GRAM...potenzia la putenza..e trasformala in viulenza....

Messaggioda Silve92 » ven ott 28, 2011 10:36 am

ncianca ha scritto:
Ciorte ha scritto:dedizione e motivazione portano molto molto lontano


E' per questo che il socio e' fondamentale. Pero', Cimere, la tua progressione e' molto simile alla mia e quindi mi arrogo il diritto di considerarla normalissima :-)

Ha ragione Ciorte, se continui e non molli e magari correggi un po' il tuo modus operandi, ad un certo punto farai il salto quantico. Lo dici tu stesso che ti senti e ti vedi su gradi piu' duri quando ne hai l'occasione.

Io ho iniziato a 16 anni da zero con in mente la montagna. Poca falesia, per mancanza di socio, piu' palestra, per la maggiore facilita' di trovare dei soci anche non ossessionati come me. In falesia negli anni dell'universita' (quindi 3-4 anni dopo) arrampicavo sul 6b+ ed una volta mi sono eccitato perche' ho fatto un 6c con "non troppi" riposi. Altri 2-3 anni ed in falesia il mio livello non era cambiato. In palestra tuttavia ad un certo punto riuscivo a chiudere dei circuiti di 7a e quando ho iniziato a spingere un po' di piu' mi e' venuta una tendinite che mi ha buttato giu' non poco. Errore di gioventu' pensare che potesse andare via dopo qualche giorno di riposo. Cosi' dopo qualche mese di disperati tentativi di continuare ad arrampicare ho smesso del tutto... per sei anni!

Ho ricominciato a Londra 15 kg piu' tardi. Ho trovato il socio migliore del mondo: mia moglie. Ossessionata come me, mi ha dato la motivazione e carica giusta per tornare in palestra e scoprire che il gesto c'era ancora, ma il grado... 6a lavorato, 5+ a vista, niente strapiombi solo verticale ed appoggiato... su plastica! L'ho detto e scritto piu' volte. In quel periodo mi sono sentito come gli ippopotami ballerina di Fantasia.

Nonostante il morale basso il mio socio mi portava in palestra 3 volte alla settimana dalle 7 alle 10. Poi anche nei weekend. 4 volte a settimana, 5 volte a settimana. Abbiamo passato un periodo in cui andavamo tutti i giorni. Puo' succedere solo se hai un socio impazzito quanto o piu' di te per questo sport. Risultato: 8a per me in due anni. 7b+ per il socio.

La conclusione della mia limitata testa era ovvia. Continuo cosi' e arrivo al 9a entro i 35 anni. Ho continuato cosi' per qualche mese e... tac (!) infortunio. E siamo all'inizio di quest'anno. Di nuovo, eccheppalle. Un passo indietro, due, tre... da qualche mese a questa parte siamo di nuovo qui che litighiamo con il 7a. E' come se ci fosse una barriera, che la mia testa si e' convinta a non far superare al mio corpo. Ne usciro', lo so, ma la morale e' che la stessa ricetta non puo' funzionare per sempre. In questo forum ci sono 250 pagine di sproloqui anche e soprattutto per questo motivo. Perche' ognuno ha i suoi metodi e ognuno li cambia regolarmente. Perche' e' soprattutto un gioco mentale oltreche' fisico e per questo avere qualcuno al tuo fianco che ti capisce e che capisci vale piu' di 10 lanci mono sul PG.

Vale anche l'opposto? Oh yes! Purtroppo l'opposto vale eccome e gli effetti possono essere devastanti. Arrampicare con il socio sbagliato e' come studiare giorno e notte per un esame, essere convinti di passarlo con 30 e lode e poi non arrivare neanche all'orale perche' si canna lo scritto. Viene voglia di bruciare i libri e lasciare l'universita' per sempre. Conosco molta gente che e' caduta in questa spirale, ma soprattutto conosco me stesso perche' penso che nella fase pre-londina mi sia successo proprio questo :-k

Il socio e' tutto :-)


Ciao volevo domandarti due cose se non ti dispiace :)
quando andavi in palestra che tipo di allenamento seguivi?
un ultima cosa che volevo domandarti eh secondo te l'infortunio che hai avuto e dovuto al fatto che andavi a scalare quasi tutti i giorni oppure ad esempio non inserivi ogni 2-3 settimane una settimana piu leggera "scarico"?

ciao e grazie

p.s. mi riferisco al testo scritto in corsivo :D

p.s.2 non mollare che tornerai di nuovo in forma piu di prima
:wink:
Silve92
 
Messaggi: 28
Iscritto il: sab ott 15, 2011 9:52 am

Messaggioda alemaiale » ven ott 28, 2011 22:33 pm

Stasera lezione, tracciato ancora un blocco.....

