VECCHIO ha scritto:Io non son capace di dire altro, per alcuni che sanno mi contraddico, scalo anche al contrario, ma forse fan parte di quelli che criticano solo e non cercano di capire, ogni tanto penso siano quelli certificati cai che insegnano a scalare, ma non scalano mai........... oppure son quelli talmente forti che non capiscono la gente media.
Non ci conosciamo ma evidentemente per te appartengo alla categoria di quelli che
"forse fan parte di quelli che criticano solo e non cercano di capire, ogni tanto penso siano quelli certificati cai che insegnano a scalare, ma non scalano mai........... ".
Bene, hai un passato di 48 anni di alpinismo senza incidenti; io ne ho uno di 42 anni, un solo piccolo incidente a 16 anni che stava per costarmi la vita, siamo quindi quasi uguali…
Mi dici che non capisci come uno possa cadere in montagna, specie se è un esperto… scusa, ma dove eri finora? sai che in montagna si può cadere, vero?!
Mi citi Comici, Cozzolino, Marco, Steck come persone che non sono state attente e che quindi a tuo avviso avrebbero dovuto stare a casa o viaggiare su un terzo grado… scusa, ti faccio più intelligente
Avevo un amico, forte, forte. Un giorno assieme ad altri tre se ne va per fare una via in Bosconero. All'attacco attraversano su una cengia. In un passaggio esposto i primi tre si prendono su un ramo di un mugo e passano; lui segue tutti e fa la stessa cosa. L'intera zolla che teneva il mugo si stacca e lui non è più con noi… non aveva fatto un corso di botanica…
Avevo poi un altro amico, forte pure lui. Quanto facevamo lippe da scuola andavamo in Valle e lui saliva in libera, indossando un loden e ai piedi le clark vie che oggi le gradano 6a e oltre. Un giorno ha deciso di portare un amico su una via facile in montagna, una classica di III nella Alpi Giulie. Cade durante un tiro, tutto tiene, chiodi e terrazzino ma le cenge non lo risparmiano… non aveva fatto un corso di geologia…
Col senno di poi effettivamente tutti questi sopra, e tantissimi altri, avrebbero dovuto stare a casa o almeno, come dici tu, avrebbero dovuto ascoltare le loro paure.
Mi parli di confronto con gli altri che manca, di sistema autoreferente: mi spiace ma mi vien da pensare che vivi in una zona abbastanza triste del nostro paese.
Forse anche grazie alla mia esperienza come soccorritore ho potuto lavorare, confrontarmi, suggerire e criticare tecniche e manovre con persone di tutta Italia. Il CAI, con tutte le sue pecche, ha saputo regalarmi questo.
Autoreferenti: tu sai vero, ad esempio, che i tecnici di elisoccorso CNSAS (quindi CAI) sono valutati dalla sc. nazionale CNSAS (quasi, quasi tutte guide) ma anche da personale sanitario 118 e dal gestore di volo. Senza una giudizio positivo da tutti e tre non operi, e poi devi fare due esami di mantenimento all'anno.
Se questo è autoreferenziarsi…
Non so cosa ti è successo all'Accademico, mi può anche dispiacere, ma non posso che quotare Scai.
Stammi bene
andrea