pisolo ha scritto:Di letteratura eroica?
mikesangui ha scritto:aggiungo che la colonizzazione non la fa qualche "altro" malintenzionato.
La facciamo noi, che con i nostri materiali da prima scelta abbiamo creato e sostenuto un mercato che , ricordiamocelo, si butta a capofitto solo dove trova terreno fertile.. e questo terreno non sono le montagne, se mai gli alpinisti.
grazie per gli spunti, entrambe interessantissimi e soprattutto complementari.
li ho messi in ordine temporale ma non perchè abbia risposto prima pisolo, ma perchè ritengo che la letteratura eroica preceda e prepari il mercato, ad opera del mercato stesso, evidentemente.
il mercato si è impossessato dei pensieri, delle parole, delle opere dell'alpinismo e dei suoi materiali attori da ormai tanto tempo. li ha studiati, per benino.
servivano miti e leggende per stimolare.
servivano azioni da imitare.
servivano parole per circuire.
per creare una offerta.
e pian piano la massa, quella della pianura (quella pianura del chissenefreca se si caga in pianura, l'importante è non cacare in montagna che è tanto delicata), ha abboccato, ed iniziato con la richiesta, ed il mercato ha saputo aspettare il momento opportuno per giocare la partita.
ha concesso a qualche particolare attore, i più portati alla comunicazione, e che ovviamente sapessero interpretare bene il ruolo, qualche vantaggio, sia economico (te lo lasciamo fare, anzi ti diamo due soldi così lo fai meglio, leggi sponsor) che pratico (leggi visibilità e fama, che per un aspirante eroe direi che è tutto) ha aspettato che la massa si istruisse un pochino, non certo per opera delle guide, che sono arrivate (e pressochè quadruplicate almeno nel numero) alla fine di questo processo, incazzate come puma, ma usando astutamente gente della massa, volontari, nobilitandoli quel tanto che basta da soddisfare la propria autostima, e poi, d'improvviso, le alpi hanno cominciato a brulicare di alpinistini, tutti con i loro miti nel portafogli. e poi è stato semplice. anzi, semplicissimo.
e per quattro stronzi che andavano in falesia a quel tempo, ce ne erano 80 che andavano per monti. i corsi cai sfornavano raffiche di corsi A1-2-3, AR1-2-3, SA1-2-3 e gli allievi centuplicavano. a milano epiche battaglie a colpi di ramponi per accaparrarsi un posto da allievo in qualche corso. e via aiutoistruttori a raffica, anche mia nonna, bastava sapesse mettere un imbrago (o forse bastava che se lo lasciasse mettere).
poi il mercato, pacifico, è planato anche sulla falesia, quando già i giochi in montagna erano fatti. stesse metodiche e vantaggione dall'aver già impiantato le radici.
il cavallo di troia?
a questo tema sono molto legato, perchè la profondità del pensiero economico è sbalorditiva, e se lo intuissimo per benino, avremmo di che provare a difenderci.
ma conviene parlare di spit-si-spit-no, e come è eroico l'alpinismo, e quanti-cazzo-di-stronzi orma ci sono in giro per monti, e che una volta era meglio.
più facile, e non impegna.
eppure a me piacerebbe di brutto ragionare su sta roba qui. anche perchè il nugolo di minchiate che ho scritto rientrano precise nella domanda puntualissima ed ottima di pisolo: ed il soccorso alpino, come si pone al mercato? o meglio, ed il mercato, cosa ha progettato per il soccorso alpino?
ciao Ziggo, mancavi un pò.