
Bene, si parte; giunto al secondo spit il climber si trova già nel bel mezzo dei casini, situazione peraltro ben intuibile dal basso, visto che tale situazione era lì, a pochi metri da terra

Ma il climber, giustamente, non demorde. del resto, essendosi appena staccato da terra, la stanchezza era ancora lungi dal venire a disturbare le sue gesta, che, oltretutto, erano sotto osservazione di un nutrito gruppetto di giovani, che vedevano in lui il "messia"

Succede ora che trascorrono alcune decine di secondi, durante i quali l'inarrendevole climber lotta con tutte le forze e agilità varie per potersi alzare di qualche centimetro, ma non vi è nulla da fare: la roccia non si concede.
Succede allora che dalla bocca del climber esce la fatidica parola: blocca!

Dopo ulteriori tentativi, ecco che si passa al piano B: staffa e via! che sarà mai! Un allungo, raggiungo la presa, spitto e riprovo il passaggio...
ma non c'è verso, lo spit non si concede.
A questo punto rimangono due soluzioni: ricorrere a tutta una serie di scuse (vedi topic) per giustificare la disprestazione, oppure scendere mestamente ammettendo la sconfitta, e raccogliendo infine il pesantissimo fardello (dovuto a chili e chili delle note "pive" da sistemare nel sacco).
Ed è qui che esce "l'uomo", che (tanto di cappello) sceglie la seconda soluzione, nonostante la presenza dei numerosi giovani climber che lo guardavano speranzosi, come si guarda ad un "guru"... ma avranno ben imparato la lezione di umiltà del "nostro"

ps: a scanso di equivoci il racconto non è autobiografico, ma si tratta comunque di un episodio accaduto ieri (beh, normale amministrazione in falesia!)
E a voi, di "abbandonare" ai primi spit per manifesta inferiorità, è mai successo?
