Lo psicodramma dell'arrampicatore

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda EvaK » gio dic 03, 2015 17:45 pm

Perchè, diciamolo, ogni arrampicatore ha i propri fantasmi, che spesso riflettono tratti caratteriali che fanno parte della propria personalità.

Accantonata per un po' la stagione delle vie e ripresa l'attività falesistica, si parlava in auto delle solite cose da arrampicatori.
Un amico ogni volta vuole andare in un determinato posto a provare un determinato tiro.
A me invece piace provare tiri diversi, io mio ideale di scalata è l'avista o flash, al massimo concedo il lavorato veloce.

Quindi io esponevo al solito forumista le mie perplessità sulla noia di andare sempre lì su quel tiro e sul fatto che a me il lavorato, se proprio devo dirlo, crea ansia. Ogni volta che mi preparo per un giro su un tiro che sto provando mi viene lo stress del cercare di chiuderlo, ripasso la sequenza e non la ricordo mai.
Nell'a vista me la gioco, mi sento ibera e do il meglio di me perchè non ho esperienza di quel tiro, non ho termini di paragone con me stessa.... scalo e basta.

L'amico al contrario non ama le situazioni nuove, si sente più a suo agio nel provare il tiro e allenarsi su di esso.

Ecco, credo che questi tratti caratteristici di noi come scalatori siano l'evidenza di tratti profondi del carattere, dei nostri piccoli o grandi psicodrammi interiori.

Così, pour parler.
"Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne" (Immanuel Kant)

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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda ThePuchu! » gio dic 03, 2015 18:33 pm

Mi reputo troppo inesperto per poter dare un reale contributo ma mi piacerebbe comunque esprimere il mio parere di neofita..
Personalmente preferisco girare locations sempre diverse e provare tiri sempre nuovi, ma anche a me parte la fissa di voler tornare in un determinato luogo a chiudere un determinato tiro incompleto, sopratutto se lo reputo alla mia portata e quindi non ancora chiuso per motivi legati ad una psiche non ottimale il giorno del primo tentativo :( .
Mettermi a lavorare un tiro troppo difficile per me ora non lo reputo interessante/producente. Credo, da principiante, di avere ancora un buon margine di miglioramento; quindi perchè strasbattermi a lavorare tiri effettivamente di un livello che ora non riesco a scalare quando magari tra 1-2 anni mi riusciranno abbastanza facili?
Chiariamoci un tentativo in moulinette su un tiro di grado alto non lo rifiuto mai, ma se devo bruciare tutte le energie della giornata per lavorarmi un singolo tiro.. non so' mi sembra un po' una perdita di tempo che fa salire solo il nervoso. :evil:
Prima di tutto il divertimento :mrgreen:

Quindi ricapitolando: Sempre roba nuova e che sia sempre alla mia portata! :mrgreen:

Quindi in pratica dal 3c al 4b soft
Colui che non sente la musica crede che chi danza sia pazzo.
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda espo » gio dic 03, 2015 19:39 pm

EvaK ha scritto:Nell'a vista me la gioco, mi sento ibera e do il meglio di me perchè non ho esperienza di quel tiro, non ho termini di paragone con me stessa.... scalo e basta.



=D> =D> =D> =D> :smt023
massimo

Ci sono nomadi che si sentono a casa ovunque
altri che non si sentono a casa da nessuna parte

Io sono uno di questi.
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda coniglio » gio dic 03, 2015 20:20 pm

io amo tutto.
ognuna delle sfumature riesce a darmi qualcosa e/o mettere a tacere un'urgenza che ho dentro.
l'avvista è una figata
il lavorato è una figata
il lavorato veloce è una figata.

