Caro Nuvolarossa,
non è per volerti ridicolizzare, ma mi viene il dubbio che tu non sappia nuotare o abbia paura dell'acqua per quanto vedi in modo grave questa cosa del finire nel lago!
Vuoi un po di argomenti? Ok, seguimi...
Sinceramente, il tuo sistema di andare a raccogliere le cicche di sigaretta o altre cose che vengono buttate "volontariamente" senza dirgli una parola non capisco a cosa serva.
Io in estate seguo centinaia di bambini e ragazzini in un campus estivo per quanto riguarda l'arrampicata (l'anno scorso più di 230), e quando ci sono quelli che fanno cose che non dovrebbero fare, soprattutto cose pericolose per se stessi e per gli altri, li riprendo con il cosiddetto metodo della carota e del bastone. Con "bastone" ovviamente non si intende quell'oggetto (ci mancherebbe altro!), ma con punizioni del tipo non fargli fare l'attività, metterli in un angolo per un po, o cose simili. Però poi devi saper usare anche la carota affinchè non venga covato dell'astio. Nel caso dei bambini è importante che una eventuale punizione sia accompagnata dal fargli capire bene il perchè. Un esempio pratico: io cambio gruppo ogni ora, un gruppo sono 10-15 bambini. Mettiamo due che si prendono a botte (una delle cose peggiori che possano fare), io fermo tutti, li riprendo in modo fermo (e magari anche leggermente incazzato) chiedendo perchè stanno facendo quella cosa. Dopo averli fatti ragionare un po davanti a tutti, sempre in modo fermo, gli dico che per quell'ora loro non arrampicheranno più, perchè sono in punizione. Riprendo l'attività con gli altri, e nel frattempo li tengo d'occhio. Se vedo che hanno "macerato" bene il momento di punizione, alla fine, quando faccio andare via il gruppo per il cambio, li fermo (o lo fermo se è uno), e gli dico che un giro (di arrampicata) "per questa volta" glielo faccio fare, ma che se la prossima volta ripetono quel comportamento con me non arrampicheranno più a tempo indefinito.
Quando gli faccio fare "quel giro", ci metto anche l'anima per far sì che si divertano e che gustino ciò che fanno.
In quel caso ho usato il bastone (non deve essere eccessivo ma neppure troppo debole) per stoppare ciò che stavano facendo, poi gli faccio capire bene il perchè, e infine uso la carota per recuperarli. Ovviamente ci vorrebbe un libro per descrivere tutte le sfaccettature di questo meccanismo, perchè la base è l'empatia che si deve avere con i bambini in quanto il tutto va adattato a chi hai di fronte, a ciò che è successo, al contesto e ad altre cose.
Anche "il bastone" va usato nel modo giusto. Ad esempio denigrare in modo pesante non va mai bene, piuttosto puoi dire qualcosa tipo "da te, che di solito sei così in gamba, non me l'aspettavo...", ecc, ecc, ecc. Dare valore prima di tutto, e poi la ramanzina. Con questo sistema, e non solo, sono riuscito ad avere molto successo con bambini o ragazzini problematici, di quelli che sembrano solo voler fare i bulli, fare casino (in modo eccessivo, perchè un po devono farlo, ecchecavolo, sono bambini, o ragazzini, se non lo fanno a quell'età...

), o comunque tenere altri comportamenti negativi. Ti dirò che buona parte di loro sono diventati tra i miei migliori elementi. Si tratta di saper canalizzare in senso positivo quell'energia che inizialmente usano in modo negativo.
Con gli adulti, giovani o meno giovani, ci sono parecchi principi in comune. Però fare come dici tu, raccogliere la loro immondizia senza dirgli niente, da individui che hanno la tendenza a fare i furbi, a prevaricare, ecc, ecc, viene recepita come una cosa troppo debole. E' come se nel caso dei bambini, io mettessi a posto eventuali danni che hanno fatto senza dirgli niente. Anche se l'intenzione sarebbe di fargli capire le cose in quel modo, mi guarderebbero stupiti, ma poi farebbero peggio!
Mi sembra che tu parli di quelli che nell'infanzia hanno preso troppi ceffoni come coloro che possono avere dei comportamenti negativi nell'età adulta, e su questo hai ragione. Però quanto proponi tu sta esattamente dalla parte opposta, e nemmeno quello va bene. A volte capitano dei bambini che quando li riprendi per quanto hanno fatto ti rispondono "a casa mia faccio quello che voglio". Ovviamente la prima risposta è "a casa tua fai quello che vuoi, qua non sei a casa tua e ci sono delle regole da seguire...", ecc, ecc. Questi bambini sembrano essere stati educati con il metodo che proponi tu. La realtà è che la giusta misura sta sempre nel mezzo. Il ceffone, anche solo simbolico, che può essere verbale o di una punizione fatta privando di qualcosa che gli piace, occasionale e quando serve, spiace a dirlo, ma... serve! Ovviamente se poi è accompagnato da un'azione costruttiva...
Ovviamente poi ognuno ha le sue opinioni, e ci mancherebbe altro, così come tu pensi che il mio atteggiamento sia fortemente inquinante, io penso che il tuo buonismo lo sia (non chiamarlo in altro modo perchè tale è), perchè alla fine serve solo a dare più forza a chi vuole comportarsi male. Se è vero che chi viene educato con la violenza penserà poi che quello è il solo metodo per rapportarsi con gli altri, chi viene educato super-blandamente come dici tu penserà che qualunque cosa faccia di negativo non riceverà mai una punizione, al massimo troverà qualcuno che lo vuol far ragionare... Ripeto, la via di mezzo è quella più efficace.
Quanto dico si basa sulla mia esperienza personale in molti contesti. Come ho detto con i bambini, poi con persone di svariato genere, compresi anche alcuni delinquenti che ho frequentato sino ad un certo punto della mia vita. Perciò parlo non solo per mie idee e teorie, ma per molta esperienza sul campo.
Tu che tipo di esperienza hai in questo senso? Parli per delle tue idee e teorie o per dell'esperienza diretta?