da Falco5x » ven nov 26, 2010 20:02 pm
Eravamo in cinque a fare l?Alta Via quel lontano luglio del ?72, cinque ragazzacci a piede libero, squattrinati e felici.
Quella mattina salivamo verso il Mulaz dalla Val Venegia lungo un sentiero che si snodava su per costa aperta, sassosa e inclinata, mentre la verde valle si spalancava sempre più ampiamente sotto di noi. Eravamo cinque puntini rossi, gialli, azzurri e verdi in lenta salita sotto il sole in mezzo al grigio chiaro di tutto quel calcare.
Alla malga Venegiotta ci eravamo da poco fatti un latte vero, quello di giornata. E il latte fresco, si sa, stimola alcune funzioni della fisiologia che solitamente inducono ad appartarsi. Ma non c?era riparo in quel deserto sghembo e spalancato verso l?infinito, e anche se confidenza tra noi ce n?era da vendere rimaneva il fatto che altre comitive ci tallonavano e i nostri pesantissimi zaini non ci lasciavano possibilità di conquistarci un vantaggio sufficiente a sopperire all?assoluta assenza di schermi visivi.
Chi si trovava nelle condizioni peggiori era il povero Sandro, difficilmente in grado di mantenersi continente in certe situazioni, dimostrando così nei fatti e sulla propria pelle la veridicità di quanto la saggezza popolare aveva tramandato e riposto nelle sue radici bellunesi :
?Done, preti, cul e siori i fa tutt quel che i vol lori?,
e in quel preciso frangente il più dispotico tra i quattro citati onnipotenti soggetti, e nella fattispecie il più pericoloso, era senz?altro il terzo.
La gravità della condizione intestina di Sandro si poteva dedurre anche dal fatto che il poveretto, impegnato nello stringere allo spasimo i cordoni dell?indomito suo orifizio, rallentava sempre più l?incerto procedere restando progressivamente indietro rispetto a noialtri quattro. A un certo punto udimmo un?attutita esclamazione: ?Fioi, no? ghe ?a vanto?, appena il tempo di girarci e lo vedemmo accosciato giù sull?aperto pendio grigio, ne udimmo il sopito ululato di liberazione. Lo ammiravamo da sopra per cui ci venne risparmiata la vista diretta dei crudi dettagli di quell?inverecondo atto, ma punto di osservazione ben migliore avrebbero potuto godere le comitive che salivano dal basso se solo avessero alzato in quel momento le teste, che stavano invece per lo più chine sotto gli zaini impegnate a guardare i sassi del sentiero.
Sfortuna volle però che nella spartizione degli oneri del trasporto io sottoscritto fossi stato designato come unico depositario dei tovaglioli di carta, fini velature utili a svolgere duplice funzione in circostanze situate agli antipodi della funzione alimentare, e ne risultassi quindi dispensatore in esclusiva. Qualcuno mi suggerì allora che in quel momento Sandro ne avrebbe opportunamente fruito, e così afferrato un grosso pacco malamente tenuto insieme con un elastico urlai: ?Sandro, prendi? e glielo lanciai con forza, dall?alto verso il basso. Ebbe appena il tempo di alzare una mano per tentare di agguantare il velocissimo bolide, quando questo giunto in sua prossimità esplose nell?aria come un fungo atomico spargendo il contenuto in alto e all?intorno, evento di alto impatto spettacolare sottolineato anche da un ?Noooooooo?!? di disperazione che fece alzare la testa a ogni vivente nel raggio di chilometri in quel magnifico proscenio di valle.
E così quel giorno tutti poterono ammirare una surreale nube bianca sorgente da un paio di candide chiappe. Sì, perché Sandro, assolutamente irsuto quanto a barba e baffi, dalla cintola in giù si presentava invece come un grosso putto, roseo e liscio come nessun Vecellio aveva mai saputo dipingere.
Chuck Norris ha contato fino a infinito. Due volte.