Pedalaaaare... in aderenza!

Consigli, tecniche, materiali e varie utilità.

Pedalaaaare... in aderenza!

Messaggioda mtnwhite » lun ago 29, 2005 8:36 am

Aderenza.... :evil:

Si sente spesso (ma nemmeno così tanto) parlare di "pedalate" sulle placche di aderenza.
Ci ho provato, ma non riesco a trovare il vantaggio di questa tecnica. L'unica cosa che ho notato è che mi sbilancio ulteriormente, faccio movimenti bruschi che portano inesorabilmente ad una perdita di equilibrio.

Nelle ultime settimane sono stato in val di mello, e per quanto lisce, le placche presentano sempre delle piccole rugosità, cristalli e funghi che permettono di salire. Ma per trovarli occorre tempo, ci si deve guardare intorno prima di spostare il piede.
Invece "pedalando" questo non è possibile (almeno per me), e i piedi vengono spostati a casaccio, non sfruttando così le già poche conformazioni della roccia.
Insomma mi sento molto più sicuro salendo con movimenti lenti, andando a cercare con mani e piedi i micro-punti-deboli delle placche.
L'unico svantaggio di una progressione lenta è quello di stare in ballo più a lungo, aumentando così l'impegno mentale.

Ora, le possibilità sono due:

1. Non ho capito una mazza di quella che è la tecnica giusta della pedalta, probabilmente non sono ancora riuscito a trovare il ritmo giusto. Mi muovo troppo velocemente e con poca grazia, così da vanificare i possibili vantaggi di una progressione fluida...

2. Questa è una tecnica valida dove le placche sono lisce ma proprio lisce, cosa che comunque mi sembra abbastanza improbabile, anche se non impossibile. Mentre dove la roccia presenta dei pur piccolissimi cristalli, conviene progredire con una tecnica "tradizionale".


Mi piacerebbe sentire cosa ne pensano i maghi dell'aderenza, oltre ad avere alcuni consigli-base, come per esempio la giusta posizione del corpo: schiena incurvata? tallone basso? piedi possibilmente vicini alle mani?

Un milione di grazie!
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Messaggioda mtnwhite » lun ago 29, 2005 13:09 pm

Cambio il nome al topic, sperando di avere più fortuna :cry: :cry: :cry:
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Messaggioda Herman » lun ago 29, 2005 13:35 pm

Ehm... io non ne ho mai sentito parlare di questa tecnica :roll: :roll: magari perchè sono un taccadipendente....
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Messaggioda mtnwhite » lun ago 29, 2005 13:44 pm

8O ...va che me la sono sognata??

No no esiste, ho anche visto gente "praticarla" su placche belle toste, con mio sommo stupore.

Aspetto l'aiuto di un qualche mellista incallito (so che ci siete)
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Messaggioda fab » lun ago 29, 2005 14:03 pm

che bicicletta usi :?: :!:

I copertoni sono della 5.10 :roll: :?:
Sotto l'8c so tutti sentieri...

...sob...!
...sigh...!
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Messaggioda bradipo » lun ago 29, 2005 14:16 pm

Muovere sempre il primo passo in aderenza (o anche i successivi!!!) prima di giungere sugli appoggi finali aiuta ad un arrampicata fluida, sicuramente meno "spezzata"; aiuta prendere confidenza con il terreno che si ha sotto i piedi. Tutto ciò chiaramente va applicato su terreni dapprima più facili e via via su terreni più difficili; come tutte le tecniche di questo mondo. E' la "vecchia" tecnica" delle guide alpine...nulla di nuovo! Proprio in val di mello se osservi le guide così procedono. Chiaro che sul difficile si è più guardinghi e si punta all'appoggio decisivo...
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Messaggioda ghisino » lun ago 29, 2005 14:33 pm

mtnwhite ha scritto:8O ...va che me la sono sognata??

No no esiste, ho anche visto gente "praticarla" su placche belle toste, con mio sommo stupore.

Aspetto l'aiuto di un qualche mellista incallito (so che ci siete)


intendi progredire un minimo "dinamico" senza fermarsi realmente su questo o su quel piede vero?

Personalmente ho sperimentato tale tecnica una sola volta su un blocco di...aderenza appunto, a poche decine di cm da terra. C'era un passo che "statico" non mi veniva, così ho provato a "scappare" subito verso il "posto da piede" successivo, che era abbastanza buono.

Funzionare funziona e azzardo che su certi singoli potrebbe essere indispensabile (mai capitato di sentire il piede che scivola lentamente, insomma sapere che starà lì per un massimo di 10 secondi e poi lo perderai del tutto??? Se stai fermo cadi per forza, ergo o continui a salire o torni indietro a prenderti una pausa di riflessione.).

