flow ha scritto:Eh sì, non ce ne sono molte di persone che fanno l'VIII obbligato in apertura (e aggiungo, anche in ripetizione) con chiodi e protezioni veloci, in percentuale rispetto a chi scala in montagna su vie tradizionali. Perché mai gli alpinisti dovrebbero mettersi nei guai rischiando troppo se il livello di difficoltà superabile è, inoltre, inferiore a quello che potrebbero affrontare in condizioni di maggiore proteggibilità (e quindi minore rischio)?
The results of the research prove a significant difference of climbers' performance in dependence on rate of risk. Climbers usually reach lower performance according to the grading scale when climbing traditional routes with a higher level of risk [estratto da Chaloupsky D. (2014), The acceptable level of risk-taking for traditional rock climbers, Journal of Human Sport and Exercise, 9, S263-S269]
ottima citazione: ogni tanto qualche roba seria non sta male neppure tra ubriaconi come noi.
aggiungo una risposta alla tua domanda sul perchè mai (provo): perchè è un exploit, perchè è il superamento di un limite.
il succo del discorso è sempre qui.
poi le motivazioni sono infinite (lo faccio per me, per mia sorella, per la gloria, per lo sport, perchè l'alpinismo non è uno sport)...
ma come hai fatto ben notare tu, nel caso della roccia, le tentazioni al non rischio sono elevatissime, soprattutto visto che di luoghi in cui la tenica sicura può emergere in maniera sovrana ve ne sono a nastri.
a tal proposito è significativo quel che è successo con il dry-tooling ed i parchi ghiaccio: secondo me sono l'equivalente rocciaiolo delle falesie e vie a fix in montagna. (sempre parlando per sommi capi, eh) ovvero c'era bisogno di luoghi dove poter far sfogare la componente tecnica picozzara e ramponara permettendo allo stesso modo di riportare la dentiera a casa con maggiore frequenza che non su di una parete alpina.
per aggiungere complicazioni all'argomento, è assai interessante ad esempio l'aspetto che qualcuno ha intrapreso di aprire utilizzando un trapano ma in maniera parca. qualcuno potrebbe obbiettare che o lo usi o non lo usi, ma visto che poi lo spettro di colori è più che bicromatico, fa specie che, ad esempio, la persona di cui tu Flow hai firma in calce, dica: "la scelta di usare solo spit ed escludere qualsiasi altro mezzo di protezione ci sembrava la più onesta possibile: gli spit ogni tanto ci avrebbero protetto ma anche indelebilmente segnato la nostra debolezza".
questa cosa dovrebbe far riflettere su quanto sia difficile comprendere l'equilibrio necessario tra rischio e tecnica per raggiungere un exploit e superare un limite e quanto, di contro, al bar spesso vengano pronunciate eresie a tal riguardo.
spesso i metodi per raggiungere un risultato, seppur tra loro anche antitetici, richiedono, se rispettati, quantità di rischio e tecnica che risultano spesso curiosamente confrontabili.
ci tengo nuovamente a sottolineare che ragiono per sintesi e non intendo minimamente sminuire le persone o gli argomenti di cui si parla.
@monaco: forza con la pietra ed i bimbi nei prati sotto (un po' distanti, eh!
ciao