dove andrà l'arrampicata?

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda Franz the Stampede » lun mag 04, 2015 22:48 pm

brando ha scritto:io ho chiesto se avevi esperienze dirette, ma sono rimasto effettivamente troppo vago... intendevo, perchè ci sono passato, se avevi esperienza a livello agonistico in età scolare (che vuol dir cmq poco... diciamo prima dei 18)

il fatto è che a quell'età si è in fase di sviluppo, quindi non si è completi fisicamente e mentalmente... il rischio di provocare danni non è trascurabile
se non si viene seguiti da un sistema (famiglia, scuola, ecc.) si rischia di concentrarsi troppo su un solo aspetto della vita, in questo caso l'allenamento, e trascurare il resto... con tutto quel che ne consegue
senza contare che determinati tipi d'allenamento in età di sviluppo possono portare a problemi fisici da adulti


Non personali di livello agonistico. Non ad alti livelli comunque. Ma al liceo ero in classe e amico del secondo ragazzo italiano sui 100 e 200 metri per la sua fascia di età e di un ragazzo titolare nella squadra vicecampione d'italia di basket (se ben ricordo categoria U16). Insomma, degli scarsoni, nessuno arrivava primo...
:mrgreen:
Scherzi a parte, questi due esempi per me sono sempre stati begli esempi di persone contente e soddisfatte. Idem per molti di quelli con la media del 30 all'uni (con i caveat moderni di programma quadriennale condensato in tre anni, impossibilità di rifiutare voti se non saltando la seconda prova intermedia e andando al generale, tutto finito a luglio del terzo anno nonostante esperienza di scambio extraeuropea etc). Capisco che ci siano dei rischi, ma li vedo più insiti negli elementi che si dovrebbero preoccupare della gestione, non nel bambino/a o nell'attività. Secondo me un cattivo genitore fa danni ai figli/e comunque, che questi siano fenomeni sportivi o fenomeni di pantofolaggine.
L'unica cosa su cui credo davvero che un bambino sia un bambino è il fatto che ci debba sempre essre un adulto degno a sovrintendere. Perché capire il concetto di causa/effetto per certe cose non è comunque sostituibile al senno di poi e all'esperienza a tutto tondo che un adulto dovrebbe avere.
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda brando » lun mag 04, 2015 23:39 pm

io, nel mio piccolo, ci sono passato di persona, insieme a un paio di amici... uno dei quali poi ha proseguito l'attività fino a livelli internazionali
però tutti abbiamo pagato quello che dici tu, ossia (nello specifico) l'incapacità del nostro allenatore/mentore di gestire dei ragazzi che dovevano conciliare l'attività sportiva con la vita quotidiana
parlo di allenamenti di 3-4 ore, 4 volte a settimana, più i weekend di gare in trasferta... non so come si allenavano i tuoi amici, noi così

il problema lo hai indicato anche tu, servono uno o più adulti che sorveglino per evitare casini... ma se da un lato tu descrivi dei figli dell'arrivismo (perchè, in sostanza, è questo il vivere in funzione dei risultati) dall'altra non tieni conto che pure gli adulti, vivendo nella società che genera questi bimbi, puntano ai risultati, ed hanno sempre meno tempo per seguire i bambini
alla fine sorge il dilemma: o si delega l'educazione a dei professionisti, e ci si snatura dal ruolo di genitori per inseguire i risultati e poter pagare i suddetti professionisti, oppure si rinuncia ai risultati personali per poter seguire i figli e fargli conseguire i risultati sperati, ma con tutto il carico psicologico che ci sta dietro

:arrow: sto estremizzando, ovvio, ma l'ottica mi par questa
A volte in montagna l'unica soluzione sono la preghiera o la bestemmia... stessa roba suppergiù

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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda ncianca » mar mag 05, 2015 11:42 am

Franz the Stampede ha scritto:...

