Buzz ha scritto:Mi permetto di postare una mia esperienza del genere che vai cercando di organizzare tu... (più o meno)...
Per me la summa di questo tipo di esperienza si concentrò, come focalizzata da una lente, parecchi anni fa... ('93) sul gruppo della civetta-moiazza.
....................
ciao a tutti
finita su questo topic per caso (ad agosto il tempo per navigare dal lavoro

è maggiore

) prendo spunto da questo racconto irresistibile del buzz per raccontare la mia prima esperienza escursionistica IMPORTANTE
nel novembre 1997 (forse 1998 non ricordo ...che abbia rimosso

) decisi a seguito della mia passione per la montagna, fino ad allora sempre confinata all'appennino emiliano, di fare un TREKKING SOLITARIO sulle alpi... per la precisione la meta che mi interessava era la zona del monte rosa
il periodo era stato scelto casualmente in concomitanza ad una settimana di tempo libero che avevo a disposizione per il periodo santi/morti
per "organizzarmi" il giro avevo comprato una cartina della kompass e avevo fatto spesa al supermercato
ma veniamo all'oggetto da cui è partito il topic iniziale ...LO ZAINO
partii con un INVICTA (modello vecchissimo con tasconi da tutte le parti) in cui erano contenute:
-7 scatolette di tonno (misura grande)
- 4 confezioni di flauti al cioccolato del mulino bianco (dopo di allora non ne volli più sapere ...anche oggi quando li vedo mi danno la nausea)
- bustine di te e mezzo kg di zucchero
- 2 confezioni di pane in cassetta
- 2 scatole di fagioli (ebbene sì ci sono cascata anch'io)
- mezzo kg di parmigiano
- 1 bottiglia da un litro e mezzo d'acqua
- un paio di tavolette di cioccolato
- un piumino e un ricambio
- cuffia e guanti
niente fornelletto ...sulle relazioni dei bivacchi e locali invernali era scritto che erano presenti bombole... la normativa quell'anno però aveva previsto che le bombole di gas non andavano tenute all'interno di locali chiusi per cui in attesa di adeguarsi le bombole erano state tolte ...almeno io credetti questo quando non le trovai

)
il mio obiettivo era fare un'escurione in quota passando per bivacchi e locali invernali dei rifugi (chiusi nel periodo) per godere di solitudine e vedere cosa sarei riuscita a fare (l'idea era di scalare anche il corno bianco)
insomma tutto il mio programma galleggiava in un limbo di incognite a parte l'unica certezza...VOLEVO UNO ZAINO LEGGERO (non mi piace portare roba inutile

)e quindi avrei ridotto al minimo i pesi
partita il giorno dei morti

(... un presagio?

)dalla pianura arrivai in val d'aosta nel primo pomeriggio e partii alla volta del bivacco gastaldi sotto un sole splendente anche se l'arietta era frizzante
effettuata la salita in maniche corte (non volevo sudare per conservarmi il più possibile asciutto il pile) arrivai al bivacco con le mani completamente "ingovernabili" ... si erano congelate credo ... non ho mai capito ...sò solo che non riuscivo a muoverle ... la volontà era di chiudere le dite e la mano non obbediva
dopo un attimo di panico in cui pensai di tornare a valle mi rifugiai nel bivacco (ormai al buio ...la frontale ovviamente non l'avevo portata per ridurre i pesi inutili) e dopo essermi vestita e seppellita sotto 5 coperte (un peso della marianna) iniziai a recuperare l'uso delle mani e quindi sempre al buio tirai fuori l'acqua dallo zaino che nel frattempo si era ghiacciata in buona parte (tascone esterno dello zaino efficacissimo

) e mangiai pane e formaggio
sdraiata subito dopo (troppo freddo per uscire e per stare in piedi nel bivacco e niente da leggere) inizia una delle notti più lunghe della mia vita (per allora ...in seguito ebbi altre esperienze ....DIVERTENTI

) in attesa dell'alba
la mattina dopo partii per il rifugio gabiet e in prossimità dello stesso vidi che era abitato e che stava iniziando a nevicare ...fedele alla mia idea di passare in solitudine i miei giorni di vacanza consultai la cartina e decisi di tirare dritto fino al locale invernale del rifugio città di vigevano.... sotto quella che ormai stava diventando una BUFERA
dopo circa un'ora e mezzo di cammino inziavo a pensare di essermi persa quando finalmente vedo la sagoma del rifugio e lì la scoperta del locale invernale .... chiuso!! presa dalla disperazione (freddo neve e sera incombente) inziai a prendere a calci la porta del locale che all'improvviso si aprì e dentro chi ci vedo?? un disperato come me (un ragazzo americano che si AGGIRAVA su quelle montagne con mete più o meno incerte...secondo me era messo su per giù come me... ossia non sapeva neppure come fosse girato

) che spaventato al pari di me (sentire prendere a calci una porta in un posto così in quella stagione e con quel tempo fuori ...fà un pò impressione

) dopo i primi momenti di perplessità (reciproca... non si capacitava di come una ragazza si aggirasse in quelle zone con quel tempop da sola e mi chiese più di una volta se ero sola

