Vi starete chiedendo che cosa vuol dire un titolo cosi strano,seguendo la lettura lo capirete ben presto.
Ieri, alle 8 e mezza, partendo da una Monza semideserta, passo a prendere Ste in quel di Lecco e ci dirigiamo verso l'attacco della ferrata al monte due mani,ferrata che avevamo gia percorso....
Il cielo è terso,il sole scalda e noi dopo un breve avvicinamento ci imbraghiamo e partiamo all'attacco del primo torrione...
vi sembrerà ridicolo ma me la ricordavo meno impegnativa,
Ste mi guarda in faccia e da abile conoscitore dei miei pensieri ci mette 3minuti e mezzo a dirmi: "oggi non sei te",mi consolo e mi dico "allora non è la ferrata che è diventata più cazzuta".
Oggi la mia testa è presa da quello stramaledetto quarto torrione della ferrata del due mani attrezzato da poco, sul quale cercavo notizie nel post precedente:60 metri di parete strapiombante con due balconcini che buttano fuori,staffe fino a metà e poi se non ce ne sono più si presume che non servano ma vederlo da giu vi assicuro che fa abbastanza impressione,l'ultima parte è un traverso senza appoggi per i piedi che passa sotto ad un fantastico tetto...mentre la mente divaga affrontiamo anche il secondo torrione e il terzo torrione diviso in due risalti rocciosi,e io, pensando alla parete,continuo a non essere io perchè oggi mi sono messo in testa di provarci....arriviamo ai piedi della paretona,60 metri sono 60 metri,fuori il binocolo e si cerca di studiarla un pò,purtroppo non possiamo godere di un punto di vista più alto per studiare le dimensioni degli appoggi...dopo un'attenta analisi scopro che tecnicamente è fattibile,ma oltre ad essere molto impegnativo mi fa oggettivamente impressione, tra me e me penso"Si sarei in grado di finirlo,ma non con sufficiente margine di tranquillità,come se stessi osando verso qualcosa decisamente piu grande di me..."
Ste con ironico slancio filma con la digitale il sottoscritto che mentre guarda la parete col binocolo gli riferisce:"Ste,mi sa proprio di no!",lui era tranquillo perchè gia mi aveva detto "Io non la faccio,ma al massimo ti faccio un reportage...."
Insomma alla fine saltiamo il quarto torrione,utilizzando il sentiero che li aggira tutti,anche se per un momento ho desiderato che tale sentiero non esistesse e passiamo al quinto torrione sempre bello,con un albero che spunta dalla roccia,da oggi in avanti il 5° torrione dello spigolo sud del due mani sarà chiamato il "torrione di consolazione".
Arriviamo in cresta,una rapida bevuta,uno sguardo alle grandi montagne,il massiccio del Rosa mi ricorda stupende ascensioni sul breithorn occidentale e alla punta Gnifetti con annessa Capanna Margherita.
Ste per impedirmi di pensare alla rinuncia appena avvenuta cerca metodi alternativi: usa fili d'erba lunghi un metro come fioretto,e memore dei successi olimpici della Vezzali cerca di accecarmi, cerca di buttare giu dalla cresta la mia imbragatura, e per tirarmi su il morale mi ricorda che ha documentato la mia rinuncia...
ci rimettiamo sul sentiero di ritorno,arrivati all'altezza del terzo torrione scoviamo due tedeschi impegnati nella scalata di quest'ultimo,ci chiedono più avanti è difficile?
in un Inglese tutt'altro che oxfordiano gli spieghiamo che cè una parete di 60 metri molto impegnativa....
dopo pochi attimi li scopriamo arrivare sotto la parete ben visibile da li ed anche essi compiono la mia stessa scelta riassunta con due parole in dialetto"Andem a Ca che le mei..."
Le conclusioni che ho tratto assieme allo Ste sono:la difficoltà della parete è molto più psicologica che tecnica,ti aggredisce subito perchè impressiona e dopo un corso di arrampicata ci farò volentieri i conti...
Inoltre la conquista più importante della giornata è scoprire di essere in grado di rinunciare(cosa non facile),e di avere la volontà di acquisire i mezzi per affrontare in maggiore sicurezza itinerari più difficili del previsto.
Un doveroso ringraziamento a Ste che si sbatte sempre per fare delle belle foto...e che fa le previsioni meteo meglio di Giuliacci...