articolo interessante sugli impianti di risalita

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articolo interessante sugli impianti di risalita

Messaggioda giorgiolx » ven gen 02, 2009 10:53 am

io ho smesso tanti anni fa di sciare...troppo brocco per andare fuori pista e in pista mi sembrava di fare una cosa brutta...leggendo questo articolo mi è ulteriormente passata la voglia di andare in pista che stava tornando

http://www.repubblica.it/2009/01/sezion ... ref=hpspr1

Centottanta impianti falliti al Nord: colpa della speculazione
Colate di cemento, terreni sbancati, piloni arrugginiti: la mappa dello scempio
Seggiovie e alberghi fantasma
così chiude la montagna
di PAOLO RUMIZ

Seggiovie e alberghi fantasma così chiude la montagna

Un impianto dismesso
VENTO che sibila nei corridoi di alberghi chiusi, gelidi come l'Overlook Hotel del film Shining. Seggiolini sballottati dalla tormenta, appesi a funi immobili. Stazioni di funivie piene di immondizie, senz'anima viva intorno. Piloni arrugginiti, ruderi che nessuno rimuove anche nei parchi naturali. Ora i numeri ci sono. Quelli - mai fatti prima - degli impianti ridotti al fallimento dal riscaldamento climatico e dalla speculazione immobiliare. Oltre centottanta nel solo Nord Italia. La metà di quelli -350 - che sono stati chiusi finora. Centottanta vuol dire quattromila tralicci, centinaia di migliaia di metri cubi di cemento, seicentomila metri di fune d'acciaio, cinque milioni di metri di sbancamenti e di foresta pregiata trasformata in boscaglia. Ferri contorti come i ramponi di Achab sulla gobba della balena.

GUARDA LE IMMAGINI

Per contarli abbiamo assemblato dati da parchi e corpi forestali, attivisti di "Mountain Wilderness" e guide alpine, soci di Legambiente e della "Cipra", il Centro per la tutela delle Alpi. Dati impressionanti, che sembrano non insegnare nulla a chi in Italia - caso unico in Europa - insiste a sovvenzionare impianti a bassa quota o, peggio ancora, nei parchi nazionali, in barba ai vincoli comunitari.

Fotogrammi. Saint Grée di Viola, quota 1200, provincia di Cuneo, è un monumento al disastro. Si chiamava Sangrato, ma non era abbastanza trendy per un centro che doveva attirare sciatori da Piemonte e Liguria, e così gli hanno cambiato il nome. Prima ha perso la neve, poi i clienti, infine ha inghiottito soldi pubblici per un rilancio impossibile. Oggi sembra Beirut dopo la guerra, cemento e vetri rotti con la scritta "Vendesi".

Altri fotogrammi, nel dossier di Francesco Pastorelli, direttore di Cipra Italia. Pian Gelassa in Val Susa: piloni nel vento, scheletri di alberghi nati morti, lì da 30 anni in piena area protetta, a due passi dalle piste olimpiche del Sestrière. Alpe Bianca, nelle Valli di Lanzo: condomini vuoti, stazione della funivia con i cessi rotti e le piastrelle smantellate. E così avanti: Oropa-Monte Mucrone, Albosaggia, Chiesa Valmalenco.
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Non è un viaggio: è un percorso di guerra. A Oga presso Bormio la pista - iniziata e mai aperta causa lite tra valligiani - sta franando, e la ferita è tale che la trovi anche "navigando" con Google-Earth (e non è che gli squarci delle piste "mondiali" siano meglio). In Valcanale, sopra Ardesio (Bergamo), un'ex seggiovia è segnata da cemento sospeso sullo strapiombo e una discarica nel parcheggio.

Sella Nevea nelle Alpi Giulie, orgoglio del turismo friulano: le multiproprietà che negli anni Settanta hanno devastato la conca sotto il Montasio sono così a pezzi che sono stati messi all'asta in questi giorni. A Breuil-Cervinia residenze chiuse e impianti di risalita dismessi, otto in tutto, di cui quattro funivie. Posti da dimenticare, anche in anni di nevicate come questo.

