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Stamani un brivido percorre il Paese. Una buona notizia: una classe dirigente mediocre e superata deve passare la mano nel principale partito politico. Molto bene. Nel gioco democratico, questa è sempre una buona notizia. Il fatto che a me piacciano o convincano poco o tanto il leader e le idee di questo cambiamento, non è molto importante.
Certo, la cosa più semplice è cambiare il candidato. Quella più difficile: cambiare l?elettore. Soprattutto se l?elettore sono io e non un generico corpo sociale. Tutto ciò per cui serve una legge è inessenziale, mentre ciò per cui serve una convinzione è un processo profondo e vero. Ogni volta che mettiamo in mano a qualcuno, pure il migliore uomo del mondo, la nostra speranza di equilibrio e armonia, stiamo abdicando, stiamo fallendo. La nostra vita non è migliore o peggiore per responsabilità della politica, semmai è vero ed evidente il contrario. Non serve Renzi, e non basta Renzi, come non serviva e non bastava Berlusconi, per vivere già oggi in modo migliore o peggiore. La cattiva notizia del giorno, infatti, è che per noi non ci sono state le Primarie: siamo quelli di ieri. Come possono cambiare le cose con il nuovo Segretario? ?Diamogli qualche mese, almeno?? A chi?
L?omicidio del tempo della vita, oggi come ieri, viene perpetrato da milioni di persone incoscienti. La separazione del senso tra ciò che dovremmo fare e ciò che facciamo, oggi come sempre, pasce e cresce dovunque. L?alienazione di ogni nostra vera natura, ogni nostra vera autentica essenza, è l?occupazione più diffusa. Lo sperpero di risorse personali, energetiche ed economiche, è la cattiva pratica dilagante. La libertà del cuore, del pensiero, dello spirito, la condizione più rara. Ecco perché la nostra società è così. Potremmo viverla in modo migliore, la viviamo in modo peggiore. Ce ne lamentiamo come se fosse cosa generata altrove, fuori di noi, e speriamo che un uomo, un leader, possa cambiare questa condizione. Non è così. La via è chiara, ce l?abbiamo davanti, era lì anche ieri, prima delle Primarie, sarà lì anche domani, dopo le Politiche, dopo che l?ennesimo leader avrà illuso e deluso, cambiato qualche legge, cambiato qualche comportamento diffuso. Solo che si sarà ridotto il tempo per tentare, l?energia necessaria per spiccare il volo.
Chi lavora perché tutti credano al Nuovo e non pensino con la propria testa, intanto, sta operando. Negli anni ?70 se non eri comunista ti dicevano che eri fascista. Oggi le accuse più aggiornate sono: ?se neanche Renzi ti va bene, allora ti piace Berlusconi? ?Ma allora non va mai bene niente! Sei per l?anarchia!? ?E? nuovo, potrebbe andare, vediamo cosa fa, diamogli una possibilità, no?!?. I più raffinati invece sembrano farne una questione di tempi: ?quello che dici tu va anche bene, ma ci vorranno cent?anni, forse duecento prima che la gente cambi! Nel frattempo però, intanto??. Ce ne vorranno duemila, se non si comincia. Non serve un nuovo leader, servono uno, cento, mille uomini e donne leader della loro vita, che decidono di cambiare personalmente, emanciparsi direttamente, vivendo diversamente, in altri luoghi, facendo altro in questa vita, dicendo nuovi ?no? e nuovi ?sì?, autonomi, come se le leggi e le scelte che attendiamo dal nuovo Messia ci fossero già, adesso, decise a maggioranza dall?unico Parlamento, quello dove siedono la nostra energia, le nostre risorse, la nostra creatività, le nostre idee, il nostro coraggio.
Poi, certo, se qualcuno ci dirà qualcosa di interessante, sensato, andremo anche a votare, come andiamo alle riunioni di condominio, dunque senza particolari aspettative o emozioni, solo per organizzare le cose, visto che siamo in tanti, ma sapendo che la vita, la nostra, la mia, è altrove.