Franz, non volermene, stai facendo un po' un minestrone, nel senso che ho l'impressione che stia contestando cose che nessuno ha scritto o implicato. Non è che dici cose sbagliate in principio. Però nessuno qui predica la mediocrità e la banalità come modello di vita e neanche nessuno qui ha paura dell'impegno come valore. Lo ha detto qualcuno? Lo ha scritto esplicitamente qualcuno? Chi è stato?

Quello che sicuramente io, e credo Piede, stavamo contestando è l'idea di vivere e soprattutto crescere i propri bimbi in funzione dei risultati. Oltre a questo io ho aggiunto (opinione mia) che l'idea che i risultati siano diretta conseguenza dell'impegno è fondamentalmente viziata. Purtroppo! Viviamo in un mondo fatto in larga parte di grandi ingiustizie. È questa la dura realtà. Tu ti puoi impegnare quanto vuoi e ti auguro di non trovarti mai di fronte ad una grave ingiustizia. Succede Franz, e se non è mai successo a te, buon per te, 100000 di questi giorni! Per una storia felice ce ne sono milioni di molto infelici e non sono tutte causa diretta di un impegno non sufficiente, senza toccare le grandi ingiustizie del mondo, e restando nell'ambito delle vite privilegiate, potrei farti molti esempi. Infatti esiste anche il valore, se così possiamo chiamarlo, della fortuna, quello sì che lo insegno a mia figlia. È fortunata ad avere una mamma ed un papà che le vogliono bene. Partiamo da qui, che non è poca cosa. È fortunata ad essere sana a ricevere sempre le cure che servono quando servono, ad essere nutrita come si deve, ad essere circondata da persone bimbi e adulti che le vogliono bene che giocano con lei, a provare tante cose ad essere stimolata in continuazione, ad essere intelligente ed io sono fortunato ad avere una bimba come lei. Hai voglia ad impegnarti...

Infine, che un bimbo venga al mondo nel mondo reale e non in quello delle favole è un fatto vero fin dal primo secondo di vita. Che l'idea di infanzia nella sua accezione più pura non sia più valida fin dall'asilo nido è un altro fatto lampante, forse non lo è già fin dai primi giorni di vita con mamma e papà. Non siamo più scimmie che vivono sugli alberi da un pezzo. Questo non vuol dire che il dritto naturale di un bambino ad essere un bambino non vada difeso e protetto, anche se il mondo ci chiede di trasformare i nostri figli in macchine da lavoro performanti il prima possibile. Ma è una mia opinione, Franz, ad ognuno la sua. C'è chi concepisce la prole come un asset, un derivato della propria vita, un investimento per il futuro, un indice di successo anche personale. Non io. Nel mezzo ci sono milioni di sfumature, molte importanti, come la differenza tra chiedere sempre il massimo impegno piuttosto che aspettarsi dei risultati.
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda coniglio » mar mag 05, 2015 11:48 am

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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda ClimbRock » mar mag 05, 2015 12:41 pm

Persephone84 ha scritto:Mah... Leggendo e rileggendo i vari interventi, ho l'impressione, non vogliatemene, che ci stiamo facendo tutti, me compresa, delle grandi seghe mentali, andando anche decisamente OT.
"Dove andrà l'arrampicata?" ... E chi lo sa? Forse alle olimpiadi, o forse a morire, almeno come sport professionistico. Chissà, magari tra 30 anni ci saranno pareti di arrampicata artificiali in ogni comune come adesso ci sono i campi da calcio, e società sportive dove verranno allenati i giovani talenti. O forse non se la filerà più nessuno e resterà soltanto un passatempo per gli scalatori della domenica. Ma davvero ci interessa di quello che succederà nell'olimpo dei pochi eletti? A me no. Tanto so di essere comunque già troppo vecchia e troppo scarsa per fare realmente la differenza. Io sono una climber della domenica, di quelle che godono di aver chiuso pulito un 6a. E se tra dieci anni il carrozzone mediatico sorto attorno a questi bimbi prodigio dovesse spegnere i riflettori, sinceramente quello che spero è di essere io ancora in grado di caricare in auto quattro amici, corde e ferramenta, ed essere felice di andare a mettere le dita sulla roccia...


