spiegarla e bene è impossibile.
provo però a esplodere la perfetta sintesi di batman, con l'aiuto di wikipedia, google e un po’ di memoria.
Anni 80.
La costante presenza e l'attenzione per i suoi corregionali, assicurava a REMO GASPARI da un lato il benvolere del collegio e rielezioni a catena e plebiscitarie - nel 1987 ottenne un record di oltre 177mila preferenze - ; dall'altro critiche di spregiudicatezza e di clientelismo nella gestione di quel potere che lui esercitava sì con il sorriso pacioso dello spirito più materno della Dc, ma anche con estrema decisione.
Lo "Zio Remo", come era chiamato anche dagli avversari politici, ha sempre rivendicato a sè e alla Dc il merito di aver portato l'Abruzzo fuori dall'arretratezza del Sud, collegandolo a Roma con le autostrade e assicurando alla regione l'arrivo delle industrie e di una messe continua di finanziamenti, non sempre poi spesi bene. Le polemiche, del resto, nella sua lunghissima carriera non sono mancate: da quando gli si contestavano le infornate di postini abruzzesi alle critiche sulla gestione dell'emergenza per l'alluvione in Valtellina da ministro della protezione civile, fino a quella sull'utilizzo privato dell'elicottero dei vigili del fuoco per andare a vedere la Roma che giocava a Pescara.
Anni 90
L’abruzzo ha un non certo invidiabile record: nella graduatoria nazionale di TANGENTOPOLI si colloca al quarto posto, a pari merito col Lazio, con 139 arresti e 341 indagati, 11 parlamentari (tra cui l' ex ministro Remo Gaspari) per cui è stata richiesta l' autorizzazione a procedere, 79 amministratori pubblici inquisiti, 37 imprenditori messi sotto accusa, 31 funzionari raggiunti da provvedimenti giudiziari.
Anni 2000
L’ex Ministro Finanze e Presidente Regione OTTAVIANO DEL TURCO Il 14 luglio 2008 viene arrestato dalla Guardia di Finanza a seguito di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Pescara, insieme a una decina tra assessori, ex-assessori, consiglieri ed alti funzionari della Regione Abruzzo con l'accusa di associazione per delinquere, truffa, corruzione e concussione, nell'ambito di un'inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Pescara sulla gestione della sanità di iniziativa privata in Abruzzo. L'accusa contesta globalmente movimenti di denaro per circa 14 milioni di euro, di cui 12,8 consegnati; la cifra contestata a Del Turco, Cesarone e Quarta per la presunta concussione e corruzione ammonta a 5 milioni e ottocentomila euro. L'Abruzzo è una delle regioni italiane con il più alto debito nella sanità. L'inchiesta della procura pescarese si riferisce alla seconda cartolarizzazione dei crediti vantati da cliniche private nei confronti delle ASL abruzzesi. Poco dopo l'arresto si dimette da presidente e si autosospende da membro della Direzione Nazionale del PD. Del Turco è stato detenuto nel carcere di Sulmona (AQ) ventotto giorni, uscendone l'11 agosto a seguito di concessione degli arresti domiciliari da scontare nel paese natale di Collelongo. Il 16 luglio 2009 la Procura di Pescara ha disposto il sequestro preventivo di 28 tra beni mobili e immobili, per un valore totale di oltre 10 milioni di euro, riferiti ad alcuni indagati nella cosiddetta “Sanitopoli” abruzzese. A Ottaviano Del Turco sono stati sequestrati due immobili, uno a Roma e l'altro in Sardegna. Il Giudice per le indagini preliminari ha confermato i «gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati per le ipotesi di corruzione e concussione». Angelini ha detto negli interrogatori di aver versato 5,540 milioni di euro a Del Turco e gli altri: nel decreto si legge che «l'attività investigativa non ha ancora consentito di tracciare l'effettiva destinazione finale di tali rilevanti risorse economiche». L'8 gennaio 2010 vengono pubblicati sulla "Stampa" gli atti giudiziari relativi all'inchiesta sulla sanità abruzzese che portò agli arresti nel luglio 2008 del governatore. All'articolo della Stampa risponde il 10 gennaio 2010 Sandra Amurri su Il Fatto Quotidiano. Il 22 luglio 2013 Del Turco, all'interno dell'inchiesta Sanitopoli, viene condannato in primo grado a 9 anni e 6 mesi di reclusione per i reati di associazione per delinquere, corruzione, concussione, tentata concussione e falso.
