NON VALE!

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

Messaggioda andreag » gio giu 24, 2004 12:52 pm

Per ribadire il discorso, rubo questa frase di Andrea Gobetti da un topic di Ballakano, mi è piaciuta molto:


"Attento ragazzo.
Vieni da un mondo diverso, contagiato dall'indifferenza per il tuo vicino di casa, semaforo, di via e d'appiglio. Chiami etica la somma di regole che adolescenti angosciati dal non sapere se diventeranno uomini si e' inventata. Ti piace la competizione, ma la guerra ti turba e non sai dove finisca una e comincia l'altra. Fossimo amici ti direi che la tua anima ha un piede nella fossa e l 'altro su una saponetta. "


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Re: NON VALE!

Messaggioda kravun » gio giu 24, 2004 12:56 pm

c.caio ha scritto:A me e' capitato di chiodare una via che se scalata secondo la "debolezza" della roccia (in questo caso leggesi: fessure) e' di 6a, ma se si scala sulla linea precisa degli spit (ed e' fattibile) diventa 6c.... nessun problema, ho scritto sulla relazione le due possibilita' e ognuno si regola come vuole.
(almeno parlo per me).
C.


E' per caso quella al settore "Cotoletta" a fianco del 7a?
Non mi ricordo come si chiama, mi pare composta da due parole con una che inizia x "m"
Se è quella complimenti, fatta senza fessura è veramente bella!!!!
Passaggi aleatori con bei spostamenti di piedi.....
Il 7a a fianco invece non mi è piaciuto, troppo fisico, troppo obbligato da movimenti alla scianclodvandamm :lol:
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Messaggioda Herman » gio giu 24, 2004 13:42 pm

andreag ha scritto:Ditemi che sono fissato, che sono vaneggiamenti di uno che è rimasto fermo agli anni che furono, ditemi quel che volete, ma se anche l'arrampicata diventa come tutto il resto, che gusto c'è a farla??

Andrea


Credo di non capire a fondo, Andrea, quali sono le regole che temi, quelle sulle quali confrontarsi con altri climber o quelle stile "regolamento di lumignano"?
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Messaggioda bradipo » gio giu 24, 2004 14:04 pm

Ma scusa Andrea: se io azzero, passo a fianco, mi piglio in giro da solo. Lo faccio e la coscienza mi rimorderà per sempre, ma nessuno sta li a multarti. Non c'è un arbitro :wink: La nostra libertà intesa nel senso di fare ciò che vogliamo ce l'avremo sempre, nessuno ce la toglierà mai! Parlavo di un altro tipo di libertà: quella di cercare di mantenere pulito l'ambiente verticale. Oggi chi viene in falesia (soprattutto le prime volte) a volte si frantuma o fa frantumare gli altri con una facilità spudorata: e questo perchè? Solo perchè non hanno le istruzioni GIUSTE per l'uso! Si improvvisa!!! Troppo!!! Ma anche in montagna...gente che manda sassi e non avvisa; gente che lancia corde in completa apnea. Questa non è libertà! Io comunque continuo ad arrampicare perchè mi piace: anche se un giorno dovesse uscire un codice da rispettare.
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Messaggioda ct-7b » gio giu 24, 2004 14:52 pm

bradipo ha scritto:Ma scusa Andrea: se io azzero, passo a fianco, mi piglio in giro da solo. Lo faccio e la coscienza mi rimorderà per sempre, ma nessuno sta li a multarti. Non c'è un arbitro :wink: La nostra libertà intesa nel senso di fare ciò che vogliamo ce l'avremo sempre, nessuno ce la toglierà mai! Parlavo di un altro tipo di libertà: quella di cercare di mantenere pulito l'ambiente verticale. Oggi chi viene in falesia (soprattutto le prime volte) a volte si frantuma o fa frantumare gli altri con una facilità spudorata: e questo perchè? Solo perchè non hanno le istruzioni GIUSTE per l'uso! Si improvvisa!!! Troppo!!! Ma anche in montagna...gente che manda sassi e non avvisa; gente che lancia corde in completa apnea. Questa non è libertà! Io comunque continuo ad arrampicare perchè mi piace: anche se un giorno dovesse uscire un codice da rispettare.