Accanto agli scheletri, i morti viventi. Impianti in rosso, a quota troppo bassa per garantire neve, tenuti in vita dalla mano pubblica. Colere, Lizzola, Gromo nelle Orobiche. Oppure Tremalzo, La Polsa, Folgaria e Passo Broccon tra Veneto e Trentino, che inghiottono milioni in generose elargizioni per l'innevamento artificiale. Impianti a rischio, che nessuno fa entrare nella contabilità di un disastro che è anche finanziario. "Perché non si dice che le piste non si pagano solo con lo skipass ma anche con le nostre tasse?", s'arrabbia l'esploratore bergamasco Davide Sapienza.

Numeri insospettabili. Quaranta funivie e seggiovie abbandonate in Piemonte, trentanove in Val d'Aosta (un'enormità per una regione di centomila abitanti), almeno venti in Lombardia, trenta tra Emilia e Liguria sul lato appenninico, trentacinque in Veneto e venticinque in Friuli-Venezia Giulia. E non mettiamo in conto gli sfasciumi lasciati dallo sci estivo, chiuso per fallimento in mezze Alpi.

Ma non c'è solo il clima nel crack. C'è anche la speculazione. La seggiovia è solo lo specchietto per le allodole per sdoganare seconde case e villini. "Meccanismo semplice", sottolinea Luigi Casanova di Mountain Wilderness. "Si compra il terreno a basso costo, si cambia il piano regolatore, poi si fa la seggiovia e si costruiscono case al quintuplo del valore". Se il gioco è spinto, la seggiovia chiude appena esaurita la sua funzione moltiplicatrice del valore immobiliare.

Uno crede: errori non ripetibili. Invece no: si continua sulla vecchia strada, come per l'Alitalia. Miliioni di milioni di euro al vento. Come quelli che serviranno per il collegamento - approvato il 31 dicembre (!) dalla provincia di Trento - fra San Martino e Passo Rolle nel parco di Paneveggio, dove Stradivari prese il legno dei suoi violini. O per il terrificante "demanio sciabile" da 200 milioni di euro dalla Val Seriana alla Valle di Scalve (Bergamo) pronto al varo nel parco delle Orobie, contro cui s'è levata la protesta di molti "lumbard". Disastri annunciati, come il maxi-progetto sul Catinaccio-Rosengarten, che sfonda un'area che è patrimonio Unesco.

Cambiano i luoghi, ma il trucco è lo stesso. C'è un pool che compra terreni, fonda una società e lancia un progetto sciistico, con un bel nome inventato da una società d'immagine. L'idea è nobile: "rilanciare zone depresse", così chi fa obiezioni è bollato come nemico del progresso. A quel punto la mano pubblica entra nella gestione-impianti e finisce per controllare se stessa. Così il gioco è fatto. Il sindaco promette occupazione e viene rieletto: intanto parte l'assalto alla montagna. Per indovinare il seguito basta leggere la storia dei ruderi nel vento.

"Questi mostri di ferro e cemento che nessuno smantella rientrano in un discorso più vasto" spiega il geografo Franco Michieli additando lo stato pietoso dell'arredo urbano a Santa Caterina Valfurva, Sondrio. "Il legame con la terra è saltato, i montanari ormai ignorano il brutto. Piloni, immondizie, terrapieni, sbancamenti: tutto invisibile. Si cerca di riprodurre il parco-giochi, e così si svende il valore più grosso: l'incanto dei luoghi".

