Incidente mortale in Free Solo... ?

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

Messaggioda Buzz » gio apr 13, 2006 16:36 pm

io sono sempre acido quando leggo stronzate
è più forte di me


gug, alcune cose che ho risposto riguardano te, ma altre no,
quindi non sentirti coinvolto per ciò che non hai detto.
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Messaggioda Mago del gelato » gio apr 13, 2006 16:39 pm

forse quello che per ben heason vale più della sua stessa vita è quella sensazione di totale non consapevolezza della possibilità di fallire che in quel momento ti rende simile a dio



Si ma a quel livello è come drogarsi, solo che se possibile è ancora più pericoloso. Non penso che valga la pena rovinarsi la vita per degli istanti di estasi
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Messaggioda gug » gio apr 13, 2006 16:39 pm

Buzz ha scritto:io sono sempre acido quando leggo stronzate
è più forte di me


gug, alcune cose che ho risposto riguardano te, ma altre no,
quindi non sentirti coinvolto per ciò che non hai detto.


Nessun problema: volevo solo chiarire che non volevo dare alle mie opinioni maggior peso di quello che avevano. Opinioni espresse in una discussione.
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Messaggioda Buzz » gio apr 13, 2006 16:45 pm

Mago del gelato ha scritto:
forse quello che per ben heason vale più della sua stessa vita è quella sensazione di totale non consapevolezza della possibilità di fallire che in quel momento ti rende simile a dio



Si ma a quel livello è come drogarsi, solo che se possibile è ancora più pericoloso. Non penso che valga la pena rovinarsi la vita per degli istanti di estasi


il parallelo con il "drogarsi" l'ho pensato diverse volte
solo che la parola "drogarsi" ha accezioni molto negative che in questo caso non rendono giustizia a quello che invece avviene

in realtà, il "drogarsi" è entrare in uno stato alterato di coscienza con l'ausilio di fattori esterni;
entrarci invece senza ausilii esterni spesso è chiamata meditazione, estasi e in altri modi...

uno stato simile si ha in guerra, nei combattimenti corpo a corpo... per esempio

ben heason fra i "solo" è proprio quello che più mette l'accento sullo stato alterato della percezione del se

in realtà il materialismo non riesce a rispondere a un bel pò di domande;
le religioni nemmeno ci provano;
ma che l'uomo abbia qualche potenzialòità in più di quelle che berlusconi vorrebbe farci credere, forse forse... :wink:
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Messaggioda Buzz » gio apr 13, 2006 16:47 pm

gug ha scritto:
Buzz ha scritto:io sono sempre acido quando leggo stronzate
è più forte di me


gug, alcune cose che ho risposto riguardano te, ma altre no,
quindi non sentirti coinvolto per ciò che non hai detto.


Nessun problema: volevo solo chiarire che non volevo dare alle mie opinioni maggior peso di quello che avevano. Opinioni espresse in una discussione.


si, io non sono stato d'accordo con te relativamente alle prime battute in cui sembrava dicessi che i top fossero in qualche modo autorizzati a praticare il free solo mentre i dilettanti no... e la cosa mi pareva balzana. e te l'ho detto. null'altro.
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Messaggioda Val Ter » gio apr 13, 2006 16:49 pm

"Chi parla non sa, chi sa non parla"

Non e' mia, e' del Tao-Te-Ching, ma vista la deriva mistico-filosofica del topic mi pare si attagli.


