«Η Ελπίδα έρχεται»

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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » lun giu 29, 2015 18:08 pm

ncianca ha scritto:
tacchinosfavillantdgloria ha scritto:il problema non è economico, ma essenzialmente politico

Il problema, qualunque problema, è sempre economico prima e tutto il resto dopo.


Una visione che riflette lo Zeitgeist attuale.

Ma che, personalmente, non mi convince.

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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda VYGER » lun giu 29, 2015 20:15 pm

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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda EvaK » lun giu 29, 2015 22:48 pm

idee sul referendum...
io non vorrei mai un referendum da noi su un tema di questo tipo, per almeno due ragioni:
1) in teoria abbiamo eletto democraticamente della gente che dovrebbe rappresentare le nostre idee e governare, e prendere decisioni. E' il loro lavoro, dovrebbero saperlo fare e sono pagati - più che profumatamente - per farlo
2) non tutti hanno voglia di sbattersi (per dirla terra terra) a leggere, informarsi, sentire più punti di vista. Voglia o tempo. O capacità. E l'ignoranza è una malattia grave... che può avere conseguenze gravi. Come, ad esempio, scelte sbagliate.

POi non so, l'orgoglio greco è forte, quando sono stata in Grecia e ho parlato con i Greci mi sono sembrati mediamente più attenti e mediamente più "affezionati" di noi alle tematiche politiche. Può essere che per loro la strada del referendum sia quella giusta.
Posso solo augurare a loro di scegliere il meglio (o il meno peggio) per il loro Paese. Tra un paio di giorni magari vi riporto qualche rumor come in-volontaria inviata speciale.
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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda Sbob » mar giu 30, 2015 3:02 am

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:
ncianca ha scritto:
tacchinosfavillantdgloria ha scritto:il problema non è economico, ma essenzialmente politico

Il problema, qualunque problema, è sempre economico prima e tutto il resto dopo.


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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda VECCHIO » mar giu 30, 2015 12:10 pm

oggi è uscito il numero 1 dell'unità
si sono congratulati tutti i politici importanti
hanno promesso che non chiederanno aiuti pubblici

chi è/sono proprietari-o ?
....ALPINISTA......NO GUIDA....... questa mi scombussola
Scalare con gli esperti del cai... son sempre dei grossi guai...... questa mi piace
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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda pesa » mar giu 30, 2015 18:00 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:
ncianca ha scritto:
tacchinosfavillantdgloria ha scritto:il problema non è economico, ma essenzialmente politico

Il problema, qualunque problema, è sempre economico prima e tutto il resto dopo.


Una visione che riflette lo Zeitgeist attuale.

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lo diceva anche marx che "il lavoro ci determina"
non è questione di zeitgeist attuale. è nell'ordine delle cose che dall'economia dipenda praticamente tutto. etica e morale comprese.
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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mar giu 30, 2015 18:34 pm

Non sono d'accordo.

mi sembra di ricordare un motto che dice: "la finanza è la pistola, ma è la politica che preme il grilletto".

L'attuale predominanza della triste scienza non è un dato "naturale", ma un prodotto storico: gli economisti non hanno mai goduto di tanto prestigio e influenza come negli ultimi decenni.
Se poi tutta questa autorevolezza sia ben riposta è un altro discorso (esclusi naturalmente gli economisti del forum, ça va sans dire :mrgreen: ).

"La grande trasformazione" di Polanyi mi sembra un testo istruttivo sul'argomento.

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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda Franz the Stampede » mar giu 30, 2015 19:53 pm

Spinoza.it

Greci vicini al tracollo finanziario. Come tutti quelli che hanno fatto filosofia.
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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda VYGER » mar giu 30, 2015 20:33 pm

Beh, detto da un sito che si fregia del nome di uno dei maggiori filosofi esistiti, è tutto dire...

