Adesso come adesso come gradi massimi fa cose intorno al 6c o il 7a, un tempo arrivava al 7c.
Lui nei primi tiri spesso parte già in quarta, ovvero da cose che sono già vicine al suo limite, magari 6b o 6b+.
Io non sono molto d'accordo con questo modo di agire, soprattutto lo ritengo pericoloso per muscoli e articolazioni, e particolarmente questo comportamento lo ritengo rischioso quando si scala con il freddo consistente, come in questi periodi.
Come grado attualmente faccio diversi 6a e 6a+ a vista, 6b e 6b+ in qualche giro, e mi sto approcciando al 6c, con qualche puntatina da secondo sino su qualche 7a congeniale.
Di solito come riscaldamento parto su dei 6a/6a+ conosciuti e che ritengo idonei per tale scopo (continui e senza passaggi boulderosi), oppure su dei quinti, particolarmente in falesie che non conosco o che trovo ostiche. In questi ultimi casi non disdegno nemmeno un buon quarto (non di vino o di birra!


Citando quanto è scritto sul libro "Un movimento di troppo":
"Procedendo gradualmente, con esercizi di difficoltà crescente, il corpo sarà pronto a fa fronte a carichi massimali. Questo riscaldamento richiede del tempo ma sarebbe saggio praticarlo. Degli studi hanno dimostrato che i tendini e le pulegge raggiungono il loro stato ideale dopo quattro salite o 120 movimenti."
In un passo precedente sul riscaldamento dice anche:
"Un'arrampicata facile, che non richieda l'uso di piccoli appigli e buchi, va bene all'inizio per riscaldamento. Dopo qualche salita facile, dovreste passare a qualcosa di più impegnativo fisicamente e psicologicamente, sempre al di sotto del vostro livello massimo."
Un'altra cosa molto interessante che si rileva nella parte dedicata al riscaldamento è l'importanza di scaldarsi appunto gradatamente in modo da mettere in circolo una buona quantità di liquido sinoviale, il lubrificante delle nostre articolazioni, in modo che quando arriviamo alle massime sollecitazioni questo ci protegga il più possibile.
Questo vale particolarmente per le dita, ma non solo, anche polsi, gomiti, spalle, ginocchia, ecc, ecc beneficiano di questo liquido.
E' anche interessante come nella prima parte che ho citato ci sia la seguente frase: "Questo riscaldamento richiede del tempo ma sarebbe saggio praticarlo." Sembra che i due medici sportivi tedeschi, essendo anche dei climber, conoscano... i loro polli!!!


Guardando gli amici scalatori vedo varie tipologie, da chi si scalda come fa l'amico che ho descritto all'inizio (sarebbe più corretto dire... "non si scalda!"), a quelli che fanno come me, che faccio un po una via di mezzo, a quelli che invece pur facendo anche gradi già consistenti (più alti dei miei) non disdegnano di partire sempre molto dal basso. Tipicamente dei quinti. Mi viene in mente un amico che in una falesia che frequento abitualmente ha sbagliato di un soffio un 7b+ al primo giro (sono convinto che lo avrebbe chiuso al secondo) riconosciuto come tosto anche da chi sgrada facilmente (dato più 7c che 7b+), perciò è uno che scala su gradi già consistenti, ma che quando parte si fa anche più di un quinto proprio per scaldarsi bene.
Sono curioso di sapere come vi comportate generalmente voi... è una sorta di... piccolo sondaggio sull'argomento!

Ulteriormente interessante sarebbe sapere i gradi su cui ci si scalda in rapporto ai gradi massimi che si fanno, perchè ovviamente se uno sta iniziando e fa al massimo il 5c, se si scalda su un 5b è già un bel grado per lui, mentre per uno che fa l'8a magari un 6b potrebbe non essere eccessivo. Anche se leggendo quanto ho riportato dal libro sulla medicina sportiva applicata all'arrampicata, partire dal facile facile sarebbe utile in ogni caso...