Adesso ho solo due pensieri

Domani scalo!!!!
Lunedì voglio assolutamente allenarmi!!!!!
WORK LESS CLIMB MORE
Avatar utente
alemaiale
 
Messaggi: 1883
Images: 11
Iscritto il: ven ago 22, 2008 16:55 pm
Località: Ivrea

Messaggioda ncianca » sab ott 29, 2011 9:51 am

Silve92 ha scritto:
ncianca ha scritto:Nonostante il morale basso il mio socio mi portava in palestra 3 volte alla settimana dalle 7 alle 10. Poi anche nei weekend. 4 volte a settimana, 5 volte a settimana. Abbiamo passato un periodo in cui andavamo tutti i giorni. Puo' succedere solo se hai un socio impazzito quanto o piu' di te per questo sport. Risultato: 8a per me in due anni. 7b+ per il socio.


Ciao volevo domandarti due cose se non ti dispiace :)
quando andavi in palestra che tipo di allenamento seguivi?
un ultima cosa che volevo domandarti eh secondo te l'infortunio che hai avuto e dovuto al fatto che andavi a scalare quasi tutti i giorni oppure ad esempio non inserivi ogni 2-3 settimane una settimana piu leggera "scarico"?


Dunque, a Torino ai primordi mi ricordo di essere rimasto impressionato dall'eleganza nel movimento di un tizio che ai tempi arrampicava sul 7b. Erano i tempi in cui il 7b era considerato ancora una cosa molto seria e andava ancora di moda il climber "anoressico". Brutti tempi quindi. L'unica cosa positiva è che allora il gesto ricopriva un'importanza assoluta rispetto alla forza pura ed infatti molti climber forti di allora erano sì forti, ma niente in confronto a certi alieni i oggi.

Il mio metodo di allenamento ha quindi subìto fin da subito di questo imprinting torinese. Questo è sempre stato il mio punto di forza, ma anche la mia più grande debolezza, perché di fatto dopo tutto questo tempo passato nel tempio della forza pura (palestra indoor), sono ancora molto debole sia di dita sia di braccia. Il genere di via dove serve resistenza lunga è la mia debolezza maggiore. Parola di Steve McClure che mi ha fatto un po' di coaching (regalo di compleanno della moglie) e che è invece un semidio della resistenza lunga. Basta andare a vedere il suo "parco giochi" a Malham Cove per rendersi conto di dove si è fatto le dita...

Nel periodo super intenso in palestra non avevo ancora tutta questa conoscenza sulla mia arrampicata e quando è così è perché, secondo me, non si è ancora finito di sfruttare lo strumento di allenamento principale di questo sport, quello che ti fa migliorare velocemente e senza infortuni: l'arrampicata stessa, ovvero il gesto. Mi imponevo quindi di arrampicare al mio limite, di non perdere tempo e di ripetere vie sulle quali magari avevo lavorato a lungo prima di chiuderle e di arrampicarle sempre meglio, sempre più in fluidità fino a quando diventavano delle "scalette". Così venivano fuori sessioni in cui dopo il riscaldamento riuscivo a concatenare 7-8 vie tutte sopra il 6b, magari le prime due "a vista". Poi tutte sopra il 6c, il 7a e via dicendo. Non ti dico la ghisa. Non sono mai andato via dalla palestra senza una ghisa impressionante.