:mrgreen:
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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda Franz the Stampede » mar giu 30, 2015 21:23 pm

Eheheheh

:mrgreen:
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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda PIEDENERO » mar giu 30, 2015 21:27 pm

Pensiero unico dominante
Rincoglionimento da "media sussidiati"
Mancanza totale di dibattito
L' essere sempre stati "servi" e quindi "subdoli"
Memoria corta
Pancia ancora piena
Pensare che chi ci governa lo faccia per i nostri interessi :lol:

Prendetevi cinque minuti e date una lettura qui:








Riportiamo il testo integrale della relazione di Antonio M. Rinaldi al Convegno “THE DEMOCRACY OF THE EURO” promosso dal Gruppo Parlamentare Europeeo EFDD presso il Parlamento Europeo il 30.6.2015



Il maggior problema in questo momento in Europa non è più tanto il disastro economico e sociale compiuto a causa delle politiche seguite, ma l’aver affidato la sostenibilità dell’euro esclusivamente a metodi che prevedono la rinuncia da parte dei cittadini dei sacrosanti diritti fondamentali che sono alla base di qualsiasi democrazia.

Non si tratta più pertanto di fare solo valutazioni in termini prettamente economici per evidenziare le incongruenze generate dalla moneta unica, ma di denunciare a gran voce che per rendere sostenibile questo modello economico l’unico sistema adottato sia quello di estraniare i cittadini dalle più elementari forme previste dalla democrazia. E’ questo il vero pericolo a cui stiamo andando incontro con la complicità più o meno consapevole dei vari governi nazionali dei paesi dell’eurozona. Ai danni provocati da una costruzione monetaria e fiscale errata, ora si stanno sommando quelli ancora maggiori per poterle rendere sostenibili! Il nostro impegno è perciò quello di impedire con ogni mezzo che si realizzi quella che si sta delineando come la più subdola delle dittature: quella economica.

Sull’imperfezione e insostenibilità della costruzione monetaria in ogni caso da molto tempo economisti internazionali hanno manifestato le loro criticità e perplessità, dimostrandole puntualmente in modo scientifico, ma questo non è stato minimamente sufficiente per far modificare neanche di una virgola le regole poste a fondamento del nuovo ordine monetario europeo.

Il sistema adottato di anteporre una moneta comune alla realizzazione di una effettiva unione politica e fiscale, si è rapidamente evoluto in un metodo dove le regole e i meccanismi tecnici previsti dai Trattati e dai Regolamenti europei sono utilizzati, da una oligarchia autoreferenziale non eletta di burocrati, in strumenti coercitivi per governare di fatto gli Stati nazionali. In questo modo si sono consegnate le rispettive Sovranità a entità che non ne hanno titolo, riuscendo a bypassare le legittime istituzioni nazionali preposte dalle universali regole poste a fondamento e garanzia della democrazia rappresentativa e dalle rispettive Costituzioni.

Una delle più grandi conquiste della civiltà umana è stata il riconoscimento che la Sovranità appartiene al popolo, ossia a ciascun individuo, e il grado di democrazia dei paesi si misura pertanto in funzione del rispetto nell’esercizio di questo fondamentale principio. Ora invece le istituzioni europee stanno agendo come se fossimo ritornati negli anni più bui del Medio Evo, perché i cittadini sono stati completamente estraniati da qualsiasi processo decisionale. Il suffragio universale è solo formale perché, pur generando la formazione di governi, quest’ultimi sono ormai relegati al semplice ruolo di recepire imposizioni e volontà sovranazionali previsti dai vincoli esterni.

Si sono instaurati dei poteri che, celandosi dietro le Istituzioni europee, nella pratica governano gli Stati nazionali senza che ci sia stato il preventivo consenso dei cittadini e senza soprattutto che siano previsti meccanismi di esonero nel caso si rivelino essere incapaci nello svolgimento delle loro funzioni. Le Istituzioni europee stanno considerando sempre più gli Stati membri alla stregua di società per azioni e non come Stati di diritto e i rappresentanti dei governi sono trattati come funzionari che devono rispondere unicamente a un Consiglio di Amministrazione e non più al proprio Parlamento. Il voto è stato consegnato in questo modo ai mercati e non più alla libera determinazione dei cittadini. In nome della sostenibilità della moneta comune la democrazia è stata totalmente sospesa in alcuni paesi e tale sospensione rischia ogni giorno di essere sempre più irreversibile per poter paradossalmente rendere irreversibile l’euro secondo metodi che non rispettano i principi costitutivi e i valori posti a base dell’Europa.

