Arrampicare dopo i 40

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

Messaggioda scairanner » mar gen 14, 2014 14:26 pm

Mah! A mio modo di vedere, questo articolo non è altro che un'accozzaglia di frasi sconnesse frammiste ad alcune seghe mentali, che saranno valide per l'autore, e forse per qualcun altro; arrampico da quasi 30 anni (ne ho 48 ), cambiano gli obiettivi ma non l'entusiasmo e il piacere che provo arrampicando... e ultimamente provo soddisfazione anche a chiodare qualche tiro nuovo, insomma non trovo differenze tra il prima e il dopo!
(tra l'altro un mio amico ha chiuso il suo primo 8a a 50 anni e pochi anni dopo un 8a+, quindi di che parla il tizio?)
Avatar utente
scairanner
 
Messaggi: 5968
Images: 9
Iscritto il: lun ago 26, 2013 22:10 pm
Località: est-iva

Messaggioda giudirel » mar gen 14, 2014 15:24 pm

scairanner ha scritto:(quindi di che parla il tizio?)


Da vecchio ti puoi autoscusare della tua pippaggine in modo più convincente.
Quindi... ebbene sì... sono un rudere! :P :P :P :P :P :P
Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente.
Avatar utente
giudirel
 
Messaggi: 2215
Images: 49
Iscritto il: gio set 08, 2005 10:16 am
Località: Caslino d'Erba

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mar gen 14, 2014 15:31 pm

Drugo Lebowsky ha scritto:àreo, dindo... ma va un fià in mona, va! :evil:


Come si dice dalle tue...pardon, nostre parti?

"Che il signor te scolti".

Venetòfoni (più o meno) saluti
TSdG
My mind reels with sarcastic replies (Snoopy)

http://www.sollevamenti.org
Avatar utente
tacchinosfavillantdgloria
 
Messaggi: 5276
Iscritto il: gio set 18, 2008 19:08 pm
Località: oderzo

Messaggioda Q » mar gen 14, 2014 15:59 pm

Sono d'accordo sul fatto che l'articolo metta insieme troppi aspetti diversi però mi sento di condividerne alcuni. Ad esempio, la necessità di scendere a compromessi con la famiglia e con il lavoro per trovare il tempo di allenarsi e di arrampicare. Fino all'anno scorso frequentavo una palestra. Ci andavo la sera tardi dopo aver messo a letto i bambini. Ma ormai vanno a dormire sempre più tardi? Tolta la palestra mi sono costruito un pannello che uso al mattino presto o a notte fonda, cercando di non fare troppo rumore.
Ho poco tempo e non posso permettermi di cazzeggiare. Quindi quando mi alleno mi alleno duro. Principalmente forza. La resistenza la faccio sui tiri.
Recupero lentamente ma credo dipenda anche dal tempo dedicato al sonno. Dovrei cercare di dormire di più.

Trovo però che, al di là di queste indicazioni di carattere pratico, l'aspetto più importante toccato dall'articolo sia l'approccio mentale. La testa conta in arrampicata. Ma non intendo soltanto in relazione alla paura (di cadere, di fallire, di subire il confronto, ecc.). Scalo meglio quando riesco a fare il vuoto attorno a me, quando vedo solo la roccia e sento solo il respiro e il movimento. Purtroppo non accade spesso ma quando accade me ne accorgo, eccome.

Ho visto arrampicare bambini molto dotati (ad esempio questo). Li avrete visti anche voi. Sono concentrati e determinati. Lo si vede dallo sguardo. Non si fanno distrarre e darebbero il 110% per afferrare la prossima presa.
Ho visto arrampicare adulti molto dotati e hanno lo stesso sguardo e lo stesso coinvolgimento. A proposito di uno di questi, mi raccontavano che mentre faceva un tentativo a vista su un 8a+ (chiodato lungo) si è accorto di non avere abbastanza rinvii. Era già molto in alto e, dopo aver valutato di non finire a terra, ha continuato a salire pur non potendo rinviare gli ultimi spit. Era una falesia francese e le soste erano senza moschettoni. Lo sapeva bene ma doveva finire il tiro. Arrivato in catena, l'ha toccata e poi si è buttato giù.
"Mentre si rinvia, la vita passa" Seneca
Avatar utente
Q
 