Libertà nn è "regole", ma il semplice rispetto della vita altrui.......io vedo una bella lina, vedo gli spit che la proteggono ed inizio a salirla tedendomi il + vicino possibile alle protezioni.......se tu sali la stessa via e ti sposti di 3 metri da quella linea creata dal choidatore io stesso ti direi: <<sei fuori via!!!>> allora tu avrai 2 scelte o continuare per la tua strada o tornare su quella linea.....se opterai per la prima sei libero di farlo, io certamente nn ti tirerò la corda e nn ti dirò altro, ma se poi, una volta a terra mi vieni a dire:<<c***o ho liberato un 7b!!!>> io farò un bel nodo bulino ripassato intorno al tuo collo e ti lascierò penzolare per una bella mezz'oretta.....queste sono le usanze siciliane.......spero di aver fatto capire il discorso.......
.....unica regola????
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Messaggioda bradipo » gio giu 24, 2004 15:33 pm

cavolo!!! ct-7b meno male che sei in sicilia! Volevo venire per una bella pasta con le sarde...ma credo che la tua chiarezza sia talmente disarmante che ci rinuncio!!!!
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Messaggioda andreag » gio giu 24, 2004 15:36 pm

Herman ha scritto:Credo di non capire a fondo, Andrea, quali sono le regole che temi, quelle sulle quali confrontarsi con altri climber o quelle stile "regolamento di lumignano"?


Non sono le regole in sé che temo, quelle sono neutre, quello che mi preoccupa è la "fame" di regole, questo bisogno di avere sempre qualcuno che ti dice cosa fare e come farlo....ho l'impressione che spesso nasconda un vuoto di pensiero e di immaginazione che, soprattutto nei giovani, mi sconcerta e mi fa paura...

Ma forse sono solo pensieri in libertà di un vecchio libertario.... certo è che mi piacerebbe vedere qualche reazione in più su questo argomento!!

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Messaggioda andreag » gio giu 24, 2004 15:39 pm

bradipo ha scritto:Ma scusa Andrea: se io azzero, passo a fianco, mi piglio in giro da solo. Lo faccio e la coscienza mi rimorderà per sempre, ma nessuno sta li a multarti. Non c'è un arbitro :wink: La nostra libertà intesa nel senso di fare ciò che vogliamo ce l'avremo sempre, nessuno ce la toglierà mai! Parlavo di un altro tipo di libertà: quella di cercare di mantenere pulito l'ambiente verticale. Oggi chi viene in falesia (soprattutto le prime volte) a volte si frantuma o fa frantumare gli altri con una facilità spudorata: e questo perchè? Solo perchè non hanno le istruzioni GIUSTE per l'uso! Si improvvisa!!! Troppo!!! Ma anche in montagna...gente che manda sassi e non avvisa; gente che lancia corde in completa apnea. Questa non è libertà! Io comunque continuo ad arrampicare perchè mi piace: anche se un giorno dovesse uscire un codice da rispettare.


Io non ci ho visto queste cose nel tuo msg iniziale; certo che spesso si improvvisa troppo!!!! ma il rimedio a questo non è mettere le regole, è aumentare la Cultura di chi arrampica o va in montagna....

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Messaggioda ct-7b » gio giu 24, 2004 15:48 pm

andreag ha scritto:
Herman ha scritto:Credo di non capire a fondo, Andrea, quali sono le regole che temi, quelle sulle quali confrontarsi con altri climber o quelle stile "regolamento di lumignano"?


Non sono le regole in sé che temo, quelle sono neutre, quello che mi preoccupa è la "fame" di regole, questo bisogno di avere sempre qualcuno che ti dice cosa fare e come farlo....ho l'impressione che spesso nasconda un vuoto di pensiero e di immaginazione che, soprattutto nei giovani, mi sconcerta e mi fa paura...

Ma forse sono solo pensieri in libertà di un vecchio libertario.... certo è che mi piacerebbe vedere qualche reazione in più su questo argomento!!

