie.
- per le BD in mio possesso (n3 turbo express): l'osservazione ad occhio nudo suggerisce che la rugosità superficiale, sia interna che esterna, sia data da una tornitura molto accurata (rugosità ra circa 0.8um o più, tanto per dare dei numeri), accompagnata magari da elettropulitura elettrolitica.
no
nel senso più ampio del termine. non diciamo cose non vere di cui non siamo sicuri.
da patti » lun nov 05, 2007 15:20 pm
William ha scritto:patti ha scritto:William ha scritto:
- le viti di oggigiorno mi risultano essere tutte o quasi in acciaio inox, sul quale, che io sappia, non viene effettuata la classica cromatura (quindi un riporto tanto per interderci) ma piuttosto una lucidatura meccanica con tampone che consiste nel levigare/smorzare la superficie da tutti i rilievi conseguenti alla lavorazione mediante un ?tampone? appunto (ciò che viene fatto su buona parte delle pentole di casa nostra). Questo tipo di lavorazione è suggerito anche da una serie di righe elicoidali (i cosiddetti "testimoni" in gergo) caratteristici della tornitura, che poi vengono "nascosti" e/o smorzati dalla lucidatura appunto. Almeno, così sembre essere su tutte le Grivel (n4 360) in mio possesso.
La squamatura a cui ti riferisci quindi credo che sia piuttosto una ossidazione superficiale, dovuta o alla non completa "inossidabilità" della lega utilizzata (scelta dettata magari per questioni di comportamento alla sollecitazione) o a dell'accumulo di materiale ferroso depositatosi sulla superficie.
- per le BD in mio possesso (n3 turbo express): l'osservazione ad occhio nudo suggerisce che la rugosità superficiale, sia interna che esterna, sia data da una tornitura molto accurata (rugosità ra circa 0.8um o più, tanto per dare dei numeri), accompagnata magari da elettropulitura elettrolitica.
no
nel senso più ampio del termine. non diciamo cose non vere di cui non siamo sicuri.
no cosa
Il Forum è uno spazio dincontro virtuale, aperto a tutti, che consente la circolazione e gli scambi di opinioni, idee, informazioni, esperienze sul mondo della montagna, dellalpinismo, dellarrampicata e dellescursionismo.
La deliberata inosservanza di quanto riportato nel REGOLAMENTO comporterà l'immediato bannaggio (cancellazione) dal forum, a discrezione degli amministratori del forum. Sarà esclusivo ed insindacabile compito degli amministratori stabilire quando questi limiti vengano oltrepassati ed intervenire di conseguenza.