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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda PIEDENERO » mer mag 06, 2015 14:06 pm

ncianca ha scritto:
Franz the Stampede ha scritto:...

Franz, non volermene, stai facendo un po' un minestrone, nel senso che ho l'impressione che stia contestando cose che nessuno ha scritto o implicato. Non è che dici cose sbagliate in principio. Però nessuno qui predica la mediocrità e la banalità come modello di vita e neanche nessuno qui ha paura dell'impegno come valore. Lo ha detto qualcuno? Lo ha scritto esplicitamente qualcuno? Chi è stato?

Quello che sicuramente io, e credo Piede, stavamo contestando è l'idea di vivere e soprattutto crescere i propri bimbi in funzione dei risultati. Oltre a questo io ho aggiunto (opinione mia) che l'idea che i risultati siano diretta conseguenza dell'impegno è fondamentalmente viziata. Purtroppo! Viviamo in un mondo fatto in larga parte di grandi ingiustizie. È questa la dura realtà. Tu ti puoi impegnare quanto vuoi e ti auguro di non trovarti mai di fronte ad una grave ingiustizia. Succede Franz, e se non è mai successo a te, buon per te, 100000 di questi giorni! Per una storia felice ce ne sono milioni di molto infelici e non sono tutte causa diretta di un impegno non sufficiente, senza toccare le grandi ingiustizie del mondo, e restando nell'ambito delle vite privilegiate, potrei farti molti esempi. Infatti esiste anche il valore, se così possiamo chiamarlo, della fortuna, quello sì che lo insegno a mia figlia. È fortunata ad avere una mamma ed un papà che le vogliono bene. Partiamo da qui, che non è poca cosa. È fortunata ad essere sana a ricevere sempre le cure che servono quando servono, ad essere nutrita come si deve, ad essere circondata da persone bimbi e adulti che le vogliono bene che giocano con lei, a provare tante cose ad essere stimolata in continuazione, ad essere intelligente ed io sono fortunato ad avere una bimba come lei. Hai voglia ad impegnarti...

Infine, che un bimbo venga al mondo nel mondo reale e non in quello delle favole è un fatto vero fin dal primo secondo di vita. Che l'idea di infanzia nella sua accezione più pura non sia più valida fin dall'asilo nido è un altro fatto lampante, forse non lo è già fin dai primi giorni di vita con mamma e papà. Non siamo più scimmie che vivono sugli alberi da un pezzo. Questo non vuol dire che il dritto naturale di un bambino ad essere un bambino non vada difeso e protetto, anche se il mondo ci chiede di trasformare i nostri figli in macchine da lavoro performanti il prima possibile. Ma è una mia opinione, Franz, ad ognuno la sua. C'è chi concepisce la prole come un asset, un derivato della propria vita, un investimento per il futuro, un indice di successo anche personale. Non io. Nel mezzo ci sono milioni di sfumature, molte importanti, come la differenza tra chiedere sempre il massimo impegno piuttosto che aspettarsi dei risultati.

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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda Franz the Stampede » mer mag 06, 2015 16:58 pm

Ncianca, credo che stiamo sfociando in delle differenze di fondo tra me e te dovute a un sacco di motivi.

Non sarebbe corretto né educato continuare per questa strada su un forum pubblico. Mi limito a dire che ognuno di noi ha ragione a suo modo, ma mi par di capire che tu creda che il tuo approccio e i tuoi ideali si possano applicare a un certo numero di persone, numero di persone che secondo me è una tua grossa sovrastima.
Parimenti, sono sicuro che capisci che il mio modo di vedere le cose è uno delle possibilità (quindi non l'unica e neanche una impossibilità) ma secondo me sottostimi di tanto il numero di persone che non può permettersi un approccio che non sia questo o uno molto simile. O il numero di persone che, pensando di non dover fare certe cose in un certo modo, avrà poi di che pentirsene.

Fine della cosa (pubblicamente, almeno).

