Moregallo NoSpitZone

Area dedicata all'arrampicata sportiva e al bouldering.

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Messaggioda Davide_Birillo_Valsecchi » lun ago 01, 2016 15:26 pm

La Natura trova sempre il suo equilibrio. Forse per questo non è un caso che alcune idee, apparentemente contro corrente, si sviluppino propriò là dove la consuetudine è opposta. Sul Calcare grigio del Lecchese è in atto, ormai da alcuni anni, un’ opera intensa, massiccia e sistematica di “riqualificazione” delle falesie d’arrampicata, Un’ azione che ha lo scopo esplicito di favorire aspetti turistici ed economici trasformando l’arrampicata acrobatica (come era definita negli anni ‘40) in una specie di parco avventura.

Come ho detto la natura trova sempre il suo equilibrio e sempre più spesso piccoli gruppi di ribelli si oppongono a questa logica fatta di “ciotoli colorati” e di “guide catalogo” in stile PostalMarket (non me ne vogliano troppo a male gli amanti del genere).

Tra questi piccoli e sgarruppati gruppi c’è anche il mio, i Badgers, uno sbiascico inglese che traduciamo come “i Tassi del Moregallo”. Rielaborando le idee “NoSpitZone” di Ivan Guerini alla nostra scarsa esperienza abbiamo liberato la nostra voglia di esplorare sul lato Sud del Moregallo, uno spazio incontaminato ricco di guglie e pinnacoli simili a quelli più celebri della Grignetta.

La nostra prima via è stata un’esperimento su un roccione che abbiamo chiamato “Lo scoglio di Arrianna”. Una ravanata su roccia instabile che da lontano non sembrava tanto verticale (ma che in realtà strapiomba!). Uno sperone di 20 metri esplorato con becera (ma eroica) codardia usando una corda dall’alto attaccata ad una pianta. Stessi beceri esperimenti su una placca verticale che abbiamo battezzato “La placca dell’idiota” (in mio onore!)

Poi però abbiamo imparato qualche trucco, completato la serie di friend, nat e chiodi, abbiamo cominciato a darci dentro! Vie sempre più complesse ed aree aperte rigorosamente dal basso e senza spit.

Alla base del Corno Occidentale, che fa sempre parte del comprensorio dell’Isola Senza Nome, la prima vera via importante: la Stellina alla Torre Tonda! Un monotiro di VI+ di 30 metri aperto dal basso a chiodi e friend su fessura svasata. Sosta strepitosa su clessidre. (Mattia Ricci e Davide “Birillo” Valsecchi). Sempre sulla stessa torre, giunti in visita, Josef Prina ed Ivan Guerrini hanno aperto altre tre vie: “Sortilegio”, “Comet”, “Cold Fingers” e “Ragazzo Debole” (quest’ultima con Giuseppe “Pepott” Stanga).

Grazie anche alla cucina di mia moglie Bruna (con cui ho aperto una via NoSpit sul lato ovest dei Corni di Canzo - “Curi infrangibili”) è nata una grande amicizia ed un’intensa collaborazione con Josef Prina (... quello di “Celeste Nostalgia” in val di Mello). Grazie alla sua esperienza ed al suo aiuto le vie della neonata “Moregallo NoSpitZone” sono cresciute in numero ed in estetica!

La prima di queste è un assoluto capolavoro: Birillo’s Crack! Una fessura su calcare continua e strapiombante, una vera meraviglia! (La prima ripetizione è già stata compiuta da Tode degli AsenPark)

Immagine



Dopo questa nuova via una prima ripetizione d’eccellenza, la via Via Biba e PoniPoni allo Zeppeling del Moregallo. Nuovamente in cordata con Mattia Ricci una nuova linea MultiPitch (come dicono gli ammmericani) sul cresta dell’Anticima del Moregallo: Mozzo Fantasma.

