
Si sente spesso (ma nemmeno così tanto) parlare di "pedalate" sulle placche di aderenza.
Ci ho provato, ma non riesco a trovare il vantaggio di questa tecnica. L'unica cosa che ho notato è che mi sbilancio ulteriormente, faccio movimenti bruschi che portano inesorabilmente ad una perdita di equilibrio.
Nelle ultime settimane sono stato in val di mello, e per quanto lisce, le placche presentano sempre delle piccole rugosità, cristalli e funghi che permettono di salire. Ma per trovarli occorre tempo, ci si deve guardare intorno prima di spostare il piede.
Invece "pedalando" questo non è possibile (almeno per me), e i piedi vengono spostati a casaccio, non sfruttando così le già poche conformazioni della roccia.
Insomma mi sento molto più sicuro salendo con movimenti lenti, andando a cercare con mani e piedi i micro-punti-deboli delle placche.
L'unico svantaggio di una progressione lenta è quello di stare in ballo più a lungo, aumentando così l'impegno mentale.
Ora, le possibilità sono due:
1. Non ho capito una mazza di quella che è la tecnica giusta della pedalta, probabilmente non sono ancora riuscito a trovare il ritmo giusto. Mi muovo troppo velocemente e con poca grazia, così da vanificare i possibili vantaggi di una progressione fluida...
2. Questa è una tecnica valida dove le placche sono lisce ma proprio lisce, cosa che comunque mi sembra abbastanza improbabile, anche se non impossibile. Mentre dove la roccia presenta dei pur piccolissimi cristalli, conviene progredire con una tecnica "tradizionale".
Mi piacerebbe sentire cosa ne pensano i maghi dell'aderenza, oltre ad avere alcuni consigli-base, come per esempio la giusta posizione del corpo: schiena incurvata? tallone basso? piedi possibilmente vicini alle mani?
Un milione di grazie!