Da troppo tempo stiamo assistendo a che le azioni della governance europea sono tese a tutelare interessi delle lobby finanziarie e industriali a totale carico e onere della collettività, tradendo completamente le iniziali premesse poste a cardine e fondamento della nuova Europa. L’Europa ha carpito in questo modo la buona fede dei cittadini, perché con l’inganno di perseguire finalità condivisibili sta invece portando avanti, con metodi subdoli, disegni che non hanno nulla da vedere con la solidarietà e il bene comune originariamente promessi.

Non è più accettabile che più di un cittadino europeo su dieci, per essere precisi l’11,1%, sia disoccupato, con una distribuzione alterata all’interno della stessa area valutaria che va dal 4,7,% della Germania e 5,7% dell’Austria al 25,6 della Grecia, passando dal 22,7% della Spagna dal 12,4% dell’Italia e dal 10,5% della Francia, con una discriminazione nel godimento del suo diritto alla giustizia sociale previsto dall’art. 2 di Lisbona (TFUE) che sancisce che l’Unione si basa “su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale… combatte l’esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e le protezioni sociali. Essa promuove la coesione economica, sociale e territoriale e la solidarietà tra gli Stati membri”.

Perché non si stanno perseguendo questi obiettivi, sostituiti invece con quelli a tutela dei mercati, in nome di una stabilità che nei fatti sta determinando sempre più l’allontanamento dei cittadini dal centro dell’interesse delle azioni dell’Europa? Perché nessuno si ribella? L’Europa non merita rispetto perché è proprio la prima a non avere il rispetto del fondamentale diritto di ciascun cittadino: avere garantita la dignità di un lavoro! Inoltre va ricordato fermamente che le Costituzioni democratiche europee non si basano sulla forte competitività così come sancito nei Trattati, ma sul valore dell’inderogabile dovere di solidarietà economica, politica e sociale. I più deboli non vanno esclusi, ma aiutati e pertanto la competizione è un conflitto se fatta senza correttivi che solo l’esercizio della democrazia può garantire. Ne deriva infatti la più che ovvia constatazione che i Trattati sono incompatibili con i principi indicati nelle Costituzioni dei Paesi membri. A noi, cittadini liberi, a cui ancora è a cuore il rispetto della democrazia e dei principi fondamentali previsti dalle Carte Costituzionali, il dovere di denunciare senza esitazioni la deriva di questa Europa!

Tutto questo è potuto avvenire senza che i cittadini europei ne fossero consapevoli o preventivamente informati, in quanto i rispettivi governi non hanno ritenuto necessario il coinvolgimento delle volontà popolari nel delicatissimo processo d’integrazione, probabilmente timorosi di non ottenerne un consenso o un libero mandato a procedere, o peggio ancora, di essere redarguiti dalle stesse Istituzioni europee per non aver rispettato gli ordini ricevuti.

Gli italiani ad esempio hanno subito enormi soprusi, poiché non sono mai stati coinvolti nelle delicate fasi di aggregazione; mai è stato avviato nessun dibattito fra tutte le forze del Paese per verificare la bontà e la fattibilità delle scelte, il tutto con i media completamente allineati e complici in quello che possiamo definire il “pensiero unico”. Questo ha permesso che gli ultimi 3 governi potessero essere investiti, senza la preventiva verifica elettorale, due persone non elette con il solo gradimento delle Istituzioni europee, nello stesso modo e procedure con cui vengono nominati i curatori dai Tribunali fallimentari! Con la chiamata di Mario Monti a Premier nel novembre 2011, sostituendo un governo legittimo in carica che godeva ancora della fiducia parlamentare, è stato compiuto un vero e proprio golpe in fregio alle garanzie Costituzionali e democratiche. Ci è stato insegnato fortunatamente che la democrazia, per poter essere definita tale, funziona in tutt’altro modo. Seguendo dei veri e propri diktat da parte dei poteri che si sono insidiati al comando dell’Europa per mezzo dell’applicazione dei vincoli dei Trattati e dei regolamenti, molti Stati membri si stanno economicamente suicidando senza che abbiano la capacità e la minima forza per potersi ribellare in quanto la Troika agisce con metodi prettamente ricattatori nei loro confronti!