Messaggi: 1678
Images: 5
Iscritto il: mar giu 07, 2011 23:29 pm
Località: Alto Vicentino

Messaggioda zeler » mer gen 15, 2014 10:13 am

pur non avendo mai fatto gradi importanti mi son
sempre divertito,ora che ho ripreso dopo 20 anni
mi diverto ancora di più sarà che ci vado con mio figlio
e al max ravaniamo sul 6a ma è un vero spasso.
chi se ne fotte se tra 2 mesi avrò 50 anni,se i tendini
mi fanno male,diciamo che mi son fatto il più bel regalo
potessi farmi x il 1/2 secolo.

ciao Luca
zeler
 
Messaggi: 266
Iscritto il: sab ott 12, 2013 9:18 am
Località: Alassio

Messaggioda cristi » mer gen 15, 2014 11:33 am

senza tante seghe i risultati in falesia ed ancor più in montagna sono direttamente proporzionali al tempo ed in particolare all'energia mentale che puoi investire. mi piacerebbe andare a ripetere nuvole barocche o colonne d'ercole, ma siccome nella vita sto cercando di fare tante altre cose attrettanto importanti, non so se ne avrò più che il tempo, l'energia mentale per pianificare e focalizzare l'obiettivo. intanto però il sogno resta ed è sufficiente per mantenere sempre viva la fiammella, riuscirò a realizzarlo? chi lo sa. in caso negativo vorrà dire che avrò fatto comunque dell'altro e l'arrampicata, l'alpinismo saranno sempre componenti così profonde da influenzare tutto quello che faccio e farò, al di là del grado e dei singoli risultati.
panta rei
Avatar utente
cristi
 
Messaggi: 414
Iscritto il: lun mar 02, 2009 17:25 pm
Località: all'ombra del sengio

Messaggioda Aldino » mer gen 15, 2014 13:23 pm

penso che, come sempre, non si possa generalizzare.
per quanto riguarda i bambini, diciamo dai 6 ai 14 anni:
secondo me non è assolutamente vero che la capacità di concentrarsi e la motivazione siano caratteristiche normalmente presenti. Anzi: si annoiano in fretta e devi inventargli sempre cose nuove altrimenti si smonano subito, non sopportano la fatica, si distraggono continuamente, nei giochi di squadra sono individualisti e litigiosi, ecc ecc. Lo dico sia per un'esperienza passata di allenatore in altro sport, sia per l'esperienza attuale di diversi amici/e che insegnano arrampicata o altro. Il commento più frequente è "non hanno voglia di fare un c...".
Naturalmente ci sono le eccezioni, in tutti i campi. Ci sono ragazzini/e precocissimi che si allenano, si concentrano, hanno motivazione, cattiveria agonistica (Ma così ce ne sono di tutte le età!)
In tutti i campi abbiamo i bambini + o - prodigio: nella musica, nella matematica, nel nuoto, nell'arrampicata, nello studio degli insetti, nel pattinaggio, nel calcio, nella danza, nella playstation ecc ecc. A volte sono obbligati a farlo dalle aspettative dell'ambiente circostante, altre volte è come se fossero nati per quello. Generalmente la maggior parte di noi guardandoli dice "gli hanno rubato l'infanzia a quell'età dovrebbero pensare a giocare e divertirsi" ( io, a parte la playstation, non lo dico, dico fortunati loro). In questi casi, rari anche se non rarissimi viene fuori il Mozart, l'Ondra, il Gates, ma anche tanti altri che magari restano scemisconosciuti.
Da qua a dire che i bambini hanno capacità di concentrarsi e motivarsi superiori agli adulti ce ne passa. non parliamo poi degli adolescenti con le loro tempeste ormonali.
La strada dell'eccellenza è di pochi, a tutte le età, mettiamocela via.
Aldino
 