Ovvio che ad un certo punto il calo arrivava e quando questo era più lungo del previsto inserivo due o tre giorni di riposo. L'arrampicata in sé però non ha mai messo sotto stress tendini e pulegge. Proprio per via della mia ossessione sul gesto, in palestra non improvviso mai un movimento di cui non sia assolutamente convinto. Gli infortuni possono arrivare in qualunque momento, ma quelli brutti in arrampicata sono quasi sempre dovuti a qualcosa di inaspettato, fuori controllo. Quello che è successo a me, due volte, è il classico caso di "overuse injury", come si dice da queste parti. La prima volta è successo sul muro boulder. Ci avevo preso gusto, il B-Side di Torino offre circuiti e boulder e dopo mesi di circuiti avevo deciso di provare un po' di boulder. La cosa brutta degli infortuni da sovraccarico (penso sia questa la traduzione) è che non succedono all'improvviso. Si insinuano lentamente e assomigliano molto ai dolorini che inevitabilmente accompagnano il nostro sport alla fine di ogni sessione allenante. Poi un giorno te ne stai bravo a casa e la sera prima di andare a dormire inizi a sentire un dolore anomalo e ti accorgi che il dito si è gonfiato. Tendinite. Va via (se va via del tutto) dopo mesi di riposo e riabilitazione. La seconda volta è successa la stessa cosa. Dopo l'exploit sull'8a ho pensato che era giunta l'ora di lavorare sui miei punti deboli dichiarati. Ovvero la forza e forza lunga. È tutto documentato su questo forum :-) Le ho provate tutte. Il metodo di Robi, quello di Jolly, condito con qualcosa di Ciorte, sono effettivamente diventato più forte, ma il dolorino aveva iniziato ad insinuarsi e questa volta lo conoscevo e quindi mi sono fermato per un mesetto. Ma niente da fare. Quando il bastardo inizia va fino in fondo. Ho ripreso dolcemente, ma lui ha continuato ad arrivare sempre più forte fino a quando la tendinite è arrivata puntuale e confermata da una risonanza magnetica.

L'errore penso che sia stato ovviamente non rispettare i tempi di riposo. Questo è spiegato bene nel libro di Robi. Innanzitutto i tempi di riposo sono relativi. Andando a lavorare sui miei punti deboli i miei tempi di riposo andavano duplicati, triplicati. Invece ho continuato ad usare la regola dei due-tre giorni. Dopo una sessione al system wall ho come l'impressione che avrei dovuto riposare almeno una settimana. Dopo quattro ore sul muro boulder, forse 10 giorni. Il fatto è che ero viziato dai miei brevissimi tempi di recupero sul muro con la corda. Ma questo è perché la mia ossessione per il gesto ha sempre fatto sì che sul muro con la corda non abbia mai veramente portato il mio corpo al suo limite strutturale. Sul muro boulder o su qualunque strumento a secco il limite lo raggiungevo quasi subito. Quindi ho cannato i tempi di recupero alla grande e con buona probabilità anche il riscaldamento. Una analisi fatta in retrospettiva con il libro di Robi alla mano ha confermato i miei sospetti: sono un piciu. Dò la colpa a Robi che ci ha messo troppo tempo a fare uscire il suo libro :-)

Tutto questo per dire che volendo fare le cose per bene forse bisognerebbe:
- divertirsi
- farsi un po' di "letteratura" prima di saltare a conclusioni affrettate
- in palestra sfruttare l'arrampicata come strumento di allenamento principale, ma spingere sempre (leggi: cadere, niente "metti in tiro!") dando più importanza possibile al gesto, questo dovrebbe ad un certo punto aiutare ad individuare i punti deboli
- lavorare sui punti deboli in modo specifico e con estrema cautela rifacendosi alla letteratura di cui sopra che esiste per un motivo

Perché tutto questo avvenga, serve un socio che ti stia dietro. È difficile fare tutto da soli. Anche perché fin qui si è trattato solo di questioni fisiche... poi c'è la mente... forse il vero problema...
Avatar utente
ncianca
 
Messaggi: 3939
Images: 0
Iscritto il: mar lug 14, 2009 14:59 pm
Località: Torino

Messaggioda Silve92 » dom ott 30, 2011 13:33 pm

ncianca ha scritto:
Silve92 ha scritto:
ncianca ha scritto:Nonostante il morale basso il mio socio mi portava in palestra 3 volte alla settimana dalle 7 alle 10. Poi anche nei weekend. 4 volte a settimana, 5 volte a settimana. Abbiamo passato un periodo in cui andavamo tutti i giorni. Puo' succedere solo se hai un socio impazzito quanto o piu' di te per questo sport. Risultato: 8a per me in due anni. 7b+ per il socio.