Tornando all'arrampicata sportiva, ricapitolo la mia posizione: i dodicenni-tredicenni fenomeni sfruttano, non necessariamente con malizia, alcuni elementi insiti dell'arrampicata su roccia. Ovvero
1 - la possibilità di scegliersi le sfide a tavolino
2 - il fatto che fisiologicamente hanno dei grossi vantaggi su certi tipi di vie o blocchi e dei grandi svantaggi su altri ma nessuno ti verrà mai a dire di come suo figlio campioncino prepubescente non si è nemmeno staccato da terra su via ipertecnica con movimenti lunghi e di potenza
3 - il fatto che comunque il redpoint vuol dire tutto e (quasi) niente
4 - il fatto che molti media, così come molti lettori leggono il "fare un certo 8c" come "avere l'8c su qualunque terreno, pendenza, tipi di presa e di movimento"
5 - il fatto che gente tutt'oggi considerata professionista ha cominciato ad un'età che è diventata troppo avanzata per gli standard di oggi, standard che si stanno avvicinando a quelli di qualunque altra attività sportiva/agonistica/di performance (dal tennis agli scacchi al pianoforte)

Quando gli ultimi epigoni della generazione "ho cominciato a 14 anni e non a 4" non saranno più sulla scena, il 99% dei falesisti e dei boulderisti al top sarà gente che ha cominciato "as soon as possible". Ergo gente che sui 20 e qualcosa anni farà il 9b e probabilmente il 9c come progetti di lungo termine. A quel punto il 99% dei dodicenni bravi saranno sempre sull'8c scelto ad hoc, stralavorato cazzi e mazzi, e la fantastica illusione che un bocia "può scalare un grado sotto ai massimi livelli" sarà finita nel cesso con una musichetta deliziosa™, anche volendo credere che fare un 8c a Margalef vuol dire avere dominio completo e assoluto del grado 8c.

Eventuali eccezioni saranno tali. Una rondine non fa primavera.
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda ncianca » mer mag 06, 2015 21:15 pm

Franz, visto che in questo forum si parla di politica e mancanza di fiqua, non vedo perché non possiamo parlare e confrontarci su un tema secondo me importante e di interesse generale come infanzia ed educazione. Sposto solo la discussione su altro canale. Se poi la discussione muore lì, amen. Io e te possiamo effettivamente anche confrontarci face-to-face... sarebbe anche ora, non ci si vede da una vita! :-)
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda Franz the Stampede » mer mag 06, 2015 23:44 pm

Bon si forse privatamente è meglio.

Ho dei biglietti del treno per Torino, però sabato scorso mi son fatto un po' male a un dito, nulla di catastrofico ma credo mi serva una settimana di riposa e una di collaudo per capire meglio...
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda ProcioneFalesio » mer mag 06, 2015 23:50 pm

Franz the Stampede ha scritto:Bon si forse privatamente è meglio.

Ho dei biglietti del treno per Torino, però sabato scorso mi son fatto un po' male a un dito, nulla di catastrofico ma credo mi serva una settimana di riposa e una di collaudo per capire meglio...


E' per caso il dito medio? :mrgreen:
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda ncianca » gio mag 07, 2015 14:05 pm

Altri punti di vista sul futuro dell'arrampicata sportiva e sulle competizioni:
- http://www.climbingbusinessjournal.com/ ... he-future/
- http://www.rockandice.com/lates-news/tn ... the-future

Ed uno radicale contro l'agonismo (anche se carico di referenze a studi ed altri articoli):
- http://www.momsteam.com/successful-pare ... -not-facts
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda Franz the Stampede » gio mag 07, 2015 17:55 pm

ProcioneFalesio ha scritto:E' per caso il dito medio? :mrgreen:


Ahaha, no, non mi permetterei mai. Anulare, come sempre.

Nic, begli articoli. O meglio, il Biscia-ratto sempre il solito testadicatso, mafiosetto dei e con i suoi amici alla "you rub my back, I rub your back", cieco nel vedere al di fuori degli USA (a parte Ondra).