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Messaggioda MarcoS » gio apr 13, 2006 16:50 pm

Buzz ha scritto:
Mago del gelato ha scritto:Ben Heason, 2004 o 2005, 8a a vista senza corda.
Certo per lui quella cosa doeva valere più della sua stessa vita. Non condivido una scelta del genere, però di certo è una prestazione che oserei definire al momento mentalmente quasi ineguagliabile.



forse quello che per ben heason vale più della sua stessa vita è quella sensazione di totale non consapevolezza della possibilità di fallire che in quel momento ti rende simile a dio


ecco, proprio per quanto afferma il magodelgelato,quando nell'altro post dici
tant'è che prendono l'invito "parla di quello che sai" per una specie di discorso elitario del tipo "se non hai scalato slegato non puoi parlarne" il che senza dubbio non sarebbe vero, invece di prenderlo per quello che è:
ovvero un invito a leggere, parlare e capire cosa dice chi pratica questo tipo di arram.....


nonostante la mia attività solitaria sia stata piuttosto limitata e nelle difficoltà e nel tempo, intendo esattamente: "se non lo hai fatto non puoi giudicare" . Senza ASSOLUTAMENTE nessun insensato intento elitario nè superomista ma semplicemente perché lo stato, spesso di "perfezione" in cui sei quando sali slegato può essere veramente difficile da comprendere da chi, non solo non lo ha mai fatto ma nemmeno ha l'attitudine mentale, la spinta, a "cimentarsi" in questo genere di cose. E non è ,ripeto, un giudizio di merito, che tra l'altro non avrebbe senso. Si tratta di attitudine individuale, che oltretutto nella maggior parte di casi e per tutta una serie di motivi, non dura nel tempo, e non necessariamente per estinzione fisica del praticante 8). ci sarebbe da parlarne a lungo...ho trovato una ottima lettura in merito "solitari" di F. Palma.
collateralmente: ricordo Jacopelli che una volta disse che vedendo qualcuno arrampicare si capiva se aveva arrampicato anche slegato, non ci ho mai fatto caso però probabilmente delle ricadute sullo stile ci sono....ovvio che non è certo un metodo di allenamento alla tecnica che consiglierei a nessuno :lol:
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Messaggioda Mago del gelato » gio apr 13, 2006 16:53 pm

Attività Estreme - Adrenalina - Droga, so che sono un luogo comune.
Non ho paragonato il free solo di Heason alla droga per tirare in ballo il solito discorso moralista, ma perchè entrambe le cose ti "regalano" emozioni fortissime e di brevisima durata (relativamente ad una vita umana), ed entrambe finiscono quasi sempre per ucciderti.
Non sto parlando del free solo in generale, ma di quello estremo (a vista sul filo del limite).
Quello che volevo esprimere è semplicemente che visto il tempo che trovano, e il prezzo che richiedono, non penso ne valga la pena.
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Messaggioda MarcoS » gio apr 13, 2006 16:56 pm

Mago del gelato ha scritto:Quello che volevo esprimere è semplicemente che visto il tempo che trovano, e il prezzo che richiedono, non penso ne valga la pena.


e questa è la differenza di attitudine di cui parlavo. c'è chi è portato per la matematica, chi per il disegno, chi per la musica...è la stessa cosa.
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Messaggioda Buzz » gio apr 13, 2006 16:57 pm

può essere veramente difficile da comprendere da chi, non solo non lo ha mai fatto ma nemmeno ha l'attitudine mentale, la spinta, a "cimentarsi" in questo genere di cose


forse hai ragione, però
qualcosa mi dice, marco, che si può essere andati in free solo anche in altre cose della vita...
allora forse capisci i meccanismi e le spinte anche se senza corda non ci sei mai andato... magari leggendo di altri... e confrontando quello che hai provato in circostanze diverse

perchè alla fine gli uomini hanno le stesse reazioni ed emozioni anche in circostanze fisicamente diverse, ma di approccio mentale simile.
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Messaggioda Val Ter » gio apr 13, 2006 17:02 pm

Qualsiasi attivita' che ti obblighi ad essere totalmente presente a te stesso equiparabile a un free solo?

Il rischio come catalizzatore per realizzare questa difficile condizione?

Scalare una parete senza assicurazione, attraversare un deserto in solitaria e senza appoggi esterni, navigare da soli attraverso gli oceani o combattere per la propria vita contro qualcuno te la vuole togliere sono da considerarsi situazioni equivalenti sotto questo particolare aspetto?