Ciao volevo domandarti due cose se non ti dispiace :)
quando andavi in palestra che tipo di allenamento seguivi?
un ultima cosa che volevo domandarti eh secondo te l'infortunio che hai avuto e dovuto al fatto che andavi a scalare quasi tutti i giorni oppure ad esempio non inserivi ogni 2-3 settimane una settimana piu leggera "scarico"?


Dunque, a Torino ai primordi mi ricordo di essere rimasto impressionato dall'eleganza nel movimento di un tizio che ai tempi arrampicava sul 7b. Erano i tempi in cui il 7b era considerato ancora una cosa molto seria e andava ancora di moda il climber "anoressico". Brutti tempi quindi. L'unica cosa positiva è che allora il gesto ricopriva un'importanza assoluta rispetto alla forza pura ed infatti molti climber forti di allora erano sì forti, ma niente in confronto a certi alieni i oggi.

Il mio metodo di allenamento ha quindi subìto fin da subito di questo imprinting torinese. Questo è sempre stato il mio punto di forza, ma anche la mia più grande debolezza, perché di fatto dopo tutto questo tempo passato nel tempio della forza pura (palestra indoor), sono ancora molto debole sia di dita sia di braccia. Il genere di via dove serve resistenza lunga è la mia debolezza maggiore. Parola di Steve McClure che mi ha fatto un po' di coaching (regalo di compleanno della moglie) e che è invece un semidio della resistenza lunga. Basta andare a vedere il suo "parco giochi" a Malham Cove per rendersi conto di dove si è fatto le dita...

Nel periodo super intenso in palestra non avevo ancora tutta questa conoscenza sulla mia arrampicata e quando è così è perché, secondo me, non si è ancora finito di sfruttare lo strumento di allenamento principale di questo sport, quello che ti fa migliorare velocemente e senza infortuni: l'arrampicata stessa, ovvero il gesto. Mi imponevo quindi di arrampicare al mio limite, di non perdere tempo e di ripetere vie sulle quali magari avevo lavorato a lungo prima di chiuderle e di arrampicarle sempre meglio, sempre più in fluidità fino a quando diventavano delle "scalette". Così venivano fuori sessioni in cui dopo il riscaldamento riuscivo a concatenare 7-8 vie tutte sopra il 6b, magari le prime due "a vista". Poi tutte sopra il 6c, il 7a e via dicendo. Non ti dico la ghisa. Non sono mai andato via dalla palestra senza una ghisa impressionante.

Ovvio che ad un certo punto il calo arrivava e quando questo era più lungo del previsto inserivo due o tre giorni di riposo. L'arrampicata in sé però non ha mai messo sotto stress tendini e pulegge. Proprio per via della mia ossessione sul gesto, in palestra non improvviso mai un movimento di cui non sia assolutamente convinto. Gli infortuni possono arrivare in qualunque momento, ma quelli brutti in arrampicata sono quasi sempre dovuti a qualcosa di inaspettato, fuori controllo. Quello che è successo a me, due volte, è il classico caso di "overuse injury", come si dice da queste parti. La prima volta è successo sul muro boulder. Ci avevo preso gusto, il B-Side di Torino offre circuiti e boulder e dopo mesi di circuiti avevo deciso di provare un po' di boulder. La cosa brutta degli infortuni da sovraccarico (penso sia questa la traduzione) è che non succedono all'improvviso. Si insinuano lentamente e assomigliano molto ai dolorini che inevitabilmente accompagnano il nostro sport alla fine di ogni sessione allenante. Poi un giorno te ne stai bravo a casa e la sera prima di andare a dormire inizi a sentire un dolore anomalo e ti accorgi che il dito si è gonfiato. Tendinite. Va via (se va via del tutto) dopo mesi di riposo e riabilitazione. La seconda volta è successa la stessa cosa. Dopo l'exploit sull'8a ho pensato che era giunta l'ora di lavorare sui miei punti deboli dichiarati. Ovvero la forza e forza lunga. È tutto documentato su questo forum :-) Le ho provate tutte. Il metodo di Robi, quello di Jolly, condito con qualcosa di Ciorte, sono effettivamente diventato più forte, ma il dolorino aveva iniziato ad insinuarsi e questa volta lo conoscevo e quindi mi sono fermato per un mesetto. Ma niente da fare. Quando il bastardo inizia va fino in fondo. Ho ripreso dolcemente, ma lui ha continuato ad arrivare sempre più forte fino a quando la tendinite è arrivata puntuale e confermata da una risonanza magnetica.

