In america esiste l'acces fund, un organizzazione non profit che rappresenta circa 1,6 milioni di arrampicatori, raccoglie fondi da molte aziende del ramo,e con questi finanziamenti svolge essenzialmente compiti di:
- ricerca e diffusione del rispetto ambientale nell'ambiente "arrampicatorio" sia su ghiaccio, neve o roccia;
- aiuto finanziario e legale in situazioni come questa e simili;
- contrattazione con enti pubblici e privati, contando così tanti membri e importanti aziende sostenitrici ha anche un certo, seppur ridotto, peso politico.
Chiudere Laghel è una stupidaggine che non andrebbe consentita, se non altro per salvaguardare un interesse generale, di noi arrampicatori e degli operatori turistici e commerciali della zona che, checchè se ne dica, vivono per la maggior parte di questo tipo di turismo.
La gestione della falesia, così come gli americani insegnano, va però portata avanti con la consapevolezza di essere portatori di una responsabilità verso l'ambiente, con rispetto della struttura rocciosa e di quello che la circonda, al fine di preservare meraviglie come laghel aperte, frequentabili, e fruibili anche dalle generazioni future.
Pensare che i bambini di oggi, futuri arrampicatori, possano essere privati, per stupidità delle generazioni odierne, del privilegio di scalare tiri come "mani di burro" o "rupe morbida" mi sembra profondamente disonesto nei loro confronti. Questo tipo di rispetto e etica, che comprende anche la definizione dei terreni di gioco (sportivo, alpinistico ecc...) e la preservazione di questi nelle condizioni più vicine all'originale è nell'interesse di tutti e rappresenta un patrimonio che va passato il più intatto possibile a chi verrà dopo di noi. Così come chiudere laghel e privare i futuri climber di tiri stupendi è stupido, lo è anche rovinare itinerari classici (tutela della chiodatura sul nose docet) e togliere così loro la possibilità di sperimentare certe esperienze e di misurarsi su certi terreni.
www.accesfund.org
Happiness, no more be sad, happiness....I'm glad.