Certo per fidarsi a progredire così su placche chiodate luuunghe credo serva una bella combinazione di :
-pelo sullo stomaco
-equilibrio
-sensibilità del piede
-occhio. Ha senso se comunque riesci a mettere il piede nei punti giusti e non a casaccio. Il che significa che devi essere in grado di leggere la roccia molto in fretta...


in generale mi pare che in aderenza "pura" l'assetto del corpo dovrebbe essere tale che basterebbe una spintarella per farti ribaltare all'indietro, cioè più peso possibile sui piedi, le mani appoggiate sulla roccia servono solo come aiuto per restare in equilibrio. Almeno così mi hanno sempre spiegato. E ineffetti ricordo di aver lavoricchiato un paio di monotiri bastardelli (6c-7a) con passi-chiave di aderenza "pura" (niente di "tirabile" per le mani) e provando i singoli pur di far tenere il piede mi è capitato spesso di volare perchè mi sbilanciavo troppo verso il vuoto e non avendo nulla da tenere in mano ciò equivaleva a tuffarsi...


Il che (mettere il 99% del peso sui piedi, non ribaltarsi!) si può realizzare con tante posizioni del corpo, mica con una sola...credo che la chiave sia il senso dell'equilibrio...prova ad arrampicare senza appoggiare le mani alla roccia su un tiro o blocco di aderenza relativamente facile e molto appoggiato. O a stare il più possibile in equilibrio sulla punta di un solo piede muovendo il resto del corpo (ti accovacci, muovi l'altra gamba, etc...). O a stare in equilibrio con un solo piede su un pallone di gomma (tipo il mitico supertele) leggermente sgonfio.
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Messaggioda mtnwhite » lun ago 29, 2005 14:41 pm

bradipo ha scritto:Muovere sempre il primo passo in aderenza (o anche i successivi!!!) prima di giungere sugli appoggi finali aiuta ad un arrampicata fluida, sicuramente meno "spezzata"; aiuta prendere confidenza con il terreno che si ha sotto i piedi. Tutto ciò chiaramente va applicato su terreni dapprima più facili e via via su terreni più difficili; come tutte le tecniche di questo mondo. E' la "vecchia" tecnica" delle guide alpine...nulla di nuovo! Proprio in val di mello se osservi le guide così procedono. Chiaro che sul difficile si è più guardinghi e si punta all'appoggio decisivo...


Non mi riferivo alla tecnica di apprendimento. Sicuramente quello che dici è giusto, ma è un discorso diverso dal mio. Forse mi sono spiegato male.

Ho visto arrampicatori forti, su vie in aderenza di VII/VIII grado, progredire in maniera estremamente fluida e dinamica, quasi "di corsa", per tratti relativamente lunghi, magari 10-15m, e fermarsi soltanto al raggiungimento della sosta o di un punto di riposo.

Naturalmente come dice fab girano in bici modello anasazi con gomme radiali tipo stealth :D
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Messaggioda mtnwhite » lun ago 29, 2005 14:54 pm

ghisino ha scritto:
mtnwhite ha scritto:8O ...va che me la sono sognata??

No no esiste, ho anche visto gente "praticarla" su placche belle toste, con mio sommo stupore.

Aspetto l'aiuto di un qualche mellista incallito (so che ci siete)


intendi progredire un minimo "dinamico" senza fermarsi realmente su questo o su quel piede vero?

Personalmente ho sperimentato tale tecnica una sola volta su un blocco di...aderenza appunto, a poche decine di cm da terra. C'era un passo che "statico" non mi veniva, così ho provato a "scappare" subito verso il "posto da piede" successivo, che era abbastanza buono.

Funzionare funziona e azzardo che su certi singoli potrebbe essere indispensabile (mai capitato di sentire il piede che scivola lentamente, insomma sapere che starà lì per un massimo di 10 secondi e poi lo perderai del tutto??? Se stai fermo cadi per forza, ergo o continui a salire o torni indietro a prenderti una pausa di riflessione.).

