Fine dell'arrampicata al petrolio?

La notizia può sembrare un'immane sparata.
Tuttavia Ali Morteza Samsam Bakhtiari, esperto petrolifero iraniano, sabato 10 marzo, nel corso del convegno "Energia, materie prime e ambiente" ha comunicato che abbiamo ormai superato il picco di produzione del petrolio (info sul convegno e sul tema al sito: http://www.aspoitalia.net).
Nei prossimi anni non si potrà estrarre più petrolio di quanto ne stiamo estraendo ora, a fronte di una richiesta in continuo aumento.
Un resoconto dell'intervento qui: http://petrolio.blogosfere.it/.
Bakhtiari comunicava che inizieremo ad accorgercene tra 2 o 3 anni, quando il prezzo del petrolio al barile inizierà ad aumentare in modo vertiginoso.
Molti sono i possibili scenari futuri, tutti non molto rassicuranti. Ne elenco giusto un paio.
1. Atterraggio morbido delle economie mondiali per un progressivo abbandono del petrolio (serve a produrre il 40% dell'energia e a consentire il 90% dei trasporti al mondo, oltre che a fare un mucchio di altre cose);
2. Guerre per le risorse - un conflitto in Iran potrebbe costituire il primo passo - e conseguente collasso dell'economia mondiale.
Queste sono le varianti tra i due estremi.
Credo che qualcosa cambierà anche per noi arrampicatori.
Ad esempio:
1. Ritorno al metodo di avvicinamento "Buhl" (bicicletta)!;
2. Risuolatura delle scarpette sempre più rara e costosa (sono un profano dell'argomento, ma credo che il petrolio entri tra le materie prime della mescola);
3. Cambio corde meno frequente (sono di materie plastiche e quindi derivano dal petrolio; chissà se il materiale con cui sono fatte le corde è riciclabile?);
4. Per gli amanti dell'arrampicata con protezioni tradizionali, riduzione drastica delle vie con chiodatura seriale a fix grazie all'uso del trapano elettrico (l'energia elettrica sarà sempre meno disponibile e sarà sempre più usata solo per l'essenziale);
5. Sempre più difficile l'approvvigionamento di materiale tecnico di qualità proveniente da altre nazioni o altri continenti causa riduzione dei traffici interstatali e intercontinentali (i fortunati che li hanno dovranno dire addio ai mitici Camalot, una volta consumata la serie in uso?).
Forse sono stato drastico.
E spero col cuore di essere smentito da un radioso futuro di sviluppo perenne.
Tuttavia...
Che cosa ne pensate?
Tuttavia Ali Morteza Samsam Bakhtiari, esperto petrolifero iraniano, sabato 10 marzo, nel corso del convegno "Energia, materie prime e ambiente" ha comunicato che abbiamo ormai superato il picco di produzione del petrolio (info sul convegno e sul tema al sito: http://www.aspoitalia.net).
Nei prossimi anni non si potrà estrarre più petrolio di quanto ne stiamo estraendo ora, a fronte di una richiesta in continuo aumento.
Un resoconto dell'intervento qui: http://petrolio.blogosfere.it/.
Bakhtiari comunicava che inizieremo ad accorgercene tra 2 o 3 anni, quando il prezzo del petrolio al barile inizierà ad aumentare in modo vertiginoso.
Molti sono i possibili scenari futuri, tutti non molto rassicuranti. Ne elenco giusto un paio.
1. Atterraggio morbido delle economie mondiali per un progressivo abbandono del petrolio (serve a produrre il 40% dell'energia e a consentire il 90% dei trasporti al mondo, oltre che a fare un mucchio di altre cose);
2. Guerre per le risorse - un conflitto in Iran potrebbe costituire il primo passo - e conseguente collasso dell'economia mondiale.
Queste sono le varianti tra i due estremi.
Credo che qualcosa cambierà anche per noi arrampicatori.
Ad esempio:
1. Ritorno al metodo di avvicinamento "Buhl" (bicicletta)!;
2. Risuolatura delle scarpette sempre più rara e costosa (sono un profano dell'argomento, ma credo che il petrolio entri tra le materie prime della mescola);
3. Cambio corde meno frequente (sono di materie plastiche e quindi derivano dal petrolio; chissà se il materiale con cui sono fatte le corde è riciclabile?);
4. Per gli amanti dell'arrampicata con protezioni tradizionali, riduzione drastica delle vie con chiodatura seriale a fix grazie all'uso del trapano elettrico (l'energia elettrica sarà sempre meno disponibile e sarà sempre più usata solo per l'essenziale);
5. Sempre più difficile l'approvvigionamento di materiale tecnico di qualità proveniente da altre nazioni o altri continenti causa riduzione dei traffici interstatali e intercontinentali (i fortunati che li hanno dovranno dire addio ai mitici Camalot, una volta consumata la serie in uso?).
Forse sono stato drastico.
E spero col cuore di essere smentito da un radioso futuro di sviluppo perenne.
Tuttavia...
Che cosa ne pensate?