E intanto il conflitto tra ambiente e ski-business aumenta in modo drammatico. Servono piste sempre più lisce e veloci, così si lavora a colossali sbancamenti e si prosciugano interi fiumi per l'innevamento artificiale. E c'è di peggio: la monocultura dello sci finisce per "cannibalizzare" tutte le altre opzioni (albergo diffuso, mobilità alternativa ecc.) perché distrugge i luoghi. Vedi Recoaro, dove le gloriose terme sono in agonia, ma si finanzia un impianto a quota mille, dove nevica un anno su cinque.

Per addolcire gli ambientalisti si inventano termini nuovi, come "neve programmata" o "eco-neve", ma il risultato non cambia. Damiano Di Simine, leader lombardo di Legambiente: "In Valcamonica un contributo regionale di cinquanta milioni è stato utilizzato per costruire piste nel parco dell'Adamello, e il risultato lo si vede su Google-Maps. Squarci terrificanti". Stessa cosa sul Monte Canin nelle Giulie: cicatrici da paura.

Ruggisce Fausto De Stefani, scalatore dei quattordici Ottomila e leader carismatico di Mountain Wilderness: "Uno: tutti gli impianti sono in passivo. Due: il clima è cambiato. Tre: gli italiani sono più poveri. Basta o non basta a dire che un modello di sviluppo va ridisegnato? E invece no, siamo furbi noi italiani. Continuiamo a vivere come progresso un fallimento che ha i suoi monumenti arrugginiti in tutto il Paese".

A Novezzina sulle pendici del Baldo - il colosso inzuccherato tra Val d'Adige e Garda - De Stefani indica i resti di un impianto per neve artificiale mai entrato in funzione. "È stato smantellato, ma la ferita è rimasta, sembra una lebbra. Roba che per rimarginarsi impiegherà secoli. Con i soldi di quell'impianto fallito si potevano ripristinare malghe, sentieri, terreni; si valorizzavano i prodotti locali. È o non è una truffa? Un'orda distrugge l'Italia e la gente tace, nessuno s'indigna. È questo che mi fa uscir di testa".

(2 gennaio 2009)
vado a uccidere il frigorifero che mi sta fissando

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Messaggioda giorgiolx » ven gen 02, 2009 10:54 am

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Messaggioda Picchio » dom gen 04, 2009 12:54 pm

Non è lo sport che è sbagliato, ma il modello economico che si è voluto creare, ossia quello di uno sport di massa che tutti possono praticare o cercare di praticare.
E' sotto gli occhi di tutti che lo sci è un pretesto per creare un sistema economico che regge fino a che viene la neve, ma poi viene compromesso dagli inverni in cui non nevica. Da qui probabilmente nasce il fallimento di diverse iniziative come quelle nelle zone più lontane e meno fornite di servizi.
Ma il grande fallimento di questo modello deriva dal fallimento dello sport stesso: è sotto gli occhi di tutti che i centri sciistici sono prima di tutto centri di divertimento e piacere piuttosto che centri sportivi. Alla maggior parte dei cosiddetti sciatori interessa il sistema intorno allo sport prima ancora che lo sport. Prendi lo snowboarding: non è uno sport, è semplicemente una moda. Allora è logico che siano in perdita i comprensori e gli impianti non dotati di tutti i confort di cui siamo abituati e delle infrastrutture necessarie per raggiungerli comodamente. Se lo sci fosse una passione e uno sport i praticanti cercherebbero proprio quelle piste dove c'è poco traffico e neve buona, a costo di sobbarcarsi trasferte faticose e rinunciare alle comodità, anzi molti di loro sceglierebbero di praticare lo scialpinismo.
Le menate come le funivie da 200 posti, lo eliski, le superstrade nelle valli, le discoteche, i pub e gli hotel 5 stelle presso i centri sciistici sono semplicemente un insulto alla montagna e allo sport.
E non mi si venga a dire che lo sci è una risorsa economica per le zone montane che altrimenti sarebbero desolate e invivibili, perchè si è oltrepassato ogni limite.
"Ma che dici ,allora perchè non vietare i ciclisti i motociclisti gli automobbilisti gli ecsursionisti i camioni e più ne più ne metta , col quelli l'ambulanza viene pure e la paghi pure"
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Messaggioda jakarta » dom gen 04, 2009 20:24 pm