...col senno di poi iniziai a pentirmi di avergli detto di sì) mi accolse in quello splendido locale (credo sia il peggiore locale invernale che abbia mai visto (costruito con assi che sia lateralmente che sul pavimento erano scostate di circa un centimetro con la conseguenza che vento e neve (e anche altro

...come ebbi occasione di testare in seguito) spifferano da tutte le parti)
qui inizia l'avventura ... chiusa in questo locale invernale, nella bufera, con sto tipo selvaggio ...
"bè come minimo avrete fatto sesso" mi hanno detto subIto i miei amici (DEFICIENTI) ....cosa scopro??
il tipo mi raccontò che amava molto la montagna, faceva "lavori vari" per sopravvivere, abitava per metà anno in un paesino al confine col messico e per l'altra metà viveva a san francisco
era venuto in italia perchè AVEVANO UCCISO UN SUO AMICO e lui aveva bisogno di stare lontano... alla mia domanda se anche lui aveva mai ucciso mi rispose di sì ...aveva una pistola

(OVVIAMENTE MI PENTII SUBITO DI UNA DOMANDA TANTO CRETINA

)
vi rendete conto di come posso essermi sentita??sò che sembra una storia incredibile ma chi mi conosce può testimoniare che è vera (sono in un film come dicono i miei amici ...nella mia vita mi succedono le cose più strane e impensabili)
con queste premesse iniziava la seconda notte più lunga della mia vita...

dopo aver rifiutato il suo invito a domire nella stessa branda "per scaldarci" mi accinsi a passare una notte in bianco (non feci neppure tanta fatica dal momento che il tipo aveva gli incubi e durante la notte si svegliò più di una volta urlando) pronta a reagire in caso di un suo raptus omicida
fortunatamente la notte finì

ed all'alba mi ritrovai con un sonno della malora

un tempo bellissimo

e stò tipo che ora non mi faceva più così paura (in fondo non avendomi ammazzato la notte potevo essere quasi certa di non avev più niente da temere)
per cui facemmo colazione insieme e ci salutammo lui parti per punta indren e poi ...chissà, e io ...crollai su due coperte che portai fuori sul portichetto di legno e recuperai il sonno perso
al pomeriggio feci una breve escursione per vedere dove avrei dovuto passare per andare al città di mantova
altra sera ...altro tonno ...altri flauti ...altra acqua gelata ...la prendevo da un ruscelletto e restava in forma liquida finchè stava al sole dopo la dovevo tenere vicino al corpo per evitare che si raffreddasse
mattina seguente pronta per la partenza e carica come una molla parto alla volta del mantova (sole splendente e "fresco") e a poche centinaia di metri dal rifugio trovo un nevaio con un canale coperto da un ponte di neve che mi sembrava fragile ....dopo aver cercato di passare un paio di volte ..essere scivolata altre 4 volte (niente ramponi e niente piccozze) mi arresi e decisi di tornare al città di vigevano... con le pive nel sacco
altra sera in quel locale con un freddo mortale ...cosa feci? commisi l'errore di mangiare l'ennesima scatoletta di tonno alla sera che mi si piantò sullo stomaco ....ennesima notte in bianco questa volta per congestione ...di notte mi alzai in preda a vomito incombente e non feci neppure in tempo a raggiungere la porta che "espressi tutto il mio disappunto" all'interno ....e poi crollai sulla brandina ....
la mattina dolorante dappertutto ma soprattutto nell'animo per essere stata rimandata indietro da un nevaio del ca@@o e per quel tonno maledetto che mi aveva stroncato ogni possibilità di successo (ero a pezzi) ...decisi di tornare a valle
feci sosta al gabiet (ero ancora in postumi di congestione ...colorito giallastro e sensazione di debolezza cosmica) dove il rifugista gentilisssimo mi accolse offrendomi del tè caldo e offendosi di portarmi a valle in jeep dicendo "avevo sentito parlare di una ragazza che stava facendo il giro dei rifugi (mi avevano vista due ragazzi che lavoravano alla funivia di punta indren) e mi chiedevo perchè una persona deve fare qualcosa del genere...tra l'altro in questi giorni la temperatura è scesa molto sotto le medie e hanno registrato 10 gradi sottozero ... " scambiammo due chiacchiere ...o meglio lui parlava e io cercavo di ascoltare...finchè dopo essermi ripigliata un pò tornai alla macchina e dopo una pausa in un'area pic nic di qualche ora in cui meditai gli errori commessi tornai a casa
morale: delle sette scatolette di tonno ne mangiai 3(il tonno in montagna di sera e col freddo non lo digerisco

) di flauti ne mangiai 2 scatole dopo di che mi vennero a nausea (non portare lo stesso tipo di merenda per tanti giorni perchè poi ti rompi a mangiarlo)
i fagioli non li toccai ...tutto il cibo avanzato lo abbandonai nel locale,...
da allora sono successe un sacco di cose ...altre esperienze in montagna mi hanno insegnato cosa portare e cosa no ...in ogni caso quando ripenso a quel "viaggio" nonostante tutti gli errori commessi sorrido ancora
fine