Non so se le comp saranno il futuro o in che senso. Trovo la belezza della roccia infinitamente superiore a quella della plastica (persino io!) e perciò più facile da vendere (senza neanche scomodare lo svendere). L'arrampicata è bella perché è varia. Più di qualunque sport-giuoco (calcio, tennis, rugby etc etc) e forse anche un po' di più di altri sport all'aria aperta. Ce n'è per tutti, quindi trovo davvero miope chiunque faccia le caste (alpinismo>trad>falesia>boulder) o preveda che ci sarà un solo futuro.
La differenza tra un giornalista e un giornalaio è che il primo deve informare, il secondo deve vendere.
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda ncianca » ven mag 08, 2015 10:37 am

I due blog sul futuro delle competizioni sono uno l'opposto dell'altro e sono solo punti di vista. Ce ne sono tanti altri. Li ho postati solo perché internet permette di leggere opinioni a volte meglio organizzate di una discussione da bar, lungi da me il giudicarli pezzi di gran giornalismo. Sono capolavori di giornalettismo questo sì :-)

Rispetto alle competizioni io credo che queste avranno un ruolo sempre più importante per mere questioni di business. L'arrampicata sportiva e il boulder non sono ancora ben incasellati, ma sono incasellabili e si sta facendo di tutto per incasellarli. Ovviamente è una trasformazione che non interessa me e credo nessuno in questo forum, a meno che non ci siano anche utenti bebè. Una trasformazione che potrebbe non arrivare mai a termine o potrebbe non interessare neanche la generazione dopo la nostra. Ma la spinta da parte di chi ha interesse a incasellare lo sport per questioni di business esiste e quando le cose non girano per il verso giusto, lo sport muore.

Se oggi le varie federazioni dovessero chiudere i battenti e non ci fossero più competizioni credo che l'arrampicata e il suo piccolo indotto non subirebbero più di tanto. Noi scaleremmo lo stesso, qualche giovine potrebbe perdere motivazione, peggio per lui, ma dopo una piccola scossa secondo me saremmo tutti amici come prima. Una volta incasellato uno sport, la questione del volume di affari non è più trascurabile. Mi verrebbe da dire che è quasi preponderante, succede quanto si instaura un rapporto di dipendenza.

Oggi non è pensabile vivere senza campionato di calcio. Se interrompessero il campionato per un anno non solo scoppierebbe la guerra civile, ma ne risentirebbe l'economia nazionale, per non parlare dello sport stesso. I bimbi oggi tifano una squadra prima di giocare a calcio. Che cosa tifano se non esistono squadre e campionato? Sport, competizione, campioni, etc. sono ingredienti fondamentali per fare girare il carrozzone. Credo... o no? In arrampicata non esiste niente di tutto ciò. Anche tra appassionati e ragazzini competitivi c'è solo grande confusione.

Vedo da vicino, e mi guardo bene dal starne fuori, solo due gruppi sportivi ed in modi molto diversi devo dire che fanno entrambi un ottimo lavoro. Non solo perché hanno sfornato o hanno visto tra le loro mura piccoli campioni, ma perché ho ancora l'idea che questi ragazzini (alcuni piccolissimi) si divertano tanto a scalare, in modo competitivo, ma senza ossessione, anche perché non ce n'è oggettivamente ragione visto che non si vince niente!

I danni maggiori, a mio vedere, li fanno, come sempre, gli adulti. Nelle varie garette esistono di norma tre categorie: principianti, amatori, top. Io per scelta premio solo principianti e amatori. I top mi stanno sul q. Pompati da sponsor e genitori per la gloria del quartierino. Anche la garetta di paese viene percepita dai top come un mega evento mondiale. Ho visto con i miei occhi come persino la diffusione delle informazioni prenda a volte una piega esagerata, un evento veramente delle palle diventa un meeting nazionale ed in una gara senza classifica salta fuori un podio che nessuno ha visto. 'nuf said, già sono odiato, non dico altro.