Andrea

io nn sono in cerca di regole, rispetto gli altri e le loro scelte e vorrei che fosse così per tutti......quello che hai affermato è verissimo, vedi la società di oggi, tutti devona avere l'ultimo cellulare e vestire con la marca alla moda, tutto questo per essere "accettato".....queste sono piccole regole che negano la nostra libertà, diveniamo schiavi di ciò che possediamo perchè senza un determinato oggetto nn verremmo accettati...i giovani sentono il bisogno di una guida, ma il messia sta divenendo il denaro e nn + il desiderio di conoscienza e libertà ...questo è orribile e lo vedo specialmente a catania, tutti ragionano con un unica testa, tutti ascoltano l'ultimo c***o di tormentone che nn ha alcun significato, nn ti manda emozioni, sono proprio quest'ultime ad essere morte, è morta la poesia, è morta la lotta per i propri diritti......ho paura della meta che questa società sta prendendo e l'arrampicata mi da un rifugio da questo mondo privo di sentimenti
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Messaggioda bradipo » gio giu 24, 2004 16:20 pm

Il mio messaggio iniziale poneva il quesito sul tracciato giusto da seguire nei tiri; si è poi parlato della sicurezza perchè strettamente correlata al concetto originale. Tutto qui!!! Volete continuare a sentirvi liberi nell'arrampicata? Dovreste esserlo comunque indipendentemente da lei! Poi se volete illudervi che solo questo sport vi rende liberi.....è come credere che gli asini volano! :lol:
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Messaggioda pietrodp » gio giu 24, 2004 17:44 pm

Herman ha scritto:Io parto dal fatto che l'arrampicata è uno sport individuale e io rivendico il mio diritto (in linea di principio) di salire una linea con tutti i mezzi a mia disposizione.
Ma se voglio azzerare, staffare, cordinare, pendolare, salire a testa in giù, salire lanciando con le mani da uno spit ad un altro è o non è un mio diritto?

Nel momento in cui "esco" da questo mio "approccio individualista" e mi relaziono agli altri:"ho fatto questa via" allora mi confronto su delle ipotetiche regole che vengono traslate dal mondo delle competizioni - on sight, on flash, rotpunkt..

Ma fino a che non relazioni con gli altri sulla "mia" arrampicata non credo che ci siano regole che tengano se non quelle del rispetto della sicurezza degli altri e dell'ambiente.


Sono assolutamente con Herman.
Per l'ennesima volta ribadisco che l'esigenza di regole comuni sorge nel momento in cui l'arrampicata diventa anche attivita' di relazione con gli altri e non solo sfida individuale.
Inoltre l'esigenza di autoregolarsi nasce anche dalla necessita' di preservare l'ambiente per quelli che verranno dopo.

Dice andreag:
andreag ha scritto:...ma il rimedio a questo non è mettere le regole, è aumentare la Cultura di chi arrampica o va in montagna....
Andrea


Appunto che siamo d'accordo! Ma tu, che sembri super refrattario alle regole "imposte", forse non hai capito a fondo il messaggio di un decalogo come quello ovigliano, che non e' quello di imporre delle leggi ad alcuno, bensi' proprio quello di "fare cultura" arrampicatoria in senso lato, proponendo il proprio personale codice a tutti in modo che tutti possano guardarvicisi come su uno specchio e confrontarvicisi. Liberi poi di adottarlo, adattarlo a propria misura o buttarlo nel cesso, ma intanto almeno anche chi non ha mai pensato al proprio agire in modo critico, ha modo di prendere coscenza se non altro che un'etica puo' esistere.
Questo e' far cultura (alpinistica): proporre delle idee, delle etiche; chi fraintende e scappa turandosi il naso perche' ha paura di veder minata la propria liberta' individuale, semplicemnte perde un'occasione di confrontarsi e crescere.
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Messaggioda yinyang » gio giu 24, 2004 17:59 pm

pietrodp ha scritto:
Herman ha scritto:Io parto dal fatto che l'arrampicata è uno sport individuale e io rivendico il mio diritto (in linea di principio) di salire una linea con tutti i mezzi a mia disposizione.
Ma se voglio azzerare, staffare, cordinare, pendolare, salire a testa in giù, salire lanciando con le mani da uno spit ad un altro è o non è un mio diritto?

Nel momento in cui "esco" da questo mio "approccio individualista" e mi relaziono agli altri:"ho fatto questa via" allora mi confronto su delle ipotetiche regole che vengono traslate dal mondo delle competizioni - on sight, on flash, rotpunkt..

Ma fino a che non relazioni con gli altri sulla "mia" arrampicata non credo che ci siano regole che tengano se non quelle del rispetto della sicurezza degli altri e dell'ambiente.