L'errore penso che sia stato ovviamente non rispettare i tempi di riposo. Questo è spiegato bene nel libro di Robi. Innanzitutto i tempi di riposo sono relativi. Andando a lavorare sui miei punti deboli i miei tempi di riposo andavano duplicati, triplicati. Invece ho continuato ad usare la regola dei due-tre giorni. Dopo una sessione al system wall ho come l'impressione che avrei dovuto riposare almeno una settimana. Dopo quattro ore sul muro boulder, forse 10 giorni. Il fatto è che ero viziato dai miei brevissimi tempi di recupero sul muro con la corda. Ma questo è perché la mia ossessione per il gesto ha sempre fatto sì che sul muro con la corda non abbia mai veramente portato il mio corpo al suo limite strutturale. Sul muro boulder o su qualunque strumento a secco il limite lo raggiungevo quasi subito. Quindi ho cannato i tempi di recupero alla grande e con buona probabilità anche il riscaldamento. Una analisi fatta in retrospettiva con il libro di Robi alla mano ha confermato i miei sospetti: sono un piciu. Dò la colpa a Robi che ci ha messo troppo tempo a fare uscire il suo libro :-)

Tutto questo per dire che volendo fare le cose per bene forse bisognerebbe:
- divertirsi
- farsi un po' di "letteratura" prima di saltare a conclusioni affrettate
- in palestra sfruttare l'arrampicata come strumento di allenamento principale, ma spingere sempre (leggi: cadere, niente "metti in tiro!") dando più importanza possibile al gesto, questo dovrebbe ad un certo punto aiutare ad individuare i punti deboli
- lavorare sui punti deboli in modo specifico e con estrema cautela rifacendosi alla letteratura di cui sopra che esiste per un motivo

Perché tutto questo avvenga, serve un socio che ti stia dietro. È difficile fare tutto da soli. Anche perché fin qui si è trattato solo di questioni fisiche... poi c'è la mente... forse il vero problema...


grazie mille per tutta la spiegazione! io ho possibilita di allenarmi 4 volte a settimana + domenica fuori. In questi allenamenti alterno circuiti e boulder; non faccio nessun tipo di esercizi a secco...! il mio grado nn e molto alto arrampico da 1 anno ma mi son allenato in pale 3 mesi! giro sui 6b quasi a vista. Spero che quest anno centro l'obbiettivo di arrivare al 6c/7a.

Volevo domandarvi una cosa in pale ci sono troppi boulder fuori dalla realta nel senso che su una via non incontrero' mai quei movimenti assurdi. Una linea in falesia nella maggior parte dei casi e abbastanza dritta! Secondo voi e' cmq produttivo allenarsi con questi boulder? con obbiettivo arrampicare in falesia? oppure sarebbe meglio creare dei blocchi piu reali a dei passi di via?

p.s. mi alleno sui blocchi soprattutto per migliroare la forza sotto tutti i punti di vista nn per altro. "nn mi interessa molto diventar forte nei boulder"

ciao e grazie.
Silve92
 
Messaggi: 28
Iscritto il: sab ott 15, 2011 9:52 am

Messaggioda ncianca » lun ott 31, 2011 12:10 pm

Silve92 ha scritto:Volevo domandarvi una cosa in pale ci sono troppi boulder fuori dalla realta nel senso che su una via non incontrero' mai quei movimenti assurdi. Una linea in falesia nella maggior parte dei casi e abbastanza dritta! Secondo voi e' cmq produttivo allenarsi con questi boulder? con obbiettivo arrampicare in falesia? oppure sarebbe meglio creare dei blocchi piu reali a dei passi di via?

p.s. mi alleno sui blocchi soprattutto per migliroare la forza sotto tutti i punti di vista nn per altro. "nn mi interessa molto diventar forte nei boulder"

ciao e grazie.