Se usciamo dal mondo dello sport e pensiamo per esempio alla musica... la musica non cambia. Il problema non è infatti lo sport in sé, il problema è nel modo in cui una passione viene gestita (perché si spera che un bimbo inizi a praticare lo sport e si impegni per passione e non per altro). Io ho esperienza diretta (ho suonato violino e pianoforte per anni) di come concorsi e saggi venissero gestiti tra maestri e scuole. Competitività totale tra maestri e genitori simpatici come candelotti di TNT in culo. Io non suono più e come me tanti altri che allora, quando avevo 8 anni, sembravano vedere solo la musica nel loro futuro. Eppure le dedicavo tutto il mio tempo libero e mi piaceva molto, era una mia grande passione. Sono stato bruciato. Sono andato via dal Conservatorio perché ci stavo stretto, io volevo solo suonare, loro non ho bene idea di che cosa avessero in mente. Potrei suonare ancora adesso, ma non lo faccio. Non so perché. Non ne ho più tanta voglia. Dopo una breve parentesi nel mondo del metallo pesante e progressivo (evoluzione naturale per un bocia da Conservatorio) durante la quale mandavo a cagare l'universo in lingua suddita ho smesso di suonare del tutto.

In quegli anni ho anche scoperto la montagna. Ci andavo perché volevo e rompevo anche le balle ai miei (contrarissimi) perché mi lasciassero andare, con mio zio, colui che mi ha portato per la prima volta per sentieri. Figura importante, anzi, importantissima nella mia vita, legata alla nascita di una passione totale e totalizzante, che da allora mi accompagna e mi appaga sempre. Mai giudicato con nessun parametro, me la inventavo io la competizione. Mi sono armato di guida ai rifugi e bivacchi della VdA di Cosimo Zappelli e mi sono messo in testa di vederli tutti. Entravo nei rifugi e mi facevo fare un timbro a prova del mio successo. Mi facevo fare foto nei bivacchi dove non c'era nessuno a lasciare timbri ed ovviamente firmavo tutti i libroni di montagna che trovavo. Oggi amo ancora la montagna e quando posso, si sa, scappo per bricchi e continuo ad essere super competitivo anche in montagna, una via la devo fare a vista o la devo liberare e me ne futt' se tutti dicono di averla già fatta e che si passa sempre in artif o se non è questo lo spirito giusto. Roccia, ghiaccio, dry, sono solo contento se e quando scalo bene secondo i miei parametri. Ogni tanto salta fuori anche qualche numero, ma non è il fine e non è il mezzo. È solo un accidente. Ho il mio modo di vedere e vivere la montagna e credo di potermelo permettere fondamentalmente perché non sono giudicabile e nessuno mi giudica, non esistendo un metro ed una metrica ufficiale.

Esiste una linea sottile tra coltivare ed uccidere una passione e passa attraverso l'incasellamento e una eccessiva competitività indotta. L'arrampicata sta vivendo questa transizione. Vedremo... io nel mentre, per non sbagliare, scalo.

Aleduro.
Ultima modifica di ncianca il ven mag 08, 2015 11:34 am, modificato 3 volte in totale.
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda coniglio » ven mag 08, 2015 10:50 am

sul prog metal non ce l'ho fatta e ti devo chiedere una cosa:
sei
- più Dream Theatre
- più Tool
- più Porcupine Tree
- più King Crimson/Mars Volta/Yes

no perchè per me è importante...
anche se già ho la mia iportesi (visto il passato accademico)
...è la prima vero?


dimmi di no ti prego!!!!!!
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda ncianca » ven mag 08, 2015 11:27 am

coniglio ha scritto:sul prog metal non ce l'ho fatta e ti devo chiedere una cosa:
sei
- più Dream Theatre
- più Tool
- più Porcupine Tree
- più King Crimson/Mars Volta/Yes

no perchè per me è importante...
anche se già ho la mia iportesi (visto il passato accademico)
...è la prima vero?


dimmi di no ti prego!!!!!!

Sono cose molto importanti, mica pizza e fichi, quindi cerco di darti una risposta completa.

