ho macinato montagna per 20 anni, gran parte dei quali passati a ripetere vie fino al VII, principalmente non a fix o spit che dir si voglia, in tutto il nord-est. Ogni uscita per me era fonte di ispirazione, attesa e scoperta, pensavo che fosse davvero una via per migliorarmi nel profondo e capire, sondare, interpretare il "me stesso" nel modo più completo. Per questa ragione, e per lo stupore e rispetto con cui ho avvicinato le vie in montagna, ho rifiutato per quanto possibile i compromesssi: sono rimasto alla larga dalle vie dove arei dovuto ricorrere all'artificiale, e anche da molte vie "alla moda" o in posti "famosi". penso di essere tra i pochi a non essere mai stato alle lavaredo, tanto per fare un esempio. Allo stesso tempo ho cercato compagni con cui avere un rapporto buono nell'insieme, e non solo legami utili a portare a casa l'obiettivo, sperando che il "vivere insieme" appesi alle crode potesse davvero far fiorire legami veri. Non ho trovato molto di tutto questo, l'alpinismo è una attività ego-centrica e i legami sono perlopiù superficiali, come già scritto da altri. nemmeno ho scoperto chissà che rivelazioni sull'io e sulla mia anima. Quindi l'attività si è via via sgonfiata, e forse questo mio rallentamento ha favorito alttre conoscenze, una delle quali è la ragazza che poi è diveentata mia moglie. Adesso siamo in quattro