A Cipro e in Grecia abbiamo assistito alle prove generali di come è stato possibile annientare Paesi imponendo politiche economiche funzionali solo agli interessi dei creditori. Gli pseudo salvataggi compiuti nei confronti della Grecia nella realtà sono serviti solo a tentare di mettere al sicuro i rischi contratti precedentemente dal mondo finanziario e bancario, trasferendoli agli Stati per mezzo dei meccanismi previsti dai Fondi Salva Stati e dai prestiti bilaterali. Esattamente come in un laboratorio dove la moneta euro, del tutto simile ad un organismo geneticamente modificato (OGM), pretende di piegare l’economia reale secondo i suoi rigidi dogmi invece di plasmarsi al suo totale servizio.

In questo scenario la Germania ha sempre più assunto il ruolo di leadership nella conduzione politica ed economica di tutta l’area europea, senza tuttavia che nessuno glielo abbia preventivamente accordato e questo è potuto avvenire non per propri meriti, ma per la totale mancanza di “contendenti” che potessero condividerne la funzione di guida dell’Europa. Ma poi questa autoinvestitura non è stata meritata sul campo perché hanno dimostrato sempre di fallire in ogni occasione, non proponendo soluzioni adeguate e condivise con tutti gli altri partners. L’euro e le regole su cui si fonda dovevano servire ad unire per mettere al sicuro l’Europa da millenni di guerre, incomprensioni e contrasti, mentre ora stanno rischiando di dividere ulteriormente i paesi eurodotati per la cecità e l’incapacità dimostrata da chi ha assunto la gestione.

A causa di questa cessione di poteri e d’indirizzi per la conduzione economica dell’Europa, la Germania si è avvantaggiata oltre modo, accumulando da ben 8 anni surplus commerciali eccessivi oltre la soglia del 6% prevista dal “Six Pack” e senza che nessuno, ripeto nessuno, abbia avuto la forza per costringerla a ridistribuirlo o almeno a ridurlo a vantaggio degli altri. L’unione monetaria non è stata realizzata per consentire enormi vantaggi a qualcuno e a discapito degli altri, ma per realizzare una grande area che fosse disponibile ad essere solidale in particolar modo con i più deboli. La Germania dovrebbe dimostrare ora di essere solidale con gli altri paesi esattamente come lo fecero tutti gli altri nei suoi confronti, nessuno escluso, ai tempi della riunificazione!

Ricordo che l’Unione Europea non è stata creata per consegnarla nelle mani della Germania o di qualche altro singolo membro, ma per mettere proprio al riparo i popoli europei in modo che non si ripetessero i tragici errori e tentazioni di egemonia del passato. Può Frau Angela Merkel essere di fatto il primo ministro europeo solo con i voti dei tedeschi? Invece ci siamo consegnati in silenzio al “Paese d’ordine” che pretende d’imporre il suo predominio sul Continente con le regole macroeconomiche previste dai Trattati forgiate sul suo modello invece che con quelle previste dalla condivisione democratica. Perché in passato per evitare di consegnare il potere nelle mani esclusivamente di qualcuno abbiamo senza esitazione anche fatto ricorso alle armi mentre ora siamo tutti distratti e accondiscendenti?

Ad esempio la cessione di sovranità fiscale come già avvenuto per quella monetaria, che per pudore ora viene definita “coordinamento”, non sarà restituita potenziata, ma solo funzionale alla sostenibilità dell’euro mediante vincoli e imposizioni ancora più stringenti che non terranno conto delle ciclicità economiche e delle caratteristiche di ciascuna economia nazionale, con l’aggravante che ogni aggiustamento possibile nell’area valutaria comune rimarrà a carico principalmente della flessibilità del mercato del lavoro. In parole semplici saranno i lavoratori a pagare il conto più pesante! Siamo in guerra, una guerra economica devastante dove i caduti non sono più i soldati in divisa, ma i disoccupati, i giovani che non trovano lavoro, le persone sottopagate pur di sopravvivere, le aziende che chiudono, le attività commerciali in fallimento, la non più speranza nel futuro per le nostre nuove generazioni.