...poi dipende sempre da quanta possibilità uno ha di girare,
di prendersi un intero week end ecc. ecc.

l'immersione totale nel momento dell'avvista,
partire come un killer sul lavorato veloce, combattere
come un guerriero sul lavorato, limando ogni imperfezione
incassando continue sconfitte...ma migliorare ogni volta un pochettino di più. crederci. credere in te.

e poi liberarsi di tutte queste barriere
e farsi una sana giornata di blocchi :mrgreen:
riportando tutto all'essenza.

alè :D
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda menestrello » gio dic 03, 2015 21:59 pm

Quoto coniglietto!
=D>
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda PIEDENERO » gio dic 03, 2015 23:09 pm

menestrello ha scritto:Quoto coniglietto!
=D>


anche io.
e aggiungo.
coniglio che è molto più giovane di me ha capito tante cose che io sto capendo solo ora che sto maturando :D .
ha colto l'essenza del gioco, perché scalare è un gioco, anche vivere è spesso un gioco e ne ha colto l'essenza che non è quanto vivi ma come vivi. non è una questione numerica di grado, prestazione, quantità, ma di come si fanno le cose. il come è tutto, il resto sono solo cazzate senza alcun valore e come tali non daranno alcuna soddisfazione.
il fottuto grado è solo un riferimento, un nemico da abbattere, una soglia da superare per sapere cos'è c'è oltre ma serve solo a noi per confrontarci con noi stessi ed i nostri limiti e difetti e non con gli altri, altrimenti si diventa tristi, invidiosi, permalosi, falsi. il confronto con sua maestà il grado se fatto nella giusta misura, ci mette a nudo, ci aiuta a diventare migliori viva il grado! :lol:
è dura da accettare ma è così. ho sprecato tante belle giornate in luoghi talvolta splendidi per essermi messo a fare cose sbagliate, a volte non alla mia portata o solo per scimmiottare qualche moda passeggera. scalare è bello se si capisce che non è un fine ma un mezzo che noi poveri pirla ancora ci possiamo permettere ma ci dimentichiamo di quanto siamo fortunati nel poterlo fare.
e ognuno faccia quello gli pare, l importante è che ne tragga piacere e gioia, altrimenti che se ne vada allo stadio, al centro commerciale, a lavorare, non il tiro ovviamente.
ho sparato troppe banali minchiate, sono stanco, vado a nanna che devo pensare a come chiudere il tiro di sabato prossimo che poi lo devo postare sul forum. :lol:
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda MaraMeo » ven dic 04, 2015 1:19 am

PIEDENERO ha scritto:perché scalare è un gioco, anche vivere è spesso un gioco [...] l'essenza [...] non è quanto vivi ma come vivi [...]
e ognuno faccia quello gli pare, l importante è che ne tragga piacere e gioia, altrimenti che se ne vada allo stadio, al centro commerciale, a lavorare


[youtube]http://youtu.be/xDr7fi1gFco[/youtube]
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda scairanner » ven dic 04, 2015 1:34 am

MaraMeo ha scritto:
PIEDENERO ha scritto:perché scalare è un gioco, anche vivere è spesso un gioco [...] l'essenza [...] non è quanto vivi ma come vivi [...]
e ognuno faccia quello gli pare, l importante è che ne tragga piacere e gioia, altrimenti che se ne vada allo stadio, al centro commerciale, a lavorare


-Come sarà la scalata di Adam Ondra nel 2030?
-Arrampicherò di certo. Spero di non scalare peggio di quanto non faccia ora...


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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda MaraMeo » ven dic 04, 2015 10:50 am

Ooooooops :oops:
Applausi a lui e sciagura a me, che sbaglio ancora ad uploadare i video di youtube :smt021
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda ProcioneFalesio » sab dic 05, 2015 0:02 am

Concordo con te Eva. Cambiare è bello e migliora anche la tecnica. Però devo dire che tornare dopo un po' di tempo su un tiro che tempo prima ti aveva dato una marea di legnate e chiuderlo al primo colpo, è una sensazione fantastica! :D
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda Cardiga » sab dic 05, 2015 2:45 am

Vorrei dire la mia anche se non ho molta esperienza...anzi pochissima :lol: però credo che la cosa migliore sia variare il più possibile, a vista , flash , lavorato veloce e lavorato. Scalo da due anni e il primo anno di scalata l'ho passato scalando esclusivamente a vista o flash fortunatamente raggiungendo l'obiettivo che a quel tempo mi ero prefissato (7a a vista) un mese dopo aver fatto la via andai a scalare con un ragazzo molto bravo, umile e motivato che scalava attorno al 7c... il giorno lasciò montato un 7b e mi chiese se volevo provarlo, all'inizio dissi di no ma lui insistette così provai.. bene feci il mio primo 7b in 3 giri ( quindi un lavorato veloce, cosa che non avevo mai fatto prima), mi si aprì un nuovo mondo, il 7b non era più un grado alieno ( era dicembre 2014)! nonostante quello non provai piu a lavorare vie e il mese dopo feci il mio primo 7a+ a vista. Quando feci il 7a+ a vista il mio amico provava un 8a e mi parlava di questa via con un tale entusiasmo che anche se era fuori portata veniva voglia di provarla.... un giorno a febbraio lo accompagnai a provare la via.. sembrava bellissima con un lancio finale da una svaso a un monodito, ovviamente lui mi chiese se volevo provarla e questa volta dissi di si. Provai la via ma sembrava un incubo ,sempre appeso , avevo difficoltà ad azzerare i passi.. insomma non mi stavo divertendo. Quando tornai a casa mi feci tante di quelle domande sul gusto che ci trovavano a provare le vie pensando che fosse solo tempo perso! Le settimane successive accompagnai regolarmente il mio amico a provare il tiro e tutte le volte lo provavo pure io, quando lo riprovavo mi sentivo scalare diversamente, più fluido veloce e preciso, così vai che provo vai che provo arrivai a fare un solo resting. A quel punto capii che non era impossibile come le settimane precedenti e mi misi come obiettivo di chiudere la via, per 3 settimane non provai la via a causa di problemi di salute. Quando tornai la feci al primo giro, lanciai un urlo quando moschettai la catena che si poteva sentire a chilometri di distanza :lol: :lol: feci la via ad aprile, dal 7b all'8a in 3 mesi, una cosa abbastanza inutile dal punto di vista tecnico ma dal punto di vista mentale questa volta mi si aprii un mondo intero. Dal giorno se sto provando vie al di sotto dell'8a non ho più ansia scalo tranquillo e meglio ( penso e spero :lol: :D ) se sbaglio non mi faccio tanti problemi e scalo molto a vista, se non fosse stato per l'8a a quest ora sarei ancora sul 7a+\7b per paura di sbagliare. Morale della favola è LAVORATE le vie, serve tanto , vi forgia la testa. Ovviamente non tralasciate la scalata a vista e il lavorato veloce ( queste due più importanti del lavorato per me ). Come avevo letto da qualche parte l'arrampicata è sbagliare 100 volte e provare 101 ,più si è disposti a sbagliare più si impara. 8) 8) :D
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda dang » sab dic 05, 2015 9:32 am

Cardiga ha scritto:Vorrei dire la mia anche se non ho molta esperienza...anzi pochissima :lol: però credo che la cosa migliore sia variare il più possibile, a vista , flash , lavorato veloce e lavorato. Scalo da due anni e il primo anno di scalata l'ho passato scalando esclusivamente a vista o flash fortunatamente raggiungendo l'obiettivo che a quel tempo mi ero prefissato (7a a vista) un mese dopo aver fatto la via andai a scalare con un ragazzo molto bravo, umile e motivato che scalava attorno al 7c... il giorno lasciò montato un 7b e mi chiese se volevo provarlo, all'inizio dissi di no ma lui insistette così provai.. bene feci il mio primo 7b in 3 giri ( quindi un lavorato veloce, cosa che non avevo mai fatto prima), mi si aprì un nuovo mondo, il 7b non era più un grado alieno ( era dicembre 2014)! nonostante quello non provai piu a lavorare vie e il mese dopo feci il mio primo 7a+ a vista. Quando feci il 7a+ a vista il mio amico provava un 8a e mi parlava di questa via con un tale entusiasmo che anche se era fuori portata veniva voglia di provarla.... un giorno a febbraio lo accompagnai a provare la via.. sembrava bellissima con un lancio finale da una svaso a un monodito, ovviamente lui mi chiese se volevo provarla e questa volta dissi di si. Provai la via ma sembrava un incubo ,sempre appeso , avevo difficoltà ad azzerare i passi.. insomma non mi stavo divertendo. Quando tornai a casa mi feci tante di quelle domande sul gusto che ci trovavano a provare le vie pensando che fosse solo tempo perso! Le settimane successive accompagnai regolarmente il mio amico a provare il tiro e tutte le volte lo provavo pure io, quando lo riprovavo mi sentivo scalare diversamente, più fluido veloce e preciso, così vai che provo vai che provo arrivai a fare un solo resting. A quel punto capii che non era impossibile come le settimane precedenti e mi misi come obiettivo di chiudere la via, per 3 settimane non provai la via a causa di problemi di salute. Quando tornai la feci al primo giro, lanciai un urlo quando moschettai la catena che si poteva sentire a chilometri di distanza :lol: :lol: feci la via ad aprile, dal 7b all'8a in 3 mesi, una cosa abbastanza inutile dal punto di vista tecnico ma dal punto di vista mentale questa volta mi si aprii un mondo intero. Dal giorno se sto provando vie al di sotto dell'8a non ho più ansia scalo tranquillo e meglio ( penso e spero :lol: :D ) se sbaglio non mi faccio tanti problemi e scalo molto a vista, se non fosse stato per l'8a a quest ora sarei ancora sul 7a+\7b per paura di sbagliare. Morale della favola è LAVORATE le vie, serve tanto , vi forgia la testa. Ovviamente non tralasciate la scalata a vista e il lavorato veloce ( queste due più importanti del lavorato per me ). Come avevo letto da qualche parte l'arrampicata è sbagliare 100 volte e provare 101 ,più si è disposti a sbagliare più si impara. 8) 8) :D


Possiamo farlo bannare questo? 8) :twisted: :lol:
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda EvaK » sab dic 05, 2015 13:40 pm

Io però non intendevo parlare di cosa ci piace o di quanto ci divertiamo e quanto è bello e bucolico scalare.... (questo lo sappiamo e sappiamo anche che tutti ci divertiamo un casino a scalare) :roll:
il discorso è un po' diverso: parlavo o volevo parlare dello "psicodramma"... cioè di come la nostra personalità, le nostre paure, le nostre insicurezze e debolezze (o i punti di forza) venga poi fuori nel nostro stile di arrampicata, nelle nostre scelte arrampicatorie.

Ad esempio la mia predilezione per l'a vista, o l'ossessione della perfezione che ho visto in alcuni nel preferire lavorato (o super lavorato), la ricerca di conferme esterne (il grado!!!), la paura dell'ignoto (mai provare qualcosa "oltre").

Dopo le riflessioni filosofiche di quest'estate anche un giretto di psicanalisi... :lol:
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda Eionedvx » sab dic 05, 2015 13:53 pm

EvaK ha scritto:Io però non intendevo parlare di cosa ci piace o di quanto ci divertiamo e quanto è bello e bucolico scalare.... (questo lo sappiamo e sappiamo anche che tutti ci divertiamo un casino a scalare) :roll:
il discorso è un po' diverso: parlavo o volevo parlare dello "psicodramma"... cioè di come la nostra personalità, le nostre paure, le nostre insicurezze e debolezze (o i punti di forza) venga poi fuori nel nostro stile di arrampicata, nelle nostre scelte arrampicatorie.

Ad esempio la mia predilezione per l'a vista, o l'ossessione della perfezione che ho visto in alcuni nel preferire lavorato (o super lavorato), la ricerca di conferme esterne (il grado!!!), la paura dell'ignoto (mai provare qualcosa "oltre").

Dopo le riflessioni filosofiche di quest'estate anche un giretto di psicanalisi... :lol:


Il mio dramma è la mamma che dice che arrampico troppo, che mi rovino la vita e che non le piace l'ambiente.... :mrgreen: :mrgreen: :lol:
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda Eionedvx » sab dic 05, 2015 14:01 pm

Cardiga ha scritto:[...] (7a a vista) [...] 7c... 7b in 3 giri [...]7a+ a vista [...] 8a [...] dal 7b all'8a in 3 mesi[...]7a+\7b


Si ma vabbé.... :x :twisted: =D> =D> :roll:
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda Cardiga » sab dic 05, 2015 16:37 pm

Eionedvx ha scritto:
Cardiga ha scritto:[...] (7a a vista) [...] 7c... 7b in 3 giri [...]7a+ a vista [...] 8a [...] dal 7b all'8a in 3 mesi[...]7a+\7b


Si ma vabbé.... :x :twisted: =D> =D> :roll:

Il grado è solo un esempio... potevo scrivere dal 5c al 6b o cose simili :D era per dare un idea che il lavorato serve, tanto quanto l' a vista 8)
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda Eionedvx » sab dic 05, 2015 18:44 pm

Cardiga ha scritto:
Eionedvx ha scritto:
Cardiga ha scritto:[...] (7a a vista) [...] 7c... 7b in 3 giri [...]7a+ a vista [...] 8a [...] dal 7b all'8a in 3 mesi[...]7a+\7b


Si ma vabbé.... :x :twisted: =D> =D> :roll:

Il grado è solo un esempio... potevo scrivere dal 5c al 6b o cose simili :D era per dare un idea che il lavorato serve, tanto quanto l' a vista 8)


Sisi dicono tutti così dopo... :lol: :lol: :wink:
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda Mork » sab dic 05, 2015 20:01 pm

ThePuchu! ha scritto:... perchè strasbattermi a lavorare tiri effettivamente di un livello che ora non riesco a scalare quando magari tra 1-2 anni mi riusciranno abbastanza facili?...


perché magari strasbattendoti ti riusciranno facili fra 6 mesi?
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda Cardiga » sab dic 05, 2015 20:24 pm

Mork ha scritto:
ThePuchu! ha scritto:... perchè strasbattermi a lavorare tiri effettivamente di un livello che ora non riesco a scalare quando magari tra 1-2 anni mi riusciranno abbastanza facili?...


perché magari strasbattendoti ti riusciranno facili fra 6 mesi?


esatto quoto in pieno. Scalare a vista ti migliora la lettura della roccia, lavorare le vie amplia il bagaglio tecnico e ti insegna a scalare più fluido.
Capisco bene ciò che vuole dire EvaK nel senso che si riesce a capire il carattere di una persona dal tipo di arrampicata che predilige...è vero. Ma non sempre. Spiego meglio: una persona che prova in continuazione una via anche se è anni luce lontana dal suo attuale livello ( conosco gente che cade sui 7a e lavorato fa 8b) potrà essere si tenace e determinato rispetto a uno che ha "paura" di provare le vie, ma al tempo stesso è una di quelle persone la cui priorità non è migliorare ma bensì fare grado. C'è gente che cade sui 6b+\6c a vista che come lavorato ha un 8a e quando gli chiedi che grado fa ti risponde 8a. Queste persone si nascondono dietro un grado, più è alto il grado e più si sentono "protette" ,come se il grado fosse una protezione.
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Re: Lo psicodramma dell'arrampicatore

Messaggioda entropia » sab dic 05, 2015 21:00 pm

Il mio dramma sono i compagniucci che ci piace il superlavorato e io mi ztuffo..... Due maroni... Se le vie mi vengono a vista le sgrado.. Se non mi vengono è' che son morfologiche
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