Prendi lo snowboarding: non è uno sport, è semplicemente una moda.


faccio snowboard in pista, quando posso evito il weekend, ma il lavoro si sà come è fatto.
Per me lo snowboard non è una moda, anche perchè uso gli stessi pantaloni - giacca in goretex - hyvent che uso al lavoro quando diluvia.
Se mi giudicate male perchè uso gl'impianti di risaliti non posso che prendermi tutta la vostra merda, a me piace di + la discesa che la salita, amo la velocità (snowboard da discesa che uso esclusivamente durante la settimana quando c'è poca gente), amo fare "fuoripista", andare completamente lontano dalle piste, surfare tra gl'alberi, e quando non è possibile in altro modo fermarmi anche abbracciandoli. poi tavola nello zaino e torno agl'impianti di risalita... sono pigro, ma tutti hanno le proprie passioni, amo la montagna, ci vado in bici, a camminare, con gl'amici, a vedermi i mercatini, i presepi, con le ciaspe, con fuoristrada e da quest'anno ci andrò anke in moto... sbaglio?
Non sopporto il mare invece, la è pieno di gente, edifici enormi, spiagge piene di immondizie.. poi vengo a conoscere gente che ama la montagna, che mi giudica male perchè uso gl'impianti di risalita, perchè vado con il fuoristrada ecc... e poi magari si fuma la sigaretta e la getta per terra... e quello!? non è inquinamento!?

Non è lo sport che è sbagliato, ma il modello economico che si è voluto creare, ossia quello di uno sport di massa che tutti possono praticare o cercare di praticare.


Guardo molta poca tv, ma tutti gl'amici che mi hanno chiesto se insegnavo a loro lo snowboarding non credo me l'abbiano chiesto perchè hanno visto pubblicità da qualke parte o perchè gli piaceva la moda di come vestono tanti snowboarder, altrimenti penso semplicemente che non avrebbero fatto la fatica di farsi del male per imparare.

Ho pensato tantissime volte di andare a fare snowboard alpinistico, ma perchè devo stroncare la mia passione di discesa, per potermi fare solo una discesa nella giornata quando usando gl'impianti ne posso fare centinaia? La risposta potrebbe essere perchè amo la natura della montagna.. allora perchè fare centinaia di km inquinando non solo la montagna per risalire con le ciaspe, sperando che 1) ci sia neve 2) non ci sia il pericolo valanghe 3) bel tempo? quando facendo meno km (e inquinando meno l'ambiente) posso fare la mia sciata nella pista più vicina?
Sono contrario alla creazione di nuove piste, alla creazione di nuove seggiovie in ambienti "impossibili" dove si sa che la neve viene un anno si e un anno no, ma non sono contrario nell'utilizzo di queste.
Se ci sono tutte le speculazioni, tralici di seggiovie in disuso, andiamo a ribellarci contro quelle amministrazioni comunali che hanno votato a favore di tutto ciò. Andiamo a giudicare loro, prima di giudicare la massa che scia nella pista. Non tutti quelli che vanno in pista lo fanno perchè non gliene sbatte della montagna.
Ho avuto una giornataccia, e quello che ho scritto e riportato all'estremo, non voglio offendere nessuno, che questo sia chiaro.
jakarta
 

Messaggioda giorgiolx » dom gen 04, 2009 22:14 pm

mim piacerebbe sentire qualcun che vive in prima persona la questione...tipo siloga o LaSusy...susy perche' e' maestra, siloga perche' vive in mezzo alle piste
vado a uccidere il frigorifero che mi sta fissando

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Messaggioda jakarta » dom gen 04, 2009 22:29 pm

io spero di ricevere critiche, perchè mi piace conoscere l'opinione delle altre persone :)
jakarta
 