Messaggi: 469
Images: 20
Iscritto il: lun ago 26, 2002 14:23 pm

Messaggioda ciocco » gio gen 16, 2014 13:16 pm

Ho inizaito a 35 anni dopo una vita passata a fare atletica e nel 2013 a 44 anni compiuti ho raggiunto il mio massimo grado in falesia allenandomi con costanza entusiasmo e convinzione!
Poi...
...da metà anno in poi alcune cose sono cambiate, una nuova compagna che ora vive con me, entusiasmo verso questa nuova situazione che mi ha un pò distratto (con mia grande soddisfazione!) dall'arrampicata.
...e poi... una nuova grande esperienza che arriverà tra qualche mese a sconvolgere, penso in positivo, la mia vita!
So che il tempo calerà drasticamente, a volte mi pesa a volte no. Penso di costruirmi un mini boulder a casa ma poi penso che forse non avrò voglia di usarlo...
Ma poi penso anche a quando pensavo che probabilmente scalavo tanto perchè nella mia vita avevo poche soddisfazioni.
Insomma, scalare alla grande dopo i 40 si può eccome (due miei amici quest'anno, rispettivamente a 45 e 47 anni hanno realizzato il loro primo 8a) dipende solo ed esclusivamente dalle motivazioni personali
Non c’è sconfitta nel cuore di chi se ne sbatte il ca.zzo
ciocco
 
Messaggi: 2432
Iscritto il: gio gen 03, 2008 14:01 pm
Località: bagnara di romagna

Messaggioda EasyMan » gio gen 16, 2014 17:36 pm

io non sono ancora arrivato ai 40 e ho intenzione di riniziare ma a volte mi chiedo il perchè?

Non sono particolarmente dotato, i piedi e le mani fanno subito male, c' è sempre la paura di cadere e poi all'inizio è subito troppo troppo duro.

Poi però quando passo il w.e. e non scalo e magari non faccio una ceppa sento che mi manca

A volte passo sotto una parete e cerco d'intravedere una possibile linea e fantastico ...

ma alla fine lo faccio solo per quel momento in cui semplicemente arrampicare è il massimo.
EasyMan
 
Messaggi: 1465
Images: 6
Iscritto il: mar lug 26, 2005 19:16 pm

Messaggioda gobbidimerda » gio gen 16, 2014 18:46 pm

Io ne ho 43 e non noto grosse differenze rispetto a quando ne avevo 20 o 30, sì diciamo che quando ne avevo 20 riuscivo ad andare in discoteca fino alle 4 del mattino bevendo ettolitri di alcol e a essere alle 11 in falesia senza problemi, ora in discoteca non ci vado più e in ogni caso se il giorno dopo devo arrampicare alzandomi verso le 7 la sera vado in ritiro monastico e a letto presto (per me presto significa mezzanotte). Sotto il profilo mentale invece non mi sono mai sentito meglio. Il problema è che avendo due figli e una moglie non scalatrice non riesco ad andare fuori molto spesso. In compenso i due allenamenti settimanali in palestra non li salto neanche in caso di conflitto bellico mondiale.
gobbidimerda
 
Messaggi: 675
Iscritto il: mer lug 06, 2011 12:41 pm

Messaggioda VECCHIO » ven gen 17, 2014 19:24 pm

Ho finito ora di leggere il libretto ?le Regole e il Sudore, divagazioni su sport e filosofia? di Giovanni Boniolo, uno sportivo d'alto livello invecchiato mi sembra molto bene.
L'analisi che propone è proprio interessante e ricca di spunti da approfondire.
L'ultimo capitolo sulla vecchiaia può essere illuminante e forse chiarificatore per i ragionamenti appena abbozzati che stiamo facendo qui, ma anche da altre parti.
E in più lui ricorda e cita molti scritti della nostra storia culturale che sono di sicuro approfondimento (penso così almeno per quei pochi che ho letto).
Merita di essere letto, è una lettura veloce e piacevole.
....ALPINISTA......NO GUIDA....... questa mi scombussola
Scalare con gli esperti del cai... son sempre dei grossi guai...... questa mi piace
VECCHIO
 
Messaggi: 2920
Images: 0
Iscritto il: lun ott 12, 2009 22:00 pm

Messaggioda Daryo » dom gen 19, 2014 3:05 am

Buonasera a tutti,

mi sono iscritto al forum per rispondere qui dentro, perchè credo che sia tanta la gente che si fa domande su questo tema, a questa età, e carca risposte, anche su internet.