E' stata definita la "DISCARICA TOSSICA PIÙ GRANDE D'EUROPA" e non si trova nè a Napoli nè in Puglia, ma nel tranquillo Abruzzo. In una regione poco avvezza agli onori delle cronache uno non si aspetterebbe mai di trovare una discarica abusiva di rifiuti tossici e cancerogeni sita proprio a cavallo di un fiume. Una falda idrica da niente, da lì un acquedotto pesca acqua potabile per circa 450mila persone. 600mila in estate. 165 mila metri cubi di rifiuti a 20 metri di distanza dalla sponda destra del fiume Pescara. E' dall'inizio del secolo scorso che Bussi sul Tirino, paesino della provincia di Pescara, convive con un'industria chimica sotto i piedi dei propri cittadini. All'inizio la Società Italiana di Elettrochimica (Franco-Svizzera), si installò nel sito per la produzione di cloro. Dal 1982 il problema inquinamento peggiora radicalmente a causa di 8 nuovi acquedotti creati proprio all'altezza dell'industria, che scaricando i propri rifiuti inquina l'acqua ancora potabile fino a quei giorni. Nel 2002 arriva la Solvay e si accorge di soglie d'inquinamento oltre il limite consentito nei terreni e nelle acque. Acqua ufficialmente inquinata. Passano 2 anni di normali bevute prima che qualcosa si muova, nella totale inconsapevolezza dei cittadini. Siamo nel 2004, la ASL dopo accertamenti afferma che l'inquinamento della zona "pregiudica gravemente la qualità delle acque destinate al consumo umano" e dichiara lo stato di allerta. Per ben 3 anni un silenzio assordante colpisce istituzioni, enti e cittadini ignari ad occuparsi del caso soltanto WWF, gli esponenti di Rifondazione Comunista, Legambiente ed il quotidiano PrimaDaNoi che richiameremo di frequente per approfondimenti. Nel 2007 viene scoperta la discarica dopo un'ispezione del Corpo delle Guardie Forestali di Pescara: viene finalmente accertato essere il deposito dove venivano smaltiti illegalmente materiali tossici dall'industria chimica pesante dagli anni '60 agli anni '90. Gli enti decidono di non "allarmare la popolazione", che in definitiva significa manipolare dati e mostrare alla popolazione il falso. In particolare la Procura sta indagando sui vertici di Ato (ente d'ambito territoriale) e Aca (l'azienda comprensoriale acquedottistica), che erano a conoscenza del problema inquinamento sin dal 1992, ma hanno sempre inviato relazioni ed analisi sommarie, false e rivolte a dissimulare un problema fatto passare come un capriccio degli ambientalisti. I motivi sempre i soliti: disfarsi velocemente e senza costi aggiuntivi per lo smaltimento dei rifiuti tossici, il tutto con la collusione degli enti locali.
TERREMOTO 2009
Ovazioni e applausi alla venticinquesima visita del premier SILVIO BERLUSCONI all'Aquila. Una visita iniziata alle ore 13,45 dalla nuova sede della scuola elementare Mariele Ventre, dove il premier, perfettamente in forma dopo l'aggressione di piazza Duomo, ha salutato e scherzato con gli studenti che stavano mangiando a mensa. "Mi volete bene? Porterò il diritto di voto a 5 anni", ha detto ai piccoli studenti Berlusconi, promettendo anche una donazione di 2.000 libri alla biblioteca della scuola che, a causa del sisma del 6 aprile, ha perduto ben 4.500 testi. Quindi pranzo in una delle abitazioni antisismiche di Paganica, recentemente assegnate, in casa della famiglia Fantin. A preparare il caffè del dopo pranzo a Berlusconi, accompagnato dal capo della Protezione civile GUIDO BERTOLASO, è stata Maria Cristina Coccia Colaiu da nel suo nuovissimo Map di Cansatessa. Tantissimi i giornalisti e i sostenitori al suo seguito, che sono stati controllati da un servizio di sicurezza più severo che nelle passate visite. Infine alle 16,30 il breafing alla guardia di finanza con i vertici della Protezione civile, il PREFETTO GABRIELLI, il sindaco dell'Aquila Cialente e la presidente della Provincia Stefania Pezzopane. Prima di ripartire per Roma, il premier dovrebbe incontrare i coordinatori del Pdl regionali e provinciali e sciogliere ogni riserva sul candidato che a fine marzo affronterà la Pezzopane alle elezioni provinciali dell'Aquila.