A meno che tu non ti riferisca a veri e propri numeri da circo, tutti i boulder sono utili. Il boulder o e' fine a se stesso o e' lo strumento piu' utile ed efficace per sviluppare la forza specifica del gesto arrampicata, se e' la forza che ti interessa. Io come avrai capito, prediligo il gesto stesso per via della mia fragilita' tendinea :-(
Avatar utente
ncianca
 
Messaggi: 3939
Images: 0
Iscritto il: mar lug 14, 2009 14:59 pm
Località: Torino

Messaggioda alemaiale » lun ott 31, 2011 17:00 pm

Oggi prima sessione d'allenamento.
10 blocchi ad aumentare la difficoltà...
Domani esercizi
WORK LESS CLIMB MORE
Avatar utente
alemaiale
 
Messaggi: 1883
Images: 11
Iscritto il: ven ago 22, 2008 16:55 pm
Località: Ivrea

Messaggioda alemaiale » lun ott 31, 2011 23:33 pm

Visto che non arrivava nessuno ho dato ancora un colpo all'ultimo progetto tracciato, e come per magia FINITO!!!!!!
Lancio al piatto e via!!!!!
Incominciato a preparare i progetti sui circuiti che dolori !!!!!
Da quest'anno ho deciso di cambiare regole e quindi anche i circuiti hanno i piedi obbligati, il risultato e strtosferico aumentata notevolmente l'intensità ed anche la tecnica non è assolutamente lasciata al caso.
Sono molto soddisfatto di questo risultato, ora devo recuperare un pò di piastre degli spit per emulare la scalata con la corda.
Vedremo che succederà........

To be continued......
WORK LESS CLIMB MORE
Avatar utente
alemaiale
 
Messaggi: 1883
Images: 11
Iscritto il: ven ago 22, 2008 16:55 pm
Località: Ivrea

Messaggioda alemaiale » mar nov 01, 2011 18:44 pm

Oggi sessione su circuito da 20 movimenti.
5 giri.
WORK LESS CLIMB MORE
Avatar utente
alemaiale
 
Messaggi: 1883
Images: 11
Iscritto il: ven ago 22, 2008 16:55 pm
Località: Ivrea

Messaggioda granparadiso » mar nov 01, 2011 20:17 pm

alemaiale ha scritto:Oggi sessione su circuito da 20 movimenti.
5 giri.



consecutivi o...1 giro e riposi-1 giro e riposi...
babbo....
è....
quindi le montagne tengono su il cielo!

(mio figlio dopo aver visto Bonatti e Messner)

Mitakuye oyasin
*************
Avatar utente
granparadiso
 
Messaggi: 3594
Images: 86
Iscritto il: lun ott 15, 2007 11:42 am
Località: Urbino

Messaggioda granparadiso » mar nov 01, 2011 20:24 pm

chiedo un parere qui senza aprire un topic

che ne pensate di un verticale su micro tecche e svasi per allenamento alla placca?

potrebbe funzionare?
babbo....
è....
quindi le montagne tengono su il cielo!

(mio figlio dopo aver visto Bonatti e Messner)

Mitakuye oyasin
*************
Avatar utente
granparadiso
 
Messaggi: 3594
Images: 86
Iscritto il: lun ott 15, 2007 11:42 am
Località: Urbino

Messaggioda alemaiale » mar nov 01, 2011 21:32 pm

granparadiso ha scritto:
alemaiale ha scritto:Oggi sessione su circuito da 20 movimenti.
5 giri.



consecutivi o...1 giro e riposi-1 giro e riposi...


5 minuti di riposo tra un giro e l'altro
WORK LESS CLIMB MORE
Avatar utente
alemaiale
 
Messaggi: 1883
Images: 11
Iscritto il: ven ago 22, 2008 16:55 pm
Località: Ivrea

Messaggioda alemaiale » mar nov 01, 2011 21:34 pm

granparadiso ha scritto:chiedo un parere qui senza aprire un topic

che ne pensate di un verticale su micro tecche e svasi per allenamento alla placca?

potrebbe funzionare?


Il meglio sarebbe che queste due tipologie di prese vengano alternate.

Circuiti solo tacche o solo svasi sono poco producenti.
WORK LESS CLIMB MORE
Avatar utente
alemaiale
 
Messaggi: 1883
Images: 11
Iscritto il: ven ago 22, 2008 16:55 pm
Località: Ivrea

Messaggioda granparadiso » mar nov 01, 2011 22:35 pm

alemaiale ha scritto:
granparadiso ha scritto:chiedo un parere qui senza aprire un topic

che ne pensate di un verticale su micro tecche e svasi per allenamento alla placca?

potrebbe funzionare?


