pf ha scritto:In effetti c'è qualcosa che non va se uno a 50 anni sale il grado più difficile mai salito da un italiano. Stile o non stile, c'è qualcosa che non va. E siccome il grado sembra proprio che ci sia, visto che Rosta Stefanek l'ha provata 5 mesi prima di salirla e Graham confermò una difficoltà di almeno 9a, magari si può dire che italiani superforti ( fisicamente molto, ma stramolto più forti di Manolo ) non hanno mai voluto cimentarsi al proprio limite. D'altronde un commento simile si poteva fare anche riguardo a Jolly, un altro che fu capace di farsi migliaia di km di macchina dietro un sogno.
Onore a Manolo, che lontanissimo da casa ha dato dimostrazione di forza, classe, determinazione. E' il primo commento che mi viene da fare
beh...mi unisco al coro di chi si complimenta per l'impresa di manolo...fra l'altro sono anche suo conterraneo e la cosa mi inorgoglisce ancora di più...commenti? io non ne ho...sono troppo felice ed estasiato...una performance che va oltre l'arrampicata;
dopo 30 anni è ancora lui il punto di riferimento in italia nell'arrampicata ed è sicuramente una speranza per tutti noi pipponi (se lui a 50 anni riesce a fare questo...c'è speranza per tutti).
ma vorrei fare una riflessione su quello che hai scritto tu.
perchè in italia dove ci sono le pareti, falesie, montagne più alte, belle, difficili d'Europa...non ci sono anche i climber più forti d'Europa?
La leggenda narra che in Francia l'arrampicata venga insegnata a scuola durante le ore di ginnastica...ma in spagna e inghilterra è anche così?
Manolo anche dopo 30 anni ha sempre la voglia e la fantasia di scoprire nuove pareti, mettere in cantiere nuovi progetti folli, di reinventarsi...
forse perchè è un fuoriclasse, ma forse perchè si mette continuamente in gioco...mi viene in mente la via "solo per vecchi guerrieri"...se uno vedesse quella parete, l'avvicinamento, il posto assolutamente selvaggio si chiederebbe chi potrebbe andarci per aprire una via.