Come è possibile auspicare gli Stati Uniti d’Europa nel momento in cui la stessa Europa ha dimostrato “Urbi et Orbi” di essere totalmente incapace di risolvere nessuno dei tantissimi e gravissimi problemi che l’affliggono e a cui è chiamata a risolverli? Come si può augurare di consegnare letteralmente le sorti del Vecchio Continente, e con esso i destini di centinaia e centinaia di milioni di cittadini, a una ristretta schiera di burocrati che agiscono su indicazioni via fax pervenute da Berlino e Francoforte? Grecia, dramma migranti, rapporti con la Russia, disoccupazione, tanto per citare gli ultimi problemi irrisolti. E si badi bene non è neanche sufficiente sostituire i personaggi che occupano le istituzioni europee per poter invertire la situazione e rendere proficua la nascita degli Stati Uniti d’Europa.

Questo perché la stessa Europa ha generato ormai, nel disperato tentativo di rendere sostenibile e irreversibile il processo d’integrazione monetaria come presupposto a quella politica, meccanismi bio-giuridici automatici perversi, come più volte sostenuto dal prof. Giuseppe Guarino, che non consentono più la possibilità di modifiche o di adattamento dei Trattati verso modelli più vicini agli iniziali presupposti di creare una grande area comune per renderla più forte e resistente verso un mondo globalizzato. Stiamo assistendo ogni giorno di più al rafforzamento di aree sempre più ricche a discapito di altre sempre più povere a causa di una area valutaria nata non certo ottimale e condotta ancora peggio che come risultato finale ha sancito che in Europa esistono Paesi di serie A, di serie B e ora anche di serie C.

D’altronde chi impunemente invoca gli Stati Uniti d’Europa, emulando l’esempio degli Stati Uniti d’America, omette che oltreoceano ogni Stato Confederato ha la rappresentanza di due deputati indipendentemente dalla grandezza geografica, numero dei residenti o peso economico, esattamente il contrario del sistema adottato per la determinazione del Parlamento Europeo e che vige il principio del trasferimento delle risorse interne per compensare gli squilibri fra aree economicamente disomogenee.

Gli Stati nazionali sono perfettamente consci che cedere ormai ciò che è rimasto delle residualità di Sovranità, ancora provvidenzialmente non trasferite, significherebbe la totale e irreversibile capitolazione e a prova di ciò stanno sempre più risolvendo in modo autonomo ciò che l’Europa non riesce, e non riuscirà mai, a fare. Per molti di essi infatti le cessioni definitive delle proprie Sovranità significherebbero divenire definitivamente Colonie del Nord Europa.

L’errore fondamentale compiuto dagli architetti dell’unione monetaria sin dai tempi di Maastricht è stato quello di affidare il suo mantenimento al modello economico all’impostazione prettamente tedesca che prevede essenzialmente la stabilità dei prezzi, cioè il contenimento fobico dell’inflazione, e la rigidità dei deficit dei conti pubblici fino al perseguimento del principio del pareggio di bilancio introdotto con il fiscal compact, come esclusivo presupposto per la crescita. L’errore ancora maggiore, compiuto invece da chi ha accettato e sottoscritto questo modello, è stato quello di non verificare preventivamente cosa sarebbe successo nella propria economia se si fossero adottate queste nuove regole completamente diverse rispetto alle proprie fino ad allora utilizzate, preferendo invece affrettarsi nel dimostrare a se stesso e agli altri di essere disciplinato e capace di rispettarle nel tempo.

L’Europa per come si sta comportando si sta rivelando essere un grande bluff, la sua sostenibilità a livello di gradimento fra i cittadini si regge su una gigantesca operazione di marketing mediatico essendo venuti meno i reali obiettivi di aggregazione ed emergendo sempre più le subdole finalità perseguite nella realtà. Tutto l’inganno risiede nell’abilità di aver accomunato come inscindibile l’Europa e l’Unione monetaria, mentre anche i Trattati, in particolare il TFUE (Lisbona) ne evidenziano agli artt.139 e 140 la possibile convivenza fra paesi “con deroga” e paesi “senza deroga”, cioè con propria valuta nazionale o con l’euro come moneta.