Il meglio sarebbe che queste due tipologie di prese vengano alternate.

Circuiti solo tacche o solo svasi sono poco producenti.


beh certo, l'idea, perche ancora è solo un'idea, le prese sarebbero miste e montate sullo stesso pannello quindi i circuiti sarebbero misti tacche e svasi

ma quello che volevo capire è se come tipo di allenamento potrebbe funzionare per migliorare in placca o se i benefici sarebbero minimi :roll:
babbo....
è....
quindi le montagne tengono su il cielo!

(mio figlio dopo aver visto Bonatti e Messner)

Mitakuye oyasin
*************
Avatar utente
granparadiso
 
Messaggi: 3594
Images: 86
Iscritto il: lun ott 15, 2007 11:42 am
Località: Urbino

Messaggioda ncianca » mar nov 01, 2011 23:21 pm

granparadiso ha scritto:chiedo un parere qui senza aprire un topic

che ne pensate di un verticale su micro tecche e svasi per allenamento alla placca?

potrebbe funzionare?


Per la placca devi allenare la tecnica di piedi. Difficile allenarla sul sintetico. Imho. Però micro tacche e svasi su verticale rafforzano le dita in generale, quindi "male" non fanno... cioè fanno male, ma basta non esagerare :-)
Avatar utente
ncianca
 
Messaggi: 3939
Images: 0
Iscritto il: mar lug 14, 2009 14:59 pm
Località: Torino

Messaggioda EasyMan » mer nov 02, 2011 11:07 am

secondo me utilizzando piatti e obbligare lo spostamento dei piedi per arrivare alla presa successiva è l'allenamento migliore sulla plastica per la tecnica.

Mi ricordo un circuito di questo tipo che era molto difficile ed è per questo che ti consiglio di mettere delle tacche come riposi. Pian piano poi si possono diminuire i riposi.
EasyMan
 
Messaggi: 1465
Images: 6
Iscritto il: mar lug 26, 2005 19:16 pm

Messaggioda ncianca » mer nov 02, 2011 12:11 pm

... che poi placca e' un termine un po' generico... sul calcare e' una cosa, sul granito e' un'altra. Forse un allenamento sostanzialmente per le dita puo' servire per certe placche su calcare dove arcuare abbestia puo' aiutare a risolvere un passaggio ostico, ma per il granito non saprei. Io ho imparato a fidarmi della gomma a Borgone sul granito rosso della cava. A Capo Testa in Sardegna, granito ultra abrasivo, non penso di avere mai arcuato, nel senso che di cose per le mani non ce n'e' gia' oltre il 6a. Sul granito si spinge molto sui palmi si fanno ristabilimenti aleatori tenendo tra le dita un cristallo ed illudendosi che serva veramente a qualcosa. Forse oltre che alla tecnica di piedi per certe placche bisogna allenare l'astuzia...
Avatar utente
ncianca
 
Messaggi: 3939
Images: 0
Iscritto il: mar lug 14, 2009 14:59 pm
Località: Torino

Messaggioda frasauro » mer nov 02, 2011 13:24 pm

granparadiso ha scritto:
chiedo un parere qui senza aprire un topic

che ne pensate di un verticale su micro tecche e svasi per allenamento alla placca?

potrebbe funzionare?


Per la placca devi allenare la tecnica di piedi. Difficile allenarla sul sintetico. Imho. Però micro tacche e svasi su verticale rafforzano le dita in generale, quindi "male" non fanno... cioè fanno male, ma basta non esagerare


granparadiso non so di dove sei, però se ti capita fai un salto alla palestra di Silea che c'è una via (6b) che ripropone la tecnica di placca. Sarà alta 13 metri e ci sono se non erro 4 o 5 tacchette per le mani, piedi in aderenza più 3 grani..molto bella!
"chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola" Paolo Borsellino
Avatar utente
frasauro
 
Messaggi: 1423
Iscritto il: sab apr 02, 2011 14:57 pm
Località: padova_roma_lavarone

Messaggioda alemaiale » mer nov 02, 2011 23:25 pm

granparadiso ha scritto:
alemaiale ha scritto:
granparadiso ha scritto:chiedo un parere qui senza aprire un topic

che ne pensate di un verticale su micro tecche e svasi per allenamento alla placca?

potrebbe funzionare?


