Callaghan ha scritto:(...)
a parte la debita premessa sul chi ha scritto quelle considerazioni (tale crovella, i cui scritti/commenti direi che si presentano da se, e quindi, mi spiace doverlo dire, nonostante il mio enorme sforzo di comprensione, parto assai prevenuto) (...)
Nel caso te la fossi persa, ti regalo una perla che il nostro ha elargito nella sezione commenti
ciao ispettore
Ma ovviamente dopo 40 anni ininterrotti di scritti di montagna (ho iniziato nei primi anni ’80) mi sono fatto anche una certa pelle da rinoceronte e non patisco più niente. D’altra parte Andrea Gobetti (ben noto ai lettori di questo blog e per molti anni redattore di ROC, l’annuario di arrampicata della Rivista della Montagna) ha scritto nella prefazione di un mio libro: “Nel manipolo dei ROC autori (che dovevano saper scrivere, ma anche cavarsela in montagna) Carlo Crovella si dimostrò uno spiritoso e attento testimone del mutar dei tempi“. Se ad uno come Gobetti, che non è certo di manica larga per quanto riguarda lo scriver di montagna, avevo dato questa idea già decenni fa, significa che non rigurgito scemenze a vanvera, come insinuato da qualche commento (specie nella prima parte dell’articolo). I temi che pongo sul tavolo sono sempre di attualità e costringono i lettori a profonde riflessioni: forse è questo che disturba nella attuale società superficiale.
U M I L E