DOPOTERREMOTO
Dalle «mani pulite» di ENZO CANTAGALLO alle “mele” (linguaggio in codice per mazzette) diOTTAVIANO DEL TURCO, al «sistema» D'ALFONSO, al tesoro di ANGELINI. E poi i lavori fantasma della Mare-monti, la scoperta della più grande discarica di rifiuti tossici d'Europa, gli arresti degli Stati, le inchieste sulla ricostruzione e sul G8. Non si è fatto davvero mancare nulla l'Abruzzo dal punto di vista giudiziario. In quattro anni è successo di tutto e quel che è peggio non si avverte alcuna inversione di tendenza. L'Abruzzo vittima degli scandali e del terremoto. Dal 2006 le bufere giudiziarie hanno spazzato via una giunta regionale, due amministrazioni comunali, colpito personaggi ritenuti trasparenti ed intoccabili, messo in bilico enti pubblici e fatto sì che venisse stravolto il sistema sanitario. Adesso tocca ai rifiuti, altro settore dai grossi investimenti (e dai grandi guadagni) che più volte nel passato ha incrociato interessi e obiettivi politici.
Il Progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili) voluto da BERLUSCONI E BERTOLASO per 16 mila aquilani sfollati, dopo sei anni fa letteralmente acqua da tutte le parti: infiltrazioni in molti appartamenti e nei garage, perdite dagli scarichi, allagamenti, pavimenti che si scollano, problemi fognari. Per la verità non se la passano molto meglio neanche molti MAP (Moduli Abitativi Provvisori), le casette di legno delle frazioni e dei Comuni. Ma non c'è solo questo: da quando nel settembre 2014 è crollato, per fortuna senza vittime o feriti, un balcone a Cese di Preturo, sede di uno dei 19 Progetti C.A.S.E., sono sotto sequestro 800 balconi in cinque di questi insediamenti dell' Aquilano. La palazzina del crollo è stata sgomberata, in altre 22 piastre di cinque new town diverse (oltre a Preturo, Arischia, Collebrincioni, Sassa, Coppito) sono stati posti i sigilli ai balconi di intere palazzine e al piano terra, nell' area corrispondente ai balconi dei piani superiori. E così, in queste case dove è in atto il sequestro, la gente continua a vivere ma 'sigillata' dentro casa, senza poter uscire sul balcone.
Gira e rigira sono finiti alle banche i 5 milioni di euro arrivati via SMS DOPO IL TERREMOTO dell’Aquila sotto forma di donazione. E la loro gestione è stata quella prevista da qualsiasi rapporto bancario: non è bastata la condizione di “terremotato” per ricevere un prestito con cui rimettere in piedi casa o riprendere un’attività commerciale distrutta dal sisma. Per ottenerlo occorreva – occorre ancora oggi – soddisfare anche criteri di “solvibilità”, come ogni prestito. Criteri che, se giudicati abbastanza solidi, hanno consentito l’accesso al credito, da restituire con annessi interessi. I presunti insolvibili sono rimasti solo terremotati. Anche se quei soldi erano stati donati a loro. Il metodo BERTOLASO comprendeva anche questo. È accaduto in Abruzzo, appunto, all’indomani del sisma del 2009. Mentre SILVIO BERLUSCONI prometteva casette e “new town”, l’ex numero uno della Protezione civile aveva già deciso che i soldi arrivati attraverso i messaggini dal cellulare non sarebbero stati destinati a chi aveva subito danni, ma a un consorzio finanziario di Padova, l’Etimos, che avrebbe poi usato i fondi per garantire le banche qualora i terremotati avessero chiesto piccoli prestiti. E così è stato. Le donazioni sono confluite in un fondo di garanzia bloccato per 9 anni. Un fondo che dalla Protezione civile, due mesi fa, è stato trasferito alla ragioneria dello Stato. La quale, a sua volta, lo girerà alla Regione Abruzzo. E di quei 5 milioni i terremotati non hanno visto neanche uno spicciolo. Qualcuno ha ottenuto prestiti grazie a quel fondo utilizzato come garanzia, ma ha pagato fior di interessi e continuerà a pagarne. Altri il credito se lo sono visto rifiutare.