Il meglio sarebbe che queste due tipologie di prese vengano alternate.

Circuiti solo tacche o solo svasi sono poco producenti.


beh certo, l'idea, perche ancora è solo un'idea, le prese sarebbero miste e montate sullo stesso pannello quindi i circuiti sarebbero misti tacche e svasi

ma quello che volevo capire è se come tipo di allenamento potrebbe funzionare per migliorare in placca o se i benefici sarebbero minimi :roll:


Diciamo che i benefici sono minimi perchè di aderenza sul pannello fatta con i piedi ne fai veramente poca.
I piedi che userai, e come li userai, faranno la vera differenza. Piedi molto grossi renderanno l'esercizio inutile.
Comunque se le cose le fai bene ne verrà fuori un buon allenamento per le dita, che alla fine male non fà. :wink:

Oggi allenamento una decina di blocchi, tracciato blocchi nuovi e via a casa.
WORK LESS CLIMB MORE
Avatar utente
alemaiale
 
Messaggi: 1883
Images: 11
Iscritto il: ven ago 22, 2008 16:55 pm
Località: Ivrea

Messaggioda granparadiso » gio nov 03, 2011 15:54 pm

mmm..... :-k

dai vostri commenti ne è venuto fuori quello che immaginavo...
non serve a niente per i piedi :wink:

vorrà dire che continuerò a tirare in strapiombo :)



:smt115 però se la faccio appoggiata e la rendo bella grattugia?
piatti e svasetti per le mani e zero assoluto per i piedi

:smt032
babbo....
è....
quindi le montagne tengono su il cielo!

(mio figlio dopo aver visto Bonatti e Messner)

Mitakuye oyasin
*************
Avatar utente
granparadiso
 
Messaggi: 3594
Images: 86
Iscritto il: lun ott 15, 2007 11:42 am
Località: Urbino

Messaggioda lingerie » gio nov 03, 2011 18:43 pm

alemaiale ha scritto:
granparadiso ha scritto:
alemaiale ha scritto:
granparadiso ha scritto:chiedo un parere qui senza aprire un topic

che ne pensate di un verticale su micro tecche e svasi per allenamento alla placca?

potrebbe funzionare?


Il meglio sarebbe che queste due tipologie di prese vengano alternate.

Circuiti solo tacche o solo svasi sono poco producenti.


beh certo, l'idea, perche ancora è solo un'idea, le prese sarebbero miste e montate sullo stesso pannello quindi i circuiti sarebbero misti tacche e svasi

ma quello che volevo capire è se come tipo di allenamento potrebbe funzionare per migliorare in placca o se i benefici sarebbero minimi :roll:


Diciamo che i benefici sono minimi perchè di aderenza sul pannello fatta con i piedi ne fai veramente poca.
I piedi che userai, e come li userai, faranno la vera differenza. Piedi molto grossi renderanno l'esercizio inutile.
Comunque se le cose le fai bene ne verrà fuori un buon allenamento per le dita, che alla fine male non fà. :wink:

Oggi allenamento una decina di blocchi, tracciato blocchi nuovi e via a casa.


domani vengo a provarli...
Un abbraccio a tutti voi...non scordate mai le piccole cose, le piu preziose...
...camminate per la vostra strada, un piede avanti all'altro senza scordare di sorridere.

(SCOTT)
Avatar utente
lingerie
 
Messaggi: 4801
Images: 202
Iscritto il: lun nov 22, 2004 12:59 pm
Località: VALLE DEL MANUBRIO

PrecedenteProssimo

Torna a Allenamento - Alimentazione - Medicina

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 9 ospiti

Forum.Planetmountain.com

Il Forum è uno spazio d’incontro virtuale, aperto a tutti, che consente la circolazione e gli scambi di opinioni, idee, informazioni, esperienze sul mondo della montagna, dell’alpinismo, dell’arrampicata e dell’escursionismo.

La deliberata inosservanza di quanto riportato nel REGOLAMENTO comporterà l'immediato bannaggio (cancellazione) dal forum, a discrezione degli amministratori del forum. Sarà esclusivo ed insindacabile compito degli amministratori stabilire quando questi limiti vengano oltrepassati ed intervenire di conseguenza.

cron