Sive ha scritto:Non conosco il caso specifico citato (sasso ballarò), però da quanto detto sono daccordo con Gigi sempre in relazione a questo caso particolare.
Non sono daccordo, invece, quando si dice che in falesia o nell'arrampicata sportiva il rischio deve essere ridotto a zero; che è meglio aggiungere uno spit in più piuttosto che uno in meno ecc.
Sono convinto che questa sia la tendenza degli ultimi anni e non la condivido in pieno.
Penso che uno che chioda sia libero di farlo come crede, poi gli errori possono esserci ed è giusto segnalarli: d'altra parte solo chi fa può sbagliare, chi non fa niente non sbaglia niente.
Nel caso particolare citato , trattandosi di una falesia che segue un certo standard, la via in questione potrebbe essere giustamente considerata pericolosa. Potrebbe essere giusto rivedere la chiodatura ma potrebbe essere altrettanto giusto lasciarla così e scrivere alla base o in bacheca o nella guida:"expo". Poi sta ad ognuno la scelta se farla o no.
Considero altresì un errore chiodare super_ravvicinato anche in arrampicata sportiva.
Chiediamoci un po': da quanto esiste l'arrampicata sportiva?
Dal 70? Dal 80? Comunque è da un bel po'.
Da quando è nata fino ad oggi c'è stata sempre più la tendenza a ravvicinare le protezioni; avete idea di come spittavano le falesie negli anni 80? Quella era arrampicata sportiva a pieno titolo già condannata dai
puristi di allora, però oggi un arrampicatore medio al 90% si darebbe al surf piuttosto che cimentarsi su tiri del genere; non a caso la stragrande maggioranza di queste falesie è stata rispittata in modo seriale.
Così facendo si è ridotto il rischio ed anche la componente mentale nel gioco arrampicata.
Personalmente paragono questa tendenza alla legge sulle cinture di sicurezza obbligatorie che non condivido assolutamente ...se non voglio metterle sono fatti miei, non faccio male agli altri.
Se voglio fare un tiro con protezioni infinite sono libero di farlo senza che uno venga ad aggiungermi due spit in mezzo tra uno e l'altro.
Poi io effettivamente mi cago sotto con le protezioni distanti ma capisco chiama questo tipo di gioco e ogni tanto mi ci cimento anch'io, solo non al mio limite.
Capisco anche che l'arrampicata è per tutti e non è giusto che il principiante deva sempre scalare da secondo perchè chi sa andare sul facile mette 2 spit in 15 m.
Penso che non sia giusto rendere tutto standard: il mondo è bello perchè
è vario ...e anche l'arrampicata.
Sive, condivido molto di quanto hai scritto, però non la parte riguardante le cinture di sicurezza e le regole che spesso la società impone come salvaguardia della sicurezza.
In questa risposta faccio riferimento anche ai tuoi interventi successivi sull'argomento.
E' vero che uno può farsi più danni con una cintura di sicurezza che senza in alcuni casi, peraltro, diciamolo, molto rari... ma il fatto è che prima di fissare una regola di sicurezza si fanno dei calcoli, spesso basati su delle statistiche.
Esempio di incidenti:
su 100 automobilisti che non usano la cintura di sicurezza
20 muoiono
30 rimango feriti con conseguenze permamenti
40 rimangono feriti senza conseguenze permanenti
10 non hanno conseguenze
su 100 automobilisti che usano la cintura di sicurezza
10 muoiono
20 rimangono feriti con conseguenze permamenti
30 rimangono feriti senza conseguenze permamenti (incluse le conseguenze della trattenuta della cintura)
40 non hanno conseguenze
preciso che questi dati li ho scritti a caso a scopo esemplificativo.
In questa casistica si rileva che l'uso della cintura di sicurezza è utile per ridurre le conseguenze di un incidente, e l'eccezione nella quale produce l'effetto opposto non giustifica il non uso.
Come ti è stato fatto notare, questa non è solo una regola per tutelare la salute e l'incolumità dei cittadini, ma serve anche per evitare costi sociali che poi pesano su tutti, nessuno escluso.
In più c'è da dire che molti che sono contrari all'uso e, soprattutto, all'imposizione di regole per la sicurezza, molto spesso quando vengono coinvolti in incidenti nei quali l'aver rispettato quelle regole gli avrebbe portato meno conseguenze, dopo maledicono il fatto di non aver usato quella o quelle regole, e successivamente le adottano anche loro. Quest'ultima cosa non succede sempre, spesso per pigrizia o per altri motivi psicologici (ad esempio nel caso del casco in falesia la vergogna di sentirsi un principiante o un fifone rispetto agli altri scalatori che "sprezzanti del pericolo" non lo usano), ma nella maggior parte dei casi anche quando non succede gli interessati, al contrario di prima, ritengono comunque utile l'adozione di tali norme.