Che alpinisti anziani e non più attivi creino e partecipino a un’associazione alpinistica in cui incontrarsi e divertirsi ricordando il passato, discutendo del presente e futuro, invitando anche come ospiti d’occasione i grandi alpinisti in attività è una bella cosa. non comprendo invece per quale ragione questi ultimi entrino a far parte di un’associazione del genere, snaturandone pure il nome. evoluzione? o forse sentirsi chiamare Alpinisti e non vecchie glorie è tutta un’altra cosa
e non sarà ora di finirla con questi premi, targhe, coppe e coppette da primi della classe? non mi si dica che tutto è nato dopo l’avvento degli sponsor, perché gli sponsor in montagna girano dai tempi di de saussure, così come gli scrittori di parte, i mecenati e i consessi autoreferenziali o di campanile
Ma non è bastato lo scandalo del piolet d’or spaccato in sei parti in barba agli inglesi della mazeno? che han dovuto metterlo in condominio con altri pur bravissimi alpinisti, ma per salite tra loro assolutamente imparagonabili? Come anche l’anno prima in cui urubko neanche fu candidato con la prima invernale al G2?
Non è bastato leggere di candidature assolutamente non all’altezza al premio grignetta o al consiglio? Dove si mischiano salite di difficoltà pura con salite in ambiente? Tentativi con vie complete? Perché cercare sempre un premiato? Un più forte? A che pro?
Comprendo premi e gare in arrampicata e bouldering, dove il metro di misurazione è la difficoltà massima, l’altezza raggiunta, la velocità o il problema risolto, ma nell’alpinismo, proprio come scrive roberto “per quella etica alpinistica fondamento della vera avventura in montagna”, non pensate sia assurdo, anacronistico e impossibile determinare la salita “più etica”? la “più interessante”, la “più difficile” dell’anno, del biennio, del millennio?
Dunque lasciamo l’alpinismo alla sua essenza anarchica e almeno sulle montagne, la Storia lasciamola a chi la fa, non a chi l’ha scritta e la scrive, nè alla giuria di super-referenziati che ce la consegna con il prestigioso premio “the best of the world”. Basta associazioni, basta premi, basta sponsor, basta autoincensamenti o autoreferenzialismi.
Ogni amante dell'alpinismo che sia tale ne conosca la storia e abbia voglia di documentarsi, trova oggi in rete in biblioteca e nei rifugi tutto ciò che gli serve per capire quali siano, e solo a proprio personalissimo giudizio, le imprese o gli alpinisti dell’anno o del secolo. E giudicherà se proprio riterrà necessario farlo, in ragione della propria etica e sensibilità, del proprio vivere l’alpinismo, senza che glielo debbano propinare sedicenti glorie, vecchie o giovani, riunitesi apposta per deciderlo conto terzi, non prima della polenta e salsiccia di rito
Si, questa è una provocazione, ma è così, pour parlèr
![Mr. Green :mrgreen:](./images/smilies/icon_mrgreen.gif)