Poi, sfruttando la clemenza dell’inverno altre nuove vie multitiro su quello che abbiamo chiamato “Lo scoglio dei Tassi”:

* La via del Teo
* Movimento Yogico
* Indietro non si torna


Poi, visto che mia moglie si è tirata sul piede mezzo Pizzo Molteni mentre aprivamo una nuova via trad dietro il Pizzo Boga (ahinoi ...è ancora ferma con il ditone rotto dopo due mesi, sig sig!! ), la cambusa della base dei Tassi ha ceduto il passo al caldo estivo spostando altrove le nostre esplorazioni.

Visto il periodo di quiete (attendo con ansia il ritorno del fresco sul nostro adorato versante sud) ho pensato potesse essere interessante raccogliere e condividere le informazioni fin qui raccolte.

Chiunque, animato dal giusto spirito, può farci visita e scoprire le bellezze della nostra zona (magari anche stringere nuove amicizie). Si spera che a nessun infoiato del trapano venga la malaugurata idea di pasticciare nel nostro piccolo angolo incontamito. Solitamente, per offrire piena libertà a chi viene dopo di noi, non lasciamo alcun chiodo in parete. Se trovate materiale è perchè ci stiamo lavorando esplorando possibili varianti (leggisi: per favore non fregateci i chiodi che ci servono! Grazie)

Ivan Guerini è l’ideatore della parola “NoSpitZone” e della complessa (ma anche semplice) filosofia per la preservazione della Natura Verticale che questa idea racchiude. Ivan ha disegnato a penna il logo di quest’idea sul sacco d’arrampicata di Josef in un caldo pomeriggio di sole in cui ho avuto la fortuna di arrampicare con loro. Su quel sacco, oltre all’adesivo dei Badgers, ci sono numerose firme di alpinisti ed arrampicatori che condividono questa visione dell’arrampicata. Ivan è un nostro buon amico, ma ci tiene a rimarcare che la “Moregallo NoSpitZone” è una nostra rielaborazione personale di quest’idea: stesse note, musica diversa. :)

Vi scrivo con un approccio che non vuole essere nè polemico nè provocatorio, ma che esprime la volontà di confrontarsi con l’arrampicata (ed i propri limiti) in modo sincero e consapevole, seguendo l’esempio luminoso dei pionieri dei Corni (Eugenio Fasana in primis). Credo che molti altri alpinisti “indigeni”, sia giovani che anziani, condividano questa visione. Vi invito quindi ad esplorare il nostro territorio, a godere delle sue bellezze ma senza cedere a velleità di conquista, senza brutalizzare questa roccia selvaggia con la punta di un trapano e con tutto ciò che questo comporta: ognuno lassù deve poter trovare la “propria” via.

Se passate da quelle parti fatemelo sapere!
Ciao!

Davide “Birillo” Valsecchi

(ocio... che il Moregallo non regala niente e, dove sembra verticale, di solito strapiomba!! Enjoy!!)

Qui trovate un po’ di link:

http://www.cima-asso.it/2015/12/birillos-crack/ (Birillo’s Crack)
http://www.cima-asso.it/2016/01/another ... moregallo/
http://www.cima-asso.it/2016/03/la-via-del-teo/ (La via del Teo)
http://www.cima-asso.it/2016/03/movimento-yogico/ (Movimento Yogico)
http://www.cima-asso.it/2016/03/indietro-non-si-torna/
http://www.cima-asso.it/2015/11/ragazzo-debole/
http://www.cima-asso.it/2015/10/araldi- ... rre-tonda/
http://www.cima-asso.it/2015/05/e-fatta/ (Stellina Torre Tonda)

Citazione d’obbligo anche per i primi “imbarazzanti” esperimenti:
http://www.cima-asso.it/2015/12/lo-scoglio-di-arianna/ (Lo scoglio di Arianna)
http://www.cima-asso.it/2015/12/la-roccia-vince-sempre/ (la placca dell’idiota)
http://www.cima-asso.it/2015/03/cuori-infrangibili/ (Cuori Infrangibili)
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Re: Moregallo NoSpitZone

Messaggioda scairanner » lun ago 01, 2016 16:21 pm

Vi auguro veramente che nessuno venga ad infrangere i vostri sogni, a rompere l'atmosfera che state creando, e che chi si avvicina lo faccia con il rispetto che chiedete.
Detto questo, senza alcuna vena polemica, lasciamo in pace la natura ed i suoi equilibri e concentriamoci eventualmente sul rapporto tra uomo e roccia e sul tipo di approccio del primo verso l'altra, perché di naturale in un camalot non c'è nulla.
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-Arrampicherò di certo. Spero di non scalare peggio di quanto non faccia ora...


