da biemme » lun gen 23, 2006 13:14 pm
ciao,
se proprio vogliamo/sappiamo/abbiamo titolo per insegnare ad arrampicare, quando ci facciamo calare da un allievo/apprendista, e perdiamoli ?sti 20 secondi a fare un machard per collegarci all?altro ramo, e se non vogliamo proprio perderli (o non sappiamo cos?è un cordino o come si fa un machard, perché lo stock prevede set di 10 rinvii e grigri), prendiamolo saldamente in mano quel ramo di corda, che sarà più che sufficiente, su itinerari facili e appoggiati, per evitare di ritrovarci in fondo senza capire come e perché.
Credetemi, non vuole essere il solito saccente del giorno dopo, è prevenzione, anzi, è ciò che io faccio quando porto amici che non conosco (o quando ho portato mia moglie le prime volte) a farmi sicura. E? ciò che consiglio sempre di fare a chi porta amici alle prime armi.
Prima di insegnare/imparare ad arrampicare, insegniamo/impariamo come cautelare noi stessi, subito dopo insegnamo/impariamo a fare sicura e a saper fare 2 nodi. Dopo ancora, iniziamo ad alzarsi da terra.
L?avancorpo di destra del moneta, si presta proprio per le prime realizzazioni da capocordata, posto che un mio caro amico, vero benefattore di sperlonga & dintorni, non pago di averne scritto un pezzo di storia chiodando oltre 400 itinerari, ha attrezzato proprio lì, in maniera ineccepibile e con parametri di sicurezza quasi maniacali, un discreto numero di monotiri tra il IV e il V grado, disgaggiando il disgaggiabile, tracciando e manutenendo il sentiero d?accesso in continuazione, ripulendo le vie da piantine e cespugli, scassando gli spigoli vivi tra catene e parete per evitare pericolose lame taglienti sulle corde. Dotando il tutto di catene omologate e sostituendone molto spesso i maillon, proprio per favorire la moulinette in totale sicurezza.
Già in un paio di uscite recenti, passando sotto quell?avancorpo, diretto + in alto, avevo notato e fatto notare ai miei amici, come quel settore si fosse trasformato negli ultimi tempi in un vero carnaio, gremito di truppe cammellate molte delle quali dotate di cani ululanti (ricordo anche un pittbull con collare spinato che ha costretto ? ovviamente non lui ma il suo padrone - tutti gli altri cani a ricorrere al guinzaglio), intere famiglie con bambini anche di 4-5 anni (tutti senza casco) bellamente appesi alle corde sotto gli sguardi entusiasti e inorgogliti dei genitori (tutti senza casco) e di decine di persone (tutte senza casco) alcune bardate in maniera grottesca, in mocassini e borsetta, giunte fin lì per scoprire la bellezza di questo sport estremo, di cui si sente ogni tanto parlare.
Ho anche notato una strana e costante presenza, tra tante facce ogni volta nuove, di alcuni (pochi) personaggi invece presenti ogni domenica, i quali, oltre a salire e mettere la corda sulla quale poi si appendevano a turno, in sequenza, tutti questi folkloristici personaggi, dal mattino sino all?imbrunire, dispensavano consigli del tipo ?metti il piede là?, ?la mano qua???sono certo che queste persone non erano né guide alpine né istruttori di corsi del cai né i soliti "amici più esperti"??..però quante pippe mentali ci facciamo poi sulla libertà di andare per monti e sulle sentenze inique dei tribunali quando viene denunciato pressappochismo e abusivismo nell?esercizio/insegnamento di queste attività?.
La mia non vuole essere smania di persecuzione : si chiama semplicemente PREVENZIONE, altrimenti continuiamo pure a piangerci addosso e a dichiararci sconvolti ad ogni incidente ?inspiegabile??..
Spieghiamoglielo a chi è convinto che trovare spit vicini e robuste soste con catena, sempre e ovunque, non è un sinonimo di sicurezza (non solo). E? piuttosto sinonimo di maggiori probabilità di incidenti dovuti a eccessiva frequentazione delle vie da parte di persone non adeguatamente preparate.
Sicurezza, sicurezza, sicurezza??la sicurezza non la fanno solo gli spit + vicini, il primo a 50 cm da terra, i fittoni da 28 anziché da 8, il grigri al posto del secchiello.
In val di mello, dove mediamente corrono 10 metri tra uno spit e l?altro, dove in sosta puoi doverti assicurare sulle radici malferme degli arbusti, dove lungo i sentieri di rientro se metti un piede in fallo arrivi giù dritto in fondovalle, la storia ricorda nr. 1 incidente mortale (forse 2?), peraltro sul sentiero di discesa da una cascata di ghiaccio.
Meno sicurezza = selezione naturale = maggiore preparazione e concentrazione = meno incidenti.
Spieghiamoglielo pure a chi è convinto che sulle cascate di ghiaccio ?ormai? ci vogliono le soste a spit con anello di calata, perché sostare su viti e calarsi sulle abalakov o sugli abeti è da folli??a chi mette le catene sullo spigolo del velo??meglio che mi fermo.
AUGURI DI CUORE allo sfortunato ragazzo
saluti
biemme
ps : io anche in falesia uso il più, e consiglio a tutti il secchiello, ma non condanno assolutamente il grigri, che va saputo usare.