Sono assolutamente con Herman.
Per l'ennesima volta ribadisco che l'esigenza di regole comuni sorge nel momento in cui l'arrampicata diventa anche attivita' di relazione con gli altri e non solo sfida individuale.
Inoltre l'esigenza di autoregolarsi nasce anche dalla necessita' di preservare l'ambiente per quelli che verranno dopo.

Dice andreag:
andreag ha scritto:...ma il rimedio a questo non è mettere le regole, è aumentare la Cultura di chi arrampica o va in montagna....
Andrea


Appunto che siamo d'accordo! Ma tu, che sembri super refrattario alle regole "imposte", forse non hai capito a fondo il messaggio di un decalogo come quello ovigliano, che non e' quello di imporre delle leggi ad alcuno, bensi' proprio quello di "fare cultura" arrampicatoria in senso lato, proponendo il proprio personale codice a tutti in modo che tutti possano guardarvicisi come su uno specchio e confrontarvicisi. Liberi poi di adottarlo, adattarlo a propria misura o buttarlo nel cesso, ma intanto almeno anche chi non ha mai pensato al proprio agire in modo critico, ha modo di prendere coscenza se non altro che un'etica puo' esistere.
Questo e' far cultura (alpinistica): proporre delle idee, delle etiche; chi fraintende e scappa turandosi il naso perche' ha paura di veder minata la propria liberta' individuale, semplicemnte perde un'occasione di confrontarsi e crescere.


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Messaggioda andreag » gio giu 24, 2004 18:06 pm

pietrodp ha scritto:Appunto che siamo d'accordo! Ma tu, che sembri super refrattario alle regole "imposte", forse non hai capito a fondo il messaggio di un decalogo come quello ovigliano, che non e' quello di imporre delle leggi ad alcuno, bensi' proprio quello di "fare cultura" arrampicatoria in senso lato, proponendo il proprio personale codice a tutti in modo che tutti possano guardarvicisi come su uno specchio e confrontarvicisi. Liberi poi di adottarlo, adattarlo a propria misura o buttarlo nel cesso, ma intanto almeno anche chi non ha mai pensato al proprio agire in modo critico, ha modo di prendere coscenza se non altro che un'etica puo' esistere.
Questo e' far cultura (alpinistica): proporre delle idee, delle etiche; chi fraintende e scappa turandosi il naso perche' ha paura di veder minata la propria liberta' individuale, semplicemnte perde un'occasione di confrontarsi e crescere.


Scusa pietrodp, guarda che hai sbagliato topic, del decalogo di Oviglia si parlava da un'altra parte....il mio intervento era invece nato come reazione a questa frase di bradipo:
"Ma comunque: come mai secondo voi in tutti gli sport esistono regolamenti da seguire mentre in arrampicata sportiva no? Io posso giocare una partita (calcio, tennis, pallavolo etc.) ma devo conoscere le regole!!! Poi se c'è l'arbitro è un altro conto! Prima diamo le regole e poi penseremo agli arbitri. Pensa che fico! Faccio l'arbitro di falesia!!! "

Quindi, non attribuirmi pensieri che non ho espresso, please....

Se poi vuoi il mio parere sul decalogo di Oviglia, ne possiamo parlare;
per ora ti dico che sono più di vent'anni che sento queste discussioni tra arrampicatori, da ben prima che esistessero internet e i forum, solo che una volta si facevano al bar davanti a un po' di belle birre!! e probabilmente era meglio....

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Re: NON VALE!

Messaggioda Paolo Marchiori » gio giu 24, 2004 18:52 pm

bradipo ha scritto:Nooo! Non vale!!! Devi passare con la pancia sugli spit! Se no vai fuori via ed è nolto più facile!
Vi è mai capitato? A me spesso sentirmelo dire!
Qualcuno sa dirmi se esiste una regola da rispettare in falesia? Chi ha aperto la via, i ripetitori e quindi il grado stimato terranno conto di eventuali deviazioni dx/sn?


Pensa che a me sono arrivati a dire che non facevo il grado della via pur passando sugli spit, perchè con le mie lunghe braccia (apertura alare 205 cm...) prendevo appigli "non validi" a destra e sinistra...
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Re: NON VALE!