Certo per fidarsi a progredire così su placche chiodate luuunghe credo serva una bella combinazione di :
-pelo sullo stomaco
-equilibrio
-sensibilità del piede
-occhio. Ha senso se comunque riesci a mettere il piede nei punti giusti e non a casaccio. Il che significa che devi essere in grado di leggere la roccia molto in fretta...


in generale mi pare che in aderenza "pura" l'assetto del corpo dovrebbe essere tale che basterebbe una spintarella per farti ribaltare all'indietro, cioè più peso possibile sui piedi, le mani appoggiate sulla roccia servono solo come aiuto per restare in equilibrio. Almeno così mi hanno sempre spiegato. E ineffetti ricordo di aver lavoricchiato un paio di monotiri bastardelli (6c-7a) con passi-chiave di aderenza "pura" (niente di "tirabile" per le mani) e provando i singoli pur di far tenere il piede mi è capitato spesso di volare perchè mi sbilanciavo troppo verso il vuoto e non avendo nulla da tenere in mano ciò equivaleva a tuffarsi...


Il che (mettere il 99% del peso sui piedi, non ribaltarsi!) si può realizzare con tante posizioni del corpo, mica con una sola...credo che la chiave sia il senso dell'equilibrio...prova ad arrampicare senza appoggiare le mani alla roccia su un tiro o blocco di aderenza relativamente facile e molto appoggiato. O a stare il più possibile in equilibrio sulla punta di un solo piede muovendo il resto del corpo (ti accovacci, muovi l'altra gamba, etc...). O a stare in equilibrio con un solo piede su un pallone di gomma (tipo il mitico supertele) leggermente sgonfio.



Grazie ghisino, hai capito (e spiegato) quello che intendevo.

È proprio la lettura della roccia che mi lascia parecchi dubbi. Sulle alte difficoltà, ma anche su quelle medie, spostare un piede di un paio di centimetri verso destra o verso sinistra può essere determinante.
Le placche sembrano omogenee e uguali ovunque, ma non lo sono affatto.
A parità di inclinazione possono esserci notevoli differenze che dipendono dalla ruvidità della roccia e dalla posizione dei "funghi" e dei cristalli.
Faccio fatica ad immaginare come una salita non-stop di questo tipo possa permettere una lettura adeguata del terreno.


Per quanto riguarda la posizione del corpo mi trovi completamente d'accordo, desideravo infatti avere una conferma alle mie impressioni da principiante.
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Messaggioda dademaz » lun ago 29, 2005 15:32 pm

mtnwhite ha scritto:
ghisino ha scritto:
mtnwhite ha scritto:8O ...va che me la sono sognata??

No no esiste, ho anche visto gente "praticarla" su placche belle toste, con mio sommo stupore.

Aspetto l'aiuto di un qualche mellista incallito (so che ci siete)


intendi progredire un minimo "dinamico" senza fermarsi realmente su questo o su quel piede vero?

Personalmente ho sperimentato tale tecnica una sola volta su un blocco di...aderenza appunto, a poche decine di cm da terra. C'era un passo che "statico" non mi veniva, così ho provato a "scappare" subito verso il "posto da piede" successivo, che era abbastanza buono.

Funzionare funziona e azzardo che su certi singoli potrebbe essere indispensabile (mai capitato di sentire il piede che scivola lentamente, insomma sapere che starà lì per un massimo di 10 secondi e poi lo perderai del tutto??? Se stai fermo cadi per forza, ergo o continui a salire o torni indietro a prenderti una pausa di riflessione.).

Certo per fidarsi a progredire così su placche chiodate luuunghe credo serva una bella combinazione di :
-pelo sullo stomaco
-equilibrio
-sensibilità del piede
-occhio. Ha senso se comunque riesci a mettere il piede nei punti giusti e non a casaccio. Il che significa che devi essere in grado di leggere la roccia molto in fretta...


in generale mi pare che in aderenza "pura" l'assetto del corpo dovrebbe essere tale che basterebbe una spintarella per farti ribaltare all'indietro, cioè più peso possibile sui piedi, le mani appoggiate sulla roccia servono solo come aiuto per restare in equilibrio. Almeno così mi hanno sempre spiegato. E ineffetti ricordo di aver lavoricchiato un paio di monotiri bastardelli (6c-7a) con passi-chiave di aderenza "pura" (niente di "tirabile" per le mani) e provando i singoli pur di far tenere il piede mi è capitato spesso di volare perchè mi sbilanciavo troppo verso il vuoto e non avendo nulla da tenere in mano ciò equivaleva a tuffarsi...


Il che (mettere il 99% del peso sui piedi, non ribaltarsi!) si può realizzare con tante posizioni del corpo, mica con una sola...credo che la chiave sia il senso dell'equilibrio...prova ad arrampicare senza appoggiare le mani alla roccia su un tiro o blocco di aderenza relativamente facile e molto appoggiato. O a stare il più possibile in equilibrio sulla punta di un solo piede muovendo il resto del corpo (ti accovacci, muovi l'altra gamba, etc...). O a stare in equilibrio con un solo piede su un pallone di gomma (tipo il mitico supertele) leggermente sgonfio.