Io di anni ne ho 42 tra un mese.
Mai arrampicato fino a due mesi fa, ma 35 anni passati in vacanza sul monte rosa e 5 sulle dolomiti, a fare escursionismo serio.
Un corso alpinistico "concentrato" in 3 giorni fatto 20 anni fa per andare a 4559 metri (senza arrampicare: nodi, picozze, ramponi, ghiaccio, conserve, neve crepacci e roba cosi'), ma poi più nulla purtroppo.... la vita, dicono (lavoro, famiglia, figli ecc ecc :) ).
Ma la montagna "seria" da allora mi resta nel cuore e nel retrocranio.

La figlia cresce, ricomincio ad andar per monti in modo un po' più serietto.
Due anni fa, le vertigini su un tratto esposto del cippirimenga. Mai avute prima.
Rabbia. Paura. Frustrazione.
La voglia di crescere una figlia col rispetto per la montagna e andarci con lei, ma tutto ti sembra crollare davanti come un castello di carte; son vecchio, disallenato, c'ho pure le vertigini, e la moglie che ama il mare...
Però inizio ad informarmi, a chiedere; in rete e di persona.
Qualche mese fa arrivano anche i problemi alla schiena, "sindrome dell'impiegato" la chiamano.
Sembra la fine, invece è l'inizio.
Il medico si lascia scappare che arrampicare (come nuotare, due palle) fa bene alla schiena.
Aprono una mega-palestra dalle mie parti, vedo su internet.
Trova gente e vai a rampegare, - pippe + action mi dicono su internet dal lontano ma amato trentino... male che vada ci hai provato e ti sei fatto qualche nuovo amico.
Una sera alla cantina sociale l'amico mi butta li': hai le vertigini? E tu sbefeggiale... vai ad arrampicare ed impara a penzolare da corde e moschettoni!
Follia? Genio?

Il puzzle si compone.
Iscrivo la figlia under 10 perchè il suo corso inizia prima, e perchè fondamentalmente sono un pavido impiegatuccio impigrito, e mando avanti lei.
Le piace subito, va su con una facilità tale che non rosikare per me è impossibile.
Il corso per pipponi adulti inizia dopo. Mi iscrivo, 2/12/2013.
Motivazione ufficiale: "imparare a far sicura a mia figlia visto che a lei piace e probabilmente continuerà".
Ma in realtà c'e' tutto quanto sopra dietro.

Anche a me piace istantaneamente, complice un'istruttore "old style" come piace a me (security first, secchiello per sicurezza, 30 anni di esperienza in montagna più che in palestra o falesia e tutte queste cosine qui).
Ho fatto 7 anni di aikido tra i 30 e i 40 e l'affinità da un punto di vista mentale con le arti marziali "posizionali" (= quelle dove il focus è il controllo del corpo e dell'equilibrio, più che far male l'avversario) sono allucinanti, sotto certi aspetti; la cosa mi colpisce parecchio.
Le difficoltà sembrano insormontabili, inizialmente.
Braccia di burro.
Fiato corto (son 3 anni che non facevo sport).
Paura di cadere.
"Fantozzi è lei?" usato come esempio negativo davanti a tutti (imbragatura messa con gambali al contrario).
Fiducia zero in quello sotto che mi tiene: e se si distrae, zio pino? La vita è una sola, dopotutto.

Ma resisto, perchè mi piace, da subito, anche se dopo 20 minuti ho le braccia a pezzi.
E perchè so di non essere li' per competere, ma per motivi miei e solo miei.... perchè arrmpicare mi serve per andare in montagna, per divertirmi e per vincere le mie paure.
Riscopro muscoli (gli avambracci!!!) che mi ero dimenticato di avere.
Già dalla seconda settimana oltre alle 4 ore di corso settimanali, mi infilo in palestra quando va mia figlia, e anche qui e li' la sera.
Sono il calimero del corso: il più lento in top rope sulle vie per pipponi, da primo non arrivo in cima (ci arriverò solo due volte in 5 settimane), dove tutti gli altri arrivano invece, e più volte e su tutte le vie.
Ma mi piace. E in bouldering/traverso miglioro, piano piano.
Ogni volta che passa metto un moschettone in più sulle vie, da primo.

Qualcuno comincia a lasciare il corso.
Son sempre l'unico che non arriva in cima alle vie.
Ma mi piace (l'ho già detto?).
Resisto, perchè adoro penzolare per minuti nel (spesso vano) tentativo di trovare il prossimo passo. Mi rilassa.
Inizio a farmi tutta la palestra in traverso, cosa impensabile per me al primo giorno.
Mi appassiono ai materiali: appena son stanco, via a far pratica di sicurezza con loro, per mezz'ore; vai di moulinette sullo stendipanni in terrazzo a casa.

