da JollyRoger » mer mag 11, 2005 16:41 pm
da eiaKlim » mer mag 11, 2005 19:39 pm
brixia11 ha scritto:Sapevo che inviando questo topic sarebbero nate discussioni ma secondo me Ares è stato un po? frainteso
Ovvio che la montagna non vuol niente
Secondo me Ares ha solo messo l?accento sull?ineluttabilità della statistica e della legge del caso
Nessuno ci obbliga e qualcuno ha definito l?alpinismo ?il sublime inutile?.
Nemmeno i grandi alpinisti, dotatisi per necessità di immagine di notevoli capacità mediatiche, sanno rispondere in modo soddisfacente se gli si chiede perché lo fanno.
Addirittura Silvio ?Gnaro? Mondinelli a Brescia ad una recente serata aperta al pubblico aveva messo le mani avanti avvisando esplicitamente di non porgli quella domanda perché insensata. Come dire ?ma perché scali montagne difficili e pericolose?? ?Perché stanno là? .
I materiali evolvono, le tecniche si affinano, la preparazione e la didattica migliorano ma, statisticamente le vittime sono inevitabili, a chi tocca tocca . Dati del CNSAS alla mano.
Ecco, credo che Ares, correggimi se sbaglio, volesse dire questo, e quindi state (stiamo) dicendo tutti la stessa cosa ma con parole diverse. Ossia se vado ad arrampicare devo mettere in preventivo che è un?attività potenzialmente più pericolosa di altre e la possibilità che sia io la vittima esiste, concretamente.
Quindi non è che la montagna abbia una volontà, ovvio, ma sul fatto che un certo numero di vittime sia inevitabile non ci piove .
Anche se per fortuna il trend di lungo periodo è verso un calo. Non però eliminazione. Anche se ognuno usa prudenza, esperienza e tecnica. Proviamo solo a pensare cosa vuol dire aver oltrepassato di 3-4 metri uno spit e volare subito prima del successivo: un salto improvviso in caduta libera di 8-9 metri. Se va bene prendo solo un gran spavento ed uno strattone, poi tutto finisce automaticamente frenato fra le magiche pulegge del Gri Gri. Se, però, lungo la mia verticale di volo c?è uno spuntone o una cengia, è possibile che finisca all?ombra di un cipresso. Ma quando si arrampica non ci si deve pensare, se no ci si blocca e non ci si tiene più. Lo stesso rischio c?è l?ha chi va in scooter a 70-80 km/h in mezzo al traffico, o un sub che si inoltra dentro ad un relitto a 60 metri di profondità. Non solo i free climbers, dunque.
EiaKlim si chiede cosa sia successo: bisogna aspettare che le voci ed i mormorii nel borgo decantino, poi lo sapremo. Uno dei miei compagni di cordata abituali abita lì e conosceva il padre Lino . Sentiremo. Per ora si sa solo quel che ha dichiarato il Giornale di Brescia cioè poco o niente. Pare avesse la corda, che fosse da primo e che nel volare non sia arrivato a sfracellarsi al suolo ma la testata l?abbia presa in parete volando quindi si presume avesse rinviato. Che via fosse ancora non è ben chiaro. Solo i suoi due amici sanno la verità, perché erano con lui e sono vivi. Quando qualche mese fa è cascato Claudio Chiaudano col compagno di cordata dalla nord dell?Heiger nessuno ha mai saputo davvero perché sono precipitati: stanno nella tomba entrambi e nessuno ha visto, salvo una cordata di tedeschi che han detto di aver visto ?due torce che cadevano una vicina all?altra?, senza nemmeno capire se c?erano attaccati uomini. Purtroppo sì .
Ciao a tutti
C.
da AlpineMan® » mer mag 11, 2005 22:31 pm
Non si puo mettere sullo stesso piano uno che va a Caionvico su un 4°con uno che scala l'Heiger o un'altro dei super alpinisti che fanno imprese stratosferiche al limite della sopravvivenza e del buonsenso umano.
Nel senso che mi sembra assurdo e insensato che uno possa lasciarci le penne in falesia su un 4°.
Difatti a me fanno sempre inkazzare come un'ape le chiodature chilometriche in falesia sui gradi facili e ogni volta che mi capita ci scankero, o addirittura torno indietro o evito la via.
Non vedo perchè se la via è di quarto e per il chiodatore è iperfacile mi deve mettere il chiodo dopo 4 metri anzichè dopo due, magari per qualcuno è il suo limite massimo o magari succede una cavolata qualsiasi(mi rimane in mano un appiglio, mi scivolaa un piede, mi cade un sasso su un braccio, mi esce un ghiro da un buco del ca@@o,trovo una vipera in parete o "altri animali feroci" o qualsiasi altra vaccata... )come magari è successo in questo caso e uno su di un quarto mi sfracello di sicuro, magari non si muore però se anche ci si salva è risaputo che sul facile ci si fa molto più male.