Messaggioda Picchio » lun gen 05, 2009 2:34 am

jakarta ha scritto:Ho pensato tantissime volte di andare a fare snowboard alpinistico

8O 8O 8O
Forse è meglio cominciare con lo snowboard falesistico... :smt039
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Messaggioda julius » lun gen 05, 2009 14:12 pm

Vorrei aggiungere un ulterioore elemento alla giusta denuncia di Rumiz...
E cioè: facciamo parte dell'Unione Europea, tra i cui principi fondamentali c'è o dovrebbe esserci quello della libertà di concorrenza, in base al quale,ad esempio, sono vietati gli interventi statali a favore di determinate imprese proprio perchè tendono a falsare la concorrenza ( ancora una volta si veda,a titolo di esempio,la vicenda Alitalia...).
Quindi pongo due domande. La prima: sono legittimi,in base alle norme europee, gli ingenti aiuti che lo Stato italiano, e in particolare le Regioni, hanno elargito alle società che gestisscono gli impianti sciistici e che,in base alle pure regole del mercato, a quest'ora sarebbero già fallite da un pezzo ? La seconda: se almeno una parte di quelle enormi risorse fossero state destinate a incentivare attività a minore impatto (penso al cicloturismo, all'escursionismo, alle aree protette ), queste attività non sarebbero forse effettivamente concorrenziali rispetto al "solito" sci di massa ?
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Messaggioda julius » lun gen 05, 2009 14:14 pm

Dimenticavo la terza domanda!
Ho grande stima di Rumiz ( tra l'altro ex compagno di cordata di Cozzolino negli anni '70) ma mi chiedo: PERCHE' UNA DENUNCIA DEL GENERE, ANZICHE' DA UN GIORNALISTA SIA PURE COMPETENTE E ATTENTO, NON PARTE DAL PRESIDENTE DEL CLUB ALPINO ITALIANO ???
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Messaggioda Omselvadegh » lun gen 05, 2009 14:24 pm

il problema degli impianti fantasma è figlio di una speculazione edilizia che è cresciuta silenziosamente negli anni addietro, e che a tutti faceva un pochino comodo. faceva comodo agli stessi che ora demonizzano e lanciano merda sugli impianti e che li gestisce.
un altro problema, che imho sta alla base di questo, è che la montagna viene vista come parco giochi per gli sciatori, gli stessi sciatori che d'estate si vedono sulle spiagge di Rimini tra discoteche e centri di estetica.
certo che la seggiovia o la funivia ti permettono di dimezzare i tempi di avvicinamento alla via o al coluoir, allo spigolo ecc ecc ma mi sembra che ultimamente si stia un po esagerando con queste trovate che sotto la scusa della promozione turistica vengono piantate qua e la e poi magari finito il periodo di moda vengono abbandonate come si vede in quelle dell'articolo.

:wink:
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Messaggioda jakarta » lun gen 05, 2009 20:28 pm

Concordo pienamente con ciò che ha scritto Julius!
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Messaggioda federicopiazzon » lun giu 08, 2009 14:51 pm

Chisseneciava degli impianti e alberghi fantasma...magari divenissero tutti così :!:

il problema è dove lo sci si pratica sul serio, dove gli impianti crescono a dismisura e gli alberghi sembrano colonie di chiodini sotto le piogge di fine settembre. :evil:
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Messaggioda guido6677 » lun giu 08, 2009 15:24 pm

Picchio ha scritto:Non è lo sport che è sbagliato, ma il modello economico che si è voluto creare, ossia quello di uno sport di massa che tutti possono praticare o cercare di praticare.
....
Prendi lo snowboarding: non è uno sport, è semplicemente una moda.
...


