non vorrei monopolizzare la discussione, che oltretutto, forse, stiamo portando anche un po' fuori tema.
però, quando dici
Sbob ha scritto:ci sono imprenditori che sostengono la pseudosinistra, non certo per migliorare le condizioni delle classi povere, ma per rafforzare l'economia del nostro paese per poter guadagnare al meglio
non fa tanta differenze il motivo per cui le scelte di sinistra (o pseudosinitra) vengono fatte, purchè portino a un miglioramento per tutti.
in una visione di stampo "olivettiano" dell'impresa che, secondo il mandato costituzionale, non deve servire solo ad arricchire il "padrone" ma deve contribuire al progresso del paese tutto e, possibilmente, non solo al progresso economico.
ad esempio, in una lettura "relativistica", la germania è senza dubbio un paese più socialista del nostro:
ai tempi della fiat erano gli agnelli a mandare i loro uomini a roma, per presentare dictat che la politica per decenni ha subito assieme all'idea che "ciò che è bene per la fiat è bene per l'italia". ma con il discutibile risultato di aver privatizzato le rendite e reso pubbliche le perdite.
A quel che so, in germania tutt'ora sono i governi centrali a mettere i loro uomini nei consigli di amministrazione di wolswagen etc, perchè là è chiaro a tutti che che deve essere "deutschalnd uber alles" e non il il ceo di wolkswagen o la sua cerchia di amici. e questo, credo, senza bisogno del pungolo della lotta di classe.
e credo anche che sia riduttivo vedere questo fenomeno come un "vago paternalismo delle classi dirigenti":
si tratta semmai di riconoscere che il destino del ceo e degli operai, sul lungo periodo, è comune.
il chè, è vero, probabilmente atiene a sfere ulteriori, oltre a quella della "complessità".
Ma di nuovo, in un regime democratico, dovrebbe stare ai votanti premiare chi è portatore di una visione progressista di questo genere.
se, al contrario, le posizioni ragionevoli (di sinistra o "pseudosinistra") ogni volta soccombono a vantaggio di forme di irrazionalità ogni volta un po' diverse, si continuerà per sempre a oscillare attorno alla linea di base, con pochissime speranze di avviare un percorso di "progresso".
E questo invece sì, mi pare che abbia molto a che fare con la capacità diffusa di riconoscere la complessità e le sue implicazioni.
ma... insomma, i punti di vista ragionevoli saranno più d'uno, per carità. da biologo, tendo sempre a dare a tutto una lettura evoluzionistica. ovvero antropologica.
ciao.