Voglio dire che certe cose si potrebbero benissimo evitare invece c'è ancora gente che và a sbriciolare spit perchè non fanno parte della chidatura originale della falesia Lo trovo veramenrte assurdo come comportamento!!!!Posso ancora capirlo su vie di montagna ma in falesia la cosa proprio non mi va giù...
da marco_my » gio mag 12, 2005 11:25 am
da eiaKlim » gio mag 12, 2005 11:46 am
da eiaKlim » gio mag 12, 2005 11:51 am
marco_my ha scritto:Io parto da questa considerazione:
...se è vero che gli spit sono esclusivamente mezzi di ASSICURAZIONE e ripeto di ASSICURAZIONE non vedo dove sia il problema di metterne 1 ogni 10 metri oppure 10 ogni metro. "Mezzo di assicurazione" non significa "mezzo di progressione" (...ammesso e concesso che non ci si tiri sul rinvio una volta agganciato allo spit). Semmai si potrebbe considerare il fatto che su di un passaggio estremamente difficile risulterebbe ostico staccare una mano dalla presa per rinviare.
Quindi arriverei alla conclusione che uno spit ogni metro e mezzo dovrebbe essere la regola ovviamente sempre quando è possibile: una via di 7b con 2 spit rimarrà di 7b anche con 30 spit. E BASTA CON LE SOLITE PARANOIE DELL'ASPETTO PSICOLOGICO (..QUELLO CHE FORSE PROVOCA GLI INCIDENTI!!!!) E RIVALUTIAMO UNA VOLTA PER TUTTE L'ASPETTO SPORTIVO IN NOME DI UNA MAGGIORE SICUREZZA.
Scusate lo sfogo!
da AlbertAgort » gio mag 12, 2005 12:16 pm
marco_my ha scritto: E BASTA CON LE SOLITE PARANOIE DELL'ASPETTO PSICOLOGICO
da quilodicoequilonego » gio mag 12, 2005 13:01 pm
eiaKlim ha scritto:marco_my ha scritto:Io parto da questa considerazione:
...se è vero che gli spit sono esclusivamente mezzi di ASSICURAZIONE e ripeto di ASSICURAZIONE non vedo dove sia il problema di metterne 1 ogni 10 metri oppure 10 ogni metro. "Mezzo di assicurazione" non significa "mezzo di progressione" (...ammesso e concesso che non ci si tiri sul rinvio una volta agganciato allo spit). Semmai si potrebbe considerare il fatto che su di un passaggio estremamente difficile risulterebbe ostico staccare una mano dalla presa per rinviare.
Quindi arriverei alla conclusione che uno spit ogni metro e mezzo dovrebbe essere la regola ovviamente sempre quando è possibile: una via di 7b con 2 spit rimarrà di 7b anche con 30 spit. E BASTA CON LE SOLITE PARANOIE DELL'ASPETTO PSICOLOGICO (..QUELLO CHE FORSE PROVOCA GLI INCIDENTI!!!!) E RIVALUTIAMO UNA VOLTA PER TUTTE L'ASPETTO SPORTIVO IN NOME DI UNA MAGGIORE SICUREZZA.
Scusate lo sfogo!
Esatto!!!Il discorso è che certe cose volendo si potrebbero tranquillamente evitare.Invece bisogna sempre scontrarsi con un'etica insensata che a volte porta a conseguenze tragiche inutilmente.
da eiaKlim » gio mag 12, 2005 13:16 pm
da Buzz » gio mag 12, 2005 13:24 pm
da quilodicoequilonego » gio mag 12, 2005 13:32 pm
da biemme » gio mag 12, 2005 13:37 pm
Buzz ha scritto:non si può rendere sicuro tutto ciò che si fa;
ciò è in contraddizione con il fatto che prima o poi si deve morire.
uno può ragionevolmente decidere se vuole assumersi certi rischi oppure no; oppure può assumerseli senza rendersene conto, ma responsabile della sua ignoranza è comunque sempre e solo lui
e sia chiaro che non mi riferisco al fatto specifico, ma a qualunque situazione - e sono milioni - che può portare, nella vita di un individuo, ad avere un incidente con possibile morte.
la ricerca ossessiva della sicurezza - ovunque - è un modo compulsivo per scacciare la paura della morte, tipica di questa società, che crede di dominare la natura, di avere tutto sotto controllo ma... quello proprio ancora non ci riesce...
quando ci confrontiamo con la natura, ci confrontiamo con noi stessi per quello che siamo veramente, degli involucri molto fragili, a cui basta un contatto con la roccia provocato da una caduta da un metro per fracassarci, a cui basta una misera escursione termica di qualche decina di gradi per uscire fuori dal range in cui sopravviviamo...
ragionare su questo non porta al fatalismo...
è giusto anche capire perchè le cose accadano, per imparare, come abbiamo sempre fatto, dagli errori degli altri,
tuttavia bisogna accettare la possibilità che avvengano.
da eiaKlim » gio mag 12, 2005 13:53 pm
da HappyFra » gio mag 12, 2005 13:54 pm
da eiaKlim » gio mag 12, 2005 14:29 pm
da HappyFra » gio mag 12, 2005 18:33 pm
da quilodicoequilonego » gio mag 12, 2005 18:59 pm
happyfra ha scritto:...così come io non vado a spaccare gli spit sulle vie che mi sembrano chiodate troppo vicine, così mi sembra un segno di rispetto lasciare spazio anche a tiri dove per arrivare in catena serve qualcosa di più di dieci dita forti.
da brixia11 » gio mag 12, 2005 19:24 pm
da Aldino » ven mag 13, 2005 9:11 am
brixia11 ha scritto:C?è anche chi la nord dell?Eiger l?ha fatta da solo slegato in 6 ore, poco tempo fa, polverizzando tutti i precedenti record (Andrea Mutti, Guida alpina di Brescia).
da Buzz » ven mag 13, 2005 9:19 am
brixia11 ha scritto:Avevo
C.
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