pesa ha scritto:il problema è causato principalmente da chi non si rende conto della gravità della situazione e della necessità di assumere ciascuno la propria quota di responsabilità. la scelta di provare a contrastare il contagio, lo avete già detto, ha una bassa probabilità di successo. che diventa nulla senza la collaborazione di tutti. in giro c'è ancora troppa gente, ve lo stanno dicendo in tutti i modi. anche in altri paesi si sta pensando di usare l'esercito per rinforzare misure più restrittive. ma non sarà mai possibile mettere uno sbirro davanti a ogni portone.
se sei uno dei 2 abitanti di Pian di sopra, potrai fare una corsa nel bosco senza nuocere a nessuno, si capisce. ma te la tieni per te. se vieni qui, o su fb, a rivendicare il tuo sacrosanto diritto alla c***o di corsetta nel bosco, con ciò contribuendo a incoraggiare quelli che " chi sse ne fotte d'o ccorona virùss", allora sei cogllione tu stesso.
Pesa, lei non è mio fratello.
c******e, lo tiene per sé.
Dal punto di vista del processo, la causa della diffusione del virus è lo scambio di particelle di fluidi corporei tra soggetti infetti e non infetti.
Se, in un progetto, scrivo quello che scrive lei
il problema è causato principalmente da chi non si rende conto della gravità della situazione e della necessità di assumere ciascuno la propria quota di responsabilità
il valutatore mi boccia il progetto perché si tratta di una descrizione non operazionale del fenomeno.
La domanda è: che cosa fa sì che tot parte della popolazione continui ad uscire e ad assembrarsi?
Uno dei fattori è il decreto stesso: se tu dici che puoi uscire solo per motivi di comprovata urgenza, tipo la spesa, molte persone - che faticano a stare al chiuso - vanno al supermercato per l'ora d'aria a comprare (sentito ieri) i pop corn.
Quindi i fattori da considerare sono almeno:
- le relazioni tra persone sconosciute a meno di 2 m di distanza favoriscono lo scambio di virus;
- il 100% della popolazione ha necessità di alimentarsi;
- il 30% della popolazione deve continuare a lavorare relazionandosi person to person;
- tot popolazione (almeno il 70%) ha la necessità psicologica di uscire da casa per prendere aria (lo fa, e basta);
- chi non è colpito dal virus o non ha familiari colpiti dal virus o è giovane e debolmente colpito dalla malattia ha bassa consapevolezza dei problemi che crea (10% della probabilità di morire per chi ha più di 70 anni);
- almeno il 60% della popolazione sopra i 50 anni ha problemi di diabete o pre-diabete (e farebbe bene a camminare almeno 30' al giorno).
È chiaro che la coperta è corta.
In qualunque modo si impostino le cose, da qualche parte si creano intoppi nel processo virtuoso.
La soluzione cinese (tutti a casa; o vi giustiziamo) è attuabile solo in Cina. Ha funzionato? Per il momento, sì.
Ma l'Italia non ha il personale e le finanze per attuare una forma simile di contenimento.
La scelta del Governo è stata di invitare prima e costringere dopo (con controlli a campione su chi si muove) le persone a stare a casa.
La scelta sta avendo alcuni esiti positivi (nelle regioni diverse da quelle colpite in prima fase l'infezione si sta diffondendo più lenta).
Tuttavia:
1. Qualora diventasse più severa (tutti a casa, anche diabetici e cardiopatici), porterebbe a un aumento della letalità per il motivo che ho spiegato più sopra; e non è un caso che il decreto a oggi collochi il fatto di fare attività motoria e sportiva di base come una delle motivazioni valide per gli spostamenti;
2. Già ora è causa di alcuni degli assembramenti che vorrebbe evitare; e quindi di ulteriore diffusione del virus.
Comunque il messaggio "se sto a casa, sono sicuro" è falso (dal punto di vista fattuale): se ho persone infette in famiglia, mi infetto anch'io. Perché il problema centrale sono le RELAZIONI.
E una volta tanto la comunicazione dovrebbe essere condotta sul fattuale, anziché sulle narrative e su richiami alla responsabilità.
Sa che cosa se ne fa una persona con atteggiamento controdipendente (specie se giovane) di un richiamo alla responsabilità? Se ne fa un baffo.
Io non sto difendendo la mia libertà di farmi l'ora d'aria.
Sto difendendo un fattore del problema che deve essere considerato nella ricerca delle soluzioni: una popolazione indebolita è più esposta alla malattia.
E, come scrivevano altri, la restrizione totale non è sostenibile a lungo.
Bene, la saluto.
Faccia il bravo e stia a casa.
A risentirci il più tardi possibile...
Non cesseremo di esplorare - E alla fine dell'esplorazione - Saremo al punto di partenza - Sapremo il luogo per la prima volta. T.S. Eliot