Grazie ghisino, hai capito (e spiegato) quello che intendevo.

È proprio la lettura della roccia che mi lascia parecchi dubbi. Sulle alte difficoltà, ma anche su quelle medie, spostare un piede di un paio di centimetri verso destra o verso sinistra può essere determinante.
Le placche sembrano omogenee e uguali ovunque, ma non lo sono affatto.
A parità di inclinazione possono esserci notevoli differenze che dipendono dalla ruvidità della roccia e dalla posizione dei "funghi" e dei cristalli.
Faccio fatica ad immaginare come una salita non-stop di questo tipo possa permettere una lettura adeguata del terreno.


Per quanto riguarda la posizione del corpo mi trovi completamente d'accordo, desideravo infatti avere una conferma alle mie impressioni da principiante.


ma è solo una questione di prendere il ritmo ed avere una buona sensazione (equilibrio, sensibilità....)!
chiaro non è che si corre e quindi riesci cmq a leggere la roccia, ma in quel caso è il movimento continuo che ti porta fuori (quindi non cerchi l'appoggio preciso ma l'aderenza generale).
di norma quando sono su placche di questo tipo, abbasso la testa, concentrato sui piedi ed inizio la passeggiata....preso il ritmo la cosa diventa quasi noiosa....ma di gran soddisfazione se l'ultima protezione è lontana e la prox chi sa dove!
discorso diverso è per passi singoli in aderenza....anche lì puoi cercare di dinamicizzare il movimento...ma in questo caso un po' alla disperata x fiondarti su qlcs di buono!
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Messaggioda mtnwhite » mar ago 30, 2005 7:19 am

OK farò ancora alcuni tentativi.
Credo proprio che la chiave stia nel giusto ritmo della progressione, non esageratamente veloce da impedire una buona lettura della roccia ma comunque fluida e senza arresti-ripartenze.

Grazie a tutti per le risposte. :D :D
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Messaggioda Buzz » mar ago 30, 2005 9:43 am

La lettura della roccia...

Pensa a quando scendi di corsa su un sentiero ripido mezzo su sfasciumi.

Fai dei passi corti, valutando forma e posizione del sasso, appoggi e sei pronto a scaricare il peso magari semplicemente piegando le ginocchia...

Ci ho pensato tante volte...

è meraviglioso la quantità d'informazioni che il cervello riesce ad elaborare in spazi di tempo minimi (che vengono dagli occhi, dai piedi, dal centro dell'equilibrio, dai rumori...) e ad adattare il corpo a queste informazioni.

Oppure, mi sono chiesto, (eresia) se non esistesse una sorta d'intelligenza locale negli stessi arti... che paiono reagire "da soli" nel modo giusto...

(ma questo c'è anche quando scii, o vai in bici, o altro...)


Solo che camminiamo da quando abbiamo 8-10 mesi... e sappiamo farlo molto meglio di quanto arrampichiamo...

secondo me non c'è una "tecnica" ...
c'è solo da farlo tante tante tante tante tante volte... (al limite da II con un assicuratore bravo a recuperare veloce... magari allontanandosi dalla parete)
abituare il cervello ad elaborare gli stimoli sensoriali che vengono dal movimento veloce e il corpo a reagire ai comandi...
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Messaggioda fab » mar ago 30, 2005 10:18 am

Buzz ha scritto:Oppure, mi sono chiesto, (eresia) se non esistesse una sorta d'intelligenza locale negli stessi arti... che paiono reagire "da soli" nel modo giusto...
Ho sempre avuto il sospetto che il tuo cervello si trovasse dalle parti delle ginocchia! :twisted:
Sotto l'8c so tutti sentieri...

...sob...!
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Messaggioda smaz » mar ago 30, 2005 10:20 am

Buzz ha scritto:Oppure, mi sono chiesto, (eresia) se non esistesse una sorta d'intelligenza locale negli stessi arti... che paiono reagire "da soli" nel modo giusto...


Buzz facciamo gli stessi pensieri malati... :)
Cmq. una sorta di intelligenza locale esiste realmente, alcuni stimoli sensoriali e corrispondenti riflessi avvengono senza neanche passare dall'encefalo ma vengono elaborati da una breve catena di motoneuroni presenti nel midollo spinale che da una risposta di equilibrio immediata, come il tutto si coordini con le percezioni visive e spaziali è una cosa meravigliosa!
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