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Re: Moregallo NoSpitZone

Messaggioda Davide_Birillo_Valsecchi » lun ago 01, 2016 16:56 pm

scairanner ha scritto:Vi auguro veramente che nessuno venga ad infrangere i vostri sogni, a rompere l'atmosfera che state creando, e che chi si avvicina lo faccia con il rispetto che chiedete. Detto questo, senza alcuna vena polemica, lasciamo in pace la natura ed i suoi equilibri e concentriamoci eventualmente sul rapporto tra uomo e roccia e sul tipo di approccio del primo verso l'altra, perché di naturale in un camalot non c'è nulla.


Sai, credo che tu abbia ragione. Una volta discutendo con Ivan gli esposto la mia idea. Per la natura noi siamo formiche ed è ridicolo pensare che spetti a noi tutelare un simile gigante dalla forza smisurata. La natura se ne infischia degli spit, delle ferrate, delle funivie così come se ne infischia dell’inquinamento, dei milioni di chilometri di roccia fasulla (le strade asfaltate e i tetti delle case) che accumulano calore trasformando il clima. No, alla natura basta uno sbadiglio e ci archivia tra i ricordi come i dinosauri. Se si stufa di vedere le piastrine brillare su una montagna la demolisce e la ricostruisce come più la diverte. La natura non ha bisogno di noi: siamo noi che dobbiamo cercare un equilibrio.

La teoria *NoSpitZone* di Ivan (almeno per la parte che ho compreso e interpretato) riguarda l’uomo e, come dici tu il suo rapporto con la roccia, ma per me anche e soppratutto il suo rapporto con gli altri uomini. Mi piace pensare che le nostre vie siano esistite solo nel momento in cui le abbiamo percorse, che non abbiamo lasciato nulla che possa condizionare negativamente chi verrà dopo di noi. Nessun vincolo, nessun obbligo, nessun confronto: secondo le proprie capacità, le proprie inclinazioni ognuno può tracciare e vivere la propria via come se fosse la prima volta. Possiamo lasciare degli indizi, delle testimonianze, ma non possiamo inquinare la vita altrui imponendo le nostre idee e le nostre azioni (come irrimediabilmente fa un spit o un sacco di altre cose...). Una scelta semplice ma molto potente.

Quando esploriamo il mondo in realtà esploriamo noi stessi. Grazie per la tua risposta =)
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Re: Moregallo NoSpitZone

Messaggioda crodaiolo » lun ago 01, 2016 17:03 pm

scairanner ha scritto:...perché di naturale in un camalot non c'è nulla.

semplicemente.fantastica
inciampa piuttosto che tacere
e domanda piuttosto che aspettare
...
alla fine, è solamente un gioco
a cui a volte tendiamo a dare troppa importanza.
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Re: Moregallo NoSpitZone

Messaggioda EvaK » lun ago 01, 2016 21:47 pm

Davide_Birillo_Valsecchi ha scritto:Sul Calcare grigio del Lecchese è in atto, ormai da alcuni anni, un’ opera intensa, massiccia e sistematica di “riqualificazione” delle falesie d’arrampicata
...
Come ho detto la natura trova sempre il suo equilibrio e sempre più spesso piccoli gruppi di ribelli si oppongono a questa logica fatta di “ciotoli colorati” e di “guide catalogo” in stile PostalMarket (non me ne vogliano troppo a male gli amanti del genere).