Messaggioda c.caio » gio giu 24, 2004 21:27 pm

kravun ha scritto:
c.caio ha scritto:A me e' capitato di chiodare una via che se scalata secondo la "debolezza" della roccia (in questo caso leggesi: fessure) e' di 6a, ma se si scala sulla linea precisa degli spit (ed e' fattibile) diventa 6c.... nessun problema, ho scritto sulla relazione le due possibilita' e ognuno si regola come vuole.
(almeno parlo per me).
C.


E' per caso quella al settore "Cotoletta" a fianco del 7a?
Non mi ricordo come si chiama, mi pare composta da due parole con una che inizia x "m"
Se è quella complimenti, fatta senza fessura è veramente bella!!!!
Passaggi aleatori con bei spostamenti di piedi.....
Il 7a a fianco invece non mi è piaciuto, troppo fisico, troppo obbligato da movimenti alla scianclodvandamm :lol:


Si bravo e' quello, "Moto d'orgoglio"... Per il 7a che non ti piace pazienza, ad altri piace parecchio, come sempre e' questioni di gusti. :-)
Vieni alle Anime allora... che rimarrai piu'e che soddisfatto! Credimi!
Ciao
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Messaggioda c.caio » gio giu 24, 2004 21:47 pm

ct-7b ha scritto:
bradipo ha scritto:Ma scusa Andrea: se io azzero, passo a fianco, mi piglio in giro da solo. Lo faccio e la coscienza mi rimorderà per sempre, ma nessuno sta li a multarti. Non c'è un arbitro :wink: La nostra libertà intesa nel senso di fare ciò che vogliamo ce l'avremo sempre, nessuno ce la toglierà mai! Parlavo di un altro tipo di libertà: quella di cercare di mantenere pulito l'ambiente verticale. Oggi chi viene in falesia (soprattutto le prime volte) a volte si frantuma o fa frantumare gli altri con una facilità spudorata: e questo perchè? Solo perchè non hanno le istruzioni GIUSTE per l'uso! Si improvvisa!!! Troppo!!! Ma anche in montagna...gente che manda sassi e non avvisa; gente che lancia corde in completa apnea. Questa non è libertà! Io comunque continuo ad arrampicare perchè mi piace: anche se un giorno dovesse uscire un codice da rispettare.

Libertà nn è "regole", ma il semplice rispetto della vita altrui.......io vedo una bella lina, vedo gli spit che la proteggono ed inizio a salirla tedendomi il + vicino possibile alle protezioni.......se tu sali la stessa via e ti sposti di 3 metri da quella linea creata dal choidatore io stesso ti direi: <<sei fuori via!!!>> allora tu avrai 2 scelte o continuare per la tua strada o tornare su quella linea.....se opterai per la prima sei libero di farlo, io certamente nn ti tirerò la corda e nn ti dirò altro, ma se poi, una volta a terra mi vieni a dire:<<c***o ho liberato un 7b!!!>> io farò un bel nodo bulino ripassato intorno al tuo collo e ti lascierò penzolare per una bella mezz'oretta.....queste sono le usanze siciliane.......spero di aver fatto capire il discorso.......
.....unica regola????
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... io mi aggancio a questo intervento per cercare di fare un po' il punto della situazione perche' secondo me sostanzialmente tutti stiamo sostenendo le stesse cose. In realta' le regole, nella pratica della arrampicata, ci sono eccome ed e' inutile che le stia a spiegarle adesso perche' immagino siano a conoscenza dei piu'... Queste "regole" permettono di dire se una via e' fatta a vista, lavorata, rotpunk ecc.ecc. C'e' la storia degli "azzeramenti", dei resting, delle valutazioni, dei passi singoli da boulder, della continuita' e via discorrendo. Se a qualcuno interessa veramente liberare una via o farsela "a vista" sa che deve rispettare queste regole (che non sono nulla di male) e si comportera' di conseguenza, altrimenti (nel solito rispetto di chi ci sta attorno e di tutto quello che in sostanza gia' e' stato scritto in tanti interventi) ognuno scali come meglio crede, se ci si vuole mungere ad ogni rinvio ben venga... l'importante e' divertirsi, rispettare gli altri e stare in pace.
:-)
C.

