fedeneg ha scritto:Tra il 78 e l'80 avevo 13-15 anni e passavo le vacanze estive a Bardonecchia. Con una banda immensa di coetanei passavamo intere giornate a pian dei Militi a salire con le scarpe da ginnastica i massi che tradizionalmente venivano saliti già dagli anni 50: la placca May, e poi altri inventati dalle nuove generazioni di Guide, ad iniziare da Robi Bonis, mi ricordo Mazinga...
Lo spunto a giocare con i massi ci venne dato proprio dalle guide locali, che periodicamente organizzavano delle giornate di scuola di roccia per i ragazzini, solitamente molto partecipate.
Poi ai massi iniziammo ad andarci in modo autonomo, considerata la vicinanza del posto al paese, ed era un bel modo di passare le giornate estive con tutta la compagnia, a volte decine di amici ed amiche con cui facevamo grigliate, si passavano le giornate all'ombra dei pini a parlare, giocare, rilassarsi, cazzeggiare.
Ricordo che il mitico Gupo, probabilmente il più talentuoso di tutti dal punto di vista tecnico, a 16 anni saliva e scendeva la placca May con le scarpe da barca vela lungo tutti gli itinerari, anche la diretta...
Poi nelle vacanze del dopo maturità, siamo nell'83, col Fioretti e col Lions quante volte ai massi di Trana (pietra Salomone) e alla pietra alta di Caselette. Poi anche ad Almese, non ricordo il nome del masso ma i passaggi che mi riuscivano facili mentre Luca ed il Lions non si schiodavano a causa di mancanza di "biella" li ricordo come fosse allora: Fortebraccio e Superfortebraccio.
E le giornate perse a cercare massi introvabili o inesistenti sulle morene intorno a Trana ed Avigliana, con la relazione di Grassi in mano? Relazioni a dir poco approssimative, se non, a detta di qualcuno degli amìs, scritte sotto l'influsso di qualche sostanziellae...



Siiiiiiiii... introvabili!! Boja... che relasiun fantasiuse...

Uhhh... alura ci saremo senz'altro incrusià qualche volta.