Arriva l'uscita di fine corso: roccia, Lecco, vicino al Medale. Siamo in 5, di 8 che avevano cominciato il corso, più l'istruttore.
Parto con l'idea di divertirmi, far da sicura bene, imparare per osmosi dall'istruttore e guardare gli altri, e nulla più: le premesse in palestra erano pessime, in teoria.
Invece arrivo in cima. Più volte. Da primo. Anche al primo tentativo.
Come tutti gli altri.
Sono perfettamente a mio agio sulla roccia, molto più che in palestra; la roccia è leggermente appoggiata e non verticale come in palestra, ma tant'e'... non mi intendo e non mi interesso di gradi e robe simili, quel che mi importa è che è stato impegnativo, soddisfacente e divertente tutto allo stesso tempo, e zero vertigini. E non ero stanco dopo 20 minuti: erano passate 6 ore, e sarei andato avanti.

In sintesi?

Ho iniziato a 41 anni e 9 mesi. Mi piace. Da matti.
Ma il mio obiettivo di *lungo* termine a questo punto è andar per monti, visto il mio agio sulla roccia rispetto alla plastica.
Non me ne frega un cavolo di quello che fanno gli altri, gradi e cazzimetria varia, a questa età il tempo è troppo prezioso per fare gare a chi ce l'ha più lungo... io penso a divertirmi, a me e a mia figlia.
L'arrampicata è un mezzo, non un fine, per accedere a posti meravigliosi ed esercitare l'autocontrollo e la sicurezza.
Ho dimostrato a me stesso che a 40+ anni si può iniziare, riuscire e divertirsi in un'attività ritenuta comunemente "per giovani". E intendo continuar, schiena permettendo.
Non capisco il 50% dei termini che vengono scritti in questo forum, ma questo è il meno.
Rosiko per non essermi buttato 20 anni prima; ma dice il saggio, meglio trdi che mai...

Buona montagna a tutti.
Torna salvo, torna contento, arriva in cima: in questo rigoroso ordine.
Daryo
 
Messaggi: 66
Iscritto il: ven gen 17, 2014 18:54 pm
Località: Milano

Messaggioda VECCHIO » dom gen 19, 2014 10:48 am

Daryo ha scritto:.........
L'arrampicata è un mezzo, non un fine, per accedere a posti meravigliosi ed esercitare l'autocontrollo e la sicurezza
.........

Buona montagna a tutti.



Siiiiiiiiiiii :!: :!: :!:
Si accede, si entra, ci si confonde, si perde se stessi nel tutto che ci circonda.
Hai capito tutto, ora vai sempre di più dentro te stesso e il tutto, finchè riesci e senza mollare :!: :!: :!:

Per la schiana e per il resto dei dolori e traumi e "problemi giovanili" leggi "un movimento di troppo" edito da versante sud.

La sicurezza la eserciti?
Non capisco, per me al massimo la si coltiva, si apprende come sentirsi in sicurezza, ma in montagna non esiste, è solo un sentire una condizione della propria azione........ si può sempre morire.
....ALPINISTA......NO GUIDA....... questa mi scombussola
Scalare con gli esperti del cai... son sempre dei grossi guai...... questa mi piace
VECCHIO
 
Messaggi: 2920
Images: 0
Iscritto il: lun ott 12, 2009 22:00 pm

Messaggioda Vigorone » dom gen 19, 2014 10:57 am

Minchia Robbe, continui a essere il mio guru... sono all'inizio del periodo migliore...

