Sfrattati dalla sede trenta ragazzi di ClimbErba
Il presidente: «Chiediamo al Comune un altro spazio». L'assessore: «Al momento non l'abbiamo»
Lia Mozzanica
Sono stati sfrattati senza preavviso, con una comunicazione giunta da Asme, in cui viene sottolineata l'inidoneità degli ambienti. Ora i 30 ragazzi della ClimbErba non possono nemmeno più entrare nel locale che utilizzavano per gli allenamenti al centro sportivo Lambrone, se non per smantellare le attrezzature. Il problema esiste da una quindicina d'anni, da quando lo spazio interrato adibito a magazzino in una struttura del Lambrone, è diventata a spese dei rocciatori una mini parete per farsi le ossa vero la vetta. Nel frattempo gli appassionati di arrampicata hanno costituito un'associazione, la ClimbErba, vinto gare nazionali e si sono più volte resi disponibili con l'amministrazione per trovare una soluzione alternativa.
«Da tempo, ha spiegato Lia Mozzanica, presidente dell'associazione ClimErba, chiediamo al comune di verificare in zona la possibilità di assegnarci un altro locale. Siamo disposti a spostarci a nostre spese e ad allestire le attrezzature come abbiamo già fatto in questi anni. Il problema era noto, di fatto quel locale è un magazzino, ma la soluzione è sempre stata rimandata. Avevamo depositato su richiesta di Asme, che gestisce il centro per conto del comune, le nostre assicurazioni infortuni e le nostre dichiarazioni di esonero dell'agenzia dalle responsabilità, ma, probabilmente non è bastato».
La Climerba non paga un affitto all'amministrazione per la propria sede. Di fatto al comune, proprietario del locale-magazzino, spetta solo l'erogazione dell'energia necessaria ad illuminare la mini palestra nelle ore di allenamento. «Eppure, ha continuato Lia, in questi anni l'associazione si è ingrandita, e se solo fossimo riusciti a risolvere il problema dei locali, avremmo potuto soddisfare la richiesta di oltre un centinaio di appassionati. L'ente gestore ciclicamente ci fa qualche pressione. L'anno scorso, ad esempio, Asme ha chiuso il locale per fare delle ristrutturazioni, che avrebbero dovuto rafforzare le strutture. Siamo rimasti fermi quasi un anno, ma poi non è cambiato niente».
«Purtroppo al momento non possiamo farci nulla ha detto l'assessore allo sport Cesare Croci, non è disponibile nessun locale sostitutivo e Asme, che è il gestore del Lambrone, si deve per forza tutelare. Il mio assessorato non può intervenire oltre, se non continuare a cercare qualche locale libero».
Veronica Fallini
[Articolo tratto da "La Provincia di Como"]