Non c' è storia, Raven è fuori dal club
Copio ed incollo un suo racconto pubblicato su faccia-libro. E' una vera autodenuncia.
L' ex presidentessa narra di un suo rito propiziatorio fatto per avere il sole a fini decisamente non pipponeschi: per arrampicare in montagna
Una vera pippa farebbe gli scongiuri pur di avere il brutto tempo ed evitare una scalata. Infatti così abbiamo fatto noi, che alla prima nube ce ne siamo scappati prima in falesia e poi, il giorno dopo, il corda doppia. Lei no, lei arrampica, aspetta il sole ed è capace anche di prendersi la grandine in parete, il freddo ed il rischio di chissà che cosa, pur di fare la sua via di arrapicata alpinistica. Oltre tutto va da prima su tiri praticamente sprotetti.
No, mia cara ex, tu non potresti fare neppure la sciamana del club, un vero sciamano/pippa fa piovere, non fa uscire il sole
DANZA DEL SOLEpubblicata da Loretta Spaccatrosi il giorno mercoledì 27 luglio 2011 alle ore 20.12
Per liberarmi questo fine settimana ho sputato sangue ed ora guardo il meteo e scopro che peggio di così non potrebbe andare: pioggia sabato, temporali domenica. Sono mesi che non ho due giornate a disposizione per scalare, che gli costava al tempo di stare dalla mia parte? Prima mi arrabbio e dopo mi deprimo? ?non è giusto!? ripeto, fino a che nella mente non si fa strada un ricordo lontano, quasi svanito nella nebbia del passato perduto: io un tempo avevo il mio rito di ringraziamento al sole, un pezzo di musica che dalla prima volta che lo avevo ascoltato, dopo che M. mi aveva regalato quel cd,avevo eletto come mezzo di unione tra me e quell?astro? già da quando M. mi aveva regalato il cd, quel cd che ora era finito in una scatola insieme a tutte le altre cose ricevute da lui. Stava lì chiuso da sette giri di scotch, nascosto agli occhi, nascosto all?anima? non ci penso due volte: vado a prenderlo! Non so neanche se riuscirò a ritrovarlo ma almeno ci provo: io in questo week end voglio essere in compagnia del sole e un sacrificio per questo lo posso fare. In fondo ho imparato a conoscerlo il sole, è un po? come tutti noi, gli piace essere corteggiato, desiderato, chiamato. Metto su il cd, cerco la traccia giusta e lascio partire la musica. Il primo effetto non è quello desiderato, anzi. Se fuori ancora non piove in compenso piove dentro: inizio a piangere come una disperata. Non sapevo neanche che mi fosse rimasto tutto quel dolore per quella storia finita. Piango e piango e piango ancora.
prima o poi mi finiranno le lacrime. prima o poi uscirà uno spicchio di sereno anche dentro me e poi, sole, se volevi un sacrificio, eccolo, ecco qua tutto il mio dolore, adesso però in cambio tu devi esserci quando io arriverò al gran sasso, e so che sarà così.
Sabato mattina: piove ma non importa, come sono finite a me le lacrime, ieri, finiranno anche alle nuvole. Aspetto tranquilla. Ora piove di meno. ?allora ci prepariamo?? gli occhi degli altri mi si puntano addosso come spilli ?Ma che sei matta?? ?dobbiamo essere pronti quando smette di piovere, il sole si deve sentire desiderato se no non viene!? Solo Fabri inizia a sistemare lo zaino. Neanche Roberto mi segue, lui che scala sempre, dovunque e comunque, dopo un?iniziale titubanza che mi aveva fatto ben sperare mi dice ?Ma ?ndo vai co? sto tempo?? Rimango perplessa, Roberto che rinuncia mi fa dubitare della sensatezza della mia decisione, ma è solo un attimo ?Ma come, non si capisce mi preparo perché vado a scalare appena smette di piovere? ?noi andiamo in falesia? replica lui facendosi portavoce dell?intero gruppo. Così Fabri e io continuiamo da soli a sistemare gli zaini. Siamo pronti. Non piove più. ?Dove andate?? ? un?altra volta, ma che tutti sanno fare solo questa domanda? ?Andiamo a Pizzo Intermesoli a scalare? ?vengo anche io aspettate che prendo lo zaino? e se ne va di corsa, Stefano, tornando con un minuscolo e squinternato zaino che certo non gli dà l?aria di essere un alpinista serio, esattamente come non ce l?abbiamo noi, quindi siamo perfetti e siamo pure tre che è il numero perfetto. E infatti tutto è perfetto: scaliamo, senza che una goccia d?acqua scenda a bagnarci. E finita la via ce la ridiamo felici sdraiati sul prato perché finalmente il Sole è arrivato e se la ride, pure lui con noi e su di noi.
Lo sapevo che non mi avresti deluso. Tu ed io, la nostra musica, il nostro rito, la nostra danza non aveva mai fallito prima e non ha fallito neanche questa volta, almeno fino ad ora. Rimane domani?vedi che puoi fa??
Domenica: sole, cielo sereno, caldo ma rimangono quelle previsioni: temporali pomeridiani? ?Sole vediamo che puoi fare!? mi canticchio la nostra musica durante l?avvicinamento. Sì saranno superstizioni, saranno quello che vi pare ma io ci credo che noi tutti abbiamo dei mezzi per metterci in sintonia con l?universo e queste note sono il mio diapason per accordarmi con il sole. prime venature quando siamo all?attacco. Meno male perché stavamo partendo tutti in magliettina, invece velocemente ci rivestiamo e infiliamo qualche maglietta in più negli zaini da portare dietro e ciò nonostante in alcuni tratti sentiamo freddo, però arriviamo in vetta tra nuvole e nebbia senza che la pioggia si sia fatta vedere. Prima doppia, seconda doppia.?Piove? dice Fabri, neanche il tempo di dirlo che la pioggia si trasforma in grandine ?? dura cinque minuti, forse dieci non di più, ma siamo fradici come pulcini, le corde sono zuppe, continuare le doppie diventa una faticaccia. Che delusione?? ma davvero Sole mi hai potuto fare questo? ?Guarda, l?arcobaleno!? mi giro ed è lì sotto i nostri piedi. i brividi che mi percorrono la schiena non sono più brividi di freddo. ?Sì Sole, davvero mi hai potuto fare questo?