E perche' no, dopotutto il discorso sembra stare in piedi...

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Messaggioda Buzz » gio apr 13, 2006 17:08 pm

Val Ter ha scritto:Qualsiasi attivita' che ti obblighi ad essere totalmente presente a te stesso equiparabile a un free solo?

Il rischio come catalizzatore per realizzare questa difficile condizione?

Scalare una parete senza assicurazione, attraversare un deserto in solitaria e senza appoggi esterni, navigare da soli attraverso gli oceani o combattere per la propria vita contro qualcuno te la vuole togliere sono da considerarsi situazioni equivalenti sotto questo particolare aspetto?

E perche' no, dopotutto il discorso sembra stare in piedi...


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secondo me si, fatta salva la diversità di situazioni che richiedono assoluta totale concentrazione quasi sublimata nel tempo ed altre che la richiedono più diluita

ma anche nelle parole di molti solitari 8000listi, mi vengono in mente messner, casarotto, ritrovi questi stati alterati di coscienza
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Messaggioda Val Ter » gio apr 13, 2006 17:16 pm

Infatti, alcune attivita' richiedono uno sforzo breve e intenso da questo punto di vista, altre invece si protraggono piu' a lungo, ma il meccanismo di base sembra essere lo stesso.

Il recupero della propria autodeterminazione, l'affrancamento dai modelli comportamentali imposti, la riscoperta di uno stato in cui si e' arbitri unici della propria esistenza.

Tutte cose che il nostro vivere quotidiano ci nega, e che alcuni di noi in vario modo vanno a cercare altrove.

Quanto questo rappresenti un comportamento irresponsabile e' difficile a dirsi, ma ancor piu' difficile e' che qualcuno che non ha sentito a suo tempo le stesse spinte abbia il diritto di esprimere un giudizio che sia qualcosa di piu' di una mera opinione personale.

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Messaggioda MarcoS » gio apr 13, 2006 17:17 pm

Buzz ha scritto:
può essere veramente difficile da comprendere da chi, non solo non lo ha mai fatto ma nemmeno ha l'attitudine mentale, la spinta, a "cimentarsi" in questo genere di cose


forse hai ragione, però
qualcosa mi dice, marco, che si può essere andati in free solo anche in altre cose della vita...
allora forse capisci i meccanismi e le spinte anche se senza corda non ci sei mai andato... magari leggendo di altri... e confrontando quello che hai provato in circostanze diverse

perchè alla fine gli uomini hanno le stesse reazioni ed emozioni anche in circostanze fisicamente diverse, ma di approccio mentale simile.



Può benissimo essere, chiaro che parlo di quello che conosco.
Così su due piedi, forse (forse) una possibile differenza con altre attività può essere nel fatto di eseguire direttamente una tecnica individuale...non so se riesco a spiegarmi...

Poi, non ricordo bene ma c'era stato un qualcuno che, fatti i debiti distinguo, trovava delle similitudini nel combattimento con la spada, non la scherma attuale, il duello vero....mah....
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Messaggioda Roberto » gio apr 13, 2006 17:19 pm

Scalare in solitaria, legati o meno, è un' azione talmente totalizzante, talmente appagante, che quando ci si è avventurati in queste esperienze, si sente il naturale bisogno di ripeterle.
Direi che una sorta di dipendenza c'è, visto che la concentrazione è tale che il mondo e tutto quello che si è lasciato a casa, è lontano, si è soli con la roccia.
Il tempo sembra seguire leggi diverse, la fame e la sete si sentono solo se ci si ferma, la fatica è un sottofondo, persino il mio maledetto mal di testa aspetta che sia fuori dalle difficoltà.
Sei solo, nella tua bolla di universo verticale, preso da automatismi ben oliati.
Anche il mio carattere cambia, da impulsivo, divento riflessivo e se ho un intoppo, anche serio, riesco ad affrontare l' ostacolo con calma, senza farmi prendere da inutile fretta.
Poi, quando sono fuori, la "terapia" continua nella mia mente, come uno strascico benevolo e piacevole. Sulla via del ritorno, se questa non presenta difficoltà, rivivo le fasi della salita, i problemi, gli ostacoli, la soddisfazione.
Mi sento sazio di me, consapevole di quello che ho fatto.
Non preso da me, solo consapevole, sia di quello che ho saputo fare, che di quello che non sarei capace di fare.
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Messaggioda gug » gio apr 13, 2006 18:30 pm

In tutto queste considerazioni, come ha detto Roberto, io però farei una grossa distinzione fra falesia e montagna.
Anche nelle free-solo a vista tenderei a considerare due cose abbastanza diverse, l'affrontare una via nuova in montagna, piuttosto che ripetere un tiro in falesia.
Per questo citavo Preuss: sapete se ci sono altri esempi dopo di lui di apertura in free solo (necessariamente a vista, è chiaro)?
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Messaggioda Buzz » gio apr 13, 2006 18:42 pm

gug ha scritto:In tutto queste considerazioni, come ha detto Roberto, io però farei una grossa distinzione fra falesia e montagna.
Anche nelle free-solo a vista tenderei a considerare due cose abbastanza diverse, l'affrontare una via nuova in montagna, piuttosto che ripetere un tiro in falesia.
Per questo citavo Preuss: sapete se ci sono altri esempi dopo di lui di apertura in free solo (necessariamente a vista, è chiaro)?


si, basta citare per esempio John Gill
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Messaggioda Mago del gelato » gio apr 13, 2006 19:03 pm

Per quanto ne so Manolo scalava quasi abitualmente da solo tra le sue montagne per ispirazione, magari usciva per correre sui sentieri e poi gli prendeva lo schizzo e saliva, a volte anche ben oltre i gradi elementari e non sempre con le scarpette, magari senza sentire la necessità di sbandierarlo ai 4 venti o scrivere la relazione della via di salita.
Ma sicuramente ce ne sono stati altri, penso che per uno spirito libero con un buon livello d'arrampicata, confidenza con ambiente roccioso e la montagna e un pò di follia sia una cosa quasi normale.
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Messaggioda Enzolino » gio apr 13, 2006 22:18 pm

Giudicare chi fa scelte diverse dalle nostre non ha molto senso.
E' come chi giudica l'arrampicata stupida ed inutile.

Cosa crediamo, che chi fa certe attività rischiose non metta nel paitto della bilancia i propri affetti e responsabilità? Tra queste responsabilità, comunque, c'è anche quella di essere dei genitori che, anche come esempio per i figli, seguono una loro vocazione sino in fondo, anche se questa può costare qualcosa. Anche se questa vocazione può essere arrampicare slegati in falesia, in Patagonia o in Himalaya. E questo poi ricompensa noi stessi e la nostra famiglia quando vedono quella scintilla brillare nei nostri occhi.

Quello che ha poco senso, invece, è sottomettersi a quella mentalità più o meno omologata per cui il rischio deve essere comunque azzerato e mettersi in gioco vale solo se lo si fa per l'utile e non per l'inutile come l'arrampicata.

Anche il rschio merita n discorso a parte.
Anche se queste vicende fanno da monito e deterrente per delle scelte superficiali, statisticamente quali sono le morti per free-solo rispetto a quelle che capitano in escursionismo o altre discipline dell'alpinismo?
Pochissime!
QUesto perche' il margine di rischio di chi arrampica slegato, generalmente è molto elevato.

Ciao :wink:

Lorenzo
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Messaggioda brotherxx90 » mer apr 19, 2006 18:14 pm

ho letto un libro ultimamente,quello su Wolfgang Gullich.in un capitolo(esperienze al limite)viene raccontato quando in free-solo scala Separate reality,e spiega varie cose su questa pazza disciplina,io vi consiglio di leggerlo,è molto interessante.ciao!!! :lol:
carpe diem.....ciapa e tira
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