Roberto ha scritto:Tutti abbiamo paura di cadere, ma a volte questa paura prende ilsopravvento e non ci permette di scalare con la giustra concentrazione.
Concentrazione, appunto.
La prima cosa è la determinazione ad avere un risultato, la voglia forte e decisa di arrivare in catena senza appendersi. La competizione con se stessi.
Nei periodi in cui mi sentiovo competitivo (sempre con me stesso). Liberavo le vie a vista e lavorate, quando provavo una linea ero talmente concentrato su quello che facevo, sul non sbagliare la via, che mi è capitato di dimenticare di agganciare uno spit. In questi casi non hai paura di volare, pensi ad altro.
La determinazione, più la fiducia di chi ti assicura, fa superare tutte le paure.
La seconda cosa è la vita di tutti i giorni, lo stress, i problemi quotidiani.
Da qualche anno avevo notato in me molte incertezze, timori, reticenze, poca voglia di mettermi alla prova. Parlo ovviamente di montagna, ma il succo del discorso vale anche per la falesia. I motivi sono vari, problemi seri familiari e gli anni che avanzano.
A causa della cefalea quotidiana, deciso che una delle cause era lo stress, sono andato da uno psichiatra. Mi ha dato una cura farmaceutica.
Il mal di testa è soltanto leggerissimanete migliorato, ma in compenso vado come un tempo in montagna.
Ora, non posso dire con certezza che la cura abbia effetto anche sulla determinazione in arrampicata, ma come questo anno erano almeno 7/8 anni che non andavo. Ho di nuovo voglia, vado, azzardo, provo e ho la paura giusta, quella che non ti permette di sbagliare.
Quindi, analizza la tua vera voglia di metterti alla prova, il tuo vero interesse al risultato e, in seconda analisi, chiediti come sta il tuo attuale stato emotivo.
Tutto questo, giustamente, potrebbe essere anche una colossale serie di baggianate