da Sbob » mar feb 05, 2019 22:10 pm
Non lo vedo come una sindrome nimby.
Ho visto il movimento nascere, l’ho seguito fin dagli anni 90 di Edo libero. Ci sono diverse anime che si sono mischiate, dai figli di buona famiglia che “lottavano così cone si gioca”, personaggi a cui non si capisce cosa potesse interessare la Tav, se non come un buon obiettivo per esprimere il loro bisogno di lotta contro un qualche fascismo. Sono stati i primi, quelli della stagione delle bombe e delle trivelle incendiate.
Ci sono stati quelli spaventati dal supposto rumore della Tav (argomento molto sentito all’inizio), preoccupati (giustamente!) di trovarsi una ferrovia davanti a casa.
Ci sono stati poi, ed è stato l’argomento principe a cavallo tra anni novanta e primi anni duemila, quelli spaventati da amianto e uranio. Nei primi anni duemila non si parlava d’altro, i manifestanti dicevano “ci ammazzeranno tutti”.
Solo più tardi sono arrivati studi e ragionamenti di tipo economico che, diciamolo chiaramente, cazzoglienefregava ai valsusini.
Ci sono stati poi tanti che in questo movimento hanno visto l’occasione di protestare contro il potere e sono stati colti dal fascino della lotta di Davide contro Golia.
I 5* col no Tav non c’entrano nulla, sono arrivati quindici anni dopo e hanno solo sfruttato il movimento per prendere voti al pari di no inceneritore, no Tap, no cattivipotrifortisuka. Si vede ora quanto gli interessi, con Di Maio che manco si fa vedere (ma tranquilli, fino alle europee i lavori non partiranno!).
Voler vedere nel movimento no Tav un qualcosa di razionale è negare la natura umana: la vera essenza del movimento è una generale diffidenza verso il potere. Poi sì, si possono produrre studi a iosa, ma non è certo quello che ha dato la svolta alla protesta.