Non è l'attrezzo che definisce la sportività o la passione di una persona.
Sul fatto che si sia voluto vendere un certo tipo di modello..lo trovo triste ma anche abbastanza logico; non sono i rifugi con 4 ore di avvicinamento ad essere pieni di gente...ma quelli con la funivia a due passi.
si prega di non sostare nella zona bianca
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Messaggioda rediquadri » lun giu 08, 2009 18:26 pm

guido6677 ha scritto:
Picchio ha scritto:Non è lo sport che è sbagliato, ma il modello economico che si è voluto creare, ossia quello di uno sport di massa che tutti possono praticare o cercare di praticare.
....
Prendi lo snowboarding: non è uno sport, è semplicemente una moda.
...


Non è l'attrezzo che definisce la sportività o la passione di una persona.
Sul fatto che si sia voluto vendere un certo tipo di modello..lo trovo triste ma anche abbastanza logico; non sono i rifugi con 4 ore di avvicinamento ad essere pieni di gente...ma quelli con la funivia a due passi.


Sono d'accordo con Guido, io scio in pista (da molti anni, eh che volete farci :oops: ), però non cerco i posti che offrono più vita notturna o divertimenti strani, io cerco i posti con le piste più belle e tecniche e panorami belli da gustare mentre scio.

Quando vedo e sento le specie di discoteche che ci sono ai rifugi d'inverno cerco di spostarmi in rifugetti più tranquilli (se ci sono), però onestamente sciare mi piace parecchio.
Sono però contrario rispetto certi progetti che, per portare piccoli vantaggi, deturpano l'ambiente.
Cent amis de spèss hinn pòcch, on nemis l'è semper tròpp
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Messaggioda ales » lun giu 08, 2009 18:32 pm

Picchio ha scritto:Prendi lo snowboarding: non è uno sport, è semplicemente una moda.


non puoi essere serio.
Si vive in un'epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio, e io vivo nel terrore di non essere frainteso
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Messaggioda Kliff 62 » lun giu 08, 2009 22:16 pm

:D :D :D Perchè non demolire gli impianti non funzionanti e ripristinare il territorio ?? :wink: :wink:
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Messaggioda elenapollo » mar giu 09, 2009 8:49 am

Kliff 62 ha scritto::D :D :D Perchè non demolire gli impianti non funzionanti e ripristinare il territorio ?? :wink: :wink:



hai presente i costi? :roll:
qui sopra a Oropa c'è da anni un bel casermone poco sotto la cima del mucrone...all'anticima...era il vecchio arrivo della funivia che collegava il lago del mucrone all'anticima e che scendeva come pista da lì....ecco... non mi ricordo in 30 che bazzico la zona di averlo mai visto funzionare! :roll: ma quel casermone di cemento è lì... spettro che veglia sulle piste poco sotto... :roll: ma smantellarlo, demolire i muri di cemento, portare via il tutto...costa.... :roll:
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Messaggioda Kliff 62 » mar giu 09, 2009 19:17 pm

:roll: :roll: Lavorando nel settore tentavo di tirare acqua al mio mulino :roll: :roll: Questi lavori costano molto e non portano guadagni , il problema penso sia questo. Bisogna anche dire che se questi edifici ed impianti sono in regola (non abusivi) nessuno ha il diritto di demolirli.Qualche passo da noi è stato fatto: sono stati demoliti i pali dei vecchi impianti abbandonati sul pizzo arera, e la bidovia di Selvino ormai in disuso da molti anni come il suo mega albergo all'arrivo è stata riffatta a nuovo . Speriamo che qualcosa si stia muovendo... . :wink: :wink:
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Messaggioda tommy~ » dom giu 28, 2009 20:36 pm

io vado sempre a sciare sul cornetto in vigoolana....

anche qui, piloni e costruzioni fatiscenti...
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Messaggioda Simone77 » mar set 13, 2011 12:31 pm

ma in austria che spendono cosi tanti soldi per gli impianti di risalita sono cosi molto piu' intelligenti di noi ? o molto piu' stupidi ?
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