La stessa BCE è stata concepita esclusivamente come la guardiana e garante della stabilità dei prezzi e non con le funzioni proprie di qualsiasi Banca Centrale e tutti gli stimoli monetari possibili che potrà porre in atto, non riusciranno mai a correggere l’insostenibilità dell’euro in quanto il modello economico di riferimento sopra ricordato, prevede sostanzialmente che i cittadini e il sistema delle imprese siano considerati a tutti gli effetti, per mezzo della fiscalità, gli unici prestatori di ultima istanza! Non esiste nessun altro paese al mondo fuori dall’area euro che si affida a questo modello!

E’ necessario un grandissimo reset di tutti questi meccanismi automatici adottati da Maastricht ad oggi nel tentativo di rendere irreversibile l’euro al fine di ristabilire l’esercizio della democrazia come in questi giorni la Grecia ci sta ricordato grazie al ricorso a un referendum consultivo popolare. La letteratura economica classica insegna che non può esistere uno Stato senza moneta, e chi gestisce la moneta governa lo Stato e nel caso europeo, l’intera Europa!

Se le Istituzioni europee e i politici nazionali rimarranno sordi alle giuste richieste dei popoli e ciechi di fronte ai danni provocati dalle scellerate politiche economiche imposte per rendere sostenibile la moneta unica, il rischio concreto che si corre è quello di assistere alla progressiva distruzione del progetto comune unitario, con la terribile prospettiva della fine di settant’anni di pace, sotto la spinta di quelle forze politiche che sono più sensibili alle più che legittime necessità ed aspirazioni dei propri cittadini. I movimenti definiti come populisti che stanno nascendo e proliferando con forza in ogni angolo d’Europa, non sono altro che la giusta risposta spontanea a chi preferisce invece mettere al riparo dal controllo democratico gli indirizzi portati avanti attualmente dall’Europa. Bisogna pertanto essere disponibili a ritornare alle proprie valute nazionali in modo concordato per evitare d’infliggere ulteriori disagi alle popolazioni e provvedere al pieno ripristino delle tutele previste dalla democrazia conservando tutte le collaborazioni possibili fra i paesi, ma nel rispetto delle rispettive autonomie e Sovranità, perché la somma dei singoli è superiore al modello che ci vuole imporre l’Europa. La tutela dei diritti democratici e costituzionali è possibile solo se i governi possono intraprendere politiche economiche autonome perfettamente tarate alle singole esigenze nazionali e non perseguendo quelle previste dai vincoli esterni dei Trattati.

Consentitemi infine un profondo ringraziamento ai miei grandissimi Maestri, il prof. Giuseppe Guarino principe del diritto italiano, per le sue formidabili intuizioni sulla deriva dell’Europa e al prof. Paolo Savona perché gli sono grato di avermi insegnato nel migliore dei modi possibili la politica economica quando la si mette al servizio della comunità per il bene di tutti e non per il privilegio di pochi. Un pensiero a tutti i cittadini europei che stanno subendo in silenzio e sulle proprie spalle i soprusi di chi non sta facendo i loro interessi e ai formidabili amici di ScenariEconomici.it, primo blog economico nella classifica italiana, con cui giornalmente porto avanti la battaglia per il rispetto della libertà e della democrazia perché ancora li consideriamo dei diritti imprescindibili e non negoziabili di cui ogni essere umano ha il diritto di godere.

Alla fine la Storia ci darà ragione!

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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda PIEDENERO » mar giu 30, 2015 21:37 pm

Aggiungo per chi avesse ancora voglia, sintesi di alcuni concetti di economisti pro tsipras

http://espresso.repubblica.it/internazi ... =HEF_RULLO
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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda ncianca » mer lug 01, 2015 15:54 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Non sono d'accordo.

mi sembra di ricordare un motto che dice: "la finanza è la pistola, ma è la politica che preme il grilletto".

L'attuale predominanza della triste scienza non è un dato "naturale", ma un prodotto storico: gli economisti non hanno mai goduto di tanto prestigio e influenza come negli ultimi decenni.
Se poi tutta questa autorevolezza sia ben riposta è un altro discorso (esclusi naturalmente gli economisti del forum, ça va sans dire :mrgreen: ).

"La grande trasformazione" di Polanyi mi sembra un testo istruttivo sul'argomento.