Roberto ha scritto:Tra qualche mese compio sessant' anni, ho perso un po di smalto, non lo nego, ma la colpa è tutta mia, non dell' anagrafe.
Arrampico con meno entusiamo, mi alleno quasi per niente, non lavoro più tiri e non mi dedico alla ricerca di vie da risolvere a vista. Invece per la montagna ho ancora voglia e progetti, anche ambiziosi. In ogni caso arrampico dignitosamente e su buoni livelli.
Ho iniziato a trent' anni e il periodo migliore è stato tra i quarantacinque e i cinquantacinque, sia come grado raggiunto in falesia che come realizzazzioni in montagna.
Quindi, se hai voglia di impegnarti e non hai guai fisici che ti ostacolano, hai tutto il tempo per toglierti delle soddisfazioni.
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
Avatar utente
Vigorone
 
Messaggi: 3889
Images: 0
Iscritto il: lun giu 23, 2014 8:04 am
Località: Una citta' multietnica ai piedi delle Alpi

Messaggioda Vigorone » dom gen 19, 2014 11:05 am

Kinobi ha scritto:
giorgiolx ha scritto:Noto alpinista lecchese:
"sono in pensione
ah, di già
a dire il vero sono in pensione da quasi 10 anni..."

più e più volte ho sentito questi discorsi e mi hanno fatto sempre incazzare :evil: :evil: :evil: :evil:


Q8. Pure io mi incazzo.
però penso che ride ben chi ride ultimo.
Sono serio.
E


Mi viene sempre in mente quel signore, amico di famiglia, sempre incazzato contro il sistema. Moglie baby pensionata delle poste, in pensione dai primi anni 80 (sono piu' giovani dei miei). Mai come in quei casi apprezzo aver fatto un po' di meditazione zen...
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
Avatar utente
Vigorone
 
Messaggi: 3889
Images: 0
Iscritto il: lun giu 23, 2014 8:04 am
Località: Una citta' multietnica ai piedi delle Alpi

Messaggioda Daryo » lun gen 20, 2014 10:10 am

VECCHIO ha scritto:La sicurezza la eserciti?
Non capisco, per me al massimo la si coltiva, si apprende come sentirsi in sicurezza, ma in montagna non esiste, è solo un sentire una condizione della propria azione........ si può sempre morire.


Certo che la eserciti: in ogni momento puoi/devi scegliere/individuare il percorso di azione e le pratiche più sicure, per te stesso ed eventuale compagno.

Estremizzo per spiegarmi meglio: se ti cali in doppia senza un backup NON stai esercitando la sicurezza.
Se ti infili anche solo potenzialmente in situazioni da cui poi non sai uscire (esempio classico: risalire una corda da cui per qualche ragione rimani penzoloni) NON stai esercitando la sicurezza.
Questo aspetto (cercare di prevedere, trovare, imparare, allenarsi e mettere in atto le best practice) mi piace quasi quanto arrampicare, mi ha fatto guadagnare autostima e diminuire il senso di vertigine.
E infatti penso che dopo il corso di arrampicata farò un corso di autosoccorso, o qualcosa del genere legato all'uso dei materiali.

Ciao!
Torna salvo, torna contento, arriva in cima: in questo rigoroso ordine.
Daryo
 
Messaggi: 66
Iscritto il: ven gen 17, 2014 18:54 pm
Località: Milano

Re: Arrampicare dopo i 40

Messaggioda Il cajano? » sab feb 01, 2014 23:25 pm

Q ha scritto:Sarà il fatto che tra qualche mese avrò quarant'anni oppure il constatare che i miei tempi di recupero si stanno allungando. Non so perché ma la lettura di questo articolo di Peter Beal intitolato Climbing Past 40 mi ha fatto riflettere parecchio. Vi riporto la traduzione e mi piacerebbe sapere se qualcun altro di voi forumisti sta affrontando o ha già superato questa crisi di mezza età.

