Maurizio ha scritto:Caio, tu scherzi, ma gli apritori che hanno chiodato a "destra e a manca" come me...un po' di responsabilità sul gobbo la sentono! Hai voglia a far finta di niente! Magari per te che hai chiodato essenzialmente dove ci sono le salamandre reali

non è poi un grosso impegno (si fa per dire) controllare periodicamente lo stato dei tuoi lavori e se i tuoi animaletti stanno bene e non sono crepati asfissiati dalla resina...ma per me come farei? Cosa credi, mi arrivano periodiche telefondate di spit che si sono svitati, di fittoni che non vanno, di catene arrugginite...in questo fantastico mondo

autogestito che tutti magnificano non c'è nessuno che fa niente di niente o che si porta dietro anche solo una chiave (chi ricorda il mio vecchio topic sulla chiave da 17?)

Dunque ancora una volta tutti bravi a cianciare ma poi in concreto le cose non stanno così...salvo le mosche bianche come il ragazzo del casco bianco su sfondo marino...ma l'eccezione si sa che conferma la regola
E' un dato di fatto che molti autorevoli apritori, vedi Piola e remy, ma anche Michelin in piemonte, ad esempio...oramai non aprono quasi più perchè passano il tempo a cambiare, risistemare, sostituire...questo vuol dire che il "buco legislativo" un po' di apprensione gliela dà...
Io parlo per me, non so cosa ne dici tu, ma se viene fuori un fittone che ho piantato io e uno finisce a terra e mi denuncia... io non è che non mi senta per nulla responsabile e me ne freghi alla grande, me la faccio sotto...poi ok andremo in tribunale ed io cercherò di dimostrare che la resina non ha tenuto... ma c'è già una storia con la resina della Hilti a dimostrare che il produttore farà di tutto per negare anche l'evidenza, in ogni caso dovrai cercare dei periti e andare contro una grossa industria...insomma un casino. E metti poi che un ente ti abbia anche pagato (una miseria!) e tu non sia nessuno...beh, amico, non sono poi certo di come vada a finire.
All'amico zio vare invece vorrei dire che sì, all'apparenza stiamo parlando di due cose diverse...ma fanno parte di un'unico "pacchetto". Che potremmo chiamare "il tenebroso affare". Effettivamente, da che mi risulta, tutto è nato da una proposta di Aloi, della FASI (che la pensa più o meno come ren) secondo la quale, grado per grado, si sarebbe dovuti arrivare ad una certificazione, quindi istruttori certificati, quindi chiodatori certificati ergo chiodatori in qualche modo tutelati da un qualcuno. quindi vedi che il discorso sulla responsabilità e i divieti c'entra, eccome.
Se si lascia tutto così come è ora il chiodatore non è tutelato da nessuno e potrebbe anche farla franca in caso sia stato spinto da libera iniziativa, ma siccome si moltiplicano (e saranno sempre di più) le iniziative di chiodature finanziate da un qualcuno...questo qualcuno domanda sempre di più delle garanzie. E allo stato attuale, chi può darle? io sono convinto che sia vero, che la sicurezza è in noi, ma vaglielo poi a spiegare al giudice!
ciao
maurizio
... capisco ma la penso con sfumature diverse, il che non significa essere su posizioni totalmente dissimili.
Non credo sia simpatico sapere di una persona che cade e si fa del male su una via che si ha aperto...ma.... ma.....ci sono parecchi "ma"......
Innanzi tutto, ripeto davvero per l'ultima volta, non mi risulta che ancoraggi vari (vedi spit o resinati) ad un certo punto si trasformino in grissini e si sbriciolino alla prima sollecitazione... quindi questa, dal punto di vista statistico, non e' una condizione che si presenta sistematicamente.
Le persone che vengono a batterti sulla schiena (metaforicamente parlando) per dirti di andare a chiudere il dado del terzo spit della III lunghezza della tale via non so proprio cosa possano aspettarsi da questo mondo... emi sembra un atteggiamento delirante (...anche a me capita, a volte, nel mio piccolo microcosmo) e non sara' certo una certificazione od altro a risolverlo.
Che tutti si tirino un po' su le maniche invece di stare sempre a bocca aperta ad aspettare che qualcun'altro gli serva il pasto.
Poi c'e' sempre la questione del dare-avere..... personalmente non ho mai avuto contributi e tanto meno prendo soldi da chi scala (e questo vale per tutti i chiodatori, credo....), tenendo saldo il concetto che nessuno chioda per portare la gente a farsi del male vorrei sapere che diritti puo' pretendere chi frequenta una falesia.
Si paga un biglietto? No..... quindi......
Anche dalle mie parti, come purtroppo in tanti altri luoghi, ci sono vandali e ladri e di recente ho scoperto che una decina di soste (nel settore per bambini) sono state martellate e quindi rubati i moschettoni per la calata.
Cosa voglio dire con questo? Che le vie delle falesie, palestre di roccia ecc. sono all'aperto.... alla merce' di tutti... che tutti possono accedervi liberamente e fare quello che vogliono, da scalare a danneggiare i materiali...
Sono piu' i casi di vandalismo che di incidenti!
Questo non e' controllabile e vorrei ancora vedere che qualcuno venga a lamentarsi da me ( o da te in un contesto diverso) perche' altra gente va a martellare le soste (per fare un esempio).....
Vuoto legislativo?
Per fortuna. Perche' non so proprio come si potrebbe riempire questo vuoto e vedo difficile una classica via di mezzo. Vedo piu' logico qualche cosa che stabilisca per sempre che chi scala lo fa a proprio rischio e pericolo e che ognuno e' l'unico responsabile della propria sicurezza.
A qualcuno non sta bene? Che scali in strutture indoor o che si attrezzi una propria roccia, cosi' conosce bene come sono stati fatti i lavori.
Dopotutto.... e poi basta ripeterlo ancora...... gli incidenti avvengono errori di chi scala, non per le soste che saltano o gli spit che svaniscono.