All’Aquila le TANGENTI non si pagano più solo in contanti, ma anche CON LE CASETTE DEL TERREMOTO. Con i moduli abitativi provvisori. E così quei fabbricati di legno che per migliaia di aquilani, a quasi cinque anni di distanza dal sisma, ancora oggi sono luoghi del dolore, del rifugio dalla disperazione per aver perso la propria casa, invece per alcuni politici locali sono diventati tangenti, soldi sporchi.
C’è anche questo nelle carte dell’ultimo scandalo della ricostruzione post-terremoto che questa mattina ha portato all’arresto di quattro persone, tra cui due politici: PIERLUIGI TANCREDI, ex assessore di Forza Italia ed ex consigliere comunale Pdl alla 'salvaguardia dei beni artistici dell’Aquila' e Vladimiro Placidi, ex assessore comunale nominato come tecnico nella giunta di centrosinistra, delegato alla ricostruzione dei beni culturali. Gli altri due arrestati sono Daniela Sibilla, collaboratrice di Tancredi e l'imprenditore abruzzese Pasqualino Macera.
APPALTI PER I PUNTELLAMENTI DELLE CASE DANNEGGIATE DAL TERREMOTO: i militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente in collaborazione con il Raggruppamento Operativo Speciale (Ros) e il Comando Provinciale Carabinieri dell'Aquila stanno eseguendo sei misure cautelari e sequestri a carico di imprenditori ed ex amministratori locali nell'ambito degli appalti per la ricostruzione post sisma nel capoluogo abruzzese. Agli arresti domiciliari è finito l'ex consigliere comunale PIERLUIGI TANCREDI, accusato di tentata estorsione, coinvolto nell'inchiesta con un altro ex assessore comunale dall'imprenditore Lago «Potevo dire tante cose alla magistratura e non le ho dette, per questo ti chiedo un aiuto economico». Questa, in sintesi, una delle richieste di denaro fatte da una delle figure di spicco dell'indagine, l'ex consigliere comunale di centrodestra Pierluigi Tancredi, arrestato e posto ai domiciliari Tancredi dopo essere stato eletto dopo il sisma fu nominato consigliere delegato per la ricostruzione dei beni culturali, poi dimessosi dall'incarico in seguito alle polemiche, e successivamente anche da consigliere comunale.
C'è una scuola ricostruita con i fondi del terremoto in Abruzzo che non ha le fondamenta sicure e che è costata cinque volte tanto il prezzo reale: 248 mila euro di false fatturazioni a fronte di una spesa effettiva di appena 49 mila euro. E nonostante questo sperpero, i lavori di "messa in sicurezza" dell'istituto per geometri De Nino-Morandi, a Sulmona, sono tutti da rifare. Incompleti e pericolosi: così li hanno giudicati gli inquirenti. Nelle fondazioni mancano infatti 32 micropali (sugli 80 previsti dal capitolato d'appalto) necessari per la tenuta strutturale della scuola.
2016
Ormai è fatta. ANTONIO RAZZI ha deciso: “Nel 2018 mi ricandido”. Proprio così. Il senatore di Forza Italia lo annuncia a ilfattoquotidiano.it. Una decisione maturata nonostante alle prossime elezioni manchino ancora tre anni. Motivo? “Nessuno, nel mio partito, si occupa di promuovere l’immagine dell’Abruzzo all’estero – afferma –. Ma se si vuole fare qualcosa di serio per questa Regione, specialmente da un punto di vista commerciale, servono un impegno concreto e tante capacità”
Il Senatore ANTONIO RAZZI, cavaliere al merito della repubblica italiana, alle elezioni politiche italiane del 2013, viene candidato in quarta posizione di lista al Senato in Abruzzo per Il Popolo della Libertà ed è eletto. Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia.
se ancora non avete vomitato, direi che batman ha ragione.
A ciascuno ciò che si merita.
Cari claudio49 e coniglio, questo dei piani di pezza è solo un piccolo dettaglio. In futuro si può sicuramente peggiorare.