Arrampicare dopo i 40
di Peter Beal

Oggi, trent'anni dopo aver iniziato ad arrampicare, ho un profondo rispetto per gli scalatori più anziani, che mi hanno aiutato ad acquisire una solida base in questo sport. Mi rendo conto quanto sia difficile fare i compromessi necessari per continuare in questa disciplina, soprattutto a un livello superiore. Sposato con un lavoro a tempo pieno, un mutuo e una figlia piccola, ora so perché non è eccezionale che giovani di 15 anni possano arrampicare sul 9a+/5.15. Non lo è, perché vedo quarantenni che arrampicano sull?8b+/5.14 o che fanno persino l?8B/V13. In base alla mia esperienza e guardando gli altri, mi rendo conto che, dato un minimo di forza fisica, è possibile continuare ad un livello veramente molto alto. Questo scritto descrive le mie idee su come continuare ad arrampicare seriamente a qualunque età.
Io credo che l'arrampicata sia soprattutto una ricerca mentale. Come spiegare altrimenti il miglioramento delle capacità di adolescenti fisicamente immaturi, che passano rapidamente da principianti a livelli di élite? La forza fisica è importante ma non in confronto alla concentrazione mentale e alla motivazione psicologica, qualità in cui eccellono i bambini mentre gli adulti rimangono indietro. Man mano che invecchiamo vediamo che l'arrampicata è un gioco che coinvolge principalmente l'immaginazione, una sospensione prolungata di incredulità. È ideale per i bambini, perché possono facilmente immergersi totalmente in una realtà alternativa. Quegli adulti che possono sostenere questo stato mentale sono in una buona posizione per eccellere in questo gioco molto artificioso, complesso e potenzialmente pericoloso. Ma come qualcuno ha scritto su una maglietta: "Scalare può essere difficile ma è più facile che crescere".
Ad un certo punto nella tua vita, hai rinunciato a obiettivi che non sono più realistici, come vincere il premio Nobel o diventare presidente degli Stati Uniti. Ma gli obiettivi dell?arrampicata sono diversi. L'impossibile è solo un orizzonte verso cui ci si sposta. Se i tuoi obiettivi e i tuoi desideri si trovano al di fuori di stereotipi di accettazione e di rassegnazione, aspettati resistenza e incomprensione da parte di chi non può capire quello che fai. Sii paziente, realistico ma tenace.
In quanto scalatore, devi sempre coltivare il movimento. Una rampa di scale offre la possibilità affrontare il problema di mantenere lo slancio, l?equilibrio, il ritmo e una generale consapevolezza cinestetica. Una passeggiata permette l?attenta osservazione della superficie della strada o del marciapiede, rilevando caratteristiche, trame e colori. Togliti le cuffie e ascolta il vento, annusa l?aria e immergiti nella realtà vera, quella che l'arrampicata ti permette di sperimentare. Quando non puoi scalare all?aperto utilizza una palestra il più frequentemente possibile. Cerca qualsiasi opportunità per estendere i tuoi limiti. Usa le prese più varie, le posizioni del corpo più diverse e utilizza le caratteristiche meno usate della palestra. Cerca sempre di scoprire quello che potresti ottenere. Fallo persino mentre ti riscaldi per i tiri o i problemi più duri a cui aspiri. Potresti sorprenderti e la gioia portata da questa sorpresa è una forza che si rinnova continuamente nell?arrampicata.
Gli adulti non hanno mai abbastanza tempo. Nella nostra cultura iperattiva e lavoro-dipendente, dormiamo di meno, lavoriamo di più e viviamo nella paura di essere raggiunti dagli altri. Non dobbiamo essere superati. Essere superati equivale ad essere morti. Nella migliore delle ipotesi possiamo aspirare all'equilibrio, bilanciando scopi e obiettivi concorrenti. In questo consiste esattamente lo sport dell'arrampicata. Dobbiamo aggrapparci e lasciarci andare allo stesso tempo. Dobbiamo rischiare ma evitare gli infortuni. Ma come possiamo conciliare queste tensioni? In primo luogo, devi considerare l?arrampicata una priorità. Se non puoi fare questo per te stesso, che cos?altro stai sbagliando nella tua vita? Come puoi portare un senso pieno di te stesso al tuo lavoro o alla tua famiglia se questa parte estremamente importante di ciò che sei viene soppressa? Se hai un lavoro che richiede più di 50 ore a settimana e nessuna vacanza, può darsi che tu faccia un lavoro sbagliato e il tuo desiderio di scalare di più rifletta questo problema. Se hai esigenze familiari, potrebbe essere necessario negoziare il tuo tempo con un coniuge o con i figli. Qualunque sia il risultato, quando hai del tempo per te, usalo! In altre parole, utilizza al massimo il tempo che hai. Riposa al lavoro, non nel tempo libero. E assicurati di essere ben riposato prima di arrampicare. Spegni il televisore e il computer e vai a letto presto.
La nostra cultura adora la giovinezza ma ad un prezzo terribile. A dispetto di ogni evidenza a riprova del contrario, ti senti dire che una volta passati i 30 non hai più diritto di giocare all?arrampicata. Hai delle responsabilità maggiori, dipendenti a carico. La tua attenzione è focalizzata sulla tua carriera, la famiglia, le finanze e le molte altre preoccupazioni che gli adolescenti non hanno. Sarebbe molto facile a questo punto rinunciare, avanzare delle scuse o sentirsi in imbarazzo. Alcuni scalatori affermano esplicitamente: "Quando non potrò più continuare a migliorare, smetterò." Che cosa significa miglioramento? Tu sei un tipo diverso di scalatore, non sei migliore né peggiore di prima, magari con tante altre cose a cui pensare e da bilanciare. Tuttavia, quando si fa ciò che si ama, a qualsiasi livello, si sta riuscendo e migliorando.
C'è una pressione incredibile tutto intorno a te che ti spinge a rinunciare ai tuoi sogni. Qualcuno dirà che è una parte inevitabile dell?invecchiare. Lo è solo se tu lo permetti. I sogni possono prendere un numero infinito di forme e direzioni, ognuna delle quali può essere scartata mentre invecchiamo, e sostituita da un?altra, più adatta a quello che siamo ora. Mentre continuiamo a inseguire questi sogni però, traiamo forza da loro, la forza che può sorprenderci mentre tentiamo di trovare il nostro posto nella ricerca dell?arrampicata.