Risposta breve, sì, Dream Theater. Ma non è così facile come sembra. Guardo molto di più il musicista del gruppo. Per me un musicista deve essere creativo e i DT nell'ultima versione sono un software molto complesso, non più un'opera d'arte come ai tempi del migliore Portnoy, poi scaduto anche lui. Ma sai... ho anche un MSc in Computing Science, ho un debole anche per il software :-)

Ma davvero sono passato attraverso tanti generi, quando ero metallaro, i DT esistevano, ma non erano così grandi. Io ascoltavo e mi lasciavo ispirare da altro, da tutto, da un capriccio di Paganini come dall'ultimo singolo di qualche band goth-antichrist-motherfucking-doom-metal americana che dopo quel singolo è, giustamente, scomparsa. Il prog mi piaceva, ma nel gruppo ho sempre prodotto soprattutto metallo incazzato duro, ma duro duro, complesso quanto basta da farmi odiare da tutti gli altri (dai 3 ai 5 anni più grandi di me) che volevano solo suonare roba dei GnR per ciulare. Come biasimarli... negli anni dell'ormone impazzito, ero scemo io che non pensavo alla topa.

Oggi se ascolto i DT lo faccio perché ormai nella mia testa sono diventanti genere "easy listening", sento tutte le note, le anticipo quasi, sono al tramonto, mi godo il tramonto ;-) Non mi giudicare, coniglio, vuoimi bene, sto invecchiando pure io :mrgreen:
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda giorgiolx » ven mag 08, 2015 11:30 am

ncianca ha scritto:
coniglio ha scritto:sul prog metal non ce l'ho fatta e ti devo chiedere una cosa:
sei
- più Dream Theatre
- più Tool
- più Porcupine Tree
- più King Crimson/Mars Volta/Yes

no perchè per me è importante...
anche se già ho la mia iportesi (visto il passato accademico)
...è la prima vero?


dimmi di no ti prego!!!!!!

Sono cose molto importanti, mica pizza e fichi, quindi cerco di darti una risposta completa.

Risposta breve, sì, Dream Theater. Ma non è così facile come sembra. Guardo molto di più il musicista del gruppo. Per me un musicista deve essere creativo e i DT nell'ultima versione sono un software molto complesso, non più un'opera d'arte come ai tempi del migliore Portnoy, poi scaduto anche lui. Ma sai... ho anche un MSc in Computing Science, ho un debole anche per il software :-)

Ma davvero sono passato attraverso tanti generi, quando ero metallaro, i DT esistevano, ma non erano così grandi. Io ascoltavo e mi lasciavo ispirare da altro, da tutto, da un capriccio di Paganini come dall'ultimo singolo di qualche band goth-antichrist-motherfucking-doom-metal americana che dopo quel singolo è, giustamente, scomparsa. Il prog mi piaceva, ma nel gruppo ho sempre prodotto soprattutto metallo incazzato duro, ma duro duro, complesso quanto basta da farmi odiare da tutti gli altri (dai 3 ai 5 anni più grandi di me) che volevano solo suonare roba dei GnR per ciulare. Come biasimarli... negli anni dell'ormone impazzito, ero scemo io che non pensavo alla topa.

Oggi se ascolto i DT lo faccio perché ormai nella mia testa sono diventanti genere "easy listening", sento tutte le note, le anticipo quasi, sono al tramonto, mi godo il tramonto ;-) Non mi giudicare, coniglio, vuoimi bene, sto invecchiando pure io :mrgreen:


ti meriti questo articolo

http://www.bastonate.com/2015/03/23/sul ... iccardone/
vado a uccidere il frigorifero che mi sta fissando

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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda coniglio » ven mag 08, 2015 11:55 am

#-o
lo sapevo lo sapevo lo sapevo


non dico niente.
:-#



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e questo





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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » ven mag 08, 2015 12:04 pm



Azz...e io che pensavo che "bastonate.com" fosse un sito sulle mie prestazioni in falesia :mrgreen:

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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda ncianca » ven mag 08, 2015 12:18 pm

giorgiolx ha scritto:http://www.bastonate.com/2015/03/23/sultani-swing-appunti-rock-riccardone/

Sublime.
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Re: dove andrà l'arrampicata?

Messaggioda coniglio » ven mag 08, 2015 12:19 pm

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