Chiunque, animato dal giusto spirito, può farci visita e scoprire le bellezze della nostra zona (magari anche stringere nuove amicizie). Si spera che a nessun infoiato del trapano venga la malaugurata idea di pasticciare nel nostro piccolo angolo incontamito. Solitamente, per offrire piena libertà a chi viene dopo di noi, non lasciamo alcun chiodo in parete. Se trovate materiale è perchè ci stiamo lavorando esplorando possibili varianti (leggisi: per favore non fregateci i chiodi che ci servono! Grazie)
...
Vi scrivo con un approccio che non vuole essere nè polemico nè provocatorio, ma che esprime la volontà di confrontarsi con l’arrampicata (ed i propri limiti) in modo sincero e consapevole, seguendo l’esempio luminoso dei pionieri dei Corni (Eugenio Fasana in primis). Credo che molti altri alpinisti “indigeni”, sia giovani che anziani, condividano questa visione. Vi invito quindi ad esplorare il nostro territorio, a godere delle sue bellezze ma senza cedere a velleità di conquista, senza brutalizzare questa roccia selvaggia con la punta di un trapano e con tutto ciò che questo comporta: ognuno lassù deve poter trovare la “propria” via.

Davide “Birillo” Valsecchi


Altri sono stati più sintetici di me, altri non hanno risposto.
Mi sembra evidente che il primo tono polemico sia proprio di questo post, come se voi doveste difendervi da qualcosa o da qualcuno in via preventiva...
Non ci sono - credo - orde di trapanatori seriali che vogliano venire a chiodare falesie in zona
C'è un'attività, l'arrampicata sportiva, che ora, volente o nolente, viaggia (quasi) indipendente dall'alpinismo.
C'è gente che un giorno scala trad e quello dopo si appende sugli spit a provare i tiri.

Forse si vogliono vedere fantasmi o nemici anche dove non ci sono.

Per il resto io sono solo contenta di leggere che l'attività esplorativa continua, a fianco di apertura di sempre nuove falesie. Sono anche sicura (da fonti certe ma molto poco diffuse in rete) che questo tipo di apertura, ma soprattutto di esplorazione, è portata avanti anche da tanta altra gente in altre zone. Siccome chi apre in questo stile solitamente chiacchera poco, sembra che non si faccia e che non ci sia.

Saluti, chissà mai che ci si incontri.
Eva

PS Un caro saluto anche ad Ivan.
"Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne" (Immanuel Kant)

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Re: Moregallo NoSpitZone

Messaggioda giorgiolx » lun ago 01, 2016 22:36 pm

mi sa che non hai colto la polemica tutta lecchese. ..e si che l'ambiente lo hai frequentato e lo conosci. ..e senza restilig metà o più delle vie che ho fatto a lecco non le avrei manco pensate... uno scarso come me...ma una via come la cassin in medale grida ancora vendetta ...

del discorso generale non capisco la battuta contro delfino cHe da quello che so non è mai stato preso in considerazione nei vari progetti di " messa in sicurezza " e di passione ne ha messa tanta
vado a uccidere il frigorifero che mi sta fissando

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Re: Moregallo NoSpitZone

Messaggioda Il Profeta » lun ago 01, 2016 23:04 pm

Davide_Birillo_Valsecchi ha scritto:.....seguendo l’esempio luminoso dei pionieri dei Corni (Eugenio Fasana in primis). Credo che molti altri alpinisti “indigeni”, sia giovani che anziani, condividano questa visione. Vi invito quindi ad esplorare il nostro territorio, a godere delle sue bellezze ma senza cedere a velleità di conquista, senza brutalizzare questa roccia selvaggia con la punta di un trapano e con tutto ciò che questo comporta: ognuno lassù deve poter trovare la “propria” via.


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Re: Moregallo NoSpitZone

Messaggioda Davide_Birillo_Valsecchi » mar ago 02, 2016 0:06 am

Ouch, ...spero che il tono iniziale del mio articolo non sia causa di polemiche o discussione. (purtroppo ho un caratteraccio da tenere a bada)
Tuttavia, per quanto piccato fosse il mio tono racchiude una considerazione sincera: l'arrampicata sportiva ad infissi geotecnici (come direbbe qualcuno) è davvero prepotente e presupponente. Sembra incapace di fermarsi davanti alla storia, alla tradizione, alla cultura ed al coraggio di chi è venuto prima di noi. C'è una totale mancanza di rispetto a scapito di un'egoistica ingordigia capace di fagocitare ogni cosa. Una deriva che sta diventando innata nella mentalità comune.