Una pappardella cosí, solo per giustificare che non ci si tiene.
Avatar utente
Il cajano?
 
Messaggi: 42
Iscritto il: mer ott 23, 2013 23:33 pm

Re: Arrampicare dopo i 40

Messaggioda aletonella » dom feb 02, 2014 12:12 pm

Il cajano? ha scritto:
Q ha scritto:Sarà il fatto che tra qualche mese avrò quarant'anni oppure il constatare che i miei tempi di recupero si stanno allungando. Non so perché ma la lettura di questo articolo di Peter Beal intitolato Climbing Past 40 mi ha fatto riflettere parecchio. Vi riporto la traduzione e mi piacerebbe sapere se qualcun altro di voi forumisti sta affrontando o ha già superato questa crisi di mezza età.

Arrampicare dopo i 40
di Peter Beal

Oggi, trent'anni dopo aver iniziato ad arrampicare, [...]


Una pappardella cosí, solo per giustificare che non ci si tiene.


Straquoto.
"You call and it's all over, baby!" Scotty Nguyen
Avatar utente
aletonella
 
Messaggi: 1048
Iscritto il: gio giu 16, 2011 19:29 pm
Località: Crespano del Grappa (TV)

Re: Arrampicare dopo i 40

Messaggioda Q » dom feb 02, 2014 12:44 pm

aletonella ha scritto:
Il cajano? ha scritto:
Q ha scritto:Sarà il fatto che tra qualche mese avrò quarant'anni oppure il constatare che i miei tempi di recupero si stanno allungando. Non so perché ma la lettura di questo articolo di Peter Beal intitolato Climbing Past 40 mi ha fatto riflettere parecchio. Vi riporto la traduzione e mi piacerebbe sapere se qualcun altro di voi forumisti sta affrontando o ha già superato questa crisi di mezza età.

Arrampicare dopo i 40
di Peter Beal

Oggi, trent'anni dopo aver iniziato ad arrampicare, [...]


Una pappardella cosí, solo per giustificare che non ci si tiene.


Straquoto.


Detto dall'alto dell'esperienza dei tuoi 28 anni...
Sta per caso diventando un problema personale?
"Mentre si rinvia, la vita passa" Seneca
Avatar utente
Q
 
Messaggi: 1678
Images: 5
Iscritto il: mar giu 07, 2011 23:29 pm
Località: Alto Vicentino

PrecedenteProssimo

Torna a Arrampicata - Falesie - Boulder

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

Forum.Planetmountain.com

Il Forum è uno spazio d’incontro virtuale, aperto a tutti, che consente la circolazione e gli scambi di opinioni, idee, informazioni, esperienze sul mondo della montagna, dell’alpinismo, dell’arrampicata e dell’escursionismo.

La deliberata inosservanza di quanto riportato nel REGOLAMENTO comporterà l'immediato bannaggio (cancellazione) dal forum, a discrezione degli amministratori del forum. Sarà esclusivo ed insindacabile compito degli amministratori stabilire quando questi limiti vengano oltrepassati ed intervenire di conseguenza.