PS
Anche se non e' affatto raro trovare chi si appende a tutto cio' che trova (rinvii compresi) per poi scendere dalla via e cominciare a contestare tutto, valutazione compresa...... :-)))
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Messaggioda Herman » gio giu 24, 2004 22:47 pm

andreag ha scritto:Non sono le regole in sé che temo, quelle sono neutre, quello che mi preoccupa è la "fame" di regole, questo bisogno di avere sempre qualcuno che ti dice cosa fare e come farlo....ho l'impressione che spesso nasconda un vuoto di pensiero e di immaginazione che, soprattutto nei giovani, mi sconcerta e mi fa paura...


Ah beh masu questo siamo + che d'accordo, ma va al di là dell'arrampicat,è una cosa che riguarda la vita intera :wink:

Per Bradipo:

anche secondo me il tuo post iniziale sembrava chiedere altro, ma seconvergi sul nostro pensiero ti perdoniamo :mrgreen::mrgreen::mrgreen:

Per Petrodp:

ora per un po' tocca a te scrivere e a ne sottoscrivere :lol: :lol: :wink:
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Messaggioda yinyang » ven giu 25, 2004 9:24 am

andreag ha scritto:Scusa pietrodp, guarda che hai sbagliato topic, del decalogo di Oviglia si parlava da un'altra parte....


si però un pò sopra sei stato tu ad allargare l'orizzonte (giustamente aggiungerei) sulla cultura:

andreag ha scritto:ma il rimedio a questo non è mettere le regole, è aumentare la Cultura di chi arrampica o va in montagna....


il decalogo punta proprio a questo secondo me, cioè a generare spunti di riflessione e "cultura dell'arrampicata", non deve essere considerato come un mero "elenco di regole"...e in questo senso sta bene anche in questo topic :wink:
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Messaggioda cuorpiccino » ven giu 25, 2004 10:46 am

Il problema della Cultura in arrampicata (e di riflesso in alpinismo) nasce con la "massificazione" dell'arrampicata sportiva e, in particolare secondo me, con la nascita delle palestre indoor e l'avvento della resina.
E' inconfutabile (?) che, fino a quando l'arrampicata sportiva non esisteva, ossia prima dell'avvento dello spit, la radice comune della montagna e dell'alpinismo era palese e tutti, anche chi arrampicava sul 4° grado, avevano un certo tipo di "cultura". Tutti quelli che arrampicavano sapevano cosa voleva dire andare a fare certe vie (dove il problema era in primo luogo salire da sotto a sopra, poi se eri anche forte tiravi la libera).
Lo spit e l'arrampicata sportiva hanno introdotto nuove "regole" e nuove "terminologie", libera = rotpunkt, a vista = on sight, e così via.
Ma si partiva sempre da un'attività all'aperto e ci si conosceva e confrontava sul terreno. Le falesie erano poche e ci si incontrava tutti, sempre e non c'erano possibilità di equivoci.
Oggi molti escono da una palestra indoor e vanno in falesia, magari allontanandosi per la prima volta da casa e percorrendo, per la prima volta, 100 metri di sentiero. Le riviste bombardano di gare e pannelli, e a quello si sentono vicini, perché su quelle cose possono confrontarsi.
Quindi, se quando vanno in falesia, si fanno delle domande assurde su quello che vale e su quello che non vale, abbiamo pietà di loro (che in effetti non sanno quello che fanno).
L'arrampicata sport di massa è diventato. Con l'esperienza impareranno, o altrimenti molleranno.
E, da questo punto di vista, cose come i 10 comandamenti di Maurizio servono eccome, perché, letti da chi comincia, fanno pensare.

L'alpinismo, per fortuna, ancora resiste, almeno un po', ancora ha le sue isole "intoccabili" di avventura, ha ancora i suoi instancabili praticanti, magari vecchi e decrepiti quartogradisti.

Ma questa è ancora un'altra storia.

Quindi, concludendo questo logorroico intervento, se avete un dubbio su dove passare:

a) chiedete
b) usate il buonsenso
c) cambiate via

Perché ci son vie sulle quali "bisogna andar dritti" e altre sulle quali "devi spostarti un po' " e quindi "una regola" non esiste.
Il più grande alpinista è quello che si diverte di più
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Messaggioda ct-7b » ven giu 25, 2004 11:42 am

cuorpiccino ha scritto:Il problema della Cultura in arrampicata (e di riflesso in alpinismo) nasce con la "massificazione" dell'arrampicata sportiva e, in particolare secondo me, con la nascita delle palestre indoor e l'avvento della resina.
E' inconfutabile (?) che, fino a quando l'arrampicata sportiva non esisteva, ossia prima dell'avvento dello spit, la radice comune della montagna e dell'alpinismo era palese e tutti, anche chi arrampicava sul 4° grado, avevano un certo tipo di "cultura". Tutti quelli che arrampicavano sapevano cosa voleva dire andare a fare certe vie (dove il problema era in primo luogo salire da sotto a sopra, poi se eri anche forte tiravi la libera).
Lo spit e l'arrampicata sportiva hanno introdotto nuove "regole" e nuove "terminologie", libera = rotpunkt, a vista = on sight, e così via.
Ma si partiva sempre da un'attività all'aperto e ci si conosceva e confrontava sul terreno. Le falesie erano poche e ci si incontrava tutti, sempre e non c'erano possibilità di equivoci.
Oggi molti escono da una palestra indoor e vanno in falesia, magari allontanandosi per la prima volta da casa e percorrendo, per la prima volta, 100 metri di sentiero. Le riviste bombardano di gare e pannelli, e a quello si sentono vicini, perché su quelle cose possono confrontarsi.
Quindi, se quando vanno in falesia, si fanno delle domande assurde su quello che vale e su quello che non vale, abbiamo pietà di loro (che in effetti non sanno quello che fanno).
L'arrampicata sport di massa è diventato. Con l'esperienza impareranno, o altrimenti molleranno.
E, da questo punto di vista, cose come i 10 comandamenti di Maurizio servono eccome, perché, letti da chi comincia, fanno pensare.

L'alpinismo, per fortuna, ancora resiste, almeno un po', ancora ha le sue isole "intoccabili" di avventura, ha ancora i suoi instancabili praticanti, magari vecchi e decrepiti quartogradisti.

Ma questa è ancora un'altra storia.

Quindi, concludendo questo logorroico intervento, se avete un dubbio su dove passare:

a) chiedete
b) usate il buonsenso
c) cambiate via

Perché ci son vie sulle quali "bisogna andar dritti" e altre sulle quali "devi spostarti un po' " e quindi "una regola" non esiste.

l'arrampicata è divenuta uno sport di massa, questo è assolutamente vero, ma nn so se sia cosa buona o brutta......io ancora intendo l'arrampicata come sport egoistico, il confronto lo hai con te stesso gli altri hanno solo il dovere di stimolarti e farti imparare cose nuove, questo è il motivo per cui mi piace arrampicare con persone un gradino sopra al mio. Questo adoro dell'arrampicata, sei tu, i tuoi limiti e quella magnifica tela di roccia su cui superarli.......le regole ci sono, come anche in natura e nn hanno bisogno di un volume cge le raccolga, sappiamo che nn possiamo spostarci troppo dalla via ( difficolta di moschettonaggio) ne proseguire con un lungo zigzagare, se scegliamo una via dobbiamo seguire quella linea. Dalle mie parti tutti gli amici che hanno iniziato da poco ad arrampicare da primi sapevano già queste banali regole senza che nessuno gliele dicesse, li osservavo salire dritti lungo la linea delle protezioni o spostarsi di pochissimo.
Il confronto con l'alpinismo a mio parere è scorretto, l'unica regole dell'alpinismo è giungere in vetta percorrendo la strada + facile. L'arrampicata è molto + complessa, qui nn conta la cima, ma il gesto.....nn conta la meta, ma come la si raggiunge. L'unica regola è l'onesta verso se stessi: ti chiudi un 7c facendo i passaggi chiave a 4 metri di distanza dalle protezioni e vai a dire in giro di essere riuscito in questa grande impresa???? sono fatti tuoi....io so quanto valgo e questo mi basta, sono onesto con me stesso..... a mio parere le regole in arrampicata sarebbero per gli invidiosi, ogniuno deve primeggiare su se stesso, cercare il grado alto, per me, è una ricerca di forti sensazioni che un grado basso nn sa darti, tutto qui, nn cerco foto su giornali o interviste........certo se qualcuno mi fa i complimenti sono contento, credo sia normale, ma nn ho mai ricercato un pubblico che mi osservi....arrampico....per me e nessun altro
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