Esempio pratico. Ho mostrato ad amici Birillo's Crack, qualcuno di loro (anche da lontano) è venuto a ripertela. Tutti erano entusiasti perchè, nella sua forma, quella fessura continua e strapiombante è davvero bellissima (e dura!). Ero molto contento, avevo vagato a lungo durante l'autunno attraverso i canali in cerca di qualcosa di simile. L'avevo trovata, l'avevo sognata, avevo riunito le persona giuste per tentarla ed in un giorno assolato d'inverno eravamo riusciti a salirla. Bellissimo. Era una gioia per me condividere questa scoperta con altre persone, anche più forti di me. Immaginate il mio stupore quando uno di questi ragazzi mi ha detto "Birillo, dovresti metterci un bell'anello là in alto, almeno si può far la moulinette". Ho sgrananto gli occhi, per me non aveva senso. "C'è una bellissima pianticella su cui fare sosta. C'è anche una bella fessura in cui mettere qualche solido friend. Perchè dovresti rovinarla in quel modo?" Non l'aveva detto con cattiveria, per lui era semplicemente normale così. Per me era stata una grande emozione, da vivere intensamente in modo assolutamente estemporaneo: non aveva senso piegarla e trasformarla in un panello, in qualcosa da usare e di cui abusare. E' molto di più che una tacca al calcio della pistola...

Per questo ho scritto questo post, per due motivi: il primo è per condividere ed il secondo per tutelare. Perchè basta il gesto di uno sciocco per rovinare l'incanto, la leggerezza di un momento, di un attimo di presunzione irreparabile.

Non ho l'esperienza o l'autorevolezza per giudicare ciò che è stato fatto in passato, per dirvi se è stato giusto o sbagliato trasformare vie storiche così come sono oggi. Quello che posso dirvi, con umiltà ma anche con fermezza, è questo "Hey, fatte attenzione. Lì non si vedono ma ci sono delle vie, effimere forse, estemporanee certamente, ma c'è qualcosa, qualcosa di speciale. Non calpestatele, non investitele come state facendo ovunque. Non esistete solo voi, siete solo i più evidenti". Tutto qui.

Ognuno di noi ha i propri limiti, ma sembra che spesso sia impossibile accettarli serenamente. In vita mia ho piantato solo due spit autoperforanti, e l'ho fatto per rinforzare due soste su delle ragguardevoli vie ai Corni di Canzo. C'è voluto del tempo ma ho capito di averlo fatto perchè avevo avuto paura, perchè mi ero spinto oltre i miei limiti. Ho piantato uno spit perchè ero nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ed il mio errore è lì, immutabile nel tempo che mi aspetta in sosta e saluta tutti i rari visitatori che passano di lì (pochi in effetti). Per questo ora mi piace arrampicare senza, non ho nessun obbligo se non ciò che mi sento di fare: è davvero molto più divertente arrampicare così!

Mi raccomando, non litigate e non siate troppo duri con i toni. Per iscritto è facile fraintendere gli animi :)
Ciao

Davide "Birillo" Valsecchi
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Re: Moregallo NoSpitZone

Messaggioda funkazzista » mar ago 02, 2016 8:39 am

Fai bene, Birillo, a stigmatizzare gli aspetti deteriori dell'arrampicata di massa, attenzione però alle generalizzazioni :wink:
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Re: Moregallo NoSpitZone

Messaggioda s_u » mar ago 02, 2016 10:58 am

Davide_Birillo_Valsecchi ha scritto:Per questo ho scritto questo post, per due motivi: il primo è per condividere ed il secondo per tutelare. Perchè basta il gesto di uno sciocco per rovinare l'incanto, la leggerezza di un momento, di un attimo di presunzione irreparabile.


Bravo, e apprezzabile l'invito e l'approccio
Ma per tua fortuna non credo ci troverai la coda ... e la natura tra pochi mesi avrà già rifatto il suo corso
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