g_i_g_i ha scritto:caro MOP,
quello nella figura è un diagramma sforzi-deformazioni (grandezze "ingegneristiche" , non vere) di un materiale duttile sollecitato a trazione monoassiale. Visto così senza scale, in linea di principio potrebbe essere sia qualche acciaio duttile che qualche lega di alluminio.
ueilla, quanta roba

per quel che mi è dato sapere, quello li è un grafico che descrive la curva caratteristica di un acciaio a basso tenore di carbonio
leghe di tipo "austenitico" (scusa la bestialità) hanno un grafico che non presenta uno snervamento così definito tent'è che si va a valutare il carico di scostamento dalla proporzionalità invece che quello di snervamento.
Per quanto riguarda le micro cricche da urto, ti spiego perchè, secondo me, non c'e' da preoccuparsi:
1) in un materiale duttile, come la lega di alluminio dei moschettoni, le micro cricche possono verificarsi come difetti di lavorazione. Prima di essere venduti i moschettoni vengono trazionati a metà del loro probabile carico di rottura (vedi mio post precedente), quindi i casi sono due: o i difetti sono abbastanza severi da far cedere il moschettone in questa prova, o sono così insignificanti che il materiale intorno alle famose micro cricche (o inclusioni) plasticizza, e la deformazione è così contenuta che il moschettone è considerato buono.
3) le micro cricche potrebbero nascere da un fenomeno di fatica, e se così fosse sarebbero effettivamente invisibili e con il tempo diventerebbero delle macro cricche, ma in un materiale come la lega d'alluminio dei moschettoni, per come vengono utilizzati, va a finire che li cambi molto prima che la fatica diventi effettivamente un problema. Il discorso cambia per i materiali fragili (es. picche), per essi le micro cricche da fatica sono effettivamente un problema, e dopo qualche anno di uso è da mettere in conto che la picca possa cedere per fatica in qualsiasi momento.
MOP, o altri, se avete esperienza diretta sulle micro cricche da urto, sono interessato, perchè come ho spiegato, secondo me sono una figura mitologica.
Scusate, sono stato un po' lungo, ma è che volevo cercare di chiarire qualche concetto.
sono d'accordo con te sul fatto che sui danneggiamenti da urto ci siano molte più paranoie che non rischi effettivi, però non perchè siano una figura mitologica (

questo perchè i fattori fragilizzanti per la rottura fragile sono
1) temperatura
il carico di "snervamento" si avvicina a quello di rottura e si riducono le propietà plastiche.
2)intaglio
è la "fisionomia" della discontinuità, in questo caso cricca.
la forza che dovrebbe passare attraverso il materiale "sano" passa tutta per gli apici della cricca producendo un incremento di stato tensionale tanto maggiore quanto più è lunga la cricca.
se una dimensione della cricca è molto superiore all'altra abbiamo che il raccordo di fondo intaglio tende a 0 e letesioni tensioni tendono a infinito

3)tensioni residue
possono essere provocate da laminazione, stampaggio, cesoiatura,predeformazione, saldatura, e poi non mi viene in mente altro, vabbeh riscaldamenti localizzati ma (

4)spessore
provoca un effetto di autovincolo al bordo cricca, impedisce la deformazione plastica del materiale che è l'unica difesa all'energia esterna.
5) velocità di applicazione del carico
ogni manufatto sollecitato si deforma e si deforma in un istante successivo alla sollecitazione, questo ritardo è dovuto al tempo di spostamento delle "deformazioni" del retiocolo cristallino. in queto tempo viene immagazzinata energia elastica che, nel caso di sollecitazione lenta, viene trasformata in deformazione plastica e calore (dissipata), se l'applicazione è rapida lìenergia immagazzinata può raggiungere valori tali da determinare la rottura fragile.
6) microstruttura e dimensioni del grano
i materiali caratterizzati da reticolo CFC (alluminio, nichel) hanno notevole resistenza alla rottura fragile e la loro presenza in leghe metalliche ne incrementa la tenacità (acciai austenitici)
i materiali a grano fine resistno meglio alla rottura fragile perchè il bordograno è un ostacolo alla rottura fragile e in un materiale a grano fine ho più bordigrano

strutture di tempra (martensite) sono meno tenaci mentre strutture di rinvenimento (bainite, martensite rinvenuta, perlite) hanno migliore comportamento.
7)elementi di lega fragilizzanti
carbonio, zolfo, fosforo, ossigeno, azoto, silicio e soprattutto idrogeno (cricche a freddo, blistring, casini vari)
elementi che portano beneficio sono
manganese (desolforante) alluminio, nichel,Niobio , boro, vanadio
8 ) invecchiamento
col tempo gli atomi di evantuali elementi soluti tendono ad aggregarsi e precipitano nelle zone ad elevata distorsione reticolare costituendo un ostacolo al movimento delle dislocazioni e alla deformazione plastica

9) fatica e corrosione (e qui son cazzi)
in loro presenza le dimensioni del difetto tandono ad aumentare, fino ad arrivare a domensioni critiche al di sopra delle quali può propagarsi una frattura anche con bassi livelli di sollecitazione.
questi, per quel che no so io, sono i fattori fragilizzanti.
la presenza di uno solo di questi fattori non determina la rottura di un elemento strutturale. solo la concomitanza di più fattori può dare origine al fenomeno.
ora per qualsiasi elemento che consideriamo (moschettone, rampone, ecc...) il paranoico di possibili elementi fragilizzanti fra quelli elencati ne vede almeno 5, il superficiale neanche uno.
e così solo la statitica delle rotture dei materiali ci può dare una mano a fidarci o meno di quel che usiamo.
in questo modo vengone eseguite le prove sui materiali che non vanno infatti a sondare come vengono fatti i pezzi ma ne testano le condizione d'impiego. è giusto che sia così.
e ti dirò che il fatto che forti alpinisti utilizzino con buone garanziedi successo materiale deteriorarto, vecchio, di stecca