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Caro il mio tacchinazzo... se vuoi dire che tutto questo non ti piace... sono con te, facciamoci i complimenti a vicenda e lamentiamoci tra disgrassià. Però in verità, in verità ti dico che i mercati da quando esistono (da quando esistono?) hanno determinato la storia dell'uomo. E pure quella della donna. So' politically correct, io, zeitgeist lo dici a qualcun altro :smt080 Io poi sono anche uno che vive sempre a cavallo tra desiderio e realtà. Il desiderio che le cose vadano per un certo verso, più giusto secondo i miei parametri ideali, il mio credo, la mia etica, il mio spirito. E la realtà, molto più semplice, un mondo monodimensionale dove esiste solo l'asse delle x che non lascia spazio per farsi i pompini a vicenda (cit.) E quindi, perdonami, la questione Grexit io la seguo sul grafico USDEUR e GBPEUR. È un geroglifico, se lo sai leggere bene, altrimenti... leggiti i post di Piedone. Egli è il vero zeitgeist attuale. Non il credo nel mercato über alles, come si dice qui in Piemonte. Forza Greci. Non è un errore di battitura, forza Greci. Ci saranno anche milioni di stronzi in Grecia, che hanno pisciato fuori dal vaso, ma sono sempre di più quelli che invece in buona fede, perché di questo stiamo parlando, non sanno e non capiscono come si sono trovati a recitare la più grave delle tragedie... greche. Forza Greci, che i mercati siano con voi :smt080
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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer lug 01, 2015 17:18 pm

Io in questo, lo ammetto, sono poco marxista: sono convinto che la sovrastruttura conti, non sia completamente determinata dalla struttura.

E uno degli errori (secondo me, of course) degli economisti - sempre esclusi i presenti :mrgreen: - è l'invenzione di un homo oeconomicus, attore "razionale" dal comportamento prevedibile in base al massimo profitto individuale.

Io non capisco una cepparola di grafici economici (sono incompetente in materia, quasi quanto nella lettura delle vie :( ), ma penso, presuntuosamente, di sapere qualcosina di come funzionano gli esseri umani.

E la cosa di cui sono convinto - forse non del tutto razionalmente, ma credo (temo) di non sbagliare - è che la gestione ottusamente tecnocratica di questa vicenda rischia di risvegliare mostri che sarebbe meglio lasciar dormire dove stanno.

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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda ncianca » mer lug 01, 2015 18:36 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:E la cosa di cui sono convinto - forse non del tutto razionalmente, ma credo (temo) di non sbagliare - è che la gestione ottusamente tecnocratica di questa vicenda rischia di risvegliare mostri che sarebbe meglio lasciar dormire dove stanno.

Credo (temo) che non sbagli. Ma non è nell'interesse (economico) di nessuno (per ora) risvegliare quei mostri. Speriamo che resti così.
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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda menestrello » gio lug 02, 2015 7:01 am

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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda MarcoS » gio lug 02, 2015 8:28 am

Se sei mona e credi in Dio, crederai nel Dio dei mona
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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda Eionedvx » gio lug 02, 2015 9:18 am

menestrello ha scritto:https://ilnuovoredattore.wordpress.com/2015/06/26/merkel-sgradare-kalymnos-o-grecia-fuori-dalleuropa-varoufakis-e-una-culona-inassicurabile/

:D :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :D


Qua si rischia seriamente... :mrgreen: :lol:
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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda al » gio lug 02, 2015 13:23 pm

NO EURO
NO SPESE DI CONDOMINIO

BAMBULE'

aho, passa sta canna
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Re: «Η Ελπίδα έρχεται»

Messaggioda PIEDENERO » ven lug 03, 2015 11:11 am

E allora se siete d' accordo con la linea dura della Troika e a favore del sì al referendum abbiate il coraggio di dire che le cosiddette riforme avranno conseguenze positive e che la Grecia ripagherà il debito e uscirà dalla crisi.
VOI pensate veramente che le cose andranno così?
Secondo VOI quindi Monti è stato un salvatore? O forse avrebbe dovuto mettere in campo ancora più riforme, ma non gli lo hanno permesso?
Ne riparliamo eventualmente fra qualche mese.
Si